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Attrazioni imperdibili da vedere a Palermo

Palermo è una città ricca di contraddizioni e contrasti: tripudio di barocco dietro quartieri popolari, la bolgia dei mercati e l'oro bizantino, il caos del sabato notte alla Vucciria e la quiete della domenica mattina, ed ancora, il pani câ meusa e i gamberi crudi.

Se siete pronti per immergervi in questo tripudio di contraddizioni, ecco a voi le attrazioni imperdibili da vedere a Palermo.

Teatri

Teatro Politeama

Inaugurato nel 1874, quando era ancora incompleto, era stato iniziato da Giuseppe Damiami Almeyda per essere il "Teatro del popolo". La sua caratteristica sala a ferro di cavallo aveva una capienza di 5.000 spettatori, una doppia fila di palchi ed una galleria divisa in due ordini.

La parte più suggestiva di tutto il Politeama però è sicuramente l'esterno. A vederlo potrebbe ricordare un po' il Pantheon, con la sua forma circolare. A sormontare l'arco del suo ingresso monumentale potrete vedere anche una quadriga bronzea con il dio Apollo.

Pensate che inizialmente il teatro era in realtà all'aperto, senza la copertura, un po' come l'Arena di Verona per intenderci.

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Come arrivare: Piazza Ruggero Settimo 15.

Orari: mar-dom 9:30-14:00, lun chiuso.

Teatro Massimo

Uno dei Teatri principali di Palermo. L'importanza di questo Teatro però non è riconosciuta solo a livello cittadino, ma anche nazionale ed internazionale: il Teatro Massimo infatti è anche il più grande teatro lirico d'Italia ed uno dei più importanti d'Europa. Per essere più precisi a precederlo sono solo l'Opéra di Parigi e la Staatsoper di Vienna.

Costruito nella seconda metà del 1800, è ricco di decori pregiati, lavorazioni laccate in oro, specchi e qualsiasi cosa vi possa venire in mente se pensate allo sfarzo. A stupire di questo teatro, oltre all'esterno che ricorda un tempio greco (è realizzato appunto in stile neoclassico) è anche l'acustica a dir poco perfetta al suo interno.

Molto belle le sculture ai lati dell'imponente scalinata di ingresso, con due leoni che sorreggono le allegorie della tragedia e della lirica.

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La scritta sul frontone, motto del teatro, recita: "L'arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l'avvenire". L'autore è anonimo e sconosciuto.

Molto bello anche il cafè all'interno, aperto al pubblico per eleganti aperitivi in centro.

Come arrivare: Piazza Verdi. Dalla Stazione Centrale prendere l'autobus 101 per 6 fermate.

Occhio al gradino della suora: per realizzare il teatro, vennero abbattute due chiese, e la leggenda vuole che una suora del convento abbattuto si aggiri ancora per le sale del teatro. C'è chi giura di aver visto un'ombra nelle finestre. Secondo la leggenda, inoltre, chi non crede alla storia, entrando in teatro inciampa in un preciso gradino dell'ingresso, detto appunto "gradino della suora".

Piazze e Chiese

Quattro Canti e Piazza Pretoria

Nel crocevia di Piazza Vigliena, noto come "Quattro Canti", vi è una straordinaria concentrazione di chiese e monumenti storici. Si parte dalla stessa Piazza Vigliena, i "Quattro Canti" per l'appunto: questo incrocio è contraddistinto, nei 4 angoli, da 3 ordini di statue barocche che rappresentano, dal basso verso l'alto, le 4 stagioni dell'anno, i 3 vicerè spagnoli + Carlo V e, infine, le 4 sante patrone di Palermo prima dell'avvento di Santa Rosalia.

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Si prosegue con Piazza Pretoria, nota come "Piazza della Vergogna" per via della fontana adornata da statue nude proprio di fronte il monastero delle suore di Clausura di Santa Caterina.

Incrocio fra via Vittorio Emanuele e via Maqueda. Dalla Stazione Centrale prendere l'autobus 101 per 4 fermate.

Tempo di visita: 30 min

Visita il centro con una guida: questa piazza è tappa di un tour più completo che comprende anche i mercati e gli altri monumenti del centro storico.

Chiesa di San Cataldo e Chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio (La Martorana)

Nell'adiacente Piazza Bellini spiccano la chiesa di San Cataldo, tipico esempio di architettura Arabo Normanna, con la forma squadrata e la cupola rossa in alto, e la chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio, nota come "La Martorana".

Molto piccola e ricca di mosaici bizantini, prende il nome dalla storia secondo cui qui nacque la famosa frutta martorana, opera delle monache benedettine del convento vicino fondato dalla nobildonna Eloisa Martorana.

Costruita nel 1143 dall'ammiraglio Giorgio d'Antiochia, fedele servitore del re normanno Ruggero II, la chiesa della Martorana è una delle più affascinanti chiese bizantine in Italia. Per qualcuno addirittura la più bella in assoluto per via del contrasto tra lo stile arabo-normanno, motivo per cui è inserita nei beni tutelati dall'Unesco, e le successive aggiunte barocche del ‘600.

Nel 1433 Alfonso d'Aragona cedette la chiesa al vicino monastero benedettino fondato dalla nobildonna Eloisa Martorana (da qui il nome della chiesa). La chiesa fa parte dei beni dell'Eparchia di Piana degli Albanesi e pur essendo soggetta alla Santa Sede segue il calendario liturgico ortodosso.

Le decorazioni musive all'interno sono il punto forte dell'edificio.

Come arrivare: Piazza Bellini 3.

L'origine della "frutta martorana": intorno al 1500 l'imperatore Carlo V giunse a Palermo dopo la vittoria di Tunisi. Il giardino di aranci della chiesa era spoglio, poiché era settembre. Così le suore fecero dei frutti di pasta di mandorle, e ornarono il frutteto che assunse un aspetto quasi fiabesco! Nacquero così i "frutti di martorana".

Cattedrale di Palermo

La Cattedrale di Palermo sicuramente è uno dei luoghi più suggestivi della città. La sua struttura mastodontica è un insieme di stili e di architetture diverse che testimoniano la storia di questo edificio. Costruita intorno al 1185 e dedicata alla Santa Vergine Maria Assunta, dal 2015 fa parte del patrimonio Unesco relativamente all'itinerario Arabo-Normanno di Palermo, che comprende anche Cefalù e Monreale.

A volere la sua costruzione fu l'arcivescovo Gualtiero Offamilio, che decise di farla edificare su un edificio di culto musulmano già esistente. La struttura della chiesa fu poi modificata nel corso dei secoli, con ristrutturazioni ed aggiunte, come quelle del XIV secolo che vide l'elevazione delle quattro torri campanarie. Tra il XV ed il XVI secolo invece furono costruiti il portico meridionale e quello settentrionale.

La struttura della Cattedrale è a croce latina, con 3 navate divise da pilastri con statue di santi che facevano parte della decorazioni della tribuna di Gagini. Al suo interno troverete le tombe imperiali e reali di Enrico VI, Federico II, l'imperatrice Costanza e Ruggero.

Come arrivare: via Vittorio Emanuele.

Cerca i dettagli e sali sui tetti la sera: la Cattedrale di Palermo è piena di dettagli e curiosità. Pensa che sulla prima colonna a sinistra del porticato principale, c'è ancora una sura del corano risalente al periodo arabo, quando era ancora una moschea.

Chiesa del Gesù (Casa Professa)

Probabilmente si tratta della chiesa barocca più importante di Palermo. Nel quartiere dell'Albergheria, al margine del mercato del Ballarò, è un impressionante tripudio di barocco.

Dall'esterno non si direbbe, ma gli interni sono un susseguirsi ininterrotto di decorazioni, con opulenti stucchi, affreschi, ornati marmorei, marmi mischi e tramischi, tutti realizzati dai massimi esponenti dell'arte e della scultura del Seicento: Serpotta, Marabitti, Vitagliano, Pietro Novelli, Paolo Amato, Camilliani.

Palazzi Storici

Palazzo dei Normanni (Palazzo Reale) e Cappella Palatina

Il Palazzo dei Normanni, conosciuto altrimenti come Palazzo Reale, era una reggia decisamente sontuosa, ricca di affreschi e mosaici. A spiccare tra i vari "appartamenti" è senza dubbio la Cappella Palatina, originariamente la chiesa della famiglia reale. Completamente decorata con mosaici bizantini e stalattiti in legno, è senza dubbio uno dei luoghi più belli di tutta la Sicilia.

Il Palazzo però non è stato solo la dimora della famiglia reale, ma anche la residenza dei Vicerè spagnoli, che la scelsero come loro "casa" durante il XVI secolo. In quel periodo furono abbattute le torri normanne (tranne la torre Pisana) e furono aggiunti due cortili interni oltre ad altre sale di rappresentanza. Tra queste spicca la Sala d'Ercole, che prende il nome da alcuni affreschi che ritraggono le 12 fatiche di Ercole, realizzati da Velasquez.

Oggi una parte del Palazzo è anche la sede dell'Assemblea Regionale Siciliana.

