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Ingresso della Croazia nello Spazio Schengen: Requisiti e Conseguenze

Dal 1° Gennaio 2023, la Croazia è entrata a far parte dell' "Eurozona" e ha pienamente aderito al cosiddetto “Spazio Schengen”, diventando uno Stato membro a tutti gli effetti dal 1° Luglio 2013.

Adesione all'Eurozona: Vantaggi e Criteri

A seguito della piena adesione della Croazia all’Eurozona, 20 Stati membri dell’UE condividono la moneta unica dell’Unione Europea, coinvolgendo 347 milioni di cittadini europei. L’adesione della Croazia all’Eurozona rappresenta il tanto atteso epilogo di un lungo percorso di osservazione e vigilanza compiuto dalle Istituzioni europee nei confronti dello stesso Stato membro.

Infatti, la Commissione europea e la Banca Centrale Europea, nelle rispettive Relazioni sulla convergenza del 2022, hanno concluso che la Croazia, dopo aver intrapreso un percorso di intensa preparazione, prodromico all’ingresso nell’Eurozona, ha soddisfatto i cd. “criteri di convergenza” o “parametri di Maastricht” per l’adozione dell’Euro, quali condizioni economiche imprescindibili affinché uno Stato possa entrare a far parte dell’Unione Economica e Monetaria.

Le suddette Istituzioni europee hanno valutato il grado di compatibilità della legislazione nazionale croata, incluso lo statuto della banca centrale, con lo Statuto del Sistema europeo di banche centrali e della stessa Banca centrale europea nonché il grado di convergenza sostenibile nello Stato croato, sulla base dei cosiddetti criteri di convergenza (stabilità dei prezzi, finanza pubblica, stabilità del tasso di cambio, tassi di interesse a lungo termine), tenendo, altresì, conto di ulteriori fattori pertinenti per l’integrazione economica e la convergenza stessa, menzionati all’articolo 140, par. 1 TFUE [1].

A far data dal 1° Gennaio 2023, le banconote e le monete in Euro hanno iniziato a circolare in Croazia, sostituendo gradualmente la valuta croata denominata “Kuna”. In particolare, le Autorità croate hanno iniziato, sin da subito, ad attuare il Piano nazionale di transizione, che si fonda, essenzialmente, sul principio fondamentale della tutela dei consumatori nonché su altri quattro importanti pilastri: il cd. A tal fine, l’Ispettorato dello Stato croato, designato dallo stesso Codice Etico quale organo principale per il monitoraggio e il controllo dei prezzi, dovrà vigilare sul rispetto delle regole di arrotondamento e sulla corretta applicazione del tasso di conversione.

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Ingresso nello Spazio Schengen: Requisiti e Conseguenze

Con specifico riguardo, invece, ai requisiti necessari per l’ingresso della Croazia nel cd. “Spazio Schengen”, conformemente a quanto previsto dall’art. 1, par. 1, lett. b) del Regolamento n. 1053/13 del Consiglio [2], lo Stato membro croato ha dimostrato di aver applicato il cd.

Storicamente, il Trattato di Amsterdam (1997) ha sancito l’inserimento dell’acquis di Schengen nel sistema dell’Unione Europea. Più precisamente, lo Stato croato aveva adottato quelle parti dell’acquis relative ai controlli alle frontiere esterne, alla cooperazione di polizia e all’uso del sistema di informazione “Schengen”.

Tale importante processo di verifica si è concluso con l’adozione e con la conseguente pubblicazione, da parte della Commissione europea, in data 22 ottobre 2019, di una Comunicazione [5], riguardante la verifica della piena applicazione dell’acquis di Schengen da parte della Croazia, in cui si legge: “La Commissione ritiene che la Croazia abbia adottato le misure richieste per soddisfare le condizioni necessarie per l’applicazione di tutte le parti pertinenti dell’acquis di Schengen.

In altri termini positivi, si è espresso il Consiglio dell’UE, conformemente alle procedure in vigore, stabilite nel Regolamento UE n. In conclusione, possiamo ben affermare che l’adesione della Croazia allo Spazio Schengen ha consentito e continuerà a consentire a 420 milioni di persone di viaggiare, finalmente, liberamente, così garantendo la piena - e soprattutto tangibile - applicazione della libertà di circolazione di persone, servizi, capitali e merci tra Stati membri dell’UE, appartenenti alla cd. Area Schengen, senza alcun necessario controllo alle frontiere.

Si tratta, a ben vedere, di uno “Spazio” che, soprattutto nell’attuale contesto geopolitico ed economico, è assolutamente fondamentale al fine di consentire una maggiore stabilità, resilienza e ripresa dell’Europa tutta.

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Implicazioni per i Viaggiatori

L'area Schengen consente a 420 milioni di persone di viaggiare liberamente tra i Paesi membri senza passare per i controlli alle frontiere. L’accordo di Schengen regola la libera circolazione delle persone all’interno dell’area Schengen. La convenzione semplifica i viaggi tra gli Stati che vi aderiscono. Questo comporta che all’interno dell’area Schengen non vengano effettuati regolari controlli di frontiera.

Ciononostante, tutte le persone che viaggiano (inclusi bambini/bambine e bebè) devono essere in grado di esibire in qualsiasi momento un documento di viaggio valido (ad esempio passaporto o carta d’identità). Patenti, carte bancarie o di credito o documenti simili non sono accettati come documenti di viaggio e di identità validi.

Tutte le persone provenienti dall’estero (senza cittadinanza dell’UE) possono trascorrere in area Schengen fino a un massimo di 90 giorni dalla data di arrivo (nell’arco di 180 giorni). Può essere necessario un permesso di soggiorno (visto) a seconda della nazionalità della persona e dello scopo del viaggio. Per approfondimenti può rivolgersi all’ambasciata di qualsiasi Stato dell’aerea Schengen.

Visto Schengen: Informazioni Utili

Ogni paese membro può rilasciare un visto valido per tutta l’area Schengen per un periodo di 90 giorni, rispettando le regole e le procedure previste dalla convenzione, per cui non è più necessario acquistare un visto diverso per ogni paese. A seguire vi indichiamo quali sono i paesi coperti dal visto Schengen e se, anche in base alla vostra cittadinanza, avrete bisogno o meno del visto per poterli visitare.

Paesi Membri dello Spazio Schengen

  • Germania
  • Austria
  • Belgio
  • Danimarca
  • Slovenia
  • Spagna
  • Estonia
  • Finlandia
  • Francia
  • Grecia
  • Olanda
  • Ungheria
  • Islanda
  • Italia
  • Lettonia
  • Liechtenstein
  • Lituania
  • Lussemburgo
  • Malta
  • Norvegia
  • Polonia
  • Portogallo
  • Repubblica Ceca
  • Slovacchia
  • Romania
  • Bulgaria
  • Svezia
  • Svizzera

Cipro, Irlanda e Regno Unito non appartengono allo spazio Schengen e seguono quindi le loro regole per il rilascio del visto. Se possedete un visto Schengen e volete viaggiare in uno di questi 5 paesi, dovrete acquistare un visto e un’assicurazione di viaggio a parte per ognuno di loro.

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Il visto Schengen consente al titolare di circolare liberamente all’interno dello Spazio Schengen per un soggiorno massimo di 90 giorni in un periodo di 180 giorni. Lo Stato membro dell’Unione Europea, Cipro, non è ancora un membro a pieno titolo dello spazio Schengen. I controlli alle frontiere tra Cipro e gli attuali membri dello spazio Schengen devono essere mantenuti fino a quando il Consiglio dell’Unione Europea decide che le condizioni per abolire i controlli alle frontiere interne siano soddisfacenti.

Tuttavia, Cipro considera il visto Schengen, così come permessi di soggiorno rilasciati dagli altri Stati membri dell’UE, come equipollenti al proprio visto nazionale, ai fini di un transito che non superi i 5 giorni.

Come Richiedere un Visto Schengen

Per richiedere un visto bisogna prima registrarsi sul nostro sito internet, e quindi seguire le indicazioni fornite. Al fine di preparare tutti i documenti necessari per richiedere un visto, vi consigliamo di visitare il sito TLScontact per ottenere una lista personalizzata dei documenti richiesti, a seconda del motivo del vostro soggiorno in Italia.

Ricordate che esistono altri aspetti da tenere in conto prima di entrare in un paese dello spazio Schengen, come possedere un’assicurazione di viaggio con delle specifiche coperture che analizzeremo in questo articolo. Quando è necessario richiedere un visto Schengen? Se il vostro viaggio avrà una durata non superiore a 90 giorni nell'arco di un periodo di 6 mesi, ed interesserà uno o più paesi europei, la necessità di ottenere un visto Schengen può dipendere da una serie di fattori come la vostra nazionalità e la normativa delle varie destinazioni.

Assicurazione di Viaggio per lo Spazio Schengen

Un'assicurazione di viaggio conforme al 100% ai requisiti di Schengen è obbligatoria per la sua domanda di visto. Quali caratteristiche deve avere un'assicurazione medica per il visto Schengen? La polizza assicurativa deve rispettare una serie di requisiti che garantiscano, fra le altre cose, la copertura delle spese medico-sanitarie. Alcuni paesi richiedono una lettera da parte della compagnia assicurativa che dichiari di rispettare determinate condizioni.

Ricordate che, anche se non avete bisogno del visto Schengen, questa polizza assicurativa è indispensabile per entrare nello spazio Schengen e viaggiare nei paesi che ne fanno parte. Contattate il consolato o l'ambasciata del vostro paese per ricevere tutte le informazioni relative all’assicurazione ed i requisiti di viaggio da soddisfare.

La polizza assicurativa go | Schengen di InterMundial, un’assicurazione sanitaria e di viaggio, soddisfa tutti i requisiti necessari per viaggiare verso i paesi dello spazio Schengen:

  • €30.000 di spese mediche, per qualsiasi intervento chirurgico d’urgenza, esami medici e medicine necessarie durante il ricovero ospedaliero se superiore ad una notte;
  • €1.000.000 in caso di rimpatrio o trasporto sanitario di malati o feriti (includevolo sanitario) o per decesso dell’assicurato;
  • Validità durante tutta la permanenza nello spazio Schengen;
  • l'ampia presenza territoriale di InterMundial che ha diverse filiali in Europa;

Acquistando go | Schengen è possibile aggiungere estensioni per aumentare le spese mediche o aggiungere coperture di annullamento viaggio, incidenti e infortuni o protezione bagagli. Per viaggiare in Bulgaria, Romania, Cipro, Irlanda, Inghilterra e Croazia, che non fanno parte dello spazio Schengen, dovrete acquistare una polizza assicurativa diversa, come Totaltravel.

Controlli alle Frontiere e Diritti Umani

Dietro le celebrazioni per l’ingresso della Croazia nello Spazio Schengen ci sono diverse ombre, più o meno recenti, sulle capacità di Zagabria di rispettare le condizioni richieste per la gestione delle frontiere esterne. Se le valutazioni di Commissione e Consiglio dell’Ue hanno confermato che il Paese soddisfa le condizioni tecniche per aderire all’area che ha abolito le frontiere interne, da anni a Bruxelles viene chiuso un occhio sul rispetto dei diritti umani delle persone che arrivano ai confini della Croazia - e di conseguenza dell’Unione Europea - con violazioni e abusi sistemici del diritto comunitario e internazionale.

Il regolamento richiede esplicitamente il rispetto del diritto internazionale e comunitario, incluso il principio di non respingimento sancito all’articolo 78 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (Tfue). In altre parole, si tratta del divieto di operare pushback, i respingimenti illegali di persone con diritto alla protezione internazionale ai confini dell’Ue nel processo di controllo e gestione delle frontiere.

Tuttavia, nel corso degli ultimi sei anni le organizzazioni umanitarie hanno documentato tutta una serie di episodi in cui le autorità croate hanno negato l’accesso al territorio alle persone migranti, mettendo in atto “espulsioni collettive, anche violente”, che possono essere “equivalenti a torture e maltrattamenti”.

Uno dei problemi maggiori riguarda il fatto che, “nonostante le prove sostanziali e spesso inconfutabili che la Croazia sta violando le norme dell’Ue”, le autorità di Zagabria “hanno continuato a non condurre indagini tempestive, approfondite e indipendenti sulle segnalazioni di cattiva condotta della polizia e a non chiedere conto ai responsabili”. È per questo motivo che uno dei passi indispensabili per un allineamento del Paese ai requisiti dei membri dello Spazio Schengen è la “riforma del meccanismo di monitoraggio delle frontiere, in modo che sia indipendente nella legge e nella pratica“, è l’esortazione delle otto Ong, che ribadiscono con forza anche la necessità di garantire che le violazioni dei diritti umani siano “prontamente e accuratamente indagate”.

Le ultime notizie che arrivano dai Paesi di frontiera lungo la rotta balcanica - inclusa la Croazia - dovrebbero mettere in allarme Bruxelles e Zagabria in vista della prima valutazione sul rispetto dei requisiti Schengen attesa entro la fine del 2023. Come riporta un’inchiesta del network di giornalismo investigativo Lighthouse Reports, centinaia di persone hanno testimoniato l’esistenza di centri di detenzione clandestini dove vengono trattenuti i migranti senza poter dare loro la possibilità di fare richiesta di asilo.

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