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Il Significato di "Lo Straniero": Un'Analisi Approfondita

Quando nel febbraio del 1969 Georges Moustaki apparve alla tivù francese nella trasmissione Discorama e intonò Le Métèque, il brano che nella versione italiana prenderà il titolo di Lo Straniero, nessuno si aspettava quanto stava per accadere. Nel giro di 48 ore la canzone sbancò gli ascolti e iniziò una vertiginosa scalata alle classifiche di vendita di tutt’Europa. Georges Moustaki era ormai una star di primo piano che per un decennio almeno incarnò davvero l’immagine dello straniero. Uno straniero di gran fascino, artista e giramondo, affamato di vita e d’amori. Un personaggio che non era frutto di un accurato marketing ma rispecchiava appieno la sua vocazione di cittadino del mondo.

Georges Moustaki: Un Mosaico di Identità

Nato ad Alessandria d’Egitto, da una famiglia ebraica originaria di Corfù il cui cognome originario è l’italianissimo Mustacchi, trapiantato a Parigi da ragazzo, Georges Moustaki è uno straniero che coniuga le sue identità in un mosaico colorato e privo di tormenti. Il tema dell’identità domina molte delle sue canzoni.

Moustaki racconta: "Mio nonno paterno, Giuseppe, veniva dall’isola di Corfù mentre il nonno materno era di Zante. I miei parenti parlavano dunque italiano, perché quelle terre erano state sotto la dominazione veneziana. Noi vivevamo ad Alessandria d’Egitto dove sono cresciuto in un intreccio linguistico. Nelle riunioni di famiglia si usava il greco. I miei genitori conoscevano perfettamente il greco e a casa parlavano fra loro in italiano mentre noi bambini a scuola studiavamo il francese."

Per Moustaki, questo intreccio di lingue e culture non era un problema, ma parte integrante della sua identità. "Sono ebreo, sono egiziano, sono greco, sono francese e italiano perché parlo italiano e mi sento a casa quando vado in Italia."

L'Esperienza dell'Immigrazione

Moustaki visse sulla propria pelle i problemi dell’immigrazione quando arrivò in Francia da giovane. "Lavoravo illegalmente, sono stato un sans papiers per ben sette anni. Se mi avessero trovato sarei stato espulso. Per fortuna non mi è successo nulla di male, a un certo punto mi hanno fatto i documenti e tutto è andato a posto. Ma per tutto quel tempo ho avuto paura."

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Questa esperienza lo rese sensibile alla condizione di chi non parla la lingua o non ha protezioni, trovandosi costretto ad abbandonare il proprio paese.

Corfù: Un Paradiso Perduto Ritrovato

Per Moustaki bambino, Corfù era un paradiso perduto che tornava di continuo nei discorsi dei suoi parenti. Per questo a 32 anni decise di andarci. "Sono arrivato la mattina alle sei dall’Italia con la mia piccola macchina, mi sono fermato al porto, ho fatto colazione e quasi stavo per tornare indietro. Poi per fortuna ho incontrato una coppia di turisti greci. Li ho presi in macchina con me e abbiamo girato l’isola insieme. Sono andato nel quartiere ebraico, ho visto la casa del nonno e mi sono detto che ero arrivato a casa: per la prima volta mi sono sentito in patria. Potevo dire: ecco, da qui vengono i Mustacchi."

L'Ebraismo come Ricchezza

Nella famiglia di Moustaki, la parte ebraica era molto superficiale. Tuttavia, per lui, essere ebreo è una ricchezza: è il senso dell’umorismo, una certa saggezza ludica. "Mi piace ciò che è leggero della parte ebraica, non la lamentazione."

"Lo Straniero" nel Contesto Sociale del 1969

Nel 1969, la canzone Lo Straniero ebbe un successo immediato e duraturo. Moustaki fu adottato dal pubblico italiano e apparve persino in qualche Carosello, allora il sigillo della conquistata popolarità popolare. Oltre che sagacemente mariuolo come è doveroso sia chi si definisce “ladro e vagabondo” (la canzone è un tale trionfo di furbizia retorica che persino il Mogol si leva il cappello) Moustaki aveva come si suol dire pure le physique du rôle.

La canzone ebbe immediato e duraturo successo. Georges Moustaki fu adottato dal pubblico italiano e apparve persino in qualche Carosello, allora il sigillo della conquistata popolarità popolare.

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Rielaborazioni Moderne del Tema dello Straniero

Il tema dello straniero è stato ripreso anche in tempi più recenti da diversi artisti. Straniero è il brano di Massimo Pericolo - insieme a Tedua - che promuove l’uscita dell’album “Le cose cambiano”, un messaggio di speranza e uno statement artistico.

Anche Neffa, con la canzone Lo Straniero dei Sangue Misto, esplora il tema dell'emarginazione e della diversità, sottolineando come sentirsi stranieri possa derivare non solo dall'origine geografica, ma anche da un contrasto ideologico con la società.

Neffa si auto definisce “Straniero” e “numero zero“. Giovanni Pellino, in arte Neffa, è nato in provincia di Salerno nel 1967. All’età di otto anni si trasferisce a Bologna, città in cui è cresciuto e ha affrontato gli studi (liceo compreso).In questa città del Nord Italia, le sue origini meridionali non si potevano nascondere. Ecco spiegato perché Neffa si sente Straniero! Perché “Straniero” lo è stato per davvero (tra virgolette, perché in fondo parliamo della stessa nazione).

Tabella: Artisti e Canzoni sul Tema dello Straniero

Artista Canzone Anno Tema Principale
Georges Moustaki Lo Straniero (Le Métèque) 1969 Identità, immigrazione, accettazione
Sangue Misto (Neffa) Lo Straniero 1994 Emarginazione, diversità, contrasto ideologico
Massimo Pericolo ft. Tedua Straniero 2023 Speranza, cambiamento, identità personale

Il termine terrùn nei confronti dei meridionali non si usava solo per scherzare, ma non di rado anche in maniera offensiva. Per chi arrivava dal Sud si cercava di stare insieme, era un modo per sentirsi più forti e più pronti a replicare.Così facevamo noi neoassunti.

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