Storie di scomparse: Enrico Viggi e Enrico Cucchi
Il calcio possiede la forza di regalare momenti indimenticabili, scaturire forti emozioni e far vivere ricordi che rimarranno impressi nella memoria collettiva. Un gol, un’azione, un momento: sono tante le pagine di storia che sono state scritte sugli almanacchi. Una di queste storie è quella di Enrico Cucchi, promettente ex centrocampista dell’Inter, morto il 4 marzo 1996 a soli trent’anni a causa di un melanoma.
Oggi, 2 agosto 2020, Cucchi avrebbe compiuto 55 anni, e chissà che non avrebbe festeggiato il suo compleanno come dirigente di qualche grande squadra. Perché lui il calcio ce lo aveva nel sangue. Papà Piero, infatti, era prima calciatore e poi è stato allenatore. Fu lui a farlo sgambettare per primo con il pallone tra i piedi, e fu sempre lui a farlo esordire in C2 con il Savona nel 1981. Solamente un anno dopo sulle sue tracce c’era l’Inter, che lo acquistò e lo portò a Milano a soli diciassette anni.
Cucchi si fece subito amare dai tifosi dell’epoca, anche se i primi anni fu costretto a seguire tante partite dalla panchina, perché per lui lo spazio era ridotto. In nerazzurro è impossibile dimenticare la sua prestazione nella semifinale di andata della Coppa UEFA 1984-1985 vinta per 2-0 a Milano contro il Real Madrid. Giocate di ordine e disciplina, le sue. Corre, lotta, entra in tackle e recupera palloni. E non fu un caso se subito dopo arrivò anche la convocazione in Nazionale Under 21.
Ed è qui che il romanzo della vita di Enrico Cucchi, promessa del calcio italiano, si trasforma in un dramma. Nel 1990 si trasferì al Bari dove fu operato ad un neo sulla coscia che si era formato nel tempo e che aveva richiesto l’intervento dei medici del Policlinico di Bari. Un intervento necessario per evitare che si potesse trasformare in qualcosa di più grave, eventualità che purtroppo si verificherà qualche anno più tardi. Dopo tre anni nel capoluogo pugliese si trasferì a Ravenna nel 1994. Qua, un giorno, un dolore alla coscia si fece fortissimo.
La diagnosi dopo il controllo non lasciò spazio ad interpretazioni: furono trovate ghiandole maligne ovunque. Venne operato a Milano e cominciò la chemioterapia per evitare che quelle metastasi che non gli diedero tregua, continuino a propagarsi. Purtroppo fu tutto inutile: morì il 4 marzo 1996 a Tortona. Ex centrocampista, Cucchi ha militato in nerazzurro per sei stagioni giocando 91 partite. È deceduto il 4 marzo 1996 a soli trent'anni.
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Un'altra storia di scomparsa, con un epilogo tragico, è quella di Enrico Viggi, il cui corpo è stato ritrovato dopo settimane di ricerche. Il quarantasettenne era scomparso da casa sua alla Barca il 5 febbraio. Era uscito in bici di fretta: lo aspettavano al lavoro, ma non ci è mai arrivato. Dopo settimane di ricerche, con il fratello Fabio che aveva anche lanciato un appello sui social e alla trasmissione ‘Chi l’ha visto?’, una coppia che stava passeggiando nel parco dei Trecento Scalini, in zona Meloncello, si era imbattuta nel suo corpo. Era lo scorso 14 marzo.
Enrico non indossava più il giaccone con cui era uscito di casa, né gli scarponcini. Anche la sua bici elettrica non era vicino al corpo, provato da settimane in balia di intemperie, cinghiali e altri animali selvatici. Sulla scomparsa di Enrico era stato aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti in Procura, con le indagini delegate alla Squadra mobile. Ieri, la consulenza medico legale affidata dalla pm Elena Caruso al dottor Paolo Fais ha concluso che la morte del quarantasettenne sia dovuta a ipotermia.
A tre settimane di distanza dalla scoperta del cadavere, era stato trovato il giubbotto del 47enne, buttato fra gli arbusti in una zona impervia dello stesso parco. Sempre nel parco, a circa 300 metri, il giorno di Pasqua era stata trovata anche la bicicletta di Enrico. Secondo l'autopsia, il decesso è contestuale al periodo di scomparsa: la permanenza in ambiente freddo di una persona con abbigliamento inadeguato ha condotto alla morte nell'arco di alcune ore. Sul cadavere, in avanzato stato di decomposizione, non c'erano traumi.
Il medico legale ritiene più probabile l'ipotesi di un suicidio di una persona con problemi psichiatrici e con una storia di tossicodipendenza. La Procura (pm Elena Caruso) ha un fascicolo aperto contro ignoti e dovrà svolgere le proprie valutazioni. La famiglia di Viggi, che dall'inizio della vicenda chiede di fare verità sulla morte, è assistita dall'avvocata Barbara Iannuccelli.
"Aspettiamo la perizia del medico legale con ansia. Non credo all'ipotesi del suicidio per tante, troppe ragioni, in una storia piena di dubbi". Ha detto all'Adnkronos l'avvocata Barbara Iannuccelli che assiste la famiglia. Enrico Viggi, 47 anni, è stato riconosciuto dal fratello dalla maglia e dall'orologio. Non aveva giubbotto, né scarpe e zaino, questi ultimi non ancora trovati: "Sempre grazie allo stesso uomo che mi ha fatto avere il filmato della telecamera di videosorveglianza, coinvolto emotivamente dal fatto e deciso a darci una mano nella ricerca di nuovi pezzi di questo intricato puzzle. Per noi ogni ritrovamento moltiplica i dubbi, e ogni volta si allontana sempre più l'ipotesi del suicidio - osserva Iannucceli - Enrico seguiva una terapia farmacologica, solo due giorni prima di sparire in sella alla sua bicicletta aveva comprato tutti i medicinali, trovati in casa. L'abitazione era in ordine, sul letto ancora i vestiti e il panino che avrebbe portato al lavoro".
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Le storie di Enrico Cucchi e Enrico Viggi, pur diverse, ci ricordano quanto sia importante non dimenticare e cercare sempre la verità, anche quando il dolore è immenso.
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