Proroga Infermieri Stranieri: Requisiti e Nuove Regole in Italia
La decisione di prorogare fino al 2027 la deroga sui titoli di studio per i professionisti sanitari stranieri, prevista dal Decreto Flussi, sta suscitando legittima preoccupazione tra la comunità scientifica e i professionisti sanitari italiani.
È una disposizione messa in atto per fronteggiare la grave carenza di personale sanitario e socio sanitario che si applica alle Regioni che, alla data di entrata in vigore dell'Intesa, abbiano già sottoscritto accordi con soggetti esteri per il reclutamento di tali professionisti.
La Bozza di Intesa e le Nuove Regole
La bozza di intesa, costituita da nove articoli, che fissa le nuove regole che disciplinano l'assunzione del personale sanitario straniero sarà esaminata oggi dalla Conferenza Stato Regioni per ottenerne l'approvazione, dopo l'invio da parte del Ministero della Salute.
A tal fine dovrà essere istituita presso ogni Regione una Commissione di esperti con il compito di svolgere un'attività istruttoria ossia di verificare il possesso dei requisiti degli interessati al momento della presentazione della richiesta di esercitare temporaneamente l'attività lavorativa.
Requisiti Essenziali
Deve inoltre avere residenza in Italia se cittadino di un Paese dell'Unione Europea, della Confederazione Svizzera o se proveniente da Paesi dell'Area SEE (Norvegia, Islanda, Liechtenstein). Deve altresì conoscere la lingua italiana, che sarà verificata dall'Ordine professionale. In aggiunta si prevede la conoscenza anche della lingua tedesca per la Provincia Autonoma di Bolzano.
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Se l'interessato ha conseguito la qualifica professionale sanitaria in un paese extracomunitario è necessario presentare una dichiarazione rilasciata dall'Autorità diplomatica o consolare italiana presente nello Stato in cui è stata conseguita che attesti che il soggetto richiedente è abilitato o che i titoli sono abilitanti l'esercizio della professione.
È richiesta inoltre una dichiarazione riguardante l'eventuale presentazione di istanza di riconoscimento della qualifica professionale sanitaria posseduta al Ministero della Salute.
Ai soggetti a cui è stato riconosciuto lo status di rifugiato politico o altro istituto di protezione umanitaria viene riconosciuta la qualifica espressamente certificata dallo specifico passaporto europeo delle qualifiche (Eqpr) il cui testo in lingua originale deve essere tradotto in italiano, in alternativa la documentazione deve essere giurata presso un tribunale italiano.
Iscrizione agli Elenchi Speciali Straordinari
I richiedenti dovranno procedere obbligatoriamente all'iscrizione in elenchi speciali straordinari, corrispondenti ad ogni profilo afferente alle professioni sanitarie previste dall'ordinamento italiano, istituiti presso gli Ordini provinciali delle professioni sanitarie.
L'iscrizione in questi elenchi, cui si deve provvedere entro trenta giorni dal termine dell'istruttoria condotta dalla Commissione, diventa condizione necessaria per l'esercizio dell'attività lavorativa in qualunque forma giuridica sia svolta.
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Si stabilisce inoltre che l'elenco speciale straordinario degli operatori socio sanitari venga istituito presso gli Ordini delle professioni infermieristiche.
A tutti gli iscritti all'elenco speciale straordinario delle professioni sanitarie si applica la stessa disciplina prevista per gli iscritti all'Ordine in materia di sanzioni, provvedimenti disciplinari, ricorsi, codice deontologico, obbligo di aggiornamento, iscrizione alla cassa previdenziale e obbligo di assicurazione.
Il Ministero della Salute, ai fini del riconoscimento della qualifica conseguita all'estero, può valutare l'esperienza lavorativa maturata in Italia dall'interessato a seguito del reclutamento temporaneo.
Viene disciplinato anche il regime transitorio, dopo il rilascio all'interessato di una comunicazione con esito positivo, durante il quale anche i datori di lavoro, pubblici e privati, oltre alle Regioni procedono ad inoltrare apposita comunicazione alla Commissione di riferimento per iscrivere il lavoratore presso gli elenchi speciali straordinari.
