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Romania e Bulgaria Entrano nell'Area Schengen: Un Momento Storico per l'Integrazione Europea

Il 1° gennaio 2025, Romania e Bulgaria sono diventate membri a pieno titolo dell'area Schengen, dopo la revoca dei controlli sulle persone alle frontiere terrestri interne. Questa decisione rappresenta un momento cruciale per l’UE e per lo spazio Schengen.

Il Consiglio “Giustizia e Affari Interni”, riunitosi il 12 e 13 dicembre 2024 a Bruxelles, ha adottato una risoluzione storica: l’eliminazione dei controlli alle frontiere interne terrestri con la Bulgaria e la Romania a partire dal 1° gennaio 2025.

Con l’integrazione di Bulgaria e Romania, il mercato unico e la cooperazione rafforzata di libertà di movimento dei cittadini diventano più solidi, rafforzando la coesione e la competitività globale dell’Unione Europea. Dal 1° gennaio 2025, i cittadini dell’UE potranno viaggiare senza controlli alle frontiere terrestri verso e tra Bulgaria e Romania e viceversa.

I controlli alle frontiere interne aeree e marittime tra Bulgaria e Romania e i paesi dell'area Schengen erano già stati revocati dal 31 marzo 2024. Dal 31 marzo, Romania e Bulgaria faranno definitivamente parte dell’area Schengen, lo spazio di libera circolazione che permette a oltre 400 milioni di persone di muoversi in 29 Paesi senza i controlli alle frontiere.

Dopo aver abolito quelli aerei e marittimi già dal 31 marzo, oggi (12 dicembre) il Consiglio dell’Unione europea ha deciso di rimuovere l’ultimo ostacolo con Bucarest e Sofia: con l’anno nuovo, anche i controlli ai confini interni terrestri saranno un ricordo.

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“Una grande vittoria per la Bulgaria, la Romania e tutta l’Europa”, ha esultato annunciando il via libera la presidenza ungherese del Consiglio dell’Ue. La decisione è stata presa all’unanimità dai ministri degli Interni dei 27, riuniti oggi a Bruxelles.

L’ungherese Sandor Pinter, che dirige i lavori, al suo arrivo aveva dichiarato con chiarezza i due Paesi “sono tecnicamente preparati, come risulta da tutte le valutazioni effettuate dagli esperti europei”. Per il neo commissario Ue per gli Affari interni e la Migrazione, Magnus Brunner, l’ingresso di Romania e Bulgaria in Schengen è “un momento storico”.

È arrivato immediatamente il benvenuto della Commissione europea, accompagnato da un post su X di Ursula von der Leyen: “Pienamente in Schengen, dove siete a casa”, ha scritto la leader Ue. Secondo l’esecutivo europeo, il pieno ingresso di Bucarest e Sofia nello spazio di libera circolazione “rafforzerà ulteriormente il mercato interno, aumentando i viaggi, il commercio e il turismo”.

A sbloccare la situazione è stato il cambio di rotta dell'Austria, che ha ritirato il suo veto storico dopo anni di resistenza per i timori legati ai flussi migratori lungo la rotta balcanica. In base a un accordo presentato a Budapest a novembre, ci saranno dei controlli temporanei “per un periodo iniziale di sei mesi allo scopo di ridurre al minimo i potenziali cambiamenti nelle rotte migratorie”.

Il 12 dicembre gli stati membri dell’Unione europea hanno dato il via libera all’ingresso a pieno titolo della Romania e della Bulgaria nello spazio Schengen, un’area di libera circolazione delle persone in Europa, a partire dal 1 gennaio 2025, dopo alcuni anni di negoziati. L’abolizione dei controlli alle frontiere terrestri della Romania e della Bulgaria è un “evento storico”, ha dichiarato il ministro dell’interno ungherese Sándor Pintér, il cui paese detiene la presidenza di turno del consiglio dell’Unione europea.

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In un comunicato stampa congiunto, Bucarest e Sofia hanno salutato “una decisione storica”. “Si tratta di un obiettivo che Romania e Bulgaria perseguivano fin dall’ingresso nell’Unione europea nel 2007”, hanno scritto i rispettivi ministeri degli esteri nel comunicato. Secondo il presidente romeno Klaus Iohannis, “è il riconoscimento di lunghi anni di progressi compiuti dai due paesi”. “Continueremo ad agire con responsabilità per proteggere e rafforzare le frontiere esterne dell’Unione europea”, ha aggiunto.

