Albergo Atene Riccione

 

"A Bari Nessuno è Straniero": Significato e Implicazioni di un'Affermazione Identitaria

L'espressione "A Bari tutto il mondo è paese" e, per estensione, "A Bari nessuno è straniero", racchiude un significato profondo legato alla storia, alla cultura e all'identità della città di Bari.

Origini e Contesto Storico

Già prima dell’Unità, infatti, si costituirono commissionarie e agenzie di rappresentanza a capitale straniero o, più raramente, misto, nelle cui mani si concentrava la quasi totalità del movimento di esportazione di olio, vino e mandorle della provincia di Bari.

Nel 1841 il padre aveva fondato a Bari la Marstaller, Züblin & C., un’azienda dedita alla produzione e commercializzazione dei tessuti di cotone e dei prodotti della terra, seguendo il modello di imprenditoria non specializzata che vedeva cumulate nel mercante le funzioni di produzione, di intermediazione commerciale e finanziaria e che aveva attirato nel Mezzogiorno borbonico numerosi imprenditori svizzeri, tedeschi e francesi.

La Marstaller, Züblin & C. si affermò in breve tempo come la ditta più importante della piazza barese nel commercio di manufatti tessili e derrate, tanto che, con l’Unità e l’istituzione delle Camere di commercio provinciali, il 5 giugno 1863 Federico fu eletto nel consiglio della Camera di commercio ed arti della provincia di Bari.

Evento non privo di significato, considerato che i componenti della folta colonia di imprenditori stranieri presente a Bari partecipavano raramente alla vita pubblica cittadina e a iniziative economiche in societĂ  con baresi.

Leggi anche: Guida a Bari

Alfredo Giovine (1907-1995), grande esperto di dialetto (o lingua) barese, che nel 1970 pubblicò un interessante libro dal titolo “Proverbi pugliesi”, affermava: «I proverbi hanno sempre rappresentato la sapienza popolare e le condensate regole di vita del popolo. E se altrove vanno scomparendo dall’uso, in Puglia ancora sopravvivono».

Da questo adagio deriva il detto “a Bari nessuno è straniero”.

Il Significato Culturale e Sociale

L'espressione riflette la volontà di sottolineare che gli esseri umani hanno tutti gli stessi bisogni, a prescindere dalla loro provenienza geografica. Tra questi, il desiderio di trovare un senso di appartenenza e protezione nel territorio in cui si sceglie di abitare. Questo è un desiderio che ci accomuna davvero tutti.

La campagna intende, quindi, essere un’occasione per incoraggiare l’incontro e lo scambio tra cittadine e cittadini, valorizzando la casa comune che è diventata Bari per molte persone provenienti da diverse parti del mondo.

Tutto questo, anche per smentire gli stereotipi legati alla multiculturalità, evidenziando la normalità di questa realtà nella vita quotidiana della città, nel segno dell’impegno costante dell’amministrazione per promuovere in misura permanente una visione inclusiva e aperta di Bari.

Leggi anche: Recensioni sui viaggi organizzati con partenza da Bari

La stessa scelta della sede amministrativa del CPIA 1 BARI Alessandro Leogrande, situata nel Borgo Antico di Bari, ha un significato per certi versi esemplare: da sempre in questa parte della città, la scuola è stata uno spazio di integrazione, di riscatto sociale e quindi presidio di legalità.

Nel tempo, la popolazione scolastica dei corsi per adulti è fortemente mutata: i giovani adulti italiani hanno lasciato sempre più spazio al bisogno di integrazione linguistica di migranti che scelgono la Puglia come terra di accoglienza.

“A Bari tutto il mondo è paese” è, quindi, un incentivo a guardare all’intercultura oltre gli stereotipi, perché è già un dato di fatto: nelle piazze, negli uffici, nelle scuole e per le strade di Bari.

Quindi, con le 16 cittadine e cittadini baresi di prima e di seconda generazione che hanno accolto il nostro invito, abbiamo raccontato piccoli frammenti della loro storia, per avere uno sguardo che partisse dalle loro stesse parole e dimostrasse che Bari, per loro, è già casa”.

Bari, come mi capita di ripetere spesso, non è solo una città bellissima ma è anche una città di accoglienza, che possiede un melting pot di culture davvero straordinario.

Leggi anche: Servizio di Guardia Medica Turistica a Bari Sardo

Per me, Bari, ha significato davvero accoglienza. Qui mi sono sempre sentito e mi sento sempre di più a casa mia, è ormai la mia città”.

Con questa campagna vogliamo parlare di una città, Bari, accogliente e inclusiva; una città nella quale nessuno è straniero e in cui tutti possono costruire una nuova vita.

Vogliamo parlare di storie vere, di incontri, di progetti e identitĂ . Di una cittĂ  dove tutti si sentano cittadini, anche chi purtroppo formalmente non ha la cittadinanza a causa di leggi assurde e anacronistiche: non a caso alcuni di loro sono qui seduti oggi tra i banchi del Consiglio comunale.

A Bari, in questi anni, abbiamo lavorato, infatti, affinché nessuno rimanesse indietro, ma anzi diventasse patrimonio umano indispensabile di questa nostra bellissima città”.

Come cooperativa sociale Medtraining teniamo davvero moltissimo ai servizi che stiamo gestendo a Casa delle Culture. Sin dall’inizio, l’abbiamo vissuta come uno spazio speciale, perché ha in sé un elemento di cambiamento molto importante.

Casa delle Culture, infatti, non è solo inclusione e accoglienza, ma mette al centro della propria attività il dialogo tra le persone e le esperienze. E questo è il segno di un cambiamento di prospettiva molto importante: perché proprio con l’incontro tra le persone si promuove la convivenza multiculturale.

L’integrazione, infatti, avviene nel quotidiano, negli incontri tra le persone. Favorirli e renderli sempre più generativi è un atto molto importante”.

Casa delle Culture: Un Esempio Concreto di Accoglienza

Una cittĂ  dove esistono luoghi come Casa delle Culture, uno dei progetti piĂą innovativi che in questi anni abbiamo voluto, progettato e realizzato. Un luogo dove, contemporaneamente, si accoglie, si sostiene e si promuove una cultura non discriminatoria.

Un luogo dove migranti, richiedenti, donne, giovani, famiglie vivono, crescono e imparano insieme.

Un progetto riconosciuto a livello nazionale ed europeo, che mette in atto una visione nuova di inclusione e accoglienza, passando dall’incontro, dalla conoscenza e dalle relazioni.

Bari inclusiva, infatti, non è uno slogan ma è un insieme di azioni, scelte politiche, dialoghi comuni.

Sono tante le storie che con questa campagna racconteremo, storie vere di chi ha scelto Bari come suo approdo di vita, conservando le proprie radici ma anche aprendosi a contaminazioni umane, sociali e culturali.

Offre servizi di accoglienza residenziale temporanea per 25 persone adulte, uno sportello per l’integrazione socio culturale e sanitaria degli immigrati e uno sportello di orientamento al lavoro e di orientamento legale.

La struttura rappresenta un presidio per accogliere, orientare, integrare, sostenere ed educare al dialogo, alla solidarietĂ  e alla reciprocitĂ .

Un luogo in cui cittadini italiani e migranti, adulti e minori, possono incontrarsi e condividere insieme esperienze significative e storie di vita per costruire ponti culturali, solidali, inclusivi.

Attraverso laboratori, iniziative, attività, presentazioni, spettacoli e mostre, “Casa delle Culture” vuole essere punto d’incontro tra la realtà migrante e la cittadinanza.

Implicazioni Giuridiche e Riconoscimento del Danno all'Immagine

Il Tribunale di Bari affermò che il Comune e la Provincia avevano subito un danno all'immagine di comunità capaci di accoglienza, consacrata nella secolare storia di dominazioni straniere e di intrecci di culture religiose e laiche, di rapporti con l'Est Europa ed il Mediterraneo, simboleggiati dal culto di S.

Piuttosto, ad avviso del Giudice di secondo grado, si è trattato di danno all’identità dell’Ente, essendo stati lesi quei valori consacrati nello Statuto comunale, nei quali tradizionalmente la comunità locale si riconosce.

E’ interessante notare come tale diritto non patrimoniale dell’Ente, il cui fondamento costituzionale viene rinvenuto nell’art. Si legge, infatti, che «Il danno all'immagine ed alla reputazione, inteso come ‹‹danno conseguenza››, dunque, non sussiste in re ipsa, dovendo essere allegato e provato da chi ne domanda il risarcimento, e la sua liquidazione deve essere compiuta dal giudice in base, non tanto a valutazioni astratte, bensì al concreto pregiudizio presumibilmente patito dalla vittima, per come da questa dedotto e provato.

Applicando tali coordinate ermeneutiche al caso di specie, la Suprema Corte osserva che la sola lesione di valori coincidenti con quelli enunciati negli artt. 1 e 3 dello Statuto della Città di Bari non può essere sic et simpliciter sufficiente a giustificare pretesi risarcimenti, occorrendo, a tal fine, anche altro: vale a dire la dimostrazione, da intendersi disciplinata dalle regole di cui all’art.

Se, dunque, anche nel caso di lesione del diritto all’identità dell’Ente, come in qualunque altra ipotesi di lesione dei diritti della personalità, il danno può essere provato a mezzo di presunzioni, la Suprema Corte avrebbe dovuto ragionare in termini meno formalistici e, di conseguenza, rigettare il ricorso, considerando che i Giudici di merito, in entrambi i due gradi di giudizio, avevano - sia pure implicitamente - ritenuto presuntivamente dimostrato il danno-conseguenza, sulla base di plurimi elementi: la grande eco mediatica del caso, il protrarsi negli anni delle gravi condizioni di trattamento degli stranieri trattenuti nel CIE ed, infine, il fatto che il centro medesimo, nella quale si erano perpetrate gravi violazioni dei diritti umani, era collocato all’interno della città di Bari, statutariamente “città aperta”, impegnata nel sostegno e nella promozione «dei diritti umani, la cultura della pace, della cooperazione internazionale e dell'integrazione etnico-culturale» (art. 3 comma 2), e nella tutela e valorizzazione delle «diverse realtà etniche, linguistiche, culturali, religiose e politiche presenti nella città, rifacendosi ai valori della solidarietà e dell'accoglienza» (art. 3 comm.

TAG: #Straniero

PiĂą utile per te: