Convenzione di Schengen: Storia e Funzionamento
L'area Schengen è una zona di libera circolazione senza controlli alle frontiere interne, istituita il 14 giugno 1985 con l'accordo che prende il nome dall'omonima cittadina lussemburghese in cui venne sottoscritto da Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi.
Ogni anno i cittadini europei effettuano più di 1,25 miliardi di viaggi nello spazio Schengen, attraversando le frontiere interne senza controlli. Su proposta della Commissione Europea è stato avviato un processo di revisione del funzionamento del sistema Schengen.
L'Idea di un'Europa Unita
L’idea di un’Europa libera e unita ha posto le proprie basi sul raggiungimento di un obbiettivo che è sempre sembrato utopico: la realizzazione di uno spazio dove persone, merci, servizi e capitali potessero circolare liberamente. Questi sono oggi i quattro pilastri, le quattro libertà fondamentali garantite dall’ordinamento giuridico dell’Unione Europea, attraverso le quali tutti noi cittadini europei abbiamo la possibilità di considerarci cittadini liberi di vivere in un’Europa senza barriere.
Questa libertà è assicurata nel cosiddetto “spazio Schengen”, una zona di libera circolazione dove i controlli alle frontiere sono stati aboliti per tutti i viaggiatori, salvo circostanze eccezionali.
Composizione dello Spazio Schengen
Lo spazio Schengen è attualmente composto da 26 paesi, di cui 22 membri dell’Unione europea e quattro non membri (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera). Non ne fanno parte Bulgaria, Cipro, Croazia, e Romania, per i quali il trattato non è ancora entrato in vigore, e Irlanda e Regno Unito, che non hanno aderito alla convenzione esercitando la cosiddetta clausola di esclusione (opt-out).
Leggi anche: Mirabilandia: Offerte Speciali per Militari
Oggi l’area Schengen comprende 26 paesi: 22 membri dell’Unione e quattro esterni (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera). L’Irlanda e il Regno Unito non hanno aderito alla convezione esercitando una clausola di esclusione, il cosiddetto opt-out, mentre in Bulgaria, Cipro, Croazia e Romania il trattato non è ancora entrato in vigore.
La Nascita dell'Accordo di Schengen
La creazione di tale area di libera circolazione è avvenuta attraverso la conclusione di uno degli accordi di pace più importanti ed efficaci che siano mai stati raggiunti tra stati sovrani, il Trattato di Schengen, firmato il 14 giugno 1985 tra Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi.
L'accordo di Schengen, ufficialmente nato come Accordo fra i governi degli Stati dell'Unione economica del Benelux, della Repubblica federale di Germania e della Repubblica francese, riguarda l'eliminazione graduale dei controlli alle frontiere comuni. E' un trattato internazionale firmato a Schengen il 14 giugno 1985 tra Benelux, Germania Ovest e Francia, che prevedeva la creazione di uno spazio comune, tramite una progressiva eliminazione dei controlli alle frontiere comuni tra i cinque Stati interessati, sia delle merci sia delle persone.
Nel 1990 gli stessi Stati hanno firmato la Convenzione di Schengen, che definisce le condizioni di applicazione dell'Accordo e a cui hanno in seguito aderito altri Stati.
Il nome della convenzione che garantisce la libertà di circolazione deriva dalla cittadina lussemburghese di Schengen, dove nel 1985 i governi di Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi hanno raggiunto il primo accordo per l’eliminazione dei controlli alle frontiere. Il documento fu firmato su una barca ancorata in mezzo al fiume Mosella, vicino al punto dove i confini di Francia, Germania e Lussemburgo si toccano.
Leggi anche: Libera Circolazione: L'ingresso di Romania e Bulgaria
Nel 1990 l’accordo è stato seguito da una Convenzione di attuazione ed è entrato in vigore nel 1995. L’adesione degli altri paesi dell’Unione è stata sancita in ulteriori accordi. L’Italia ha aderito nel 1990.
Successivamente, con la conclusione del Trattato di Maastricht, l’introduzione dell’istituto della cittadinanza europea ha permesso che tale principio assumesse un valore più ampio, includendo non solo il più generale diritto per i cittadini europei di soggiorno e circolazione in tutto il territorio dell’UE, ma anche l’abolizione di ogni discriminazione tra lavoratori degli Stati membri fondata sulla nazionalità, oltre al divieto di restrizioni alla libertà di stabilimento nel territorio di un altro Stato, contesto all’interno del quale si collocano le politiche in materia di mutuo riconoscimento di diplomi e titoli di studio.
Nel 1999, con l’entrata in vigore del trattato di Amsterdam, le norme previste dagli accordi sono state integrate nel diritto dell’Unione europea. Tutti i paesi dell’Unione europea sono tenuti ad aderire alla convenzione di Schengen, ma prima di essere ammessi devono superare la valutazione delle autorità europee sui requisiti tecnici e sulla cooperazione giudiziaria.
Implicazioni dell'Appartenenza a Schengen
Il Trattato di Schengen stabilisce, quindi, che all’interno dello spazio Schengen i cittadini dell’Unione Europea e quelli di paesi terzi possano spostarsi liberamente senza essere sottoposti a controlli alle frontiere. Questa previsione ha come necessario contrapposto il rafforzamento delle frontiere esterne dello spazio Schengen, attuato attraverso l’organizzazione di controlli rigorosi alle frontiere da parte degli stati membri situati sui confini di tale spazio.
I paesi che entrano a far parte dello spazio Schengen assumono la responsabilità di sorvegliare le eventuali frontiere esterne sul loro territorio per conto degli altri stati dell’area e devono rispettare le regole condivise sulla concessione dei visti. Inoltre devono partecipare al Sistema d’informazione Schengen, una banca dati che contiene informazioni su persone e beni legati ad attività criminali.
Leggi anche: Tutto quello che devi sapere sullo Spazio Schengen
L’appartenenza a Schengen implica, inoltre, una cooperazione di polizia tra tutti gli stati membri per combattere ogni rischio proveniente tanto dall’interno quanto dall’esterno, come criminalità organizzata o terrorismo, attraverso una condivisione dei dati in proprio possesso (ad esempio tramite il sistema d’informazione condiviso Schengen).
Visti e Controlli
Ogni paese membro può rilasciare un visto valido per tutta l’area Schengen per un periodo di tre mesi, rispettando le regole e le procedure previste dalla convenzione. Oggi i cittadini di 57 paesi (tra cui quasi tutti i paesi del Nord e del Sudamerica, i paesi della ex Jugoslavia, l’Ucraina, la Georgia, Israele, il Giappone, la Corea del Sud, l’Australia e la Nuova Zelanda) possono entrare nell’area Schengen e restarvi per tre mesi senza visto.
All’interno dello spazio Schengen chiunque può attraversare i confini interni senza essere sottoposto a controlli di frontiera. Le autorità possono procedere a controlli di polizia, ma solo caso per caso e sulla base di elementi concreti.
Meccanismi d'Emergenza e Sospensione di Schengen
In presenza di minacce alla pubblica sicurezza, un paese può reintrodurre in via eccezionale i controlli alle frontiere, per un periodo che non dovrebbe superare i trenta giorni.
Nel 2011, dopo la rivoluzione in Tunisia, il governo italiano ha rilasciato un visto a circa 25mila cittadini tunisini arrivati sul suo territorio per permettergli di raggiungere la Francia. Le autorità francesi hanno risposto chiudendo la frontiera a Ventimiglia e respingendo i migranti verso l’Italia.
Su richiesta della Francia, nel giugno del 2012 il consiglio europeo ha stabilito che i confini possono essere ristabiliti per un periodo non superiore a un anno “quando il controllo di una frontiera esterna non è più garantito a causa di circostanze eccezionali”.
A partire dal 2015, in risposta alla cosiddetta “crisi dei migranti”, Austria, Germania, Svezia, Norvegia e Danimarca hanno approfittato di questa clausola per reintrodurre controlli parziali o totali alle loro frontiere. A novembre del 2015, dopo la strage nella redazione di Charlie Hebdo a Parigi, anche la Francia ha reintrodotto i controlli a tutte le sue frontiere fino al 30 aprile 2019.
TAG: