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Stranieri Presenti in Italia: Statistiche e Tendenze

I cittadini stranieri regolarmente presenti sono una realtà consolidata anche in Italia, sebbene in misura più contenuta, rispetto a molti altri paesi europei.

Presenza e Distribuzione Geografica

Secondo il Report “Indicatori Demografici Anno 2024” pubblicato recentemente dall’Istat, al 1° gennaio 2025 la popolazione residente in Italia con cittadinanza straniera ha raggiunto quota 5 milioni e 422mila unità, con un incremento di 169mila persone (+3,2%) rispetto all’anno precedente. Gli stranieri rappresentano oggi il 9,2% della popolazione totale.

Al 1° gennaio 2024, in Italia, risiedono circa 5,3 milioni di cittadini stranieri (8,9 per cento del totale dei residenti), in aumento di 112 mila unità (+2,2 per cento), rispetto all’anno precedente. L’incremento dovuto al saldo naturale è di circa 41 mila unità; quello dovuto al saldo migratorio è pari a circa 334 mila.

Sono oltre 5 milioni, e per la precisione 5.253.658, i cittadini stranieri abitualmente dimoranti in Italia al 31 dicembre 2023. Sono 112mila in più rispetto all’anno precedente e rappresentano l’8,9% della popolazione totale (nel 2022 l’8,7%). La popolazione residente straniera cresce in tutte le Regioni.

Storicamente, gli stranieri sul territorio italiano si sono concentrati soprattutto nelle ripartizioni del Centro-nord dove, al 1° gennaio 2023, risiede l’83,2 per cento degli stranieri residenti in Italia.

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La maggiore attrattività delle regioni del Centro-Nord è confermata anche dai permessi di soggiorno dei cittadini non comunitari: circa l’85% è stato rilasciato o rinnovato nel Centro-Nord, soprattutto in Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Veneto.

La riduzione del tasso di disoccupazione si registra al Centro e nel Mezzogiorno (rispettivamente, -2,4 e -2,3 punti), maggiormente per la componente femminile di popolazione. Nel 2024, rispetto all'anno precedente, si rileva un aumento del tasso di occupazione degli stranieri nella fascia d’età tra i 20 e i 64 anni, in particolare nelle regioni del Centro (+2,4 punti percentuali).

  • Il 58,3% degli stranieri, pari a 3 milioni 159mila individui, risiede al Nord, con un’incidenza sul totale della popolazione residente nel Nord pari all’11,5%.
  • Altrettanto attrattivo per gli stranieri è il Centro, dove risiedono un milione 322mila individui (24,4% del totale) con un’incidenza dell’11,3%.
  • Più contenuta è la presenza di residenti stranieri nel Mezzogiorno, 941mila unità (17,3%), dove rappresentano appena il 4,8% della popolazione residente totale.

Cittadinanza e Demografia

Nel corso del 2024, 217mila cittadini stranieri hanno acquisito la cittadinanza italiana, in lieve aumento rispetto al 2023 (poco meno di 214mila). Nel 2023, rispetto al 2022, risulta stabile il numero di stranieri che ha acquisito la cittadinanza italiana (circa 214 mila).

Le acquisizioni più numerose riguardano cittadini di origine:

  • albanese (31mila)
  • marocchina (27mila)
  • rumena (circa 15mila)

Quest’ultima supera l’argentina nella classifica. Complessivamente, il 64% delle acquisizioni è concentrato in nove collettività.

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Rispetto all’anno precedente, calano le cittadinanze concesse ad argentini (-11%) e brasiliani (-10%), mentre aumentano quelle a favore dei cittadini del subcontinente indiano, in particolare India (+30%) e Bangladesh (+19%). Restano invece stabili i numeri per albanesi, marocchini, rumeni ed egiziani.

Rispetto all’anno precedente diminuisce, anche se lievemente, il peso percentuale degli stranieri in età 0-4 anni (era il 5,6% nel 2022, 5,2% nel 2023) e, più in generale, il peso della popolazione con meno di 18 anni (20,1% nel 2022, 19,6% nel 2023). Si registra anche tra i cittadini stranieri un progressivo aumento dell’età media, che passa dai 36,2 anni del 2022 ai 36,8 del 2023.

Aree di Provenienza

Quasi la metà degli stranieri censiti nel 2023 è di cittadinanza europea (46,2%), il 23,4% asiatica, il 22,7% africana e il 7,6% americana.

I cittadini stranieri residenti in Italia posseggono 194 nazionalità differenti, i due terzi (63,3%) delle quali concentrate entro i primi 10 Paesi esteri nella graduatoria per cittadinanza. La Romania si conferma il Paese di cittadinanza con il maggior numero di residenti (20,4% del totale), seguita a distanza dall’Albania e dal Marocco, come nel 2022 con un contingente pari al 7,9% e 7,8% della presenza straniera in Italia. Le collettività cinese (5,9% del totale) e ucraina (5,2%) si confermano la quarta e quinta per numero di individui, seguite da quelle di Bangladesh, India, Egitto, Pakistan e Filippine.

Si registra un aumento significativo di presenze rispetto al 2022 soprattutto per i cittadini del Bangladesh (+10,7%), del Pakistan (+10,5%), dell’Ucraina (+9,6) e dell‘Egitto (+9,3%), mentre le prime tre collettività registrano un lieve calo di presenze, pari al -0,8% tra i rumeni, al -0,1% tra gli albanesi e al -0,7% tra i marocchini.

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Cittadinanza Percentuale del Totale
Romania 20,4%
Albania 7,9%
Marocco 7,8%
Cina 5,9%
Ucraina 5,2%

Occupazione

Nella partecipazione al mercato del lavoro, permangono alcune differenze tra italiani e stranieri. Nel 2024, il tasso di occupazione degli stranieri (20-64 anni) è di poco inferiore a quello degli italiani autoctoni: rispettivamente, 66,2 per cento, a fronte del 67,2 per cento.

Tuttavia, rispetto al 2023, l’occupazione è cresciuta più intensamente per gli stranieri (+1,2 punti percentuali, rispetto a + 0,8 punti per gli autoctoni). Per entrambi i gruppi, la crescita dell’occupazione è maggiore tra le donne. Nel 2024, il tasso di disoccupazione scende al 6,1 per cento fra gli autoctoni e al 10,1 per cento fra gli stranieri, con un calo di intensità simile per entrambi i gruppi (rispettivamente 1,2 e 1,1 punti percentuali).

Nel 2024, il grado di istruzione degli stranieri è ancora inferiore a quello degli italiani, nonostante i miglioramenti degli ultimi anni. Il 48,1 per cento degli stranieri tra i 15 e i 64 anni di età ha conseguito al più la licenza media, rispetto al 34,5 per cento dei coetanei italiani; il 40,2 per cento ha un diploma di scuola superiore e l’11,6 per cento una laurea, a fronte, rispettivamente, del 44,8 per cento e del 20,7 per cento degli italiani nella stessa fascia d’età.

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