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Se una notte d'inverno un viaggiatore: Un riassunto dettagliato

Se una notte d’inverno un viaggiatore è un romanzo che parla di come sono fatti i romanzi. Italo Calvino costruisce una vicenda per cui un Lettore si trova a leggere dieci incipit diversi di romanzo senza poter mai poter portare a termine la lettura di ognuno.

Deciso a leggere il libro Se una notte d’inverno un viaggiatore, il Lettore comincia la sua avventura rendendosi conto del fatto che l’impaginazione difettosa gli impedisce di proseguirlo. Recatosi alla libreria per cercarne un’altra copia, si imbatte nella Lettrice, Ludmilla, anche lei giunta lì per lo stesso motivo. Entrambi i lettori vengono forniti dalla libreria dello stesso volume sostitutivo e così iniziano insieme la lettura del libro.

Purtroppo, molto presto si rendono conto che quello non è il libro che avevano cominciato e che anche quest’ultimo libro presenta alcuni capitoli incompleti. In particolare, il problema principale consiste nell’assenza di un finale, così i due Lettori finiscono per imbattersi in un terzo libro ancora differente.

Così, alla ricerca della parte mancante, si imbatteranno in un terzo libro, totalmente diverso dal primo, e poi in altri ancora, tutti diversi e incompleti. Tra il Lettore e la Lettrice impegnati nella ricerca nasce ben presto un amore, che i due decidono di coronare sposandosi e abbandonando la ricerca impossibile della verità sui libri. Lettore e Lettrice alla fine si sposeranno, secondo i più classici canoni romanzeschi del lieto fine.

Il Lettore non riesce tuttavia a completare la lettura dei romanzi ma, a letto con la sposa, prima di spegnere la luce, comunica di avere finito di leggere il romanzo intitolato Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino.

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Temi principali e struttura

L’autore pone quindi una riflessione sull’arte di scrivere e di leggere, affermando come la letteratura non possa essere per propria natura il mezzo per arrivare alla conoscenza reale delle cose; al contrario: essendo essa fatta di finzione, è il luogo in cui si dà più ampio spazio alla fantasia.

La narrativa calviniana evolve verso forme differenti negli ultimi anni della sua produzione. Sin dall’inizio di questo romanzo, la narrativa calviniana evolve verso forme differenti. Il disorientamento del lettore sin dalle prime pagine evoca un sapore postmoderno che conferisce alla narrazione un’assoluta ricercatezza e artificiosità.

Gran parte della critica considera Se una notte d’inverno un viaggiatore di Calvino il primo esempio di romanzo italiano perfettamente calato nell’atmosfera culturale postmoderna. Le principali tematiche letterarie del postmoderno sono in primo luogo il labirinto, comune al celeberrimo capolavoro di Umberto Eco, Il nome della rosa. Altro simbolo del postmoderno comune alla narrativa di Calvino ed Eco diviene la biblioteca. Terzo elemento postmoderno è quello del complotto, considerato come una trama oscura del potere e simbolo della sua indecifrabilità ed estraneità all’uomo. Con il Postmoderno si ha il trionfo definitivo del virtuale e dell’artificiale sull’esperienza concreta. Italo Calvino individua nel labirinto la figura principe della contemporaneità, che si presenta come magma informe e privo di significato.

La cornice del testo

Nella cornice del testo troviamo una storia che si sviluppa a lato dei dieci incipit che compongono il romanzo di Calvino.

Il finale del romanzo pone una svolta definitivamente metaletteraria, poiché il Lettore, a letto con sua moglie nella prima notte di nozze, rivela di aver finalmente finito di leggere un romanzo, quel Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino che aveva dato inizio alla sequela di incipit, i cui titoli accostati compongono un nuovo incipit di libro incompiuto: “Se una notte d’inverno un viaggiatore, fuori dell’abitato di Malbork, sporgendosi dalla costa scoscesa senza temere il vento e la vertigine, guarda in basso dove l’ombra s’addensa in una rete di linee che s’allacciano, in una rete di linee che s’intersecano sul tappeto di foglie illuminato dalla luna intorno a una fossa vuota - Quale storia laggiù attende la fine?

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I personaggi

  • Il Lettore: il nome, costituito da un’antonomasia, indica già la condizione paradigmatica del personaggio di Calvino, che viene evocato oltretutto dal narratore attraverso il Tu della seconda persona singolare. Il protagonista del romanzo è chiamato Lettore dal narratore che utilizza il tu.
  • La Lettrice: è la controparte naturale del lettore, ma ha le caratteristiche sfuggenti tipiche del personaggio femminile, figura che continua a venire messa al centro della narrazione nei vari incipit di romanzo che compongono Se una notte d’inverno un viaggiatore. Recatosi in libreria a protestare, incontra la Lettrice, Ludmilla, che aveva avuto lo stesso problema, e con un volume sostitutivo si apprestano a iniziare insieme la lettura.
  • Ermes Marana: è un personaggio che ha pochissimo spazio, ma risulta chiave nel significato filosofico immesso da Calvino nel meccanismo meta-letterario del romanzo.

Il significato metaletterario

Se una notte d’inverno un viaggiatore è un romanzo metaletterario in cui Calvino pone una discussione sul rapporto tra la realtà e il mondo di finzione della lettura. La ricerca di un testo unico da parte dei lettori è una ricerca impossibile poiché, secondo lo scrittore, è impossibile ricercare una verità unica e inconfutabile nella lettura. Ogni lettore, infatti, utilizza la propria esperienza nell’attività di lettura, così i libri, che di fatto hanno sempre lo stesso testo, posseggono un numero infinito di interpretazioni e realtà a seconda di chi li legge.

Espressioni di particolare rilievo

L'espressione di particolare rilievo è: “credete di leggere ‘se una notte di inverno un viaggiatore’? invece no.” Questa frase riassume perfettamente il libro. Prima di aprire un libro una persona crede di trovarsi di fronte ad un romanzo qualsiasi, con una trama dei personaggi dei luoghi e dei tempi.

Calvino e il Postmoderno

Calvino gioca sull’esigenza umana di controllo della vita e anche della finzione, sulla necessità della chiusura, dei trucchi e degli ingranaggi del meccanismo della narrazione.

Dei due grandi modelli conoscitivi che la letteratura d’occidente ha espresso - quello razionalista, illuministico, tassonomico della grande biblioteca, della realtà ordinata da una scrittura a sua volta catalogata e ordinata in poderosi scaffali, nella mente prima che in corridoi d’archivio; e l’altro, dell’inseguimento di una realtà inconoscibile e inafferrabile, come nel famoso Libro di sabbia di Borges - Calvino opta decisamente per ciò che gli appare più denso e problematico.

Non concepisce un libro potenzialmente infinito, ma una copia fallata in cui si ritrovano i primi sedicesimi di dieci diversi romanzi che nulla hanno a che fare tra loro. Questa, in verità, è la ur-copia che emerge da tutto il romanzo; nel concreto della vicenda, invece, il lettore si ritrova un esemplare dove la narrazione torna ogni volta al suo principio, poiché a ripetersi è lo stesso sedicesimo iniziale. Questo espediente si ripete per i dieci fondamentali capitoli del romanzo, a cui corrispondono altrettanti incipit di romanzi diversi. I loro titoli, però, letti in sequenza, ci danno una frase compiuta.

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