Curiosità: il soffitto della Cappella Palatina, ha ben 750 dipinti che rappresentano il paradiso coranico! Danzatori, pavoni, mostri, scene di vita della corte islamica, simbolismi dei piaceri dei sensi e dello spirito. Un'incredibile dimostrazione di integrazione religiosa e culturale.

Come arrivare: Piazza Indipendenza 1.

Visitala insieme al Palazzo dei Normanni: per comprendere a pieno la storia e la bellezza artistica di entrambi, vi consigliamo di prendere parte alla visita guidata combinata, che include anche i biglietti d'ingresso.

Castello della Zisa

Per visitare il Castello della Zisa dovrete spostarvi un po' dal centro storico, ma il gioco vale la candela. Questo splendido palazzo fu costruito nel 1165 come residenza estiva della famiglia reale. Quello che stupisce è senza dubbio l'esterno del palazzo, caratterizzato da un ampio parco con vasche che lo percorrono in tutta la sua lunghezza, giardini e pergolati.

L'interno invece oggi rimane spoglio di quella bellezza che lo aveva caratterizzato nei secoli. Rimangono però le architetture arabe all'interno delle stanze, con un impressionante studio simmetrico e stereometrico per garantire l'areazione, il fresco e l'umidità desiderate nelle varie stanze. Molto bella la Sala della Fontana, le colonne e gli affreschi del piano terra, che pare nascondano una leggenda.

Come arrivare: Da piazza Castelnuovo (di fronte al Politeama) prendere l'autobus n.

Trova e conta i Diavoli della Zisa: nell'arco di ingresso che separa il vestibolo dalla Sala della Fontana si trova una raffigurazione di divinità olimpiche (Giove, Nettuno, Plutone, ...). Pare che in realtà non si tratti di divinità, bensì di diavoli!

Piazza Marina e Palazzo Chiaramonte Steri

In fondo al Cassaro, il Corso Vittorio Emanuele, in direzione del mare, si incontra una delle piazze più belle di Palermo. Qui a Piazza Marina infatti si trova l'imponente Giardino Garibaldi, con esemplari di Ficus Magnolioides grandi quanto un campo di calcio che coprono con le loro fronde tutta la piazza. Di domenica in piazza si svolge un bellissimo mercatino dell'antiquariato, con pezzi pregiati e articoli per collezionisti, come vinili, album di figurine panini, ecc.

Tutto intorno, una sequela di palazzi storici, come Palazzo Mirto, Palazzo Abatellis (sede della Galleria Regionale Siciliana e che ospita il capolavoro di Antonello da Messina, l'Annunziata), Palazzo Galletti di San Cataldo.

Tra tutti i meravigliosi palazzi che si sviluppano intorno a Piazza Marina, spicca sicuramente il Palazzo Chiaramonte Steri, sede del rettorato dell'Università.

Il palazzo ospita alcune aree di stupefacente valore. La prima è il Museo dell'Inquisizione Spagnola, con le carceri dove venivano detenuti gli accusati di eresia. Qui si possono vedere ancora le scritte sui muri dei condannati, fatte con sangue, urina e tufo grattato via dalle pareti (in alcuni casi, ci sono veri e propri capolavori). Imperdibile poi la tela originale della Vuccira di Renato Guttuso.

Infine, tra le zone da non perdere c'è la sala trecentesca con un soffitto ligneo unico al mondo, affrescato con storie dell'Antico e del Nuovo Testamento, racconti cavallereschi, la Guerra di Troia, Tristano e Isotta, il Giudizio di Salomone e altre storie.

Scopri i segreti della Vucciria: la tela di Guttuso nasconde tantissime curiosità. Sapevi ad esempio, che tra le donne ritratte ci sono sia la moglie che l'amante di Guttuso?

Come arrivare: Piazza Marina. Dalla Stazione Centrale prendere l'autobus 101 fino alla fermata "Roma Lattarini".

Altre Attrazioni

Catacombe dei Cappuccini

Un luogo un po' macabro ma decisamente particolare: "Il luogo dove i vivi incontrano i morti", come si legge sul sito dedicato al cimitero del Convento dei Frati Cappuccini di Palermo. E non si tratta di un banale modo di dire: la frase chiarisce a pieno il motivo per cui i frati cominciarono a mummificare i cadaveri, ossia, dare ai parenti la possibilità di continuare a incontrare i propri cari, proprio come se quest'ultimi fossero vivi. Da qui l'idea di migliorare i processi di mummificazione naturale e di estendere tale pratica alla borghesia palermitana.

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