La piena adesione della Romania e della Bulgaria allo spazio Schengen è stata resa possibile dalla revoca del veto dell’Austria. Nel marzo scorso Vienna aveva accettato un’adesione parziale per Bucarest e Sofia, limitata a porti e aeroporti, prima del via libera definitivo e a pieno titolo dato il 12 dicembre. Il paese alpino, che temeva un aumento dei richiedenti asilo alla sua frontiera, ha riconosciuto gli sforzi compiuti dai due paesi.

Dal 1° gennaio, Romania e Bulgaria sono entrate nell’area Schengen, concludendo un lungo percorso iniziato con la loro adesione all’UE nel 2007. Dalla loro adesione all’UE, la Bulgaria e la Romania hanno applicato parti del quadro giuridico di Schengen (acquis di Schengen), tra cui quelle relative ai controlli alle frontiere esterne, alla cooperazione di polizia e all’uso del sistema d’informazione Schengen.

Schengen è la più vasta zona di libera circolazione al mondo. I controlli alle frontiere tra Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo sono stati soppressi per la prima volta nel 1985. L’area comprende attualmente 29 paesi (25 dei 27 Stati membri dell’UE, più quattro Paesi non UE: Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera) e 420 milioni di persone. Questa decisione rafforza l’unità europea, stimola il commercio e il turismo e rappresenta un traguardo importante per l’integrazione dell’UE.

Ora la più grande area di libera circolazione al mondo, nata nel 1985 con l’abolizione dei controlli alle frontiere tra Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo, comprenderà effettivamente 29 Paesi: 25 Stati membri - all’appello mancano Cipro e Irlanda -, Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.

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L'accordo di Schengen, sottoscritto nel 1985, garantisce la libera circolazione a oltre 450 milioni di cittadini dell'UE, insieme ai cittadini non UE che vivono nell'Unione Europea o che la visitano come turisti, studenti o per motivi di lavoro (chiunque sia legalmente presente nell'UE). Gli Stati Schengen collaborano strettamente su sicurezza e migrazione attraverso una politica comune sui visti, operazioni di polizia congiunte e scambi di informazioni in tempo reale tra le forze dell'ordine, nonché procedure armonizzate per rimpatriare coloro che non hanno alcun diritto legale di soggiornare nell'area Schengen.

Sfide e Controlli Alle Frontiere Interne

L'allargamento arriva in una fase delicata per lo spazio Schengen: infatti, mentre l'Europa allarga i confini esterni al contempo, qualcuno prova a rafforzare i controlli interni. Otto paesi europei hanno ripristinato i controlli alle frontiere tra settembre e novembre. Germania, Francia, Danimarca e Svezia hanno preso questa decisione per prime, seguite da Austria, Slovenia e Norvegia. Ultima ad annunciarlo, il 14 novembre, l'Olanda. Le ragioni oscillano tra terrorismo e immigrazione irregolare: la Norvegia ha motivato la decisione citando il rischio di attentati, con particolare attenzione alla protezione degli obiettivi ebraici e israeliani. La Commissione europea ha ricordato che questi controlli devono essere "eccezionali" e limitati nel tempo.

Nuove Tecnologie per la Sicurezza delle Frontiere

Per attenuare il senso di insicurezza che pervade molti paesi, l’Unione Europea ha messo a punto un piano di modernizzazione tecnologica delle sue frontiere. Il progetto, che entrerà in vigore nel 2025, prevede l'introduzione di sistemi biometrici avanzati, dal riconoscimento facciale alla scansione delle impronte digitali, per controllare gli ingressi dei cittadini extra-europei. Una trasformazione che punta a conciliare le esigenze di sicurezza con il principio fondamentale della libera circolazione, su cui si basa l'intero progetto Schengen.

L'uso di queste tecnologie dovrà però fare i conti con i paletti fissati dall'Ai Act, la prima legge al mondo sull'intelligenza artificiale approvata a maggio dal Parlamento europeo. Il nuovo regolamento, che si applicherà dal 2026, vieta il riconoscimento facciale in tempo reale nei luoghi pubblici da parte delle forze dell'ordine, salvo eccezioni molto limitate come la ricerca di vittime di reato o di minori scomparsi. Per i sistemi di Ai ad alto rischio, come quelli usati per la sorveglianza delle frontiere, sono previsti stringenti obblighi di trasparenza, supervisione umana e gestione del rischio.

