Come Aprire un Villaggio Turistico: Requisiti e Costi in Italia
Il settore dei viaggi è in continua crescita, usufruendo in maniera significativa della spinta delle nuove tecnologie. Oggi è diventato molto semplice prenotare un viaggio e raggiungere la meta desiderata. In questo contesto, aprire un villaggio turistico in Italia richiede un’attenta pianificazione finanziaria e la conoscenza delle normative vigenti.
Tipologie di Strutture Ricettive
Prima di addentrarci nei requisiti specifici, è utile distinguere tra le diverse tipologie di strutture ricettive:
- Campeggi: Complessi ricettivi attrezzati per la sosta e il soggiorno di turisti prevalentemente provvisti di tenda o altri mezzi autonomi di pernottamento.
- Villaggi turistici: Complessi ricettivi attrezzati per il soggiorno di turisti sprovvisti di tenda o altri mezzi autonomi di pernottamento, che forniscono alloggio in tende, unità abitative mobili o fisse.
- Alberghi: Una comodità per tutti quelli che viaggiano per piacere o per lavoro e che cercano una soluzione per il pernottamento in città.
- Ostelli: Simili agli alberghi, ma offrono principalmente un servizio di pernottamento economico.
- Agriturismi: Strutture ricettive situate in contesti rurali, che offrono alloggio e spesso anche ristorazione con prodotti locali.
Requisiti per l'Apertura di un Villaggio Turistico
Per avviare un villaggio turistico, è necessario soddisfare diversi requisiti, tra cui:
- Requisiti morali: Possesso dei requisiti morali previsti dagli articoli 11 e 92 del R.D. n. 773/1931. Se l'attività viene svolta in forma societaria, tali requisiti devono essere autocertificati dai soggetti indicati dalla legge.
- Assenza di cause ostative: Assenza delle cause di divieto, decadenza o sospensione previste dall’articolo 71 del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, e dalla vigente legislazione antimafia (decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159).
- Conformità urbanistica: Destinazione d’uso conforme all’attività da svolgersi e compatibile con quella prevista dagli strumenti urbanistici comunali, nonché agibilità ai sensi dell’articolo 24 del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380.
- Sorvegliabilità: Rispetto dell’articolo 153 del regio decreto 6 maggio 1940, n. 635 e, per i locali destinati a somministrazione di alimenti e bevande aperti al pubblico, del decreto ministeriale 17 dicembre 1992, n. 564.
- Normativa igienico-sanitaria: Rispetto della normativa in materia di igiene dei prodotti alimentari, necessaria se si effettuano operazioni di produzione, trasformazione e distribuzione di alimenti (HACCP).
- Autorizzazione Unica Ambientale (AUA): Rispetto della normativa in materia di AUA, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 13 marzo 2013, n. 59.
- Prevenzione incendi: Rispetto della normativa in materia di prevenzione incendi, in base alla capacità ricettiva (Decreto ministeriale 9 aprile 1994, Decreto ministeriale 6 ottobre 2003, Decreto del Presidente della Repubblica 1.8.2011, n. 151).
Adempimenti Burocratici: La SCIA
Per avviare e gestire l’attività, è indispensabile predisporre e sottoscrivere una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) allo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) presso il Comune competente. Con la SCIA, l’imprenditore deve attestare di essere in possesso di tutti i requisiti richiesti dalla normativa vigente.
La SCIA può riguardare anche l’offerta di servizi accessori all’alloggio, come la somministrazione di cibi e bevande, nonché la vendita di prodotti come giornali e riviste. Nel caso in cui detti servizi siano offerti alle sole persone alloggiate, si compilerà la sola SCIA per l’avvio dell’attività.
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Se si effettuano operazioni di produzione, trasformazione e distribuzione di alimenti, è obbligatorio allegare alla SCIA la notifica sanitaria, richiesta dal Regolamento CE n. 852/2004 per il sistema HACCP.
