Albergo Atene Riccione

 

Romania in Schengen: Ultime Notizie sull'Adesione Completa

Dopo anni di negoziati, Romania e Bulgaria faranno definitivamente parte dell’area Schengen, lo spazio di libera circolazione che permette a oltre 400 milioni di persone di muoversi in 29 Paesi senza i controlli alle frontiere. Gli Stati membri dell'UE hanno deciso di eliminare i controlli sulle persone alle frontiere terrestri interne con e tra Bulgaria e Romania a partire dal 1° gennaio 2025.

La Decisione Storica del Consiglio UE

Dopo aver abolito quelli aerei e marittimi già dal 31 marzo, il Consiglio dell’Unione europea ha deciso di rimuovere l’ultimo ostacolo con Bucarest e Sofia: con l’anno nuovo, anche i controlli ai confini interni terrestri saranno un ricordo. La decisione è stata presa all’unanimità dai ministri degli Interni dei 27, riuniti a Bruxelles.

"Una grande vittoria per la Bulgaria, la Romania e tutta l’Europa”, ha esultato annunciando il via libera la presidenza ungherese del Consiglio dell’Ue. L’ungherese Sandor Pinter, che dirige i lavori, al suo arrivo aveva dichiarato con chiarezza i due Paesi “sono tecnicamente preparati, come risulta da tutte le valutazioni effettuate dagli esperti europei”. Per il neo commissario Ue per gli Affari interni e la Migrazione, Magnus Brunner, l’ingresso di Romania e Bulgaria in Schengen è “un momento storico”.

È arrivato immediatamente il benvenuto della Commissione europea, accompagnato da un post su X di Ursula von der Leyen: “Pienamente in Schengen, dove siete a casa”, ha scritto la leader Ue. Secondo l’esecutivo europeo, il pieno ingresso di Bucarest e Sofia nello spazio di libera circolazione “rafforzerà ulteriormente il mercato interno, aumentando i viaggi, il commercio e il turismo”.

L'Allargamento dello Spazio Schengen

Ora la più grande area di libera circolazione al mondo comprenderà effettivamente 29 Paesi: 25 Stati membri - all’appello mancano Cipro e Irlanda -, Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Lo spazio Schengen consente a più di 400 milioni di persone di circolare liberamente tra i Paesi membri, senza sottoporsi ai controlli di frontiera.

Leggi anche: Libera Circolazione: L'ingresso di Romania e Bulgaria

Ogni giorno circa 3,5 milioni di persone attraversano le frontiere interne per motivi di lavoro, studio o visite familiari e quasi 1,7 milioni di persone risiedono in un paese Schengen mentre lavorano in un altro. Far parte di uno spazio senza controlli alle frontiere interne, significa che i paesi non effettuano verifiche alle proprie frontiere interne, salvo in caso di minacce specifiche, ed effettuano controlli armonizzati alle loro frontiere esterne sulla base di criteri chiaramente definiti.

Schengen sposta i suoi confini orientali: la Bulgaria confina a Est con la Turchia ed è parte della rotta migratoria balcanica, mentre la Romania condivide 500 chilometri di confine con l’Ucraina e altrettanti con Moldova.

Le Tappe dell'Adesione

Romania e Bulgaria entrano finalmente nell'area Schengen dopo undici anni di negoziati e veti, unendosi allo spazio di libera circolazione che oggi conta quasi 420 milioni di cittadini in 29 paesi. A sbloccare la situazione è stato il cambio di rotta dell'Austria, che ha ritirato il suo veto storico dopo anni di resistenza per i timori legati ai flussi migratori lungo la rotta balcanica.

Per Romania e Bulgaria si tratta dell'ultima tappa: con l'eliminazione delle frontiere terrestri dal primo gennaio 2025 si concluderà il processo avviato lo scorso marzo, quando erano già stati aboliti i controlli aerei e marittimi.

