Il Viaggio di Papa Francesco in Indonesia: Un Messaggio di Unità e Dialogo in un Contesto Geopolitico Chiave
Il viaggio di Papa Francesco in Indonesia non è solo una visita pastorale, ma anche un evento di grande rilevanza geopolitica.
L'Indonesia, con oltre 270 milioni di abitanti, è il quarto Paese più popoloso al mondo e la nazione musulmana più grande del pianeta. La sua diversità religiosa e culturale è notevole: pur essendo un Paese a maggioranza musulmana, ospita anche significative minoranze cristiane, indù, buddiste e confuciane.
Dal punto di vista geopolitico, l’Indonesia occupa una posizione strategica in Asia del Sud-Est, affacciandosi su importanti rotte marittime come lo Stretto di Malacca.
Un Messaggio di Unità e Dialogo
Il viaggio di Papa Francesco in Indonesia è stato caratterizzato da un forte messaggio di unità, dialogo e comprensione reciproca tra le religioni. Questa visita assume particolare rilevanza in un periodo storico in cui la retorica dell’intolleranza religiosa è in crescita in molte parti del mondo.
Durante gli incontri con i leader religiosi indonesiani, il Papa ha ribadito l’importanza della cooperazione interreligiosa per affrontare sfide globali come il cambiamento climatico, la povertà e le crisi umanitarie. L’Indonesia, con la sua lunga storia di tolleranza religiosa, può fungere da modello per altre nazioni.
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Implicazioni Geopolitiche
Il suo messaggio di pace, unità e dialogo interreligioso ha il potenziale di influenzare non solo le relazioni interne dell’Indonesia ma anche il suo posizionamento strategico a livello regionale e globale.
La visita del Papa rafforza l’immagine dell’Indonesia come un faro di tolleranza in una regione in cui le tensioni religiose e le discriminazioni sono spesso all’ordine del giorno. L’Indonesia e il Vaticano godono di buone relazioni diplomatiche, e questa visita rafforza ulteriormente tali legami. Con l’attenzione globale sulla visita del Papa, l’Indonesia ha l’opportunità di posizionarsi come un leader morale nel contesto della geopolitica globale.
Mentre la Cina sta cercando di espandere la sua influenza in Asia del Sud-Est, e gli Stati Uniti cercano di mantenere la loro presenza strategica nella regione, l’Indonesia può utilizzare la visita del Papa per riaffermare la sua indipendenza e il suo ruolo di mediatore neutrale. La presenza del Papa in Indonesia invia un forte messaggio contro l’estremismo religioso.
Dettagli del Viaggio
L'aereo con a bordo Papa Francesco è atterrato all'aeroporto Internazionale di Giacarta Soekarno-Hatta, prima tappa del suo 45esimo viaggio apostolico internazionale in Asia e Oceania. Il Pontefice è stato accolto dal ministro per gli Affari Religiosi ai piedi della scala anteriore dell'aereo e da due bambini in abito tradizionale che gli offrono dei fiori. Non sono previsti discorsi né un colloquio privato.
Dopo il saluto delle delegazioni e la Guardia d'Onore, il Papa si trasferirà alla Nunziatura Apostolica dove incontrerà un gruppo di malati e un gruppo di migranti e rifugiati. Poi la messa e la cena in privato.
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Martedì mattina Papa Francesco è atterrato a Giacarta, capitale dell’Indonesia. A 87 anni il papa sta affrontando la prima tappa di un ambizioso viaggio in quattro nazioni tra Asia e Oceania, finora il più lungo del suo papato. Oltre all’Indonesia, nei prossimi 12 giorni Francesco andrà anche in Papua Nuova Guinea, a Timor Est e a Singapore.
Come primo impegno nel Paese, ha incontrato un gruppo di rifugiati, di bimbi orfani, di anziani e di senzatetto.
Il Papa era partito lunedì pomeriggio, intorno alle 17.15, da Fiumicino con destinazione Giacarta: è atterrato nella città indonesiana intorno alle 11 ora locale (le 6 in Italia).
Si entrerà domani nel vivo dell'agenda di incontri e visite. Mercoledì 4 settembre, alle 9.30 locali (le 4.30 italiane), ci sarà quindi la cerimonia di benvenuto al Palazzo presidenziale, seguita dalla visita di cortesia al presidente della Repubblica, quindi dall'incontro con le autorità e la società civile e dall'incontro privato in Nunziatura con i confratelli gesuiti.
Nel pomeriggio, alle 16.30 (le 11.30 in Italia), l'incontro in Cattedrale con i vescovi e il clero, poi quello con i giovani di Scholas Occurrentes nella Casa della Gioventù.
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Giovedì 5 settembre, a Giacarta, l'incontro interreligioso nella Moschea Istiqlal, quindi quello con gli assistiti dalle realtà caritative e, nel pomeriggio, la messa allo stadio.
Il viaggio in Asia e Oceania è il più lungo del Papa, con 12 giorni di durata e 32.814 km di percorrenza. Il Pontefice visiterà quattro Paesi: Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore.
Temi Chiave del Viaggio
Nelle due settimane, Bergoglio affronterà temi cruciali e molto sentiti tra cui il dialogo e la coesistenza pacifica tra fedi diverse, la ricerca di armonia in una molteplicità di culture, la custodia del creato minacciato dalla crisi climatica, la vicinanza e il sostegno a Chiese giovani e minoritarie (tranne nella piccola Timor Est, ex colonia portoghese, reduce dalla guerra di indipendenza dall'Indonesia, che col 98% della popolazione ha la maggior quota di cattolici al mondo).
Francesco pronuncerà in tutto 16 discorsi, tutti in italiano tranne i quattro a Timor Est, che saranno in spagnolo.
Il viaