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Viaggi dei Pirati: Storia e Leggende

“Dritto alla meta e conquista la preda!” diceva Capitan Jack Sparrow nel film sui pirati più famoso degli ultimi tempi, I Pirati dei Caraibi, che certamente avrete già visto in famiglia almeno una volta. La parola “pirata” evoca immagini di figure avvolte nel mistero, spesso dipinte come criminali spietati o romantici avventurieri. Ma chi erano veramente i pirati? Il mio viaggio di oggi mi porterà ad esplorare il mondo affascinante dei pirati, dalle loro origini e storia, alle leggende sui tesori nascosti e alle mappe che ne svelano la posizione.

Origini e Storia della Pirateria

L’origine dei pirati e delle loro attività piratesche risalgono all’antichità, in quanto già documentata nell'Egitto dei faraoni. Una tavoletta d’argilla antica, venerata come un vero e proprio documento storico, rivela che l’incubo dei pirati solcava i mari già nel lontano 1350 a.C. La parola “pirata” sembra essere comparsa per la prima volta nel II secolo a.C., grazie allo storico romano Polibio. Proprio il Mediterraneo, attorno al I secolo a.C., divenne il terreno di caccia prediletto di questi audaci predoni.

Da dove sono nati i pirati? Erano uomini e donne che, per diversi motivi, si sono trovati a vivere ai margini della società. Alcuni erano ex marinai, altri fuggiaschi o emarginati che cercavano una nuova vita. Le ciurme piratesche, nel corso dei secoli, hanno accolto a bordo personaggi di ogni sorta, alcuni più noti, altri meno, ma tutti accomunati da un’aura di mistero e avventura che continua ad affascinare grandi e piccini.

  • I pirati Cretesi, nati intorno al 1000 a.C.
  • Nel 75 a.C.
  • Verso il 1200 d.C.
  • Intorno al 1700 d.C. fecero la loro apparizione i Pirati dei Caraibi, che miravano alle navi britanniche.

La pirateria, un tempo, non era sinonimo di viltà o infamia, bensì un’arte audace, una prova di coraggio e abilità marinaresca. Diventare un pirata stimato, un capitano rinomato, richiedeva anni di esperienza, astuzia e valore in battaglia. Certo, queste battaglie lasciavano dietro di sé una scia di dolore, con navi distrutte e vite spezzate.

Pirati Famosi

Tra i pirati più noti della storia, spiccano figure leggendarie come:

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  • Edward Teach, detto “Barbanera“: il più conosciuto ed il più temuto di tutti. Uomo dai lunghi capelli inceneriti a causa delle micce fumanti che posizionava in testa. Divenne famoso per il suo stile di affrontare le battaglie con spade, coltelli e pistole. Capitano di una grande flotta di navi e tanti uomini al suo servizio. La sua bevanda preferita era il Rum miscelato con polvere da sparo.
  • Anne Bonny: donna irlandese che, scappando da un matrimonio fallito, incontrò il capitano “Calico Jack” Rackham. Assumendo un comportamento alquanto mascolino si fece apprezzare e obbedire dalla ciurma.
  • Sir Henry Morgan: capitano di una flotta giamaicana. Il suo risultato più grande fu quello di invadere Panama con 1200 uomini distribuiti in 30 navi.
  • Bartolomeo Roberts (Black Bart): diventò pirata per causa di forma maggiore trovandosi coinvolto in una nave catturata. Era un uomo di forte temperamento carismatico e decisionale che portò a termine grandiosi saccheggi.
  • HENRY Every (Long Ben): pirata che risale al 1653. Era un predatore che frequentava le zone del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano.
  • Sir Francis Drake: britannico, al quale la regina Elisabetta I diede il soprannome di ”baronetto”. Pirata che puntava a navi spagnole.
  • William Kidd: iniziò la sua pirateria con una serie di sfortunati eventi e continui fallimenti fino a quando un giorno riuscì ad entrare in possesso di un preziosissimo tesoro che trasportava una nave della Compagnia delle Indie. Per tenerlo al sicuro lo nascose sotto terra in un’isola, senza farne parola con nessuno.
  • Ching Shih: bellissima donna cinese che prese il posto di comandante, alla morte del marito, e riuscì a gestire il comando di 80.000 uomini con 1500 navi.
  • Francois l’Olonnais: ricordato come il più crudele dei pirati. Invadeva il golfo del Venezuela. Si dice che oltre ad accumulare beni sembrava torturasse i prigionieri, anche togliendo il cuore.

Le Navi dei Pirati

Inizialmente, le navi dei pirati non disponevano sempre di grandi armate di cannoni. Si adattavano con ciò che trovavano: navi militari o mercantili catturate, piccole imbarcazioni, perfino barche, canoe e zattere di fortuna. Le navi vichinghe, in particolare, erano tra le più temute per la loro velocità e agilità, caratteristiche che le rendevano superiori a molte altre imbarcazioni dell’epoca. Le navi pirata, inoltre, diventavano spesso dei veri e propri microcosmi galleggianti, con regole e codici di condotta propri, e un forte senso di solidarietà tra i membri dell’equipaggio.

Quando una nave veniva abbordata e conquistata, i pirati si preoccupavano di modificarla per renderla più adatta alle loro esigenze. Aggiungevano cannoni e armi, ma anche elementi di confort per affrontare al meglio le lunghe navigazioni.

Mappe del Tesoro e Tesori Nascosti

Le mappe del tesoro dei pirati sono entrate nell’immaginario collettivo grazie a racconti, leggende e opere letterarie. Nella realtà, i casi di mappe del tesoro create dai pirati sono piuttosto rari. Quando una ciurma di pirati accumulava un bottino considerevole, spesso lo seppelliva in un luogo sicuro e nascosto. Nacque così l’esigenza di creare mappe del tesoro.

Queste mappe erano solitamente disegnate a mano su pergamene o carta, e segnate con una croce o una “X” per indicare il punto esatto in cui scavare per trovare il tesoro. La credenza che i pirati fossero soliti creare mappe per nascondere i loro tesori è in gran parte legata alla figura di William Kidd. Recenti ricerche suggeriscono che parte di questo tesoro sia stato rinvenuto sulle coste tra l’Africa e il Madagascar.

Il tesoro recuperato finora consiste in un lingotto d’argento di circa 50 kg, recante delle incisioni che sembrano collegarlo a William Kidd. Attualmente, il lingotto è custodito presso delle autorità specializzate che lo analizzeranno per accertarne l’autenticità e confermare se appartiene effettivamente al famoso capitano.

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L'Abbigliamento e gli Oggetti Iconici dei Pirati

La figura del pirata è da sempre avvolta in un alone di mistero e avventura, con un abbigliamento iconico che lo contraddistingue: la benda sull’occhio, i grandi orecchini, l’immancabile bottiglia di rum e armi di ogni genere. Contrariamente a quanto si possa pensare, la benda sull’occhio non era sempre il risultato di una ferita di battaglia. Spesso, veniva utilizzata per proteggere almeno un occhio durante i combattimenti, ma anche per abituarsi al cambiamento di luce quando i pirati salivano o scendevano rapidamente dalla sottocoperta.

I grandi orecchini che i pirati indossavano non erano solo un accessorio di bellezza. In caso di forti rumori di cannoni durante i combattimenti, potevano essere utilizzati per tapparsi le orecchie, proteggendo così l’udito. Inoltre, gli orecchini avevano un significato simbolico molto forte: spesso, vi veniva inciso il luogo dove il pirata desiderava essere sepolto. Il rum era una bevanda molto popolare tra i pirati. A volte, veniva miscelato con acqua per renderla più potabile e prevenire malattie.

Il Jolly Roger è la bandiera pirata più famosa e riconoscibile. La versione originale, di colore nero, raffigura un teschio e due ossa incrociate. Nel corso del tempo, sono state create diverse varianti, con l’aggiunta di demoni, scheletri e altri simboli. Il colore nero aveva un significato preciso: era un avvertimento al nemico di ritirarsi prima dello scontro, se voleva avere salva la vita.

Se l’avvertimento non veniva ascoltato, i pirati issavano una bandiera rossa, che segnalava l’inizio dell’assalto e la volontà di combattere fino alla morte. Il nome Jolly Roger, invece, sembra derivi dal termine francese “Jolie Rouge”, che significa “bel rosso”, in riferimento al colore della bandiera di battaglia. Tuttavia, nel linguaggio piratesco, Jolly Roger divenne sinonimo di “morte certa”.

Leggende e Misteri

Molte sono le leggende legate al popolo dei Pirati che spesso si imbattono in vascelli misteriosi che appaiono dal nulla, figure di spettri che si presentano nella notte, nubifragi improvvisi in mezzo ad una nebbia insolita, e non solo. Conosci storie o leggende sui pirati, oppure sai dove hanno nascosto i loro tesori?

