Viaggiare nel Medioevo: Realtà e Stereotipi
Tra gli stereotipi, in genere falsi, che dipingono il Medioevo come un periodo buio e arretrato, si trova l'idea dell'immobilità, un periodo in cui le genti prive di particolari mezzi nascevano e vivevano negli stessi luoghi per tutta la vita, quando la realtà fu ben diversa.
Invece, è ormai cosa riconosciuta, che il viaggio fosse una parte importante e indispensabile nella vita degli uomini di quell'epoca in necessità di spostarsi, talvolta anche per grandi distanze, di certo non rimanendo bloccati nel proprio luogo d'origine. Certo gli spostamenti erano più lenti ma l'intera società era "in movimento".
Le Strade e i Mezzi di Trasporto
Le strade erano effettivamente peggiorate rispetto a quelle presenti durante l'Impero Romano, rivelandosi spesso soltanto sentieri sterrati e polverosi, difficili se non impossibili da percorrere con un carro (mezzo per altro non efficaci e diffusi). Per questo i viaggi erano effettuati a piedi, o se si era abbastanza ricchi a dorso di mulo o cavallo. I carri diventeranno più presenti solo a partire dal Rinascimento.
Se muoversi via terra era possibile, diverso era l'idea di affrontare un viaggio via mare. Le vie marittime erano un vero e proprio ostacolo, tanto per la difficoltà quanto per il pericolo, infatti furono sfruttate solo quando non c'era alternativa. Risultano quindi poco utilizzate fino all'invenzione delle vele mobili nel XIV secolo, che resero più facili e fattibili i viaggi in mare.
Le Motivazioni del Viaggio
A mettersi in viaggio, erano le persone più disparate, ognuna con le proprie motivazioni, in genere di origine commerciale, militare o religiosa. I contadini si spostavano verso terre più adatte alla coltivazione, i nobili per muovere guerra e conquistare, i pellegrini per raggiungere le mete del proprio pellegrinaggio e le persone appartenenti al clero per arrivare nelle varie chiese o monasteri.
Leggi anche: Tempo di Viaggiare: la guida
I Contadini
I contadini usavano solo concimi naturali, quindi lasciavano riposare i terreni già sfruttati anche per lunghi periodi, utilizzando un sistema di coltivazione a rotazione periodica. Motivo per cui interi villaggi Medioevali vedevano i contadini svegliarsi di buon mattino per poi andare a lavorare in campi lontani anche diversi chilometri. Tanto lungo poteva essere lo spostamento, che non sempre potevano rientrare la sera, finendo per dormire in capanne improvvisate per la notte. Lo stesso valeva per i contadini al soldi dei signori, le cui terre di cui si dovevano occupare potevano risultare ben distanti.
I Mercanti
I mercanti sono stati tra coloro che compivano i viaggi più lunghi, allo scopo di vendere merci agricole o manufatti prodotti da artigiani, affrontando tutti gli ostacoli della strada e i pericoli ad essa associati. In linea di massima i mercanti soggiornavano all’interno di pensioni a pagamento o taverne, anche se per un certo periodo a partire dall'anno Mille furono ben presenti anche i fondaci, luoghi utilizzati per trovare riparo ma anche per depositare le proprie merci, come magazzini.
I Nobili
I nobili si spostavano invece per la caccia e per distanze ben maggiori per la guerra. Sia i signori feudali che i nobili al loro servizio (e i mercenari assoldati) si muovevano per portare guerra alle terre confinanti, quanto a regni lontani, fino a coloro che intraprendevano i lunghi viaggi delle Crociate. Anche durante la pace, i sovrani si muovevano con le loro corti all'interno dei propri terreni, per vivere al meglio i cambi stagionali, visitare sottoposti e alleati e reperire i necessari approvvigionamenti.
Uomini e Donne Religiosi
Per quanto riguarda uomini e donne religiosi le figure e le motivazioni potevano essere le più disparate. Molti ecclesiastici avevano la necessità di spostarsi tra chiese e monasteri, in cui poter studiare e pregare. I pellegrinaggi verso luoghi sacri erano compiuti da persone umili quanto da alte cariche religiose, e i viaggi potevano essere tanto lunghi da durare mesi o addirittura anni.
Spesso verso le stesse mete delle Crociate si muovevano anche i pellegrini: uomini e donne in abito da penitente e armati di bordone (il bastone per il cammino) che percorrevano lunghe distanze a piedi, affrontando pericoli e privazioni dirigendosi verso Gerusalemme, Roma, Santiago de Compostela.
Leggi anche: Le migliori destinazioni per ottobre
Ospitalità e Pericoli
Proprio a causa dei numerosi spostamenti, proprio nel medioevo fioriscono tabernae (taverne e osterie) ed hospitia, luoghi di stampo religioso, dedicati all’accoglienza di pellegrini e di coloro che vivevano in condizioni economiche precarie.
I pericoli della strada erano molti, da quelli atmosferici, agli animali selvatici fino ai banditi. Per questo i monasteri mettevano a disposizione giacigli e cibo per i viandanti, e sorsero anche vari luoghi di accoglienza per aiutare ad affrontare tali ostacoli e offrire ristoro, a volte a titolo gratuito a volte a pagamento. Inoltre, lungo le vie di comunicazione più trafficate, soprattutto nei periodi più caldi dell’anno, venivano attrezzate delle capanne, strutture temporanee in cui si offriva cibo e vino.
La società cristiana medievale concretizzò questi ideali in una rete di strutture ecclesiastiche che assicuravano alloggio e ristoro ai viaggiatori, come previsto dalle regole monastiche che prescrivevano la realizzazione all’interno dei monasteri di uno xenodochium, cioè di locali per l’ospitalità gratuita dei forestieri.
La Percezione del Viaggio nel Medioevo
Nell’immaginario collettivo il Medioevo compare come un’epoca “statica”, in cui viene meno quel movimento di persone, merci e idee che aveva caratterizzato l’epoca antica, in generale, e la civiltà romana, in particolare. Viceversa il Medioevo - l’età delle selve e delle economie chiuse - viene spesso rappresentato come un’epoca opposta alla nostra, soprattutto dal punto di vista della mobilità delle persone, dei commerci e della cultura.
Nonostante gli studi innovativi sulla società medievale apparsi nel corso del Novecento, permane l’immagine dei “secoli bui”. Certamente le invasioni dei barbari e la fine del mondo romano influirono negativamente sul movimento di uomini e cose e le vie di comunicazione divennero sempre più insicure. I ponti, senza più manutenzione, caddero in rovina e lo stesso accadde alle strade, che si ridussero spesso a sentieri sconnessi, dove i carri facevano molta fatica a passare.
Leggi anche: Guida alla sicurezza in Marocco
Franco Cardini, uno dei massimi medievisti italiani, ha opinioni precise in merito: «È esattamente il contrario. Nel Medioevo, per tanti motivi, si viaggiava di continuo. Viaggiavano tutti, anche le persone più umili, e spesso per necessità.»
Viaggiare è, come detto, alla base della fantasia dell’uomo medievale. Anzi, è la base della concezione del mondo nel Medioevo. Anche da questo punto di vista chi dice che nel Medioevo la gente non viaggia dice una cosa non vera. Per il mondo medievale, il viaggio è fondamentale come esperienza simbolico-metaforica perché è la metafora della vita: la vita è un viaggio, dalla nascita fino alla morte, dopo la quale vi è il passaggio alla vita eterna. Quindi, tutte le volte che si viaggia si ripercorre spiritualmente il viaggio dell’esistenza. Un viaggio anche piccolo è l’occasione per meditare sul grande viaggio dell’esistenza.