Autorizzazioni Aggiuntive
Se occorre acquisire uno o più dei titoli abilitativi previsti dall’articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 13 marzo 2013, n. 59, confluiti nell'Autorizzazione Unica Ambientale (AUA), il SUAP indice la conferenza di servizi per l’acquisizione del provvedimento autorizzativo. In tali casi, la SCIA è presentata contestualmente alla domanda di AUA e la sua efficacia è sospesa fino al rilascio della predetta autorizzazione ambientale.
Obblighi del Titolare
Il titolare del villaggio turistico ha diversi obblighi, tra cui:
- Comunicare alla Regione i prezzi minimi e massimi del pernottamento ed i servizi offerti entro il 1° marzo ed entro il 1° ottobre di ogni anno.
- Esporre nella zona di ricevimento degli ospiti la tabella riepilogativa dei prezzi e dei servizi offerti, nonché delle caratteristiche della struttura ed in ciascuna camera il cartellino prezzi della specifica camera.
- Attenersi alle disposizioni di pubblica sicurezza, relative alla denuncia delle persone alloggiate.
- Utilizzare il Codice Unico identificativo Regionale delle Strutture Ricettive (CUSR) in tutte le attività di commercializzazione, comunicazione e promozione.
Aspetti Organizzativi e Personale
Dopo aver verificato l’adeguatezza della struttura, bisogna considerare gli aspetti organizzativi e tutto il personale necessario. Se il villaggio offre una piscina o è vicino al mare, bisogna prevedere anche un bagnino e, non dovrà mai mancare un’infermiera o un medico. È necessario adempiere a tutta la parte burocratica, regolarizzare la posizione con INPS, INAL, iscriversi alla Camera di Commercio, aprire la partita Iva, assumere regolarmente il personale e gestire tutta la contabilità.
Costi di Apertura e Gestione
Aprire un villaggio turistico richiede una pianificazione finanziaria dettagliata. È fondamentale stimare i costi iniziali e di gestione, definire un budget e identificare il fabbisogno finanziario e il finanziamento necessario.
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I costi di apertura includono:
- Acquisto o affitto del terreno e delle strutture.
- Ristrutturazione e adeguamento degli immobili.
- Acquisto di attrezzature specifiche.
- Costi burocratici per le autorizzazioni e le licenze.
I costi di gestione includono:
- Spese per il personale qualificato.
- Utenze (acqua, luce, gas).
- Manutenzione delle strutture e delle aree verdi.
- Tasse locali (IMU, TARI).
- Marketing e promozione.
Software per la Pianificazione Finanziaria
Per facilitare la pianificazione finanziaria, è possibile utilizzare software specifici come il "software business plan villaggio turistico", uno strumento professionale che permette di calcolare con precisione i costi di apertura e gestione.
Strumenti adeguati consentono di stimare i costi, definire un budget e identificare il fabbisogno finanziario e il finanziamento necessario.
Classificazione delle Strutture Ricettive all'Aria Aperta
L’attribuzione del livello di classificazione è effettuata dal Comune sulla base di quanto dichiarato dall'esercente in merito alle caratteristiche della struttura. I criteri di classificazione delle strutture ricettive all'aria aperta sono contenuti nella delibera della Giunta regionale n. 2150 del 2 novembre 2004, come modificata dalla delibera di Giunta regionale n. 277 del 27 febbraio 2007.
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Legislazione di Riferimento
La normativa di riferimento per l'apertura e la gestione di un villaggio turistico include:
- Legge regionale 15 marzo 1984, n. 15.
- Legge regionale 28 novembre 2000, n. 16.
- Legge regionale 7 agosto 2014, n. 16.
- Regolamento regionale 24 settembre 2013 n. 8.
- Deliberazione della Giunta regionale 14 aprile 2015, n. 184.
- Delibera della Giunta Regionale n. 64 del 22/02/2021.
- Decreto legislativo 25 novembre 2016, n. 222.
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