Sfide e Controlli Interni

L'allargamento arriva in una fase delicata per lo spazio Schengen: infatti, mentre l'Europa allarga i confini esterni al contempo, qualcuno prova a rafforzare i controlli interni. Otto paesi europei hanno ripristinato i controlli alle frontiere tra settembre e novembre. Germania, Francia, Danimarca e Svezia hanno preso questa decisione per prime, seguite da Austria, Slovenia e Norvegia. Ultima ad annunciarlo, il 14 novembre, l'Olanda.

Leggi anche: Tutto quello che devi sapere sullo Spazio Schengen

Le ragioni oscillano tra terrorismo e immigrazione irregolare: la Norvegia ha motivato la decisione citando il rischio di attentati, con particolare attenzione alla protezione degli obiettivi ebraici e israeliani. La Commissione europea ha ricordato che questi controlli devono essere "eccezionali" e limitati nel tempo.

Nuove Tecnologie per la Sicurezza delle Frontiere

Per attenuare il senso di insicurezza che pervade molti paesi, l’Unione Europea ha messo a punto un piano di modernizzazione tecnologica delle sue frontiere. Il progetto, che entrerà in vigore nel 2025, prevede l'introduzione di sistemi biometrici avanzati, dal riconoscimento facciale alla scansione delle impronte digitali, per controllare gli ingressi dei cittadini extra-europei.

Una trasformazione che punta a conciliare le esigenze di sicurezza con il principio fondamentale della libera circolazione, su cui si basa l'intero progetto Schengen. L'uso di queste tecnologie dovrà però fare i conti con i paletti fissati dall'Ai Act, la prima legge al mondo sull'intelligenza artificiale approvata a maggio dal Parlamento europeo.

Smart Borders: Gestione Intelligente delle Frontiere

Tra le iniziative più importanti c'è “Smart Borders”, il programma europeo per la gestione intelligente delle frontiere che ambisce a trasformare il modo in cui vengono controllati gli ingressi nell'area Schengen. Come spiega la Commissione europea, il progetto nasce dalla necessità di gestire il crescente flusso di viaggiatori: "Ogni anno milioni di viaggiatori provenienti da paesi terzi attraversano le frontiere esterne degli Stati Schengen".

Il programma si basa su due sistemi tecnologici principali: Ees (Entry/Exit System) e Etias (European travel information and authorization system). L'Agenzia europea eu-Lisa sta sviluppando le infrastrutture necessarie per gestire entrambi i sistemi.

Leggi anche: Area Schengen in crisi

Il Budget per la Gestione delle Frontiere

Per sostenere questa, e altre iniziative, il Parlamento europeo ha predisposto un piano di finanziamenti oneroso: 9,88 miliardi di euro sono stati stanziati per il Fondo per la gestione integrata delle frontiere (Ibmf) nel periodo 2021-2027. A questo si aggiungono 1,9 miliardi per il nuovo Fondo sicurezza interna (Isf), approvato nel luglio 2021, che si concentra sulla "lotta alle minacce transfrontaliere come terrorismo, criminalità organizzata e criminalità informatica".

Impatto Economico e Reazioni

La decisione è stata salutata positivamente dal mondo imprenditoriale italiano a Bucarest e a Sofia, anche perché si aspetta un aumento degli scambi economici tra l’Italia e i due paesi sul Mar Nero. Spiega da Bucarest Giovanni Pometti, segretario generale della Camera di commercio italiana per la Romania: «L’Italia è il secondo partner del Paese dopo la Germania. Con l’entrata nella Zona Schengen, ci sarà certamente un aumento dei flussi commerciali e anche degli investimenti diretti (...) I settori che più beneficeranno dell’adesione saranno quelli relativi alle nuove tecnologie, all’agro-business e all’energia.

Secondo una recente ricerca dell’Università Babeș-Bolyai di Cluj-Napoca, su iniziativa dell’ambasciata italiana a Bucarest, la Romania conta circa 50mila aziende italiane (di cui 20mila pienamente attive). Lo stock di investimenti italiani nel paese dovrebbe aver superato i 9,1 miliardi di euro nel 2023.

TAG: #Roma

Più utile per te: