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Reddito di Cittadinanza e Requisiti per Stranieri in Italia

Il reddito di cittadinanza è una misura di reddito minimo garantito, ovvero una forma di sussidio che lo stato offre ai nuclei familiari indigenti. Da quando è stato introdotto con il decreto legge 4/2019, è diventato subito oggetto di molte critiche.

Oltre a essere una misura di tipo assistenzialistico, il reddito di cittadinanza sarebbe anche pensata per essere una politica attiva del lavoro per tentare un reinserimento occupazionale delle persone che lo percepiscono.

Requisiti di accesso per i cittadini stranieri

I cittadini stranieri possono accedere all’AdI solo in presenza di alcune condizioni:

  • Essere un cittadino europeo o un suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente.
  • Essere cittadino di paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.
  • Essere titolare dello status di protezione internazionale (asilo politico o protezione sussidiaria), di cui al D. Lgs. 19 novembre 2007, n.
  • Essere residente in Italia per almeno cinque anni, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo.

In primis, i migranti, a meno che non siano regolarmente residenti in Italia, non possono accedere al sussidio. In secondo luogo, il fatto che il reddito di cittadinanza ha delle modalità di accesso e che chi le viola, ad esempio falsificando i documenti, è perseguibile penalmente - il che vale ugualmente per gli stranieri e per gli italiani.

Requisiti di residenza

Vi sono poi requisiti di residenza. Essere residenti in Italia da almeno 10 anni presuppone innanzitutto che si sia in possesso di un permesso di soggiorno di lungo periodo, e quindi che ci si trovi in una situazione di regolarità.

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Specificamente, che si sia residenti in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 in maniera continuativa. Il che qualifica l’Italia come il paese Ue con il requisito di residenza più stringente. Secondo la valutazione recentemente condotta dal comitato scientifico, si tratta di un requisito eccessivamente severo.

Soprattutto considerato che solo a partire dal 2020, in seguito a una sentenza della corte costituzionale, è stato permesso a rifugiati e richiedenti asilo di iscriversi all’anagrafe già mentre la loro richiesta veniva analizzata.

Proprio per venire incontro a queste situazioni, il requisito di residenza è stato drasticamente abbassato - a due anni - nel caso del Rem, (reddito di emergenza). In linea di principio sarebbe opportuno trasferire questo criterio anche nel Rdc.

Eppure, nonostante le numerose difficoltà e iniquità del processo, alcune personalità del mondo politico hanno criticato la decisione di ridurre il tempo di residenza necessario per accedere al sussidio.

Come viene verificato il requisito della residenza decennale? Con circolare del 14 aprile 2020 n. L’attestazione come risultante dai registri anagrafici costituisce quindi una mera presunzione del luogo di residenza del destinatario superabile con altri “oggettivi ed univoci elementi di riscontro“ consentiti dall’ordinamento.

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Criticità e percezioni

Spesso nei fatti di cronaca a proposito delle indagini della guardia di finanza sui percettori di reddito di cittadinanza, si sottolinea quanti di questi sono cittadini extra-comunitari. Allo stesso tempo però gli stranieri sono una categoria fragile, e quindi questo tipo di narrativa può avere effetti negativi sulla percezione che la popolazione italiana ha di loro o esasperare tensioni sociali preesistenti.

Alcuni gruppi, o individui, possono essere più vulnerabili di altri alle critiche. A maggior ragione se a esprimersi in questo modo sono persone di grande visibilità pubblica e se lo fanno online, dove l’effetto risulta amplificato e gli utenti possono reagire con un senso di impunità.

Un discorso che assume toni accusatori e anche degradanti per chi percepisce il reddito di cittadinanza, sottintendendo che il sussidio venga loro regalato.

Dati statistici

Stando all’ultimo aggiornamento dell’istituto nazionale della previdenza sociale (Inps) pubblicato a gennaio 2022 e relativo al mese di dicembre dell’anno precedente, erano circa 1,2 milioni i nuclei familiari beneficiari di Rdc in Italia. Mediamente, i cittadini stranieri ricevono importi medi inferiori rispetto agli italiani, probabilmente a causa delle discriminazioni esistenti rispetto alle famiglie numerose, che risultano meno coperte e che sono più frequenti tra i cittadini stranieri.

Tra 2019 e 2021 per i cittadini italiani l'importo medio mensile del reddito di cittadinanza è aumentato del 9,3%, passando da 537 a 587 euro. Ciononostante, gli importi per questi ultimi continuano ad essere inferiori rispetto a quelli erogati agli italiani.

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Gli stranieri, comunitari e non, costituiscono poco più dell'8% della popolazione italiana. Con “persone a rischio povertà” Istat intende chi percepisce un reddito equivalente inferiore o pari al 60% del reddito equivalente mediano sul totale delle persone residenti.

La quota di persone considerate a rischio povertà, che tra i cittadini italiani è pari al 18,9% del totale, sale al 24,2% per i cittadini comunitari e al 36% nel caso degli extra-comunitari. Secondo questi criteri, il 6,8% degli italiani si trova in condizioni di grave deprivazione materiale. Un dato che sale al 9,5% nel caso degli europei e al 15,4% dei cittadini extra-comunitari.

Mentre se analizziamo i dati sull'intensità lavorativa, intesa come bassa frequenza di mesi lavorati in un anno, questa è una condizione che interessa appena il 6,4% degli stranieri comunitari e il 5,1% degli extra-comunitari. Nel caso degli italiani invece la cifra sale al 10,5%, ovvero il doppio rispetto a questi ultimi. Il rapporto appare dunque ribaltato.

Tabella: Indicatori di disagio economico per cittadinanza

Indicatore Italiani Comunitari Extra-comunitari
Rischio povertà 18,9% 24,2% 36%
Grave deprivazione materiale 6,8% 9,5% 15,4%
Bassa intensità lavorativa 10,5% 6,4% 5,1%

Irregolarità e controlli

Le operazioni condotte dalla guardia di finanza nel corso del 2020 hanno portato all'identificazione di alcune migliaia di persone che hanno riscosso, o richiesto senza riscuotere, un totale di circa 63 milioni di euro (di cui 13 milioni non riscossi). Spesso, secondo la guardia di finanza, si tratta di mafiosi o evasori, che approfittano del reddito non avendone bisogno.

Allo stesso modo, chi non comunica in tempo utile delle variazioni del reddito o del patrimonio, anche se provenienti da attivita' irregolari, nonche' di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio è punito con la reclusione da uno a tre anni.

Informazioni utili

Dal 6 marzo 2019 è possibile richiedere il Reddito di cittadinanza.

Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.redditodicittadinanza.gov.it o possono essere richieste tramite l’URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico) online. Per la verifica delle domande è invece disponibile il servizio online sul portale INPS, che può essere utilizzato previa autenticazione tramite PIN, Carta Nazionale dei Servizi (CNS) o Sistema Pubblico Identità Digitale (SPID).

Questo obbligo è stato eliminato (vedi Decreto del MLPS del 21 ottobre 2019 ), dal momento che si è ritenuto che non esistesse nessuna possibilità di disporre di informazioni circa il patrimonio mobiliare nei vari Paesi del mondo e che invece, per quanto concerne il patrimonio immobiliare, gli unici Paesi che possono produrre la suddetta documentazione sono contenuti in un elenco facente capo alla raccolta dati della Banca Mondiale e sono: Bhutan; Repubblica di Corea; Repubblica di Figi; Giappone; Hong Kong; Islanda; Kosovo; Kirghizistan; Kuwait; Malaysia; Nuova Zelanda; Qatar; Ruanda; S. Marino; Santa Lucia; Singapore; Svizzera; Taiwan Regno di Tonga.

Assegno di Inclusione

L’Assegno di Inclusione è una nuova misura di sostegno economico e di inclusione socio-lavorativa riconosciuta a partire dal 1 gennaio 2024.

Questione Europea

Due cittadine extracomunitarie vengono accusate di aver falsamente attestato di soddisfare il requisito della residenza almeno decennale in Italia, al fine di ottenere il reddito di cittadinanza. Il Tribunale di Napoli, investito della questione, mediante un rinvio pregiudiziale, chiede alla CGUE se tale requisito sia conforme o meno alla Direttiva sui cittadini di paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo in uno Stato membro.

La Corte di Giustizia rileva, preliminarmente, che la Direttiva in questione prevede che un cittadino di un Paese terzo può ottenere lo status di soggiornante di lungo periodo i uno Stato membro trascorso un lasso temporale di cinque anni ininterrotti. Dunque, continua la sentenza, uno Stato membro non può prorogare il periodo di soggiorno richiesto dalla Direttiva per concedere ai cittadini di un Paese terzo l’accesso ad una prestazione sociale.

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