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Porto Turistico di Castel Volturno: Informazioni e Sviluppi

Il porto turistico di Castel Volturno rappresenta un progetto di cruciale importanza per lo sviluppo del litorale domizio. Tuttavia, la sua realizzazione è stata segnata da ritardi, problemi ambientali e intricate questioni burocratiche.

La Storia del Progetto

L'area dell'ex darsena di Pinetamare a Castel Volturno è cantierizzata dal 2008 per consentire la realizzazione di un porto turistico i cui lavori, però, di fatto non sono mai partiti. La giunta della Regione Campania il 19 marzo 2004, con la delibera 466, approvò gli atti di programmazione degli interventi sulla portualità turistica da attuarsi in project financing. Per scegliere chi avrebbe dovuto occuparsi di questi lavori, imponenti, venne bandita una gara.

Il 12 febbraio 2010 il progetto definitivo dell’opera con le prescrizioni della Via venne finalmente approvato: il porto doveva realizzarsi su un’area estesa per un totale di 765mila metri quadrati, di cui 220.079 a terra e 536.421 di specchio acqueo.

Il cantiere venne aperto il 3 luglio 2014, ma la società Marina di Pinetamare entrò nella piena detenzione di tutte le aree oggetto dell’intervento, trasferitegli dal Demanio dello Stato, solo il 18 ottobre 2018. Nei quattro anni trascorsi dall’inizio dei lavori a quando ottenne tutte le zone dove avrebbe dovuto operare, nell’area del futuro porto accade poco o niente (rispetto a quello che c’era e c’è da fare per concretizzarlo).

Si registrò qualche accelerata quando ad aiutare Coppola intervennero imprenditori cinesi (era il 2015, notizia che venne ripresa da diversi media locali). Il rispetto dei tempi previsti, pattuiti tra Regione e Coppola, per dare al litorale domizio il porto promesso stava venendo meno.

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La Marina di Pinetamare, facendo leva sul fatto che soltanto negli ultimi mesi del 2018 aveva ottenuto dal Demanio tutte le aree su cui operare, inoltrò alla Regione istanza per il riconoscimento di ulteriori 36 mesi per la conclusione delle opere, senza però che la proroga andasse ad incidere sulla durata di 60 anni della concessione incassata. La giunta della Campania si disse pronta a concedere i tre anni, a condizione che venisse aggiornato il piano economico finanziario (Pef) e la valutazione di impatto ambientale (Via). Anziché seguire quanto chiesto dall’esecutivo regionale, la Marina di Pinetamare presentò ricorso al Tar.

Il 25 gennaio 2021 il Tar di Napoli (la quinta sezione) accolse il ricorso della società: non era necessario aggiornare la Via per proseguire i lavori. La Regione, però, non accettò la decisione del Tribunale amministrativo e si rivolse al Consiglio di Stato. Il Consiglio di Stato ha dato ragione alla Regione, obbligando Coppola ad aggiornare la Via.

I Protagonisti

Sono tre i protagonisti di questa intricata storia che tiene ‘appesa’ da anni la costa casertana: la Regione, la famiglia Coppola e il Comune.

Costi e Finanziamenti

La cifra che leggiamo nell’atto con cui la Regione ha affidato ai Coppola la concessione per realizzarlo (e gestirlo) è di 85 milioni di euro. L’investimento dei Coppola, stando a quanto leggiamo nella concessione, doveva (dovrebbe - dovrà) essere finanziato in parte da “capitale di rischio del concessionario” (denaro loro) e in parte con “capitale di indebitamento” (prestiti) e ricavi da “cessione, affitti e locazioni del diritto di ormeggio (posto barca) e di parcheggio per i corrispondenti posti auto nell’ambito dei parcheggi dedicati”.

A queste potenziali entrate, ad aiutare Coppola a coprire la spesa da affrontare si aggiungono i soldi che incasserà cedendo o dando in locazione, sempre nei limiti alla durata della concessione, “superfici e fabbricati con destinazione terziaria, commerciale e ricettiva, residenza turistico-alberghieri realizzati su aree ed immobili demaniali e comunali”.

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Durata della Concessione

Sessanta anni: tre erano stati previsti per costruire il porto, decorrenti dalla data del verbale di consegna dei lavori, e i restanti 57 anni per la gestione. Raggiunti i 60 anni tutto quanto messo in piedi dai Coppola dovrebbe tornare nella disponibilità del Demanio. In caso di mancato rispetto del termine per causa imputabile al concessionario, sarà corrisposta una penale di 500 euro per ogni giorno di ritardo.