Smart Borders

Tra le iniziative più importanti c'è “Smart Borders”, il programma europeo per la gestione intelligente delle frontiere che ambisce a trasformare il modo in cui vengono controllati gli ingressi nell'area Schengen. Come spiega la Commissione europea, il progetto nasce dalla necessità di gestire il crescente flusso di viaggiatori: "Ogni anno milioni di viaggiatori provenienti da paesi terzi attraversano le frontiere esterne degli Stati Schengen". L'obiettivo è trovare un equilibrio tra due esigenze apparentemente contrapposte: facilitare gli spostamenti dei viaggiatori regolari e garantire la sicurezza interna attraverso una "gestione moderna, efficace ed efficiente delle frontiere esterne".

Il programma si basa su due sistemi tecnologici principali. Il primo, denominato Ees (Entry/Exit System), sarà un sistema automatizzato per registrare i viaggiatori di paesi terzi - sia quelli che necessitano di visto che quelli esentati - ogni volta che attraversano una frontiera esterna dell'Ue. Le sperimentazioni delle tecnologie biometriche, come riporta Politico, sono iniziate nel 2015 con "prove di scansione delle impronte digitali e acquisizione di immagini facciali per i cittadini non comunitari" in vari aeroporti europei, tra cui Francoforte, Madrid, Amsterdam e Parigi. È stata valutata anche la possibilità di utilizzare scanner dell'iride, ma come nota Politico, questa tecnologia appare improbabile a causa dei costi elevati. I controlli biometrici verranno effettuati non solo negli aeroporti ma anche ai valichi stradali, marittimi e ferroviari dell'area Schengen.

Il secondo pilastro è l'Etias (European travel information and authorization system), che potrebbe diventare operativo a metà 2025. Come specifica la Commissione europea, sarà un sistema "largamente automatizzato creato per identificare rischi per la sicurezza, immigrazione irregolare o rischi epidemici posti dai visitatori esenti da visto". L'Agenzia europea eu-Lisa sta sviluppando le infrastrutture necessarie per gestire entrambi i sistemi. Le verifiche dell'Etias si applicheranno a tutti i viaggiatori che non necessitano di visto e, secondo la Commissione europea, dovranno iniziare sei mesi dopo l'entrata in funzione dell'Ees. Il sistema servirà a identificare potenziali criminali e terroristi prima del loro ingresso sul territorio europeo.

Budget per la Gestione delle Frontiere

Per sostenere questa, e altre iniziative, il Parlamento europeo ha predisposto un piano di finanziamenti oneroso: 9,88 miliardi di euro sono stati stanziati per il Fondo per la gestione integrata delle frontiere (Ibmf) nel periodo 2021-2027. Come specificato dal un comunicato del Parlamento europeo, questo fondo "dovrebbe contribuire a migliorare le capacità degli Stati membri nella gestione delle frontiere, garantendo al tempo stesso il rispetto dei diritti fondamentali". Particolare attenzione viene dedicata alle misure di protezione per le persone vulnerabili che arrivano in Europa, con un focus specifico sui minori non accompagnati. A questo si aggiungono 1,9 miliardi per il nuovo Fondo sicurezza interna (Isf), approvato nel luglio 2021, che si concentra sulla "lotta alle minacce transfrontaliere come terrorismo, criminalità organizzata e criminalità informatica".

Dallo scorso dicembre, Romania e Bulgaria hanno implementato tutte le misure necessarie per garantire un’applicazione efficace delle norme Schengen. La Commissione Europea, con il supporto dell’agenzia eu-LISA, ha lavorato con i due Paesi per la digitalizzazione e la sicurezza delle frontiere.

Entrambi gli Stati membri hanno contribuito con progetti pilota per procedure rapide di asilo e rimpatrio, dimostrando la loro capacità di affrontare le sfide migratorie e rafforzare la sicurezza alle frontiere esterne dell’UE. Come evidenziato nel rapporto sullo stato di Schengen 2024, l’area rimane una delle destinazioni più visitate al mondo, garantendo viaggi sicuri e fluidi per quasi 450 milioni di persone.

Oltre all’iniziativa su Bulgaria e Romania, il Consiglio ha affrontato altri temi rilevanti, tra cui la digitalizzazione delle frontiere. La Commissione e l’eu-LISA hanno presentato il nuovo Sistema di Entrata/Uscita (EES) e una proposta per l’avvio progressivo delle operazioni, pubblicata il 4 dicembre. Questo sistema mira a migliorare la gestione dei confini esterni dell’UE attraverso tecnologie avanzate.

L’ingresso completo di Bulgaria e Romania nello spazio Schengen rappresenta un altro passo verso una maggiore integrazione europea.

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