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I Gruppi Rock Stranieri Più Famosi: Una Storia di Successi, Rotture e Riconciliazioni

«Stare in una band è difficile», ha detto Bono all’inizio di quest’anno. «Più s’invecchia, più diventa complicato. Quando si cresce insieme, ci si ispira a vicenda e più si discute, più si diventa bravi. A un certo punto, però, quando le cose iniziano ad andare bene, vien fuori la natura del maschio dominante e si fa dura. Come potete immaginare, c’è sempre qualcuno che dice: “Fanculo, io me ne vado”». I gruppi si sciolgono fin dai tempi degli Everly Brothers, negli anni ’50. Spesso in modo spettacolare.

Nascono attriti per questioni di soldi o per il controllo creativo, ma anche per differenze religiose o disaccordi sulla frequenza delle tournée. Immaginate di trascorrere decenni con i vostri compagni di liceo senza poter prendere decisioni importanti per la vita e la carriera se non sono tutti d’accordo. Se aggiungete milioni di dollari e l’adulazione globale, le cose si complicano piuttosto velocemente.

Se poi, come nei Fleetwood Mac, nei Sonic Youth o negli ABBA ci sono in ballo anche storie d’amore, la rottura può diventare drammatica. L’elenco che segue è il tentativo di stilare una classifica delle 30 rotture più terribili della storia del rock, dalla meno alla più acrimoniosa, con i primi posti occupati da casini leggendari. E dato che alcuni gruppi non imparano mai la lezione, c’è chi è presente in più di una posizione. Abbiamo incluso anche i casi in cui un membro fondamentale se n’è andato e il gruppo ha continuato.

L’elenco copre praticamente tutti i generi, dal classic rock al teen pop all’hip hop. È la prova che se c’è una cosa che ci accomuna tutti è che, alla fine, arriviamo al punto di non sopportare più i nostri colleghi.

Le Rotture Più Terribili Nella Storia del Rock

Creedence Clearwater Revival

Tra il 1968 e il 1970, i Creedence Clearwater Revival hanno sfornato sei album e sono entrati in classifica con alcuni dei più grandi singoli della storia del rock come Proud Mary, Fortunate Son, Bad Moon Rising. Dietro le quinte serpeggiavano profondi risentimenti, giacché John Fogerty scriveva e produceva tutto il materiale lasciando poco spazio ai compagni. La situazione era particolarmente pesante per il chitarrista Tom Fogerty, fratello maggiore di John, che ha lasciato il gruppo nel 1971.

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«Era il fratello maggiore, ma il minore aveva molto più talento», ha scritto Fogerty nel suo libro Fortunate Son, «quindi era geloso anche più degli altri due Creedence». La band ha proseguito per un breve periodo come trio, ma il bassista Stu Cook e il batterista Doug Clifford insistevano per partecipare alla scrittura delle canzoni. Il risultato è stato Mardi Gras, uno degli album peggiori della storia del rock e ultimo sussulto della band, che si è sciolta poco dopo.

Aerosmith e Joe Perry

Il World Series of Rock del 1979, al Municipal Stadium di Cleveland, aveva un cartellone incredibile con AC/DC, Journey, Thin Lizzy, Ted Nugent e Aerosmith. Il momento più famigerato della manifestazione è stato quando Terry Hamilton, moglie del bassista degli Aerosmith Tom Hamilton, ha lanciato un bicchiere di latte addosso a Eyssa Perry, moglie del chitarrista della band Joe Perry.

«Ho litigato con Joe», ha scritto Steven Tyler nella sua autobiografia. «“Amico, non puoi venire qui e tenere a bada la tua donna?”. A volte capita di comportarsi in modo assurdo, quando invece vorresti dire semplicemente “Vaffanculo!”. Avrei potuto dire “Me ne vado”, ma non l’ho fatto. Ho detto invece: “Sei licenziato!”. L’ho detto sul serio! Non ho mai preso a pugni Joe, ma quella sera ci sono andato vicino». Perry ha mollato la band dopo l’incidente del latte versato per tornarci solo nel 1984.

Fifth Harmony

Come hanno imparato a loro spese gli S Club 7, è una pessima idea comunicare al mondo il numero esatto di membri di una band quando si sceglie il nome. È successo alle Fifth Harmony nel 2016, quando Camila Cabello ha mollato per concentrarsi sulla carriera solista. «Siamo state informate dai suoi rappresentanti che Camila ha deciso di lasciare le Fifth Harmony», hanno scritto le quattro rimanenti in un comunicato glaciale. «Le auguriamo ogni bene».

Glielo hanno augurato a tal punto che l’anno successivo, quando si sono esibite agli MTV Video Music Awards, hanno iniziato la loro performance facendo credere che un quinto elemento del gruppo fosse caduto rovinosamente dal palco. «Mi ha davvero ferito», ha detto la Cabello al New York Times. «Non me l’aspettavo, non ero pronta, soprattutto perché a quel punto mi ero ormai lasciata tutto alle spalle». Il gruppo ha risposto spiegando che voleva «mostrare al mondo in modo artistico che, ehi, noi quattro siamo le Fifth Harmony».

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A quanto pare, al mondo non importava granché. Le Fifth Harmony si sono sciolte nel 2018, dopo che dal loro unico LP senza Cabello non è uscita neppure una hit.

Clash

I Clash avevano parecchi motivi per essere contenti alla fine del tour di Combat Rock del 1982. Erano uno dei gruppi rock più acclamati dalla critica e uno dei più popolari grazie alle hit Rock the Casbah e Should I Stay or Should I Go. Ma sono stati costretti a licenziare il batterista Topper Headon per via della sua dipendenza dalla droga, nonostante lui avesse scritto Rock the Casbah; in più il frontman Joe Strummer e il chitarrista Mick Jones avevano visioni molto diverse a proposito del sound del gruppo.

In poche parole: Jones si era infatuato dell’hip hop, mentre Strummer voleva tornare alle radici punk. Dopo un’esibizione allo US Festival del 1983, Jones è stato licenziato. Strummer e il bassista Paul Simonon hanno proseguito zoppicando per tutto il 1985, pubblicando il mediocre Cut the Crap. Ma senza Jones i Clash non funzionavano e il gruppo si è ritirato dalle scene alla fine dell’anno.

Eagles

Avranno pure scritto brani soft come Peaceful Easy Feeling e Take It Easy, ma Don Henley e Glenn Frey erano tipi tutt’altro che calmi. Erano i leader indiscussi degli Eagles grazie alle personalità dominanti e al fatto che scrivevano e cantavano la maggior parte delle canzoni del gruppo e la cosa ha innescato tensioni che hanno contribuito all’abbandono del chitarrista originale Bernie Leadon (nel 1975) e del bassista originale Randy Meisner (nel 1977).

Nel 1980 gli Eagles erano una delle rock band più popolari d’America, ma anche una delle più lacerate. Il punto di rottura è giunto proprio quell’anno durante una raccolta fondi per il senatore della California Alan Cranston. Frey pensava che il chitarrista Don Felder fosse stato scortese con la moglie di Cranston e la litigata è continuata sul palco. «Ti prendo a calci in culo quando scendiamo da qui», ha detto Felder a Frey verso la fine del set. Ha segnato la fine della band fino al tour di reunion Hell Freezes Over (1994), ma gli Eagles erano ancora obbligati, per contratto, a consegnare l’LP Eagles Live.

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Come messaggio non troppo velato ai fan che il mondo degli Eagles stava per esplodere, la copertina del disco mostra un nido di uccelli pieno di granate.

Simon & Garfunkel

Paul Simon e Art Garfunkel hanno ricucito il loro rapporto burrascoso nel 2003, quando hanno accettato di eseguire The Sound of Silence ai Grammy e hanno poi proseguito con una serie di tour di reunion nei sette anni successivi. Non saranno stati amici per la pelle, ma hanno fatto un sacco di soldi e gli impegni sporadici hanno lasciato a entrambi spazio per i rispettivi progetti. Andava tutto bene finché Garfunkel non si è strozzato con un boccone d’aragosta mentre si trovava in Nicaragua, per uno show privato.

L’incidente gli ha causato un danno alle corde vocali che gli ha impedito di cantare durante il concerto da headliner del duo al New Orleans Jazz Fest, qualche settimana dopo, e ha costretto a cancellare l’imminente tournée. Garfunkel ha riacquistato lentamente l’uso della voce, ma Simon, sostenendo che il socio non era stato sincero al 100% sulla sua guarigione, si è rifiutato di riprogrammare il tour.

Nel 2015, un Garfunkel frustrato ha rimbrottato Simon in un’intervista concessa al Telegraph. «Paul, come puoi andartene da questo posto bellissimo, sul tetto del mondo? Cosa ti succede, coglione? Come hai potuto lasciar perdere, idiota?». Poi ha aggiunto che Simon soffriva della sindrome di Napoleone e che lui se l’era fatto amico, alle elementari, solo perché gli faceva pena per via della statura. Simon ha escluso ogni possibilità di reunion futura.

Van Halen (2004)

I Van Halen esistevano solo di nome quando si sono riuniti a Sammy Hagar per un tour nelle arene, nel 2004. Si trattava più che altro di un esperimento in cui due fazioni in rotta cercavano di capire se gradivano fare soldi e accontentare i fan più di quanto si odiavano a vicenda. Forse la cosa avrebbe potuto funzionare, se solo Eddie Van Halen fosse stato sobrio in quel periodo. Ma non lo era.

Ed era anche incazzato perché Hagar aveva cercato di pubblicizzare la sua tequila Cabo Wabo durante il tour, tatuandosi persino il logo sul braccio. Le tensioni sono esplose durante l’ultimo concerto a Tucson, Arizona. «Eddie mi si è avvicinato prima dello show e mi ha abbassato la manica fino a coprire il tatuaggio», ha scritto Hagar nella autobiografia Red Rocker. «Io l’ho tirata su di nuovo e gli ho detto: “Non toccarmi la camicia, amico”. “Quella roba non durerà molto”, mi ha risposto, mostrandomi il suo tatuaggio dei Van Halen. “Vedi questo? Questo è meglio. Questo durerà di più”». Hagar e i Van Halen si sono riappacificati poco prima della morte del chitarrista, nel 2020, ma non hanno più suonato insieme.

Rage Against the Machine

I Rage Against the Machine hanno passato gli anni ’90 a scagliarsi contro l’avidità capitalistica, i poliziotti razzisti, la politica estera americana pietata e imperialista, un sistema giuridico che favorisce i potenti. Poi, all’inizio degli anni 2000, hanno iniziato a litigare. Non hanno mai del tutto chiarito i motivi della rottura, anche se la decisione del bassista Tim Commerford di dare spettacolo agli MTV Video Music Awards arrampicandosi su un’impalcatura, con conseguente arresto, non ha facilitato le cose.

Il 18 ottobre 2000, Zack de la Rocha ha annunciato la fine del gruppo: «Sento che è necessario lasciare i Rage perché il nostro processo decisionale è andato in malora. Non soddisfa più le aspirazioni di noi quattro, collettivamente, come band e, dal mio punto di vista, ha minato i nostri ideali artistici e politici». Si sono poi riuniti per una serie di show, tra il 2007 e il 2011, e ci sono state altre esibizioni nel 2022, ma non hanno ancora pubblicato una sola nota di musica nuova.

