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Il Viaggio di Colombo: Una Svolta nella Storia

Cristoforo Colombo, navigatore ed esploratore italiano originario della Repubblica di Genova, è tra i personaggi più famosi della storia perché protagonista, tra il XV e il XVI secolo, di grandi scoperte geografiche. Il 12 ottobre 1492 è una delle date di riferimento della nostra storia, corrisponde al giorno in cui il primo viaggio di Cristoforo Colombo ebbe il suo esito inaspettato e anche al momento in cui si conclude il Medioevo e inizia l'Età Moderna.

Chi era Cristoforo Colombo?

Cristoforo Colombo nasce fra l’agosto e l’ottobre 1451 da Domenico, tessitore genovese, e da Susanna Fontanarossa, primo di cinque figli. Data e luogo di nascita sono incerti, e - stando a quanto dichiarato da lui stesso in una lettera - iniziò a navigare a soli 14 anni prestando servizio per una nave mercantile. Nel 1473 iniziò a lavorare come mercante per alcune famiglie genovesi e da quel momento viaggia in mare con costanza: parte prima per Chio in Grecia, poi alla volta del Portogallo, poi in Irlanda e in Islanda.

In Portogallo conosce e sposa, verso il 1480, Felipa Moñiz. Negli anni 80 del Quattrocento Colombo si trasferì a Lisbona dove fu in costante contatto col fratello cartografo Bartolomeo: pare che in questo periodo iniziò ad ideare il viaggio verso le Indie. Colombo cominciò a documentarsi attraverso l'Imago mundi e Il Milione di Marco Polo.

La volontà di giungere alle Indie superando l'Atlantico cresceva enormemente e probabilmente dovuta a una serie di fattori: la visione delle carte geografiche prodotte dal fratello, i racconti che giungevano sulle coste portoghesi, i ritrovamenti di reperti al largo delle isole dell'oceano Atlantico (l'unico di cui davvero erano a conoscenza) e la lettura di alcuni testi come Il Milione di Marco Polo o l'Imago Mundi di Pierre D'Ailly.

La ricerca di finanziamenti

Colombo aveva bisogno però di qualcuno che finanziasse i suoi progetti. Fra il 1484 e il 1485 espone al re del Portogallo Giovanni II, senza nulla concludere, il suo progetto. Così iniziò la vera e propria "battaglia di Colombo" per riuscire a ottenere il supporto economico necessario per la partenza, inizialmente provò a convincere il Duca di Medina-Sindona e quello di Medinaceli, ma nessuno dei due ottenne l'approvazione dalla corona spagnola.

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L’anno seguente (1486) passa segretamente in Spagna, per cercare di interessare quei sovrani al gran viaggio. Si stabilisce dapprima a Huelva, poi a Cordova, in seguito a Siviglia. Qui riesce a sottoporre il suo progetto a corte: raggiungere per mare il Catai (la Cina) e il Cipango (il Giappone). Durante un viaggio a Lisbona ha notizie di un progetto analogo al suo, inviato al re del Portogallo dal cosmografo fiorentino Paolo dal Pozzo Toscanelli.

Colombo impiegò quasi dieci anni per convincere i regnanti spagnoli a finanziare il suo viaggio. Ma come già era accaduto in Portogallo, anche in Spagna la commissione di valutazione dei progetti esplorativi respinse il suo piano. Riprende quindi le trattative con i sovrani di Spagna. Riesce a concluderle per intervento del padre Juan Perez, confessore della regina. Il 17 aprile 1492 Colombo Cristoforo firma la Convenzione di Santa Fé.

Ferdinando D’Aragona e Isabella di Castiglia Fu solo grazie all'intromissione del vescovo Alessandro Geraldini, confessore della regina e amico di Colombo, che il 17 aprile del 1492 i reali accettarono di finanziare metà del viaggio di Colombo. La restante metà fu supportata dal Banco di San Giorgio e dal mercante di Firenze Giannotto Berardi.

Lo scetticismo di Isabella è desumibile anche dalla generosità dei privilegi concessi a Colombo nel caso di successo (e, quindi, ritorno), stabiliti con la Capitolazioni di Santa Fe del 1492. Nel contratto stipulato con i regnanti spagnoli si stabiliva che Colombo sarebbe diventato viceré di tutti i territori scoperti. Gli furono inoltre assicurati un titolo ereditario e il 10% di tutti i metalli preziosi estratti nelle terre che sarebbe stato in grado di conquistare per la Spagna.

I quattro viaggi di Colombo

Si contano quattro diversi viaggi di Cristoforo Colombo, ciascuno con le sue peculiarità. Seguirono al primo viaggio altre tre spedizioni che si conclusero ufficialmente il 7 novembre del 1504.

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Il Primo Viaggio (1492-1493)

La prima spedizione, al cui finanziamento partecipano anche alcuni banchieri fiorentini, comprende una caracca, la Santa Maria, di 200 tonnellate, comandata da Colombo, e due caravelle, la Pinta di 140, e la Niña di 100. Le ultime due sono comandate da due spagnoli, i fratelli Alonso e Yañez Pinzón. La piccola flotta di Colombo lasciò il porto spagnolo di Palos il 3 agosto 1492, con circa 90 uomini di equipaggio. Parte il 3 agosto 1492 dal porto di Palos; sfida più volte il malcontento della ciurma, esasperata da un viaggio tanto più lungo del previsto.

I primi intoppi non tardarono ad arrivare e già dopo pochi giorni la piccola flotte dovette fare scalo alle isole Canarie per alcune riparazioni. Tre giorni dopo l’inizio della navigazione, la Pinta subì un danno all’albero e una rottura del timone, il che rese necessaria una sosta presso le isole Canarie. Le navi ripresero il mare solo il 6 settembre. II 6 settembre le tre navi ripresero il mare. Colombo mantenne la prua verso occidente fino al 7 ottobre, quando, su consiglio di Martin Pinzòn (comandante della Pinta), decise di dirigersi verso sud-ovest.

Alla fine, l'ammiraglio Colombo promise ai marinai che se entro una settimana non si fosse avvistata la terraferma, sarebbero tornati indietro. Nel frattempo cresceva il malcontento e la sfiducia dell’equipaggio nei confronti del proprio comandante, il cui progetto, col passare dei giorni, sembrava sempre più votato al fallimento.

Proprio quando ormai si stavano perdendo le speranze, l’11 ottobre gli equipaggi avvistarono grandi stormi di uccelli, e, una volta catturati, stabilirono che si trattava di uccelli di terra, così venne modificata la rotta per seguirli. Nella notte dell’11 Ottobre, colombo racconta di aver avvistato quelli che gli sembravano dei fuochi e, all’alba del giorno successivo (12 Ottobre 1492) finalmente fu avvistata anche la terra del Nuovo Mondo, e in particolare di quella che oggi si suppone fosse l’attuale isola di San Salvador. Ma, dopo molte difficoltà, Colombo, il 12 ottobre 1492 avvista finalmente terra.

Quella stessa mattina la spedizione sbarcò a Guanahaní, un'isola delle Bahamas. Colombo chiamò gli indigeni indios (parola spagnola per ‘Indiani’) poiché era convinto di aver raggiunto le Indie Orientali. Colombo chiamò gli indigeni indios (parola spagnola per ‘Indiani’) poiché era convinto di aver raggiunto le Indie Orientali. I primi incontri furono con i popoli Lucayani, Taíno e Arawak.

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Prosegue la navigazione e scopre prima Cuba e poi Haiti, da lui denominata Hispaniola. Vedendo che i nativi indossavano ornamenti d’oro, Colombo decise di fare alcuni Arawak prigionieri li obbligò a guidarlo verso la fonte dell’oro. Colombo annotò informazioni sui popoli, sulla loro cultura e il loro stile di vita. Esplorò poi la costa nord-orientale di Cuba e la costa nord-occidentale di Hispaniola (l’odierna Haiti).

Sulle coste di Haiti, la Santa Maria naufraga e l’ammiraglio si trasferisce sulla Niña. Qui, la Santa Maria si incagliò nel giorno di Natale, il 25 dicembre 1492, e dovette essere abbandonata. Con i resti del relitto fu costruito un fortino, chiamato La Navidad, che fu affidato a 40 uomini che rimasero sull'isola, mentre la Niña e la Pinta iniziarono il viaggio di ritorno. Colombo fu accolto capo dei nativi Guacanagari, che gli diede il permesso di lasciare alcuni dei suoi uomini indietro.

Il 13 gennaio 1493, Colombo fece la sua ultima sosta nella Baia di Rincón all’estremità orientale della penisola di Samaná, nel nord-est di Hispaniola. Vi trovò i Ciguayos, gli unici fra i vari popoli nativi che si opposero violentemente alle pretese degli europei durante questo primo viaggio.

Il ritorno in Spagna delle due caravelle rimaste fu tutt’altro che semplice. Inizialmente le due navi si trovarono all’interno di una grande tempesta, poi furono costrette a rimanere al largo per una notte perché il cavo dell’ancora si era spezzato contro degli scogli affilati. Il 15 Febbraio riuscirono a sbarcare nelle Azzorre, e in particolare a Santa Maria, ma le difficoltà non erano finite: qui metà dell’equipaggio che si era recato in preghiera fu fatto prigioniero.

Era il gennaio del 1493 e sarebbero arrivati in Spagna due mesi dopo, a marzo. Una volta tornato in Spagna, Colombo fu accolto trionfalmente. Con sé aveva riportato campioni di oro e gioielli, alcuni nativi fatti prigionieri, la pianta del tabacco e persino un tacchino.

Nella lettera che fece circolare e fu tradotta in svariate lingue, Colombo descriveva la nuova terra, Hispaniola, come un luogo paradisiaco e lussureggiante, vergine e pronto per lo sfruttamento. Molte persone si convinsero che i luoghi in cui Colombo era approdato erano effettivamente parte delle Indie Occidentali, fra cui Papa Alessandro VI, che emise tre bolle oggi conosciute unitariamente come Bolla di Donazione, in cui garantiva alla Spagna e al Portogallo la colonizzazione e la spartizione dei bottini provenienti dalle nuove terre.

Il Secondo Viaggio (1493-1496)

Sull’onda del successo della sua impresa Colombo si imbarcò subito di nuovo per il Nuovo Mondo. Il 25 settembre 1493 salpa da Cadice per un secondo viaggio, con 17 navi (fra cui la Niña) e oltre 1500 uomini. Colombo ripartì per le Americhe nel settembre del 1493, questa volta con 17 navi e 1500 uomini.

Segue una via più meridionale del primo viaggio e scopre Dominica, Guadalupa, Antigua, Portorico; ritorna ad Haiti, dove trova distrutta e abbandonata la piccola colonia di La Navidad, lasciata l’anno precedente con 43 uomini. Colombo sbarcò nelle isole di Dominica, Guadalupa e Antigua ed il 27 novembre arrivò a Hispaniola dove nel frattempo il fortino La Navidad era stato distrutto e tutti gli uomini uccisi. Colombo abbandonò le rovine e, nei pressi della Repubblica Dominicana, fondò la Colonia di Isabella, il primo insediamento permanente europeo nel Nuovo Mondo.

Quindi, dopo aver toccato la Giamaica, esplora la costa sudoccidentale di Cuba fin quasi alla sua estremità. Durante questa spedizione, Colombo toccò terra a Guadalupe, esplorò le Piccole Antille, si fermò a Porto Rico e Hispaniola.

Tornato il 29 settembre successivo nella Colonia di Isabella si rese conto che il clima era compromesso dai contrasti interni che avevano portato molti coloni a ritornare in Spagna. Si dovettero anche affrontare gli indigeni, che inizialmente miti e accoglienti, erano diventati apertamente ostili a causa della brutalità degli europei. Iniziarono i conflitti, Colombo sottomise gli indigeni con le armi nel marzo del 1495 e molti di loro furono inviati in Spagna come schiavi.

Il Terzo Viaggio (1498-1500)

Colombo partì per il terzo viaggio il 30 maggio del 1498, stavolta al comando di otto navi. Il terzo viaggio si svolge fra giugno 1498 e novembre 1500. Il terzo viaggio ebbe inizio il 30 maggio 1498. Colombo, seguendo una nuova rotta a sud attraverso le isole del Capo Verde.

Ripresa la via per Tahiti, Colombo trova l’isola in piena rivolta. Si sforza di difendere gli indigeni contro il cattivo trattamento degli spagnoli, mentre a corte i suoi avversari ottengono l’invio oltreaceano, con pienei poteri, di Francisco de Bobadilla. Questi fa arrestare l’ammiraglio e lo invia in Spagna. Tornato a Santo Domingo, Colombo nella colonia trovò nuovamente una situazione instabile, con parte dei coloni in rivolta contro il fratello. Riuscì a pacificare la ribellione e a convertire parte degli indigeni al cattolicesimo ma nel frattempo i suoi nemici in Spagna erano riusciti a convincere Ferdinando e Isabella che Hispaniola aveva bisogno di un nuovo governatore. E così, nel maggio del 1499, Colombo fu rimosso dal suo incarico e sostituito da Francisco de Bobadilla.

Nell'ottobre del 1495 nella Colonia di Isabella arrivò una commissione d'inchiesta inviata dai monarchi spagnoli per fare luce sulle critiche alla gestione della colonia. Colombo decise quindi di fondare una nuova capitale che chiamerà Santo Domingo e, dopo averne affidato il comando al fratello Bartolomeo, torna in Spagna per affrontare il giudizio.