Problematiche Ambientali

L'ormai ex porticciolo si ostruisce alla sua foce costantemente, riducendo giorno dopo giorno l'ossigenazione delle acque. I suoi organismi marini muoiono soffocati, producendo un tappeto di carcasse maleodoranti a pelo d'acqua, che a sua volta crea miasmi insopportabili per chi vive in zona. Lo scorso anno già si verificò una condizione simile. Era fine agosto del 2023 quando "Il Mattino" lanciò l'allarme; le istituzioni competenti intervennero solo ventiquattro ore dopo, favorendo con il ritardo un'ecatombe di pesci, con decine di migliaia di esemplari morti.

Tuttavia, essendo l'ex molo San Bartolomeo un catino d'acqua, nel mare antistante si stanno riversando liquidi probabilmente non del tutto salubri. Già qui le ultime analisi dell'Arpac hanno dato esisti tali che hanno indotto il sindaco Pasquale Marrandino e firmare mercoledì un'ordinanza di divieto di balneazione. Adesso il problema quasi certamente si aggrava. Insomma, da una parte si salva l'ex darsena, dall'altra si condanna probabilmente chissà per quanti giorni la balneazione nello specchio di mare antistante.

Comunque, seppure nell'ex darsena muoiano pesci e speranze di ripresa della zona, c'è chi si trova più che bene. Da almeno un anno nel catino è riuscito a entrare il granchio blu e ha già formato una colonia molto numerosa, resistente anche alla mancanza di ossigeno. Perché gli esemplari si stanno aggirando tranquilli fra le carcasse di cefali e anguille. Anzi, ringraziano per il banchetto comodo.

Intervento delle Istituzioni

Ora, però, le istituzioni sono intervenute rapide. Vincenzo Gatto, assessore all'Ambiente del Comune costiero, appena avvisato dei primi pesci trovati morti galleggianti, ha comunicato la condizione alla capitaneria di porto che ha eseguito verifiche e alla ditta concessionaria del financial project, aggiudicataria del progetto per la realizzazione del porto. Mezzi e operai della Marina di Pinetamare si sono recati alla foce della ex darsena e l'hanno liberata dalla diga di sabbia, favorendo il ricambio delle acque, con l'ossigenazione del canale.

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Pasquale Marrandino, nuovo sindaco di Castel Volturno, anche alla luce di quest'ultimo allarme sanitario per l'area, ha deciso di convocare al municipio gli amministratori della ditta incaricata del financial project dei costruttori Coppola, per conoscere formalmente lo stato dell'arte della progettualità. «Se alla fine dell'incontro percepiremo titubanze, pretenderemo almeno nell'immediato la riapertura della darsena San Bartolomeo», dice il primo cittadino.

Prospettive Future

Secondo il financial project i lavori sarebbero dovuti durare tre anni, e siamo a sedici anni e tre mesi dalla sua aggiudicazione. Finora nessuna delle amministrazioni comunali che si sono susseguite nel tempo si è interessata dei lavori del porto di Pinetamare. Tuttavia, dal 2022, la legge ha previsto che la portualità diventi non solo materia regionale, ma anche comunale.

Santangelo sottolinea: "Il nostro litorale è tornato ad essere meta turistica ambita, il porto restituirebbe quella dimensione di turismo anche internazionale che per decenni abbiamo avuto. Occorre superare un inutile contenzioso tra pubblico e privato per far partire un’opera che consegnerebbe a questa terra sviluppo e lavoro".

Castel Volturno: Cenni Storici e Territoriali

Castel Volturno deve il suo nome al castello e al fiume Volturno. Il territorio comunale si estende su una superficie di 72,23 kmq e possiede 25 km di spiagge e 10 di pineta. Situato all'estremità della pianura campana nell'ultima propaggine dei Mazzoni fu abitato prima dagli Opici, poi dagli Etruschi, che eressero la città di Volturnum, e successivamente dagli Osci, essa svolgeva la funzione di emporium, cioè di raccolta e mercato delle merci prodotte dall' intero basso bacino del Volturno, ed era crocevia obbligato per chi dal mare voleva inoltrarsi nell'interno e raggiungere il porto di Casilunum sul Volturno e da qui l'antica città di Capua.

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