Critiche e Preoccupazioni
«Parliamo di una controversa e ingiustificata deroga rispetto al possesso dei requisiti. Questo significa allentare le cinghie su quelle che sono le garanzie di qualità. Un simile approccio può essere accettabile in un momento di emergenza quale è stato quello della pandemia, ma deve restare tale. Se l’emergenza diventa strutturale, non va più bene.
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«Le istituzioni non possono continuare a percorrere le “anguste scorciatoie” delle soluzioni temporanee! Invece di migliorare la condizione dei professionisti italiani, in questo modo viene solo aggirato il problema, adottando misure che rischiano di erodere nel profondo, giorno dopo giorno, la solidità delle cure offerte ai cittadini.
«Il nostro sistema sanitario ha bisogno urgentemente di un piano di stabilizzazione e valorizzazione delle risorse interne, colmando, solo per esempio, il divario di oltre 7.000 euro esistente tra gli stipendi degli infermieri con quelli degli altri paesi europei.
Il personale straniero potrà esercitare in Italia fino al prossimo 2027, in deroga al riconoscimento delle qualifiche professionali. La misura è contenuta all’interno del decreto Flussi approvato in via definitiva al Senato, dopo l'ok la settimana scorsa alla Camera.
Proprio il Nursind va all’attacco bocciando la linea d’intervento tenuta fino a questo momento sul personale: "Sul personale non ci siamo", ha tuonato infatti il segretario nazionale Andrea Bottega. "L’intera strategia che si sta adottando ci lascia molto perplessi e questo vale sia per la decisione di ricorrere a infermieri dall’India, con lo scopo di provare a sopperire alla carenza cronica di professionisti, sia per quanto previsto nel decreto Flussi".
"Riguardo agli infermieri provenienti dall’India - ha ricordato Bottega - abbiamo diverse volte sollevato dubbi, sottolineando come si tratti di una misura tampone che potrà aiutare il sistema a galleggiare nel breve termine, ma che già nel medio periodo si rivelerà fallimentare, lasciando ancora una volta scoperto il nostro Ssn. Se guardiamo al decreto flussi, poi, la nuova proroga all’esercizio temporaneo della professione in Italia da parte di personale straniero, inclusi gli infermieri, fino al 2027, in deroga al riconoscimento delle qualifiche professionali, è un altro errore. Grave, visto che il governo Meloni continua ad additare ai passati esecutivi una totale mancanza di programmazione. Ci sfugge, infatti, la ratio di questa misura che sembra cristallizzare il tempo come se ancora vivessimo in epoca Covid, anziché mettere in campo interventi duraturi in grado di dare stabilità e rilanciare il Ssn, ma anche di garantire standard di cure elevate e sicure ai cittadini".
Secondo i presidenti Barbara Mangicavalli e Filippo Anelli, infatti, "il decreto Fllussi sta delegittimando l’attività degli Ordini professionali come enti sussidiari dello Stato, perché permette di continuare a esercitare le professioni sanitarie senza nessuna regolamentazione” di qui l’appello che lanciano al presidente delle Regioni, Massimiliano Fedriga "affinché in Conferenza delle Regioni approvi il prima possibile l’atto d’intesa già predisposto da tempo, che regoli questo percorso e che ponga tutti i professionisti, italiani e stranieri, sullo stesso livello. Serve subito una soluzione".
"L'unico vincolo è quello di essere iscritti nell'Ordine del Paese di provenienza - hanno evidenziato - ma non c'è nessuna valutazione rispetto all’equivalenza dei titoli, al percorso formativo. Soprattutto, non c'è una previsione di iscrizione, che è ciò che le Federazioni avevano chiesto e che era contemplato nell’atto, in un elenco speciale tenuto dagli Ordini per poter esercitare un controllo deontologico su questi colleghi.
Quindi noi troveremo in Italia cittadini assistiti da persone che probabilmente hanno una qualificazione adeguata, ma nessuno potrà mai averne la certezza perché non c'è un sistema di monitoraggio, così come non c’è un controllo deontologico, previsti invece nell’intesa. E questo in un momento in cui, dopo i recenti fatti di cronaca, tutti chiedono, da parte degli Ordini, maggiori garanzie e controlli più stringenti".
Tasto sul quale hanno battuto molto anche gli infermieri Nursind che temono un Ssn "costretto a barcamenarsi tra operatori sanitari di cui potrà testare il percorso di formazione e le qualifiche solo sul campo".
Mentre “la sanità pubblica - ha concluso il segretario Bottega - ha bisogno che si investa in maniera concreta sul personale e principalmente sugli infermieri, che sono i professionisti di cui oggi si stanno perdendo le tracce e di cui c’è più bisogno. Tutto il resto infatti è solo un modo per tergiversare e perdere tempo".
Sulla stessa lunghezza d’onda Fnopi e Fnomceo: "Dobbiamo uscire da queste soluzioni temporanee, non risolutive e poco pensate che, proroga dopo proroga, diventano strutturali.
La Proroga del Milleproroghe
E' legge la proroga che consente fino a tutto il 2025 il riconoscimento in deroga della qualifica professionale sanitaria conseguita all'estero.
Per fronteggiare la "grave carenza di personale sanitario e socio-sanitario che si riscontra nel territorio nazionale", il Milleproroghe consente fino al 31 dicembre 2025 l'esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitarie e della qualifica di operatore socio-sanitario, in deroga alle norme sul riconoscimento delle qualifiche professionali. La norma è scaduta nel 2022.
Per altri tre anni, ai professionisti con qualifica conseguita all'estero basterà richiedere alla Regione un permesso di esercizio corredato dal certificato di iscrizione all'albo del Paese di provenienza.
Adempimenti e Sanzioni
La novità del Milleproroghe è l'obbligo per il professionista in questione di comunicare all'Ordine competente l'ottenimento del riconoscimento in deroga da parte della regione interessata.
All'Ordine dovrà anche essere comunicata la denominazione della struttura sanitaria a contratto con il Servizio sanitario nazionale presso la quale presta l'attività.
La mancata ottemperanza agli obblighi da parte del professionista determina la sospensione del riconoscimento fino alla comunicazione dell'avvenuta regolarizzazione.
Facciamo appello al presidente Fedriga affinché in Conferenza delle Regioni approvi il prima possibile l'atto d'intesa già predisposto da tempo, che regoli questo percorso e che ponga tutti i professionisti, italiani e stranieri, sullo stesso livello. Serve subito una soluzione.
Quindi noi troveremo in Italia cittadini assistiti da persone che probabilmente hanno una qualificazione adeguata, ma nessuno potrà mai averne la certezza perché non c'è un sistema di monitoraggio, così come non c’è un controllo deontologico, previsti invece nell’intesa.
Sembra quindi fuori luogo - concludono - una disposizione che permetta a dei professionisti sanitari, che hanno nelle loro mani la vita e la salute delle persone, di poter esercitare senza alcun controllo, né preventivo né a posteriori, da parte degli Ordini. Il rischio è che si ripeta quanto accaduto per la pubblicità sanitaria, campo in cui il ruolo degli Ordini è stato fortemente ridimensionato a favore della concorrenza, a tutto vantaggio di chi non rispetta le regole ed esponendo a gravi rischi i cittadini.
Il tema della carenza del personale sanitario deve essere affrontato in maniera sistemica e connotato con dei requisiti di solidità e di rigore, con regole uguali per tutti i professionisti e identiche garanzie per tutti i cittadini.
Proroga Fino al 2027
Sanità. Proroga fino al 31 dicembre 2027 il termine per l’esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitarie, in deroga alle normative ordinarie sul riconoscimento delle qualifiche estere. La misura si inserisce nel contesto delle procedure delineate dall’articolo 13 del decreto-legge n. 18 del 2020, che ha stabilito regole semplificate per affrontare le emergenze sanitarie degli ultimi anni.
Parallelamente, viene prorogata la possibilità di esercitare temporaneamente una professione medica o sanitaria sulla base di una qualifica conseguita all’estero, come previsto dall’articolo 15, commi 1 e 4, del decreto-legge n.
Fino alla fine del 2027, restano valide anche le disposizioni degli articoli 27 e 27-quater del Testo Unico sull’Immigrazione (decreto legislativo n. 286 del 1998). Tali articoli disciplinano l’ingresso in Italia in casi particolari, includendo i lavoratori altamente qualificati.
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