Albergo Atene Riccione

 

Uomo di Mondeval: Scoperte e Significato

Contrariamente a quanto si pensa, le Dolomiti non sono state refrattarie all'insediamento umano nei secoli e millenni trascorsi. Lo testimoniano i numerosi siti archeologici che ci hanno restituito istantanee della vita dei nostri predecessori nella Preistoria e Protostoria.

Ovviamente non si sta parlando di insediamenti a quote troppo elevate. Tracce di cacciatori-raccoglitori sono state scoperte all’Alpe di Siusi (Mont Sëuc in ladino, Seiser Alm in tedesco), sull’Alpe di Resciesa (nel parco naturale “Puez-Odle”), al Passo Sella (Jëuf de Sela in ladino, Sellajoch in tedesco, 2.240 metri slm), al Passo Gardena (Ju de Frara in ladino “badioto”, Jëuf de Frea in ladino gardenese, Grödner Joch in tedesco, 2.121 metri slm.) e alla funivia del Passo Pordoi.

La Scoperta a Mondeval de Sora

Nel 1985, il professor Vittorino Cazzetta scoprì presso Mondeval de Sora (2.150 metri di altitudine, comune di San Vito di Cadore), sotto un masso erratico, uno dei più interessanti siti paleontologici mai rinvenuti sulle Dolomiti.

Dal 1986 al 2000 sul sito vennero condotte ben 15 campagne di scavo coordinate dal prof. Antonio Guerreschi, docente di Paletnologia dell’Università di Ferrara, che grazie ai reperti rinvenuti, hanno permesso di gettare nuova luce sulla preistoria alpina. Si trattava dello scheletro completo di un cacciatore preistorico del Mesolitico, poi denominato “Uomo del Mondeval”, inumato assieme a numerosi oggetti di corredo.

Chi era l'Uomo di Mondeval?

L'Uomo di Mondeval era un cacciatore preistorico del Mesolitico, vissuto circa 7.500 anni fa. La sua sepoltura rappresenta una tappa fondamentale nella storia dell'uomo. Il suo scheletro completo è stato trovato insieme a numerosi oggetti di corredo, che hanno fornito preziose informazioni sulla sua vita e sulle pratiche funerarie dell'epoca.

Leggi anche: Consigli per l'acquisto del beauty case da viaggio maschile

I Reti e le Dolomiti

L'inizio di insediamenti stabili nelle vallate dolomitiche, a quote progressivamente più elevate può essere datato a 3.500 anni fa, periodo che corrisponde all’Età del Rame ed in cui ci fu un ulteriore generale miglioramento delle condizioni climatiche. È probabile che proprio in questo lasso temporale (e nella successiva Età del Bronzo, 2.000-850 a.C., circa) si formarono culturalmente quelle Genti che verranno successivamente chiamate “Reti”.

Quando le Legioni aquilifere di Roma giunsero nelle Dolomiti cozzarono contro questi Reti. Ovviamente, all’epoca quelle splendide montagne non si chiamavano così. Prendono infatti il nome dalla roccia "Dolomia", che deve la propria denominazione al geologo francese Déodat de Dolomieu (1750-1801) che per primo la studiò.

I Reti resistettero il più possibile alla pressione romana. Diversi storici Latini pur descrivendo i Reti come barbari, li descrivono come gente coraggiosa, valorosa, leale ed ospitale con gli amici. E pure come forti bevitori.

Homo Selvaticus e il Salvan

L’Homo Selvaticus dolomitico, il Salvan, vive nei boschi e sulle montagne più elevate, in un mondo ai limiti del consorzio umano perché è lui stesso che se n’è allontanato. Un Uomo come eravamo noi e come non lo saremo mai più. Forse il risultato, scomparso, di una vera evoluzione. La dimostrazione che poteva andare in un altro modo… delle cose che avrebbero potuto essere e che non sono state.

Il Museo Civico Vittorino Cazzetta

Le prime tracce di presenza umana in Val Fiorentina risalgono alla preistoria nel periodo Mesolitico di cui sono stati ritrovati importanti reperti come la sepoltura dell’Uomo di Mondeval di 7500 anni fa, custodita nel rinnovato “Museo Civico Vittorino Cazzetta” di Selva di Cadore.

Leggi anche: Caratteristiche e materiali degli zaini da uomo

Le vetrine espositive presentano una ricca documentazione di questo passaggio fondamentale dalla vita nomade a quella stanziale, mostrando come questi antichi pastori raggiungessero i pascoli d'alta quota durante la stagione estiva seguendo probabilmente le valli del Cordevole e della Val Fiorentina. Il percorso prosegue attraverso le epoche successive, illustrando la continuità dell'uso del territorio montano: dalle tracce degli allevatori dell'Età del Bronzo rinvenute a Mondeval, alla straordinaria stele paleoveneta del Monte Pore, scoperta nel 1866 e dal significato ancora dibattuto tra gli studiosi, che potrebbe rappresentare un cippo di confine tra popolazioni venetiche e retiche. Di particolare rilevanza è la documentazione dell'epoca romana, quando questo territorio entrò a far parte dell'organizzazione amministrativa dell'Impero. I calchi delle tre iscrizioni rupestri del Monte Civetta documentano l'antico confine tra i territori dei municipi romani di Bellunum (Belluno) e Iulium Carnicum (l'attuale Zuglio, in provincia di Udine).

Attività Didattiche al Museo

Il museo offre diverse attività didattiche per bambini e ragazzi, tra cui:

  • Ricostruzione dello scheletro e del corredo dell'Uomo di Mondeval.
  • Laboratorio di scavo archeologico.
  • Laboratorio sui fossili delle Dolomiti.
  • Attività per comprendere come si sono formate le impronte del Pelmetto.

Il Contesto Geologico

Le Dolomiti sono molto interessanti dal punto di vista geologico. La formazione a strati delle rocce è un fenomeno che può essere visto su quasi tutte le montagne che compongono le Dolomiti. La nascita delle Dolomiti è avvenuta lungo un periodo geologico durato milioni di anni. Quelle che oggi sono le vette delle montagne formavano le isole. Gli agenti atmosferici modellarono la roccia dolomitica, trasformando un fondale tropicale nello splendido panorama che conosciamo oggi.

Leggi anche: Modelli di Bici da Viaggio Uomo

TAG: #Escursioni

Più utile per te: