Isola di Mal di Ventre: Storia e Turismo
L'Isola di Mal di Ventre, situata nel mare di Sardegna, è uno stretto e lungo scoglio granitico piatto con una superficie di circa 80 ettari. L'isola raggiunge un'altezza massima sul mare di circa 18 metri. Distante cinque miglia marine dalla costa del Sinis, l'isola fa parte dell'area marina della penisola del Sinis, nel territorio di Cabras, in cui rientra anche il vicino scoglio Catalano.
Il nome originario è Malu Entu, che in sardo significa "vento cattivo" a causa dell'esposizione ai forti venti di maestrale che rendevano difficile la navigazione. Il nome è stato poi cambiato in Mal di Ventre, sembra a causa di una superficiale traduzione dei cartografi piemontesi del nome originario Malu Ventu.
Geologia e Ambiente Naturale
L’isola di Mal di Ventre ha una superficie di 0,80 km e presenta un aspetto pianeggiante, con l’altitudine massima di appena 18 m s.l.m. La sua origine geologica è molto antica e risale al tardo Carbonifero; L’affioramento dell’isola fa parte di un complesso granitico, in gran parte sommerso, che si estende da sud a nord davanti alle coste della Penisola del Sinis e rappresenta l’unica formazione paleozoica della zona.
Le formazioni geologiche del Sinis, infatti, hanno origine più recente, in quanto costituite dall’affioramento di depositi calcarei e lave andesitiche del Miocene e da lave basaltiche e depositi di arenarie calcaree del Pliocene. È presente una pozza di acqua sorgiva che permette la sopravvivenza di alcune specie di piccoli mammiferi, rettili e di volatili.
La costa orientale che si rivolge alla Sardegna si presenta per lo più sabbiosa, con alcune piccole calette che facilitano l’approdo. La costa occidentale invece si presenta relativamente alta e rocciosa e non offre approdi sicuri essendo esposta al vento di maestrale, che in questa parte dell’isola soffia particolarmente intenso.
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La vegetazione è rappresentata dalla macchia mediterranea bassa costituita da essenze quali il lentisco (Pistacia lentiscus), il cisto, il rosmarino (Rosmarinus officinalis) e la palma nana (Chamaerops humilis) oltre che dalle erbe basse. I cespugli vengono scolpiti e modellati dall’azione costante del vento di maestrale.
Fra gli unici mammiferi presenti sull’isola vi sono: i conigli selvatici (Oryctolagus cuniculus) e dei piccoli topi bianchi (Mus musculus) o topo domestico. L’avifauna è invece rappresentata da diverse specie di uccelli marini tra i quali i cormorani (Phalacrocorax carbo), la berta maggiore (Calonectris diomedea), la berta minore (Puffinus puffinus), il gabbiano reale (Larus michahellis), il gabbiano corso (Ichthyaetus audouinii) ed il falco della regina (Falco eleonorae). I rettili comuni sull’isola sono le testuggini.
Le Spiagge e le Cale
Il versante orientale è guarnito di incantevoli cale con spiaggette di sabbia o di chicchi di quarzo, come Cala Valdaro, molto simile a Mari Ermi. La costa occidentale è un’aspra scogliera: spiccano Cala Maestra e Cala Ponente. Da non perdere sull’isola deserta, anche Punta Libeccio e cala dei Pastori.
Storia
Si ritiene che quest’isola rappresenti l’ultimo residuo di un esteso affioramento granitico, che in tempi remotissimi fiancheggiava tutta la costa occidentale della Sardegna. Nel periodo medioevale l’isola fu meta dei pirati saraceni, mentre l’unica presenza in tempi moderni è stata quella dei pastori che in inverno traghettavano sull’isola le loro greggi.
Durante la seconda guerra mondiale i bombardieri sganciarono diverse bombe sull’isola creando diversi crateri, alcuni dei quali durante la stagione invernale si riempiono d’acqua piovana. Gli antichi vedevano in quest’isola la forma di una bisaccia, e per questo la soprannominavano Bertula, nome comparso in diverse mappe del passato.
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A Malu ‘Entu c’è anche un nuraghe bilobato con un piccolo mastio, chiamato Nuraghe di Malu 'Entu. Ed è storica la vicenda dell'indipendentista sardo Salvatore "Doddore" Meloni, sbarcato qui nell'agosto del 2008 insieme a 12 fedelissimi, rivendicando il territorio e puntando al riconoscimento internazionale come "Repubblica indipendente di Malu Entu". Un blitz che si concluse cinque mesi dopo con lo sgombero del Corpo forestale e della Capitaneria di porto di Oristano.
Il Relitto Romano
Nei Denti di Libeccio, a occidente, a 27 metri di profondità, si trova un relitto romano di 36 metri affondato tra 80 e 50 a.C. con duemila lingotti di piombo. Nel 1988, a circa un miglio dall’isola e ad una profondità di 30m, un subacqueo sportivo scoprì occasionalmente un relitto di età romana repubblicana (datato tra l’89 e il 50 a.C.).
Il relitto di Mal di Ventre rappresenta un contesto di estrema importanza, perché si tratta di una nave che trasportava un carico specializzato, cioè costituito da un solo prodotto specifico di forma e peso particolari. Infatti, l’imbarcazione conteneva al suo interno oltre mille lingotti di piombo dalla sezione trapezoidale e sommità arrotondata.
Oltre ai lingotti, gli archeologi hanno rinvenuto oggetti utili alla vita di bordo, tra cui anfore, utilizzate per trasportare liquidi come vino, olio, acqua. Tra l’attrezzatura di bordo, sono stati ritrovati due scandagli plumbei: uno di forma semicircolare, l’altro di profilo conico. Nella zona della prua erano posizionate quattro grandi ancore in piombo, composte sia del ceppo che della contromarra.
Turismo e Attività
I fondali sono ideali per le immersioni, habitat di crostacei (astici e aragoste), molluschi e un’infinità di pesci: barracuda, cernie, corvine, orate, saraghi. Spesso appaiono i delfini. Non a caso, il sito è di interesse comunitario e zona a tutela speciale.
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L’isola è ufficialmente disabitata, oggi sull’isola non sono presenti insediamenti umani, vi regna la solitudine e visitandola si provano sensazioni incredibili, al punto di aver fatto diventare l’isola di Mal di Ventre una delle principali mete di quanti vogliono trascorrere una giornata lontano del resto del mondo in una dimensione da favola.
Raggiungibile dai porti del golfo di Oristano, dista cinque miglia da Capo Mannu. È facilmente raggiungibile in gommone o motoscafo prestando però molta attenzione alle condizioni del mare poiché è posizionata in una zona aperta alle correnti ed è quindi facile che le acque si agitino in poco tempo. Questo servizio turistico è disponibile in diverse località della costa, soprattutto a Putzu Idu.
Come Raggiungere l'Isola
È opportuno raggiungere l’isola d’estate, solo se il mare è calmo, con imbarcazione propria o con barconi o gommoni, da diverse spiagge del Sinis, principalmente da quella di Putzu Idu, ma anche da Mandriola, Su Pallosu e Marina di Torre Grande. Non esistendo ne porto ne pontile sull’isola, il trasbordo dai barconi o gommoni avviene direttamente in acqua.
Quando sbarcherete sentirete odore di zolfo per via del fatto che ci sono a riva piccoli geyser sulfurei che in alcuni punti rendono l’acqua più calda. Ricordate che oltre ad essere curativi per le articolazioni, colorano l’argento, quindi ricordate di togliere braccialetti, collane, ecc, prima di entrare in acqua.
Raccomandazioni Utili
- Informarsi prima sulle caratteristiche dell’escursione, che dura tutto il giorno, con anche la possibilità di pranzo a bordo.
- Portare con se l’ombrellone, dato che l’isola è priva di vegetazione alta.
- Avere ampie riserve di acqua potabile che non è presente nell’isola.
- Portare cibo in quantità superiore al consumo prevedibile e indumenti per coprirsi, in quanto, se si alza il maestrale, non si può escludere un inatteso prolungamento del soggiorno.
- Si raccomanda di non visitare l’isola in primavera, soprattutto tra marzo e maggio, nel periodo di nidificazione degli uccelli marini.
- Non abbandonare, nella propria visita all’isola, alcun tipo di rifiuti, dato che in essa non è presente alcun servizio di pulizia.
Misure di Conservazione
- Protezione della Fauna Marina: Nel 2009, con un Protocollo di Intesa, è stata istituita la Rete regionale per la conservazione della fauna marina.
- Zona Speciale di Conservazione: L’Isola e i suoi dintorni sono stati designati come Sito di Importanza Comunitaria.
Solo lo sviluppo del progetto di realizzare un Parco Marino e Terrestre Naturale, del tipo di quello dell’isola Asinara, per tutta l’area comprende anche il lontano Scoglio il Catalano o Isolotto Coscia di Donna, posto più a sud di Mal di Ventre, oltre a tutta la costa e all’entroterra della penisola del Sinis, potrebbe aiutare a garantirne la sopravvivenza delle sue assolutamente uniche peculiarità ambientali.
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