Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato – Trama e Analisi
Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato, film del 2012 diretto da Peter Jackson, è il prequel della trilogia de Il Signore degli Anelli ed è tratto dalla parte iniziale dell’omonimo romanzo di J.R.R Tolkien. IL VIAGGIO DI JACKSON NELLA TERRA DI MEZZO: Ci son voluti ben 8 anni, 3 miliardi di dollari incassati in tutto il mondo e 17 premi Oscar, prima che Peter Jackson decidesse di tornare ad occuparsi dei personaggi della leggendaria Terra di Mezzo creata dallo scrittore J.R. Tolkien.
La resistenza nasceva dal timore del regista di rimanere ancorato a un marchio e di dover necessariamente competere con se stesso e le aspettative dei fan, che difficilmente avrebbero perdonato un passo falso. Dopo aver vinto ogni resistenza, Jackson aveva deciso che a dirigere il film fosse l'amico Guillermo del Toro ma, causa la crisi economica della MGM che ha messo a rischio tanti importanti progetti - come ad esempio 007 Skyfall (2012) - , i tempi di attesa si sono talmente dilatati che del Toro è rimasto solo nelle vesti di produttore e Jackson ha preso in mano le redini del progetto.
Trama e Personaggi Principali
Il protagonista della vicenda è Bilbo Baggins (Martin Freeman), che narra nel libro, contenente le sue memorie, della riconquista del regno di Erebor. Sessant'anni prima che Frodo desse inizio al suo viaggio verso Gran Burrone e oltre, suo zio Bilbo Baggins si godeva la calma della Contea e l'assenza di avventure (fastidiose scomode cose che fanno far tardi a cena) fino al giorno in cui Gandalf il Grigio non si presentò alla sua porta e lasciò su di essa un segno.
L’avventura dello hobbit inizia con la visita inaspettata dello stregone Gandalf (Ian McKellen) e di Thorin Scudodiquercia (Richard Armitage), erede al trono del regno dei nani, distrutto dalla furia del drago Smaug. A sorpresa, giungono a casa sua tredici nani capeggiati dal leggendario guerriero Thorin Scudodiquercia che, grazie all’intervento del mago, lo convincono a partire per un’avventura che li porterà ad attraversare terre piene di pericoli abitate da Goblin ed Orchi, esseri mutanti e stregoni, indomabili Warg e Ragni Giganti, fino a raggiungere l’Est e le aride terre della Montagna Solitaria.
Nonostante il grande pericolo, Bilbo decide di aggregarsi alla missione e, con il ruolo di scassinatore si prepara ad affrontare la Montagna Solitaria che conduce segretamente a Erebor. Lo hobbit scopre la storia della dinastia di Thorin il quale, dopo essersi rifugiato nelle desolate miniere di Moria, si è inimicato per sempre il temibile Orco Azog.
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Mentre il passato di Thorin sta per tornare a perseguitare la compagnia, l’intervento di Gandalf salverà la vita a tutti. Nel bosco, il gruppo incontra poi lo stregone Radagast il Bruno (Sylvester McCoy) che racconta della presenza di un misterioso e malvagio Negromante. Gandalf sospetta che si tratti di Sauron (Christopher Lee), ma non potrà provare la teoria, poiché il gruppo sarà attaccato dagli Orchi. Giunti a Gran Burrone, il re elfico Elrond (Hugo Weaving) decifra la mappa che conduce al passaggio segreto.
Dopo aver lasciato il regno elfico, il gruppo cade nelle grinfie dei Goblin, sulle Montagne Nebbiose, e Bilbo si imbatterà in Gollum (Andy Serkis). Nei tunnel dei Goblin Bilbo incontrerà Gollum, la creatura che gli cambierà la vita per sempre.
EROE, ANTAGONISTA ED AIUTANTI
Protagonista principale nella lotta per liberare il regno di Erebor dal drago Smaug e recuperare il tesoro della Montagna Solitaria è Bilbo, un hobbit che all'avventura ha sempre preferito il calduccio della sua abitazione. Gandalf è il vecchio e saggio mago che dà inizio all'avventura.
La scelta da parte sua di Bilbo non è casuale: Gandalf ne conosceva bene la madre Belladonna e, di conseguenza, era certo dei valori che gli erano stati tramandanti. Benché appaia poco nel corso della storia, si palesa quasi sempre nei momenti in cui i nani hanno bisogno di aiuto o sono in difficoltà. Considerato un baluardo indispensabile nella lotta contro le forze del male, ha tutto l'aspetto del vecchio saggio illuminato che conosce ogni persona o creatura del mondo.
Smaug è il grande antagonista e motore della storia, il drago che si è impossessato della Montagna Solitaria, cacciando via i 13 nani.Gollum, infine, è una strana, piccola e viscida creatura, che vive nel profondo delle grotte di Moria, sotto le Montagne Nebbiose, e di cui si conosce ben poco. È il possessore del prezioso anello magico che rende invisibili e che gli permette di incrociare la strada di Bilbo cambiandogli il destino.
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I TREDICI NANI
Capo della compagnia dei 13 nani è Thorin Scudodiquercia, colui che ha più interesse a riconquistare il tesoro della Montagna Solitaria, appartenuto a suo nonno Thror. Balin e Dwalin sono fratelli. Il primo è un vecchio guerriero, memoria storica della gloria dei nani, mentre il secondo è conosciuto per la sua grande lealtà. Anche Fili e Kili sono fratelli e sono i più giovani del gruppo: con qualche anno in più, Fili è caratterizzato da una vista molto acuta che gli permette di scrutare i pericoli anche da lontano.
Bifur, Bofur e Bombur sono, invece, tre cugini quasi inseparabili: dannatamente ostinato il primo, sempliciotto il secondo e maledettamente maldestro il terzo, oltre che affetto da una strana forma di narcolessia derivante da una caduta nelle acque magiche. Il valoroso ma burbero Dori è colui che, poi, nel corso della vicenda mostra più di una volta grande generosità nell'essere d'aiuto a Bilbo nelle difficoltà. A loro fanno compagnia Nori, Oin, Ori e Gloin, padre di Gimil, personaggio chiave de Il Signore degli Anelli: la compagnia dell'Anello (2001).
Aspetti Tecnici e Critiche
Aiutato dalle nuove tecnologie e da un valoroso manipolo di scenografi e costumisti, Peter Jackson immerge gli spettatori in una Terra di Mezzo che non sempre dà l'impressione di realtà. Scegliendo inoltre la formula della trilogia, il regista cade nella trappola dell'incompiutezza, nonostante 2 nuovi personaggi bellissimi e un attore come Martin Freeman che dimostra una bravura rara. Per la colonna sonora, Peter Jackson collaborò con il compositore Howard Shore, che aveva curato anche quella della trilogia de Il Signore degli Anelli.
La nuova tecnologia a 48 fotogrammi al secondo regala una definizione di immagine notevolissima ed evita il problema della messa a fuoco in presenza di movimenti vorticosi della macchina da presa. A questo si aggiunga che nel cast tecnico ci sono dei veri maghi degli effetti quali Joe Letteri - Kink Kong, Le avventure di Tin Tin, Il Signore degli Anelli - ed Eric Saindon - Avatar, King Kong anche lui Il Signore degli Anelli - che hanno saputo aggiungere alla tecnologia un substrato di poesia. Eppure manca il fascino, la vera immedesimazione in relazione a quanto accade sullo schermo.
Per questioni squisitamente commerciali, quanto scritto da Tolkien doveva essere diviso in due film ma ora verrà proposto in tre. Il più grosso dilemma che si è ritrovato poi ad affrontare era il modo in cui gli hobbit venivano descritti nel romanzo: trattandosi di un libro destinato pur sempre all'infanzia e all'adolescenza, i 13 nani protagonisti avevano più aspetti comici che drammatici.
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Per renderlo, però, come un prequel della saga di Il Signore degli Anelli, Jackson ha limato gli aspetti che differivano dalla sua trilogia e ha reso il corpus unico, descrivendo i nani ognuno con un carattere differente dall'altro. Suddividendo il libro in tre differenti parti, di cui Un viaggio inaspettato è la prima e precede di un anno l'uscita di Lo Hobbit - Parte 2 (2013), ha avuto anche modo di far sì che all'interno della storia ci fosse anche la presenza dei personaggi della "saga degli Anelli", compresi Frodo e Legolas, in modo da formare con questa una esalogia mitologica senza falle e unitaria, aiutato anche dal fatto di aver casualmente citato L'Hobbit in Il Signore degli Anelli: la compagnia dell'Anello (2001).
Prima parte di una trilogia annunciata, il film rispetta alla perfezione un ipotetico manuale del blockbuster in cui il film dall'elevato minutaggio non è più un episodio feriale ma un evento festivo e dove la “struttura a trilogia” soddisfa sia la nostra sete di serialità che ad attuare un’intelligente economia di scala. I 48 frame per secondo e il 3D a tratti ammutoliscono per la meraviglia ma l’eccesso di definizione rischia di sottrarre fantasia alla fantasia.
Gli ingredienti per garantire un buono spettacolo ci sarebbero eppure Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato delude alquanto, e non perché sia semplicemente brutto o malfatto ma perché la visione, palesemente allungata in una brodaglia poco saporita, risulta stancante ed a tratti noiosa. Si può affermare senza molti dubbi che questo nuovo adattamento di una delle opere più amate di J.R.R. Tolkien, nonché prequel (scritto però molto prima, in un’epoca in cui il concetto nemmeno esisteva) de Il signore degli anelli, fosse uno dei film più attesi dell’anno da schiere di fan non solo cinematografici ma anche lettori di lunga data del grande scrittore inglese.
Un’attesa durata nove anni (tanti ne sono passati dall’ultimo episodio della trilogia precedente, premiata con 11 Oscar) e che per forza di cose rischia di andare un po’ delusa. Prima di tutto perché a vedere dall’avvio un po’ “diesel” di questo primo episodio (oltre due ore, ne sarebbero forse bastate meno, anche se il ritmo della seconda parte fa perdonare la lentezza della prima) l’idea di espandere addirittura in tre film un volume di poco più di trecento pagine sembra più il frutto dell’avidità che contraddistingue ormai i produttori di grandi blockbuster fantasy (vedi casi ancora più imbarazzanti di Harry Potter e Twilight) che di una reale necessità narrativa.
Fatta la tara di questi “difetti”, che impediscono alla nuova avventura firmata da Peter Jackson di raggiungere il livelli di vero e proprio capolavoro della trilogia precedente (non a caso premiata sia dal pubblico che dalla critica e capace di superare i limiti di un “genere”, il fantasy, che respinge almeno quanto attrae), lo Hobbit resta comunque un gran bel film, capace di coinvolgere ed emozionare e graziato dal solito meraviglioso cast. A Peter Jackson e ai suoi collaboratori il merito di aver colto, insieme alla forza vibrante delle avventure di Bilbo, Gandalf e i Nani, la loro complessa ricchezza archetipica.
Citazioni memorabili
- Radagast (Sylvester McCoy): Un potere oscuro dimora lì. Tale che non ho mai avvertito prima. L'ombra di un antico orrore. L'ombra che può riunire gli spiriti dei morti. E poi l'ho visto, Gandalf! Dall'oscurità è giunto...
- Gollum (Andy Serkis): Bagginsis? Cos'è un...
- Thorin (Richard Armitage): Tu. Cosa credevi di fare? Ti sei quasi fatto uccidere. Non ti avevo detto che saresti stato un peso? Che non saresti sopravvissuto alle Terre Selvagge? Che non c'è posto per te tra noi?
- Bilbo: "Non ho mai usato una spada in vita mia"
- Gandalf: "E spero che non dovrai mai farlo.
Cast Principale
- Ian Mckellen (Gandalf)
- Martin Freeman (Bibo Baggins)
- Richard Armitage (Thorin Scudodiquercia)
- James Nesbitt (Bofur)
- Ken Scott (Lord Balin)
- Ian Holm (Bilbo anziano)
- Christopher Lee (Saruman)
- Hugo Weaving (Elrond)
- Cate Blanchett (Galadriel)
- Elijah Wood (Frodo)
- Andy Serkis (Gollum)
- Orlando Bloom (Legolas)
- William Kircher (Bifur)
- Stephen Hunter (Bombur)
- Michael Mizrahi