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Val d'Enza: un Viaggio tra Storia, Natura e Castelli

Nel cuore dei colli reggiani, si estende la Val d'Enza, una destinazione turistica ricca di fascino, nota per le sue bellezze architettoniche e paesaggistiche, il suo patrimonio storico-culturale e i suoi itinerari naturalistici.

Canossa: Un Viaggio nel Tempo

Il territorio accoglie i turisti nelle Terre Matildiche, offrendo un viaggio nel tempo fino al Medioevo. Questo luogo suggestivo permette di esplorare la zona pedecollinare dell’Appennino reggiano, che comprende le province di Reggio Emilia e Parma.

Canossa si compone di numerose frazioni e vanta monumenti storico-militari di grande interesse:

  • I Ruderi del Castello di Canossa
  • Il Castello di Rossena
  • L’antico borgo medievale di Votigno
  • Gli scavi archeologici di Luceria

Per quanto riguarda le bellezze naturalistiche, meritano una visita:

  • Il Sentiero Matilde di Canossa
  • La Riserva naturale Rupe di Campotrera

Non mancano i monumenti religiosi, tra cui la Chiesa di San Martino Vescovo a Ciano e la Chiesa di Sant’Apollonio.

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Il Castello di Canossa: Simbolo di Potenza Medievale

Oggi del Castello di Canossa rimangono le parti restanti, dopo numerosi episodi di disgregazione del terreno nei secoli. Dalle alture dell’Appennino reggiano, emergono da una rupe i resti della fortezza medievale, dimora della contessa Matilde di Canossa, vissuta nel periodo delle lotte per le investiture.

Matilde di Canossa è un personaggio conosciuto nella storia a sostegno del papato, in guerra contro l’impero per la conquista del potere assoluto. Edificato intorno al 940 per opera del longobardo Azzo Adalberto, viene utilizzato come mezzo difensivo durante le battaglie per il dominio dell’intero territorio e vi si rifugia Adelaide, consorte del re d’Italia Lotario I.

Dopo diverse ricostruzioni nel tempo, in seguito a degli studi archeologici nel castello sono rinvenuti antichi reperti. Nel 1878 il Governo italiano acquista il castello di Canossa, riconosciuto Monumento Nazionale. Il Museo Nazionale Naborre Campanini custodisce i ritrovamenti degli scavi archeologici, con molte mostre.

Si tratta di una roccaforte di grande valore architettonico e rimasto integro nel tempo, sono stati effettuati dei restauri nel 1999, soltanto per l’esterno e le stanze. Oggi al suo interno vi è un ostello in cui i turisti possono pernottare ed è anche luogo di convegni e cerimonie. Le bellezze paesaggistiche che lo circondano e le sue ricchezze storiche lo rendono una destinazione suggestiva.

Castello di Rossena: Fortezza Medievale

Nel 960 il Castello di Rossena venne edificato dal conte Adalberto Atto, che era il bisnonno della contessa Matilde. La costruzione fu studiata dai condottieri medievali più meritevoli, abituati a progettare le tecniche militari di guerra, al fine di rendere il castello sicuro.

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Il maniero rimane in parte isolato ed è composto da passaggi segreti ancora oggi inesplorati. Rimane a Vedriano ed è parte di un complesso strutturale contenente la canonica, la torre campanaria ed un edificio. Nel 1230 risulta essere una delle cappelle che dipendevano dalla Chiesa di Bazzano e solo dal XX secolo ne viene risistemata la facciata. La muratura portante e gli archi a soffitto sono realizzati in sasso con le pietre del territorio. Le pavimentazioni sono in cotto, con un rinnovamento che risale alla seconda parte del Novecento.

Sentiero Matilde: Un Percorso nella Storia e nella Natura

Nel centro dell’Appennino emiliano si trova il Sentiero Matilde, che offre ai turisti la possibilità di scegliere tra percorsi a piedi, in bicicletta oppure a cavallo, tra itinerari naturalistici, culturali ed enogastronomici. L’intero territorio conserva i sapori antichi, accogliendo i vacanzieri in un’esperienza indimenticabile.

La figura della contessa emerge a tal punto, che lascia trasparire oltre al suo potere che ha ricoperto in passato, anche la forza ed il coraggio che la distinguevano a quei tempi. L’itinerario inizia da Ciano d’Enza ai Castelli di Rossena e Canossa fino a Marola, dove si trovano l’Abbazia ed i castagneti plurisecolari.

Durante i viaggi i turisti scoprono roccaforti, chiese, minareti e villaggi che sono stati rinforzati nel Medioevo, quando ancora appartenevano alla contessa. Attraverso i castelli di Rossena, Canossa, Sarzano e Carpineti, il percorso si dirigeva verso il crinale al Passo delle Forbici, attraverso la “via delle Scalelle”, per poi scendere verso i possedimenti toscani.

Luceria: Un Punto d'Incontro tra Culture

Situata nel borgo di Canossa, Luceria rappresentava all’epoca della Gallia Cispadana un punto di incontro tra gli scambi commerciali. A fine Settecento i duchi Farnese di Parma finanziarono degli scavi, con l’intento di recuperare dei reperti antichi.

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Nella seconda metà dell’800, Don Gaetano Chierici dispose delle ricerche approfondite e vennero ritrovate 19 tombe, che testimoniano la fusione culturale tra i popoli romani e liguri nel I secolo a.C. Gli scavi più recenti sono avvenuti dal 1983 al 2008, con ritrovamenti dell’antico borgo, in cui i Romani si sono stanziati in un luogo già popolato, dove prevaleva la cultura ligure.

Altri Castelli e Fortezze nella Val d'Enza

Oltre a Canossa e Rossena, la Val d'Enza offre una serie di altri castelli e fortezze che meritano una visita:

  1. Castello di Montechiarugolo: Originario del XII secolo, marca il confine tra le province di Parma e Reggio Emilia.
  2. Rocca di San Polo d’Enza: Porta di accesso alle terre di Matilde di Canossa, l’ingresso al borgo medievale testimonia la storia del paese, ancora in parte murato e sorto intorno al suo castello.
  3. Castello di Bianello: Su quattro colli, altrettante fortezze proteggevano il feudo; oggi solo Bianello rimane ben conservato.
  4. Castello di Carpineti: Appartenuta nell’XI secolo a Bonifacio di Canossa, due secoli dopo la fortezza passò ai Da Correggio.
  5. Castello di Sarzano: Il tipico castello matildico, uno dei castelli principali del sistema difensivo dei Canossa.
  6. Castello di Castellarano: Uno dei borghi fortificati più interessanti della zona, grazie al suo centro storico perfettamente conservato.

La Pietra di Bismantova

La suggestiva montagna, lunga un chilometro, larga 240 metri e alta 300 sull’altopiano che le fa da base, ha una forma caratteristica che la rende quasi lunare, stagliata su un paesaggio pianeggiante, fra i colli reggiani. Dante la ricorda nei suoi versi paragonandola ala montagna del Purgatorio. L’area fu abitata fin dai tempi antichissimi, come dimostrano i ritrovamenti archeologici. In seguito fu fortilizio romano e bizantino, mentre oggi è meta di escursionisti e rocciatori perchè si tratta di un altipiano stretto e dalle pareti di roccia molto scoscese.

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