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I Pirati e le Isole Canarie

A poca distanza dall'Italia ci soo le isole Canarie, luoghi prediletti dai pirati e dai corsari. Storie antiche, leggende, addirittura miti. Nomi altisonanti che si trovano solo nei libri di avventure d'altri tempi. Questo arcipelago della Spagna, infatti, trovandosi sulle rotte verso il Nuovo Mondo, è stato un attracco fondamentale per imbarcazioni cariche di tesori che viaggiavano tra l’Europa e le Americhe: un ricco bottino che attirò pirati e corsari per razziare le navi e assaltare i porti frequentati da marinai e mercanti. Mentre i pirati agivano al di fuori delle leggi del mare, ponendosi al di sopra di qualsiasi autorità, attaccando così tutti i tipi di navi, indipendentemente dalle bandiere, i corsari invece compivano le proprie azioni “al soldo” di qualche monarca, ed erano quindi autorizzati da un documento (la “lettera di corsa”) che concedeva il permesso di assaltare le navi e i porti dei paesi nemici.

Tra i nomi che ancora oggi si ricordano c’è il francese François Le Clerc, soprannominato “Pata de Palo” (ossia “Gamba di legno”), che saccheggiò e bruciò Santa Cruz de La Palma nel 1553, e Juan Capdevila, che devastò San Sebastián de La Gomera nel 1571. Alla fine del XVI secolo, Filippo II di Spagna incaricò l'ingegnere italiano Leonardo Torriani di visitare le isole per informarlo del loro stato difensivo e progettare fortificazioni adeguate dei porti.

Quando si parla di storie di pirati, non si sa mai dove finisce la storia e dove inizia la leggenda. Per esempio, si possono visitare le Grotte di Ajuy a Fuerteventura, nei pressi dell’omonima e tranquilla spiaggia paradisiaca. La leggenda vuole che i pirati che un tempo saccheggiarono le isole usassero alcune grotte come rifugio per nascondere il frutto delle scorrerie, come le Grotte di Ajuy a Fuerteventura. Per diversi secoli il Porto di Ajuy fu uno dei porti più importanti delle Canarie, e questi nascondigli erano una base perfetta per chi intendeva compiere una razzia.

A Masca, sull’isola di Tenerife, la leggenda dice vivesse il pirata “Testa di cane”. Invece, a Lanzarote, la Cueva de los Verdes, il tunnel scavato dalla lava dopo l'eruzione del vulcano Corona circa 4000 anni fa, era il rifugio dalla popolazione contro i pirati barbareschi del Nord Africa durante i secoli XVI e XVII.

La storia dei pirati è talmente presente nelle leggende tradizionali delle Isole Canarie che sono molte le occasioni in cui si ricordano quei secoli, e le gesta dei corsari e di chi tentava di catturarli. A La Palma, ad esempio, ad agosto si celebra la cacciata del temibile François Le Clerc, in arte “gamba di legno”, nel più classico dell’immaginario piratesco. Gli abitanti dell’isola i riuniscono nelle strade della capitale per ricreare fedelmente la battaglia in cui il pirata tentò invano di conquistare Santa Cruz de La Palma, assediandola per una settimana.

A Santa Cruz de Tenerife le truppe spagnole ogni estate scendono in piazza per affrontare l'ammiraglio Horacio Nelson e la marina britannica, attraverso un'attenta messa in scena storica negli stessi luoghi dove oltre due secoli fa, nel 1797, il soldato britannico perse un braccio. Fuerteventura era un’isola ambita dai pirati. Gli abitanti di Tuineje, villaggio nell’entroterra, sconfissero armati di soli bastoni e pietre i corsari inglesi.

Ed ecco dunque che oltre alle bellissime spiagge delle Canarie perfette per le vacanze in famiglia, si nascondono anche tantissime storie piratesche che possono trasformare una vacanza in un’avventura divertente. Per completare la magia di un’avventura da pirati alle Canarie, non vi resta che portare i bambini in gita su una barca a tema.

Non solo pirati: le isole Canarie sono ricchissime di storie e leggende che intratterranno i più piccoli durante una vacanza. Sull’isola di Tenerife, per esempio, c’è la leggenda del Guayota, il demone che rapì per gelosia il Dio del Sole, Magec, e lo intrappolò nel vulcano El Teide, simbolo dell’isola, facendo precipitare il mondo nelle tenebre. Infine, come non citare, tornando alle leggende piratesche, quella dell’Isola che non c’è?

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