Escursioni al Passo Falzarego: Alla Scoperta delle Dolomiti tra Storia e Natura
Il Passo Falzarego è un valico delle Dolomiti situato a 2109 metri, raggiungibile da tre vallate: da Cortina, nella Conca Ampezzana, da Caprile in valle Agordina e dall'Alta Badia per il passo Valparola. Questo passo offre davvero molte escursioni da fare nelle Dolomiti di Cortina, tra Lagazuoi, Tofane e Averau, che offrono tra i più bei scenari di montagna in Veneto. Il passo Falzarego è un ottimo punto di partenza per passeggiate lungo i sentieri da percorrere a piedi. Per l'escursionista che ama la montagna e la storia, in quest'angolo delle Dolomiti tra Veneto e Alto Adige può davvero sbizzarrirsi in camminate, trekking e passeggiate.
Oggi vi porto con me nel cuore delle Dolomiti, tra le cime più famose, in un'escursione che parte dal passo Falzarego, passa per il lago di Limides, sale fino al Rifugio Averau, per toccare i 2.275 m del Rifugio Nuvolau.
Lago di Limides: Un Gioiello Alpino
Il Lago di Limides è una meta facile da raggiungere con una breve escursione che parte dal passo Falzarego, nei pressi del Rifugio Col Gallina. Situato nel bel mezzo delle Dolomiti Ampezzane, il Lago di Limedes (o Limides) è un piccolo laghetto alpino di origine glaciale a 2181 metri di altitudine. Nelle sue acque calme si specchiano la Tofana di Rozes, l’Averau, il Sass de Stria e il Lagazuoi: le Dolomiti incorniciano in un abbraccio questo laghetto d’alta quota.
La passeggiata che porta a Limides è semplice e non presenta particolari difficoltà: adatta anche alle famiglie con bambini, non ha tratti esposti ed è ben segnalata. Per arrivare al Lago di Limides, l’itinerario più breve e semplice è quello che parte dal Passo Falzarego. Il punto di partenza si trova nei pressi del Rifugio Col Gallina (ampio parcheggio disponibile a bordo strada).
Facendo attenzione, sulla sinistra rispetto allo spiazzo con il parcheggio si possono notare le indicazioni Limedes e Forcella Averau (sentiero 419). Seguendo il sentiero 419, in direzione Forcella Averau, in circa 45 minuti si raggiunge il Lago di Limedes. Il dislivello totale è di circa 100 metri, il tempo richiesto meno di un’ora. Una traccia consente poi di fare una passeggiata circolare attorno al lago: vale la pena di ammirarlo da varie angolazioni.
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Il ritorno al parcheggio del Col Gallina, sul Passo Falzarego, avviene per lo stesso percorso dell’andata (sentiero 419, a ritroso). Volendo proseguire invece lungo il sentiero 419 si arriva a Forcella Averau (2435 metri di altitudine) e da lì si può scendere per raggiungere il Rifugio Averau (2413 metri di quota). Il Lago di Limides è chiamato anche Lago di Limedes. In ogni caso, l’accento va sempre sulla prima i: Lìmides, Lìmedes.
Si tratta di un piccolo specchio d’acqua di origine glaciale, alimentato dallo scioglimento della neve e dalle acque piovane. Ecco perché il periodo migliore per visitare il Lago di Limides è all’inizio dell’estate, quando la neve si è sciolta da poco. Durante l’estate, il lago tende invece a prosciugarsi. Limides è anche la cornice di una delle tante, affascinanti, leggende delle Dolomiti, ambientate tra i “monti pallidi”.
Rifugi Averau e Nuvolau: Panorami Mozzafiato
Ci sono diverse vie per salire al rif. Averau - dal Passo Giau, dai rifugi Cinque Torri, Scoiattoli e Fedare con diversi tempi di percorrenza e difficoltà- sia a piedi che in seggiovia.
Lasciata l’auto al Passo Falzarego, prendiamo il sentiero 441 in direzione della Forcella Averau a 2.435 metri di altezza. Dopo un primo tratto tranquillo, si incontra una prima salita su massi e pietre che, senza grosse difficoltà, ci porta alla Forcella Averau con uno splendido panorama sul Lagazuoi e le Tofane. Dopo aver ripreso fiato, dalla Forcella proseguiamo sempre seguendo il sentiero 441 che costeggia sinuoso le pareti del Monte Averau e ci conduce velocemente alla Forcella Nuvolau a 2.416m.
Qui troviamo il Rifugio Averau, ma l’occhio non può che cadere sulla ripida salita che conduce alla cima del Nuvolau dove si trova la nostra prossima meta: il Rifugio Nuvolau, il rifugio più antico delle Dolomiti. Siamo a 2.575 metri di altezza, in un punto di osservazione privilegiato e rimarremmo ore ad ammirare il panorama che si dispiega davanti a noi.
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Il rifugio Nuvolau è il rifugio più antico delle Dolomiti, situato sulla sommità del Nuvulau a 2575 metri s.l.m. Esso offre uno dei panorami a 360 gradi più belli tra tutte le Dolomiti. Oltre al panorama da cartolina verso le Tofane, le Cinque Torri e il Lagazuoi se ci si osserva attorno si possono notare la Marmolada, il Civetta, le Pale di San Martino, il Catinaccio, il Sassolungo, il Pelmo, il Sorapis e il Cristallo, un panorama a 360 gradi davvero completo.
Dopo esserci riempiti gli occhi con la bellezza delle Dolomiti, che davvero è difficile da descrivere, perché sono sensazioni da provare di persona, scendiamo. La camminata non presenta particolari difficoltà per chi è allenato. I rifugi Averau e Nuvolau sono tra le mete più famose e, grazie agli impianti di risalita, tra le più facilmente raggiungibili.
Cinque Torri: Un Museo a Cielo Aperto
Dopo un pranzo veloce sulla terrazza del Rifugio Nuvolau, torniamo indietro alla Forcella per dirigerci verso i monoliti delle Cinque Torri. Questa zona è un vero e proprio museo a cielo aperto: sono infatti ancora visibili tracce e resti di trincee e camminamenti utilizzati durante la Prima Guerra Mondiale, quindi prendetevi tutto il tempo che vi serve per esplorare il sentiero a ridosso delle pareti rocciose delle Cinque Torri.
Il primo rifugio che si incontra è il Rifugio Scoiattoli, ma già che siete qui vale la pena scendere anche al Rifugio Cinque Torri…anche se poi dovrete farvi un pezzo indietro tutto in salita.
Il Passo Falzarego e la Grande Guerra
Il passo Falzarego offre anche molte escursioni a tema Grande Guerra e questa era zona di fronte. A passo Falzarego, 5 Torri e cengia Martini si trovavano gli italiani, mentre a passo Valparola, Sass de Stria e Lagazuoi si trovavano gli austriaci. Oltre al panorama davvero unico, questo luogo è anche ricco di storia, infatti qui si sono svolte innumerevoli battaglie della Prima Guerra Mondiale e durante questa escursione si possono vedere diverse testimonianze, come il museo all’aperto delle Cinque Torri, dove si snodano camminamenti e trincee in pietra accompagnati percorribili da chiunque.
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Sentiero Kaiserjäger al Lagazuoi
Il sentiero Kaiserjager è un trekking molto famoso da fare a Cortina, nel Lagazuoi, sulle Dolomiti Ampezzane. In italiano è letteralmente il sentiero dei cacciatori imperiali austriaci. Quest'escursione merita di essere fatta sia per un motivo paesaggistico, sia per la storia che emana questo posto, uno dei principali fronti durante la Prima Guerra Mondiale. Il Lagazuoi infatti era una roccaforte austriaca, piena di gallerie e trincee, molte ancora visitabili oggi, scavata durante il conflitto dagli austriaci e dagli italiani che tentavano di espugnare questa montagna, punto strategico sui passi Falzarego e Val Parola.
Oltre a questo si godono fantastici panorami sulle principali vette Dolomitiche, in primi sul gruppo delle Tofane. L'escursione è abbastanza impegnativa nonostante siano solo 700 metri di dislivello, da non sottovalutare alcuni tratti molto esposti. Il rifugio Lagazuoi è uno dei rifugi più famosi di Cortina e l'escursione dei Kaiserjager è una della tante escursioni che si possono fare a Cortina.
Cengia Martini e gallerie del Lagazuoi
La Cengia Martini e le gallerie del Lagazuoi sono un'altra area molto interessante da visitare a passo Falzarego. La Cengia Martini era una spina insidiosa per gli austriaci. Qui si trovavano gli italiani, che coperti naturalmente dalla montagna riuscivano ad attaccare gli austriaci quasi indisturbati. Gli austriaci provarono in tutti i modi a liberarsi di questa postazione italiana costruendo diverse gallerie di mina buttando letteralmente giù una buona parte della montagna.
Per visitare le gallerie del Lagazuoi è possibile salire per il sentiero Kaiserjager, compiendo un'escursione ad anello come spiegato sopra, oppure, più facilmente, è possibile prendere la funivia che parte da passo Falzarego per poi fare tutto il percorso in discesa.
Sass de Stria
Dal vicino passo Valparola è possibile salire al Sass de Stria, roccaforte austriaca. Più volte gli italiani tentarono di conquistarlo perdendo molti uomini. Anche il Sass di Stria, come il Lagazuoi, è ricco di trincee gallerie e postazioni. Nonostante sia un'escursione breve, salire al Sass de Stria presenta dei tratti attrezzati da procedere con cautela.
Ferrata Col dei Bos
Dal Passo Falzarego, la Ferrata degli Alpini, al Col dei Bos è una percorso attrezzato di media lunghezza, un banco di prova per chi vuole iniziare ad approcciare qualche passaggio tecnicamente più difficile e impegnativo. Data la sua difficoltà, difatti, questa via attrezzata è indicata per chi ha già una buona esperienza e dimestichezza nelle vie ferrate.
Dal Passo Falzarego, seguiamo le indicazioni per Col dei Bos e saliamo lungo il sentiero 423 sino a raggiungere l’attacco della ferrata. Conclusa quest’ultima, un ultimo breve strappo sino alla cima del Col dei Bos e ritorniamo sulla traccia per incrociare il sentiero 401, che conduce alla Forcella Travenanzes (direzione ovest).
Raggiungiamo in auto il noto Passo Falzarego e parcheggiamo presso il parcheggio dell’impianto di risalita della funivia. Ci incamminiamo quindi verso i sentieri che iniziano dietro l’impianto, imboccando il sentiero di destra portante l’indicazione “Torri del Falzarego - Col dei Bos”. Quando incontriamo dei ruderi militari risalenti alla Grande Guerra, siamo in prossimità dell’attacco.
Il tratto iniziale, lungo circa 20 metri, è quello più difficile di tutta la ferrata, poiché l’attacco inizia subito verticalmente, obbligandoci ad eseguire una certa trazione sul cavo. Inoltre, durante la parte iniziale, c’è un breve punto che risulta, oltre che verticale, anche parecchio esposto, aumentandone quindi la difficoltà.
La cima Col dei Bos ci regala un panorama mozzafiato a 360° sui monti che caratterizzano maggiormente il territorio Dolomitico. Da qui, effettuata la meritata pausa, per ritornare al punto di partenza possiamo scegliere due strade, ossia: imbocchiamo la via di rientro della ferrata per ritornare in prossimità dell’attacco e ripercorriamo a ritroso il sentiero dell’andata oppure, seguiamo la traccia evidente che conduce al sentiero 401 per raggiungere la Forcella Travenanzes.
Optiamo per la seconda opzione, svoltando verso ovest per raggiungere la forcella. Percorrendo un sistema di cenge, si raggiunge il famoso ponte sospeso, lungo ca.
Escursione al Piccolo Lagazuoi
Fine giugno, giornata splendida e senza nuvole di prima mattina. Io e Giorgia siamo pronti per un’avventura con partenza dal Passo Falzarego. Oggi tentiamo di raggiungere una vera cima: il Lagazuoi! Per Giorgia la cima più alta che abbia mai raggiunto solo con le proprie forze senza ausili meccanici!
Raggiungiamo il parcheggio del Passo Falzarego, di fronte alla partenza della funivia. Oggi non ci servirà, perché intendiamo raggiungere la croce di vetta totalmente a piedi. Davanti a noi, maestoso, si staglia il Piccolo Lagazuoi. Sembra quasi venirci addosso da quanto è verticale. Allacciamo gli scarponi, zaini in spalla, ultima occhiata alla distante meta che ci attende. Giorgia è carica: si parte!
Ci lasciamo alle spalle la cabinovia e prendiamo la via sterrata che sale in direzione NE. In principio la strada combacia con il sentiero CAI 402 e si biforca dopo un centinaio di metri per raggiungere la Galleria del Lagazuoi che penetra nel cuore della montagna. Procediamo sulla traccia che d’inverno rappresenta la pista da sci del Lagazuoi. Bella ampia, ma con una pendenza decisamente marcata e costante. Da preferire assolutamente in salita poiché il fondo di ghiaia fine su strato compatto potrebbe riservare delle spiacevoli cadute.
Avanziamo sempre in battuta di sole, non ci sono alberi o arbusti per godere di un po’ d’ombra. Già dopo un centinaio di metri di dislivello, all’altezza delle prima curva verso sinistra, voltandosi si ha un panorama eccezionale sull’Averau, il Lastoi de Formin, il Civetta che fa capolino e, sulla destra, la mitica Marmolada.
Procediamo costeggiando la destra orografica del Rio Lagazuoi di cui vediamo solo una timida cascatella che fuoriesce da uno scolo roccioso. Alla nostra sinistra possiamo già scorgere la Forcella Lagazuoi, mentre dritta davanti a noi la traccia che permette di raggiungere Forcella Travenanzes e l’omonima valle.
Nuova deviazione verso sinistra e puntiamo dritti alla Forcella Lagazuoi. Si procede spediti, in salita si fa una bella presa sul terreno. Vediamo sempre più vicina la forcella, l’ultimo tratto è quello un po’ più impegnativo su ghiaia fine. Quota 2573 mt, arrivati in forcella! Il vento sferza impetuoso, siamo in mezzo tra la base del Lagazuoi Grande e il Piccolo Lagazuoi.
Verso N possiamo osservare il paesaggio lunare caratteristico del Lagazuoi fino a scorgere la Cima Scotoni. Verso S, invece, abbiamo un visuale eccezionale sulle 5 Torri, Averau e Nuvolau come incastonate in un gioiello. Notiamo il sentiero CAI 401 che porta prima alla forcella e poi in Val Travenanzes. Questa via sicuramente era stata percorsa dai soldati italiani nel fronte di avanguardia posto alla base delle Tofane.
Guardiamo in direzione della cima e notiamo il sentiero incastonato nella roccia che sale a zig-zag verso la vetta. Stiamo osservando la dorsale che rivolge ad oriente del Piccolo Lagazuoi. Lasciamo la forcella e raggiungiamo il sentiero, molto comodo su rocce e pali di legno che salgono a fianco di questa parete rocciosa irta di caverne aperte verso le Torri del Falzarego. Questa dorsale, chiamata in guerra la “Grande Muraglia” (o “Muraglia Rocciosa”) era la vedetta ideale per gli austriaci verso Col dei Bos e le immense pietraie dell’alta Val Travenanzes e della base del Castelletto. Qui, scavati nella roccia, abbiamo potuto osservare anche dei ricoveri e dei veri e propri uffici degli ufficiali austriaci.
Troviamo anche un piccolo nevaio, siamo a quota 2700mt. Manca pochissimo alla vetta. Raggiungiamo la cresta sommitale della muraglia rocciosa e abbiamo una vista mozzafiato sul passo Falzarego, il Civettta e l’anfiteatro delle cime Ampezzane. A protezione del baratro c’è un muretto a secco con una serie di sacchi di sabbia per rievocare una vera trincea della Grande Guerra.
Una volta inebriata di cotanta bellezza e profumo di storia, volgiamo lo sguardo sulla destra dove vediamo svettare il Rifugio Lagazuoi! In breve lo raggiungiamo e ammiriamo il panorama che si gode dall’ampia terrazza del rifugio. Un susseguirsi di vette che spaziano tra il Veneto e il Trentino Alto Adige. Di fatto siamo sull’anticima del Lagazuoi a quota 2752mt.
Qui troviamo una sentinella del Lagazuoi con i vestiti di un sergente militare della Prima Guerra Mondiale che sta facendo da guida ad un gruppo di escursionisti e spiega dettagliatamente la storia di questi luoghi. Riprendo così un piccolo cenno storico. Noi siamo sulla linea del fronte austriaco. La maggior parte del complesso del Piccolo Lagazuoi è sempre stato in mano austriaca. La tipologia di guerra che si è combattuta qui, una guerra di mine, non ha mai chiarito definitivamente chi attaccasse o difendesse le postazioni su questa cima. Il continuo scavare gallerie per sorprendere il nemico aldilà del proprio fronte era un continuo ascoltare, attendere e prevedere dove il nemico sarebbe sbucato.
Gli italiani, poi, con la “scoperta” e la difesa della Cengia Martini sono stati una spina del fianco per gli austriaci. La famosa cengia è proprio sotto l’anticima, un po’ spostata verso SE. Invisibile sia da sopra (protetta da un tetto di roccia) che dal Passo Falzarego, era un punto di stazionamento perfetto per scongiurare l’avanzata austriaca e tentare qualche attacco.
Continuiamo verso la vetta, costeggiamo una piccola dorsale anch’essa forata per la creazione di una piccola galleria che punta verso la Grande Muraglia. Questo ultimo tratto fino in vetta è una piacevole passeggiata resa semplice a attrezzata anche per le carrozzine che raggiungono il rifugio grazie alla funivia. In questo modo chiunque può raggiungere la cima storica del Lagazuoi.
A quota 2792mt, un’imponente croce con il Cristo determina la vetta: siamo in cima al Piccolo Lagazuoi! Un panorama a 360 gradi ci attende: dalle magiche montagne del Cadore, Sorapiss, Antelao, Pelmo, Civetta, passando per Averau, Nuvolau e 5 Torri, per la Marmolada, il Sass de Stria, Col di Lana, per arrivare all’Alta Badia, al Passo Gardena, con il Gruppo del Sella, Sassongher, Piz de Lavarela, concludendo con Grande Lagazuoi e Tofane. Una vista da perdere il fiato.
Consigliatissime le fettuccine al capriolo! Ci riposiamo un po’, ci godiamo ancora il fresco e la vista dalla terrazza panoramica e poi scendiamo per la stessa via della salita. Contentissimi ritorniamo al passo Falzarego e continuiamo a guardare la splendida impresa che abbiamo effettuato oggi. Un’ascensione inedita per Giorgia che non aveva mai raggiunto una cima così elevata. Un’avventura per escursionisti mediamente allenati. Consigliatissima per appassionati di vie storiche.
Informazioni Utili
Per tornare a Passo Falzarego ci sono tre possibilità:
- sentiero 401 e 402 in ripida discesa a zig zag, circa 1h30
- galleria del Lagazuoi (serve per sicurezza una torcia)
- in funivia
Decidete voi quale è più comodo per voi. Noi scendiamo a piedi e, nonostante il tempo incerto, riusciamo ad arrivare alla macchina asciutti!
Dati tecnici escursione alle Cinque Torri
- Punto di partenza: Passo Falzarego
- Punto di arrivo: Cinque Torri - Rifugio Scoiattoli / Rifugio Cinque Torri passando per i rifugi Averau e Nuvolau
- Dislivello: +700m
- Altezza massima: 2.575m
- Durata: 4 ore per il giro ad anello, ma considerate almeno un paio d'ore in più tra pausa pranzo, giro attorno alle Cinque Torri e soprattutto soste fotografiche che qui, credetemi, saranno tantissime
- Difficoltà: E - Escursionisti
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