Turismo Sessuale in Italia: Statistiche e Tendenze
Il turismo sessuale è un fenomeno complesso e nascosto, con implicazioni globali che toccano anche l'Italia. Un recente studio condotto da Ecpat International, "Offenders on the move", ha analizzato lo sfruttamento sessuale, il traffico e il turismo sessuale a danno di minori, rivelando dati preoccupanti e nuove tendenze.
Il Profilo dei Turisti Sessuali Italiani
La ricerca di Ecpat Italia sottolinea che la maggior parte dei turisti sessuali italiani sono di sesso maschile (90%) e di età compresa tra 20 e 40 anni, con un'età media di 27 anni. Tuttavia, il profilo degli sfruttatori sta cambiando: non si tratta più solo del tipico turista, ma può essere anche un viaggiatore d'affari, un autista, un operatore umanitario, un espatriato, un membro di una missione di pace o un pensionato.
Esistono anche trasgressori “situazionali”, che viaggiano senza l'intenzione di sfruttare sessualmente minori, ma che si trovano a compiere atti sessuali con minori perché si trovano in un contesto dove questa pratica è tollerata o vista come normale e dove il rischio di arresto è percepito come inesistente. Tutto ciò avviene spesso con la complicità di reti locali che includono piccoli alberghi, pensioni e tassisti che offrono "servizi" a potenziali clienti.
La Difficoltà di Reperire Dati e la Necessità di Cambiare Prospettiva
Le pratiche di sfruttamento sessuale e turismo sessuale a danno di minori sono segrete e nascoste. Si sa ancora poco sulla dinamica tra vittime e carnefici, e i dati sono difficili da reperire. Questo alone di incertezza, insieme all'imbarazzo e al silenzio, non hanno permesso al fenomeno di guadagnare il giusto spazio nell'agenda politica. È fondamentale cambiare il punto di vista e superare alcune convinzioni errate. Gli offenders non sono solo uomini e non provengono solo dai Paesi ricchi; gli sfruttatori e i clienti sono sempre più anche uomini d'affari o cittadini locali, non solo stranieri.
Il Turismo Sessuale in Italia: Una Triste Classifica
L'Italia compare al primo posto in una triste classifica del turismo sessuale. I "paradisi del sesso" sono mete che, oltre alla bellezza del territorio, offrono occasioni che nei paesi di provenienza sarebbero oggetto di dure sanzioni penali. In cima alla lista delle destinazioni sessuali c'è Megaluf, in Spagna, una località che attira turisti in cerca di sesso, alcol e droga. Ogni anno, milioni di turisti partono in cerca di sesso, generando un giro d'affari di circa 5 miliardi di dollari.
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Secondo i dati forniti da ECPAT International, gli italiani si posizionano al primo posto nella classifica del turismo sessuale, insieme a tedeschi, giapponesi, francesi, statunitensi, inglesi e cinesi. Se fino agli anni '90 il fenomeno riguardava prevalentemente l'Asia, oggi non ci sono molte differenze geografiche o territoriali. Kenya, Santo Domingo, Colombia, Brasile e Thailandia sono tra le mete più gettonate per i turisti italiani. In Thailandia, la legge è diventata più severa verso questo mercato, mentre il Kenya è il paese più a rischio, con migliaia di bambini coinvolti nella prostituzione occasionale o a tempo pieno.
La Tratta e lo Sfruttamento Minorile in Italia
Secondo le stime, nel mondo ci sono oltre 40 milioni di vittime di tratta o sfruttamento, e ben 1 su 4 ha meno di 18 anni. In Italia, tra le persone prese in carico dal sistema anti-tratta nel 2019, la forma più diffusa di sfruttamento resta quella sessuale (84,5%), con vittime principalmente donne e ragazze. Ben 1 vittima su 12 ha meno di 18 anni, e il 5% meno di 14. La nazionalità di origine delle piccole vittime è principalmente nigeriana, ivoriana e tunisina, e la regione con più casi emersi è la Sicilia, seguita da Liguria, Campania e Piemonte.
Impatto del Covid-19 sulla Tratta e lo Sfruttamento
L'emergenza Covid-19 ha reso le vittime ancora più isolate e difficilmente raggiungibili. Il lockdown ha limitato gli spostamenti e la possibilità per le vittime di trovare aiuto o fuggire, mentre la chiusura delle scuole ha spinto molti bambini in strada in cerca di cibo o reddito, esponendoli al rischio di essere sfruttati. Il cybercrime connesso alla tratta e allo sfruttamento ha sviluppato enormi capacità operative, con l'aumento della richiesta di servizi erotici online durante il lockdown. La domanda di materiale pedopornografico è aumentata fino al 30% in alcuni Stati membri dell'Unione Europea.
Gli operatori partner del progetto Vie d'Uscita di Save the Children hanno intercettato e sostenuto nei primi 6 mesi del 2020 circa 1.000 nuove vittime, sia in strada che online, in gran parte di origine nigeriana o dei paesi dell'est Europa. Le vittime, esposte a maggiori pressioni e violenze, si sono spesso trovate costrette ad accettare richieste sempre più spinte e prezzi sempre più bassi dai clienti. In molti casi, gli incontri sono avvenuti nell'assoluta mancanza di misure di protezione personale rispetto al virus.
La rete di trafficanti che controlla le vittime di origine cinese provvede a tutti gli aspetti dell'organizzazione dell'attività indoor, mentre alle vittime di origine nigeriana o rumena viene imposto di organizzarsi da sole per “promuoversi” in rete. L'accresciuta centralità dello snodo internet ha moltiplicato i luoghi virtuali dove le vittime sono “catalogate” come pura merce.
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Tabella riassuntiva dei dati principali:
Dato | Valore |
---|---|
Percentuale turisti sessuali italiani di sesso maschile | 90% |
Età media dei turisti sessuali italiani | 27 anni |
Forma di sfruttamento più diffusa in Italia (2019) | Sessuale (84,5%) |
Percentuale di vittime di tratta con meno di 18 anni (Italia, 2019) | Circa 8% |
Percentuale di vittime di tratta con meno di 14 anni (Italia, 2019) | 5% |
Nazionalità prevalente delle vittime minorenni (Italia, 2019) | Nigeriana (87%) |
Azioni di Contrasto e Sostegno alle Vittime
È necessario potenziare gli interventi di contrasto allo sfruttamento minorile, con una particolare attenzione allo sfruttamento online, intensificare il lavoro di sostegno alle vittime e varare al più presto il nuovo Piano Nazionale di Azione contro la tratta e lo sfruttamento, tenendo conto delle esigenze specifiche dei minori vittime. Molti percorsi di integrazione avviati a favore delle ragazze che hanno avuto il coraggio di ribellarsi ai loro sfruttatori oggi sono a rischio per l'improvvisa scomparsa delle opportunità di inserimento lavorativo. L'interruzione di queste esperienze ha comportato difficoltà materiali ed emotive.
Save the Children, insieme a tutte le realtà impegnate in prima linea, sta facendo il massimo sforzo per far sì che non si interrompano questi percorsi e le ragazze corrano il rischio di ritornare ad essere preda di vecchi o nuovi sfruttatori. Per offrire un sostegno specifico ai minori stranieri reclutati per essere sfruttati in Italia, l'Organizzazione ha attivato dal 2012 il progetto Vie d'Uscita, che comprende attività di rintraccio delle vittime, assistenza sanitaria e legale e percorsi di professionalizzazione e accompagnamento all'autonomia. Dal 2016, l'Organizzazione ha infine attivato la Helpline Minori Migranti per offrire adeguato sostegno ai minori stranieri non accompagnati.
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