Il Quarto Viaggio (1502-1504)

Giunti in Spagna al cospetto dei Re Cattolici, Isabella liberò e perdonò i due fratelli, li premiò per le loro scoperte, ma non acconsentì a rimetterli al comando della colonia. Ciononostante la regina Isabella era dalla sua parte ed ottenne nuovamente il suo sostegno per una nuova spedizione alla ricerca del passaggio che lo avrebbe portato in Asia. Stavolta ottenne solo quattro caravelle malridotte e gli fu vietato di fare scalo a Hispaniola.

Colombo partì per il quarto viaggio l’11 maggio 1502. Il quarto viaggio iniziò l’11 maggio 1502. Tra luglio e ottobre, costeggia l’Honduras, il Nicaragua e la Costa Rica. Colombo navigò lungo le coste dell’America centrale, e visitò luoghi come Nicaragua, Honduras, Costa Rica e Panama.

Le sue navi avevano bisogno di interventi e riparazioni ma a Santo Domingo - dove era arrivato per ripararsi da un uragano - gli fu negata la possibilità di accedere al porto. Anche in questo caso la fortuna era dalla sua parte: la tempesta risparmiò Colombo ma distrusse quasi completamente le navi che riportavano in patria alcuni dei suoi peggiori nemici tra cui Bobadilla che nel frattempo era stato sostituito da Nicolás da Ovando.

Nel gennaio del 1503 sbarcò a Panama, dove creò un insediamento che dovette abbandonare per via dei problemi con i coloni e con gli indigeni. Il viaggio si fa in seguito drammatico; venti e correnti portano Colombo attraverso il mar dei Caraibi fino in Giamaica. Qui perde tutte le navi e si ammala. La spedizione intanto si era ridotta a due sole navi ma anche queste affondarono al largo della Giamaica il 23 giugno del 1503. Colombo inviò a Hispaniola una richiesta di aiuto ma i soccorsi arrivarono solo un anno dopo. I superstiti della spedizione - tra cui Colombo - furono imbarcati il 28 giugno 1504 verso Santo Domingo, da dove, il 7 novembre, raggiunsero la Spagna.

L'eredità di Colombo e l'impatto sulle Americhe

Quella che nei paesi europei è stata narrata come “scoperta” dell’America è uno dei capitoli fondamentali del processo di espansione dell’Occidente europeo al di fuori dei suoi confini continentali. Non fu propriamente una scoperta, poiché gli esploratori vichinghi avevano già raggiunto il continente nord-americano, approdando nell’attuale Terranova. Il 12 ottobre 1492 Cristoforo Colombo approda a Guanahani (ribattezzata San Salvador), convinto di aver raggiunto le Indie da Occidente.

Tra il 1492 e il 1504 l’esploratore italiano, protetto e finanziato dai monarchi cattolici di Spagna, guidò quattro spedizioni marittime transatlantiche spagnole alla scoperta dell’America Centrale, dei Caraibi e dell’America Meridionale. La diffusione delle conoscenze sul Nuovo Mondo inaugurò il periodo noto come Età delle Scoperte. In questo periodo si realizzarono la colonizzazione delle Americhe, un relativo incontro etnico-biologico e la nascita del commercio transatlantico.

Allo sguardo europeo il territorio panamericano apparve come caratterizzato da un grande vuoto (di civiltà, di fede, di economia) da riempire. L’incomprensione, il disinteresse europeo per una comprensione non pregiudiziosa delle realtà amerindie impedì loro di intenderne la complessità. Le popolazioni del Nuovo mondo furono ridotte allo stereotipo del selvaggio, del primitivo, del senza-storia.

L’aspetto avventuroso e trionfale della vita di Cristoforo Colombo e della scoperta dell’America hanno una controparte tristemente nota. Già dal secondo viaggio, la priorità di Colombo fu quella di evangelizzare i nativi, di schiavizzarli e di sfruttarli come forza lavoro. L’intento del navigatore era quello di stabilire rotte commerciali con l’attuale Cina e l’attuale Giappone, ma non avrebbe mai trovato quelle terre per ovvi motivi.

Colombo inviò dei militari presso le terre che sarebbero state colonizzate. Gli uomini del generale con cui condivise il suo vicereame dal 1494 abusarono e torturarono gli indigeni per due anni senza farli battezzare, nonostante la cristianizzazione fosse sulla carta una priorità primaria. Nel 1500 furono inviati i primi indigeni come schiavi in Europa, che morirono o si ammalarono durante il viaggio.

Ogni nativo con più di 14 anni doveva pagare una tassa in cotone ai nuovi regnanti, mentre nei territori dove si supponeva ci fosse l’oro quella tassa era in polvere d’oro. Molti non riuscivano a pagare, così si toglievano la vita, oppure subivano la pena predisposta: il taglio delle mani, che avrebbe sicuramente portato alla morte successivamente. La tortura e la pena di morte erano regolarmente utilizzati contro crimini minori.

La Trasformazione delle abitudini alimentari europee

Dopo la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo, le abitudini alimentari degli europei furono trasformate in modo profondo a permanente grazie all’introduzione di una grande varietà di nuovi alimenti provenienti dal Nuovo Mondo. Fra i importanti troviamo: canna da zucchero, cacao, cioccolato, mais, patate, pomodoro, spezie, avocado, ananas e tabacco.

Una delle introduzione più ricche di conseguenze fu quella delle patate, provenienti dalle Ande sudamericane. Quella della patata divenne rapidamente una coltura chiave in Europa, facilitata dall’adattabilità della specie al nuovo clima. La patata era apprezzata anche per la ricchezza di sostanze nutritive, e in molte regioni divenne un alimento basilare della dieta, contribuendo a combattere la fame e ad assicurare una maggiore sicurezza alimentare.

Un altro rivoluzionario alimento di origine americana importato in Europa fu il mais, che si diffuse in tutto il Vecchio Continente. Il mais rappresentava una nuova fonte di carboidrati, e in quanto tale si integrò nelle diete quotidiane di svariate comunità. Anche l’introduzione dei pomodori trasformò la cucina europea. Considerati inizialmente velenosi, i pomodori divennero un ingrediente di molti piatti, tra cui il famosissimo sugo di pomodoro italiano.

L’avvento del pomodoro e il suo protagonismo nella creazione di nuove pietanze fu talmente profondo che oggi la pianta è associata direttamente alla dieta mediterranea. Ad esempio: per noi oggi è difficile pensare la pasta senza poi correre con la mente al pomodoro.

Dall’America, poi, arrivarono anche spezie e condimenti. Il pepe nero era già conosciuto in Europa in quanto importato dall’India, ma la scoperta delle rotte oceaniche portò nel continente alcune varianti dell’alimento, come il pepe di Caienna. A proposito: dall’America arrivarono anche nuove fonti di piacere e vizio che presto si diffusero nel Vecchio Continente. Il cioccolato, proveniente dall’America centrale, divenne un lusso apprezzato in tutta Europa. Inizialmente veniva consumato come bevanda, ma poi si diffuse in forma solida e in molte varianti nelle corti aristocratiche, diventando con il tempo accessibile anche alle classi meno abbienti.

La diffusione del tabacco dall’America, inoltre, ebbe una grande conseguenza sulle abitudini sociali e culturali. La scoperta delle Americhe introdusse nuove varietà di frutta, come ananas, avocado e mango, che divennero presto sinonimi di lusso ed elevato status sociale. Infine, come dimenticare la canna da zucchero? Questa pianta coltivata dai popoli Caribe e bisognosa di un clima tropicale fu massicciamente impiegata dagli europei per ricavarne lo zucchero bianco, o saccarosio. Questo dolcificante è ancora oggi il più diffuso in Europa e in Occidente in generale, ed ha un ruolo fondamentale nella cucina di tutto il mondo.

La morte di Colombo

Gli ultimi mesi della sua vita furono segnati dalla malattia e dai tentativi sempre falliti - di farsi restituire da re Ferdinando i privilegi pattuiti. Colombo si trasferisce a Valladolid per tener dietro alle pratiche relative ai suoi diritti contestati. Colombo morì per un attacco di cuore il 20 maggio del 1506 a Valladolid a soli 55 anni. Colombo morì in povertà, privato dei suoi profitti a causa delle accuse di ingiustizie e tirannie contro i popoli indigeni. Le sue spoglie furono prima sepolte a Siviglia, poi trasferite a Santo Domingo e poi, ancora, a Cuba.

Cristoforo Colombo è una figura storica che ha lasciato un'impronta indelebile nella storia dell'esplorazione. Nato a Genova nel 1451 e morto a Valladolid nel 1506, Colombo è conosciuto per aver scoperto l'America nel 1492, durante il suo viaggio sponsorizzato dalla Corona spagnola. La sua scoperta ha cambiato il corso della storia, aprendo la strada alla colonizzazione europea del Nuovo Mondo e allo sviluppo di un nuovo ordine mondiale.

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