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Canzoni Popolari di Alghero: Un Viaggio nella Tradizione Musicale Catalana

La città catalana di Alghero è da sempre un luogo ricco di storia e tradizioni, dove la musica popolare occupa un posto speciale nel cuore dei suoi abitanti. Questo articolo esplora il vibrante mondo delle canzoni popolari algheresi, un tesoro culturale che continua a vivere e ad essere celebrato.

Un Repertorio di Canti nelle Osterie

Il nuovo disco di Claudio Gabriel Sanna, "Mirau que sem anant i mirant", prende spunto da una vecchia tradizione musicale algherese: i canti nelle osterie. Questo progetto mira a far conoscere ad un pubblico più vasto una raccolta di brani che venivano cantati nelle vecchie osterie di Alghero e che ancora oggi si possono ascoltare nelle case, durante le feste di famiglia e tra amici.

"Mirau que sem anant i mirant" non è una semplice rielaborazione di una tradizione musicale del passato. Questo repertorio è ancora molto vivo e conosciuto ad Alghero e viene cantato tutte le volte che ci sono algheresi in festa.

Le Taverne del Passato

Ad Alghero si ricordano ancora le taverne del passato, rivendite di vino prodotto dagli agricoltori locali, situate nelle vie del centro storico e frequentate da sempre. Tra queste, "La parrocchia", "Il covo", "La camera a gas", la "Taverna del campanil", "L’Hostera de Pons", "Il circolo dei combattenti", "Il circolo dei marinai" e tante altre, molto attive fino agli anni Settanta ed in alcuni casi fino ai giorni nostri.

In questi locali era consuetudine che la sera i clienti prendessero una chitarra e si mettessero a cantare, tra un bicchiere di vino e l’altro.

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Caratteristiche delle Canzoni Algheresi

Le cronache di quegli anni parlano di una comunità allegra dove l’autoironia caratterizzava le relazioni umane e sociali. In questo contesto si inseriva molto bene la canzone in lingua algherese, già influenzata, nelle musiche, dalla canzone italiana e napoletana a causa della forte presenza ad Alghero di famiglie di Napoli e Torre del Greco per la pesca del corallo. Ne è una prova anche l’uso del mandolino, strumento tipico della tradizione musicale campana.

Le canzoni di questo repertorio possono essere raggruppate per tipologia in bàlzigues (parole di gioco e di burla), xistos (soprannomi attribuiti ad una persona volti ad evidenziarne un suo difetto) e ciòcculas (canti di baldoria). Erano tutte irriverenti e avevano come soggetto principale qualche personaggio locale, mai menzionato direttamente, ma con la certezza che tutti gli ascoltatori sapessero chi fosse.

Gli strumenti che accompagnano questi canti sono la chitarra, il mandolino e le percussioni elementari, come i cucchiai della taverna stessa.

Questo repertorio è stato integrato con brani di autori del Ventesimo secolo, alcuni anonimi e altri ben noti, come Gavino Ballero, Pino Piras, Pasqual Gallo e il contemporaneo Angelo Maresca, tutti grandi maestri nel musicare con satira e ironia situazioni ridicole e personaggi della comunità algherese.

L'Importanza della Lingua Algherese

Non secondaria in questo progetto è la valorizzazione della lingua algherese: anche nei momenti più critici la canzone ha sempre rappresentato, insieme alla poesia, la fiamma viva della resistenza linguistica catalana ad Alghero.

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Come ha detto Federico Russo, è importante il “turismo musicale” soprattutto “in località belle come Alghero dove, anche a dicembre, non puoi non fare un salto e magari anche andare alle Bombarde”.

Il disco verrà presentato in Catalogna il prossimo 18 aprile, nell’Auditorium Barradas a L’Hospitalet de Llobregat, all’interno del “Festival Barnasants” 2021.

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