Guns N’ Roses

Nel 1990 i Guns N’ Roses si sono separati dal batterista originale Steven Adler per via della sua grave dipendenza dall’eroina. Il chitarrista e fondatore Izzy Stradlin se n’è andato l’anno successivo a causa del burnout dovuto alle tournée massacranti e agli attriti coi suoi compagni di band. Nonostante le defezioni, il gruppo era ancora uno dei più grandi del pianeta quando, nell’estate del 1993, si è chiuso il tour di Use Your Illusion. La creazione di un vero e proprio album, dopo la raccolta di cover The Spaghetti Incident? del 1994, ha disintegrato il gruppo.

Un grave motivo di disaccordo è stata la decisione del cantante Axl Rose di ingaggiare l’amico d’infanzia Paul “Huge” Tobias come nuovo chitarrista, nonostante non fosse in grado di scrivere canzoni, una mossa che si è scontrata con una forte resistenza da parte di Slash. Slash se n’è andato nel 1996, seguito dal bassista Duff McKagan l’anno dopo. Quando la band è riemersa nel 2001, Rose era l’ultimo membro rimasto e il gruppo esisteva solo di nome. Slash e Duff sono tornati nel 2016 per un tour di reunion estremamente redditizio, tuttora in corso.

Police

A differenza di molte grandi band, i Police non sono cresciuti insieme. I tre hanno stretto un legame solido durante gli esordi nel circuito dei club, ma si sono allontanati quando hanno cominciato a sfornare singoli di successo e a fare un sacco di soldi. Copeland e Summers non sopportavano che Sting dominasse il processo di scrittura, cosa che ha generato tensioni forti.

Le Band Più Popolari Secondo Billboard

Secondo il sito di Billboard, questi sono i dieci gruppi più popolari:

  1. The Beatles
  2. Rolling Stones
  3. Bee Gees
  4. Chicago
  5. The Supremes
  6. Daryl Hall & John Oates
  7. The Four Seasons
  8. The Temptations
  9. The Beach Boys
  10. The Carpenters

Band Straniere Famose Degli Anni '80

Gli anni ’80 sono stati un’epoca di innovazione musicale e trasformazione, in cui gli artisti hanno sperimentato tutta una serie di nuovi stili e sonorità. Le band in particolare mescolavano generi diversi e catturavano il pubblico con i loro approcci unici alla scrittura delle canzoni e ai momenti live. Ecco alcune delle band più iconiche di quel decennio:

  • The Cars
  • Depeche Mode
  • U2
  • Guns N' Roses
  • The Smiths
  • Duran Duran
  • Spandau Ballet
  • Bon Jovi
  • Tears for Fears
  • Metallica
  • Journey
  • Talking Heads
  • The Cure
  • Police
  • Aerosmith
  • Europe
  • Iron Maiden
  • Van Halen
  • Def Leppard
  • Toto
  • Simple Minds
  • Dire Straits
  • New Order
  • Wham!
  • Level 42
  • a-ha

Band Degli Anni 2000

Negli anni 2000, il filone delle chitarre elettriche aveva perso molto peso senza per questo sparire del tutto dalla programmazione del canale MTV. Ecco alcune delle band che hanno segnato quel decennio:

  • Jet
  • Green Day
  • Hoobastank
  • Linkin Park
  • Muse
  • Arctic Monkeys
  • The Killers
  • Foo Fighters
  • Oasis

Gruppi Rock Britannici

A partire dagli anni ’60 c’è stato un punto di svolta nella storia della musica rock. Questi gruppi rock britannici spazzarono via le frontiere musicali, guadagnando una popolarità senza precedenti in tutto il mondo. La British Invasion non si limitò solo alla musica, ma ebbe un impatto significativo anche sulla moda e sulla cultura giovanile dell’epoca.

Ecco alcuni dei gruppi rock britannici più influenti:

  • The Beatles
  • Queen
  • Led Zeppelin
  • Pink Floyd
  • The Rolling Stones
  • Oasis
  • Radiohead
  • The Police

Questi gruppi rock britannici hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica. Oggi, nonostante il passare del tempo, le loro melodie e le loro parole continuano a risuonare nell’anima di chi li ascolta.

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