Le Lettere di un Viaggiatore Russo: Un Riassunto
Nikolaj Karamzin (1766-1826) è stato un celebre storico e scrittore russo, autore della «Storia dello Stato Russo» in dodici volumi. Letterato eclettico e raffinato, Karamzin è considerato il fondatore del Sentimentalismo nella letteratura russa, e le sue opere segnarono la nascita di una nuova sensibilità letteraria.
Tra le sue opere più importanti figura «Le Lettere di un viaggiatore russo» («Письма русского путешественника»), diario di un lungo soggiorno in Europa. Dal 1790 al 1792 Karamzin pubblicò sulla «Rivista moscovita» da lui stesso redatta.
Il più famoso e popolare romanzo breve di Karamzin è «La Povera Lisa» («Бедная Лиза», 1792), una tragica storia di un amore non corrisposto, ispirata ai modelli del romanzo lacrimoso inglese. Questo bel racconto diventò un modello della letteratura sentimentale russa.
A differenza del classicismo con il suo culto della ragione, Nikolaj Karamzin approvava il culto dei sentimenti, della sensibilità e della compassione.
Il romanzo breve «La Povera Lisa» entra nella lettura scolastica e fra i temi per la licenza liceale.
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All’inizio del romanzo l’autore racconta dei dintorni di Mosca (gli anni ’90 del Settecento), e ci racconta delle mura del Monastero di San Sìmon (Симонов Монастырь) dalle quali si vede tutta Mosca. L’autore ci racconta che trenta anni prima qui, presso il Monastero, viveva la bella ragazza Lisa con la sua vecchia madre. La madre era debole e malata e non poteva lavorare, perciò Lisa dalla mattina alla sera lavorava, tesseva la tela, faceva la calza, di primavera vendeva i fiori di bosco, d’estate invece i funghi e le bacche.
Una volta mentre lei vendeva a Mosca i mughetti, incontrò un giovanotto generoso e gentile, il quale invece di cinque copechi le pagò un rublo, ma Lisa si rifiutò di prenderlo e prese solo 5 copechi. Il giovanotto le chiese dove viveva. Quella sera Lisa raccontò alla sua povera madre dell’incontro con il giovanotto. Il giorno seguente Lisa portò in città i migliori mughetti, ma quel giovanotto non venne. Il giorno dopo ancora il giovanotto visitò la povera casa di Lisa, e propose a Lisa di vendere i mughetti solo a lui. Il giovanotto si chiamava Erast. Era un nobile, intelligente e ricco.
Erast passava la vita spensierata ma era sempre triste. Avendo incontrato Lisa lui decise di lasciare per ora il gran mondo dei nobili. Lisa non sapeva chi era quel giovanotto e se ne innamorò. Erano passati due mesi. Lisa andò a Mosca a comprare qualcosa e ci vide Erast in una bellissima carrozza. Lisa si avvicinò e lo abbracciò ma Erast le disse che era fidanzato con un'altra e che avrebbe dovuto prenderla in moglie. Le diede cento rubli e le chiese di lasciarlo in pace. Erast si era giocato a carte la fortuna e per pagare i suoi debiti ora doveva prendere in moglie un’anziana vedova ricca.
Lisa dette i soldi alla sua amica Aniuta per portarli a sua madre, e si buttò in uno stagno. Fu sepolta sotto una quercia. Quando la madre venne a sapere tutto morì subito. Erast fino alla fine della sua vita fu sfortunato e infelice. Lui si riteneva l'assassino della povera ragazza. Erast stesso raccontò questa storia triste all’autore del romanzo e gli fece vedere la tomba di Lisa vicino alla vecchia quercia.
Questo romanzo sentimentale è interessante perché Karamzin descrive la città di Mosca e i suoi dintorni degli anni ’90 del Settecento con tutti i boschi e i monasteri, gli stagni e le alberete. Prima di tutto il Monastero Sìmonov che ora non esiste più, o piuttosto esistono solo le sue rovine, ora conservate. Ma lo stagno in cui annegò Lisa esiste. Si chiama lo Stagno di Lisa (Лизин Пруд). In quegli anni il Monastero Simonov si trovava fuori città, nei dintorni di Mosca. Ora è un luogo non lontano dal centro. Lisa andava in città a vendere i fiori. Ci metteva 20 o 25 minuti a piedi per arrivare fino al centro, per esempio fino alla Piazza Rossa dove allora era il mercato.
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Inoltre a differenza delle opere del classicismo, il racconto «La Povera Lisa» («Бедная Лиза») è privo della moralità, del didattismo, del tono edificante. L’autore non fa prediche, ma cerca di suscitare fra i suoi lettori delle sofferenze del cuore e dell'anima. Nikolaj Karamzin nel suo racconto in ugual misura prova compassione per Erast (Эраст) e per Lisa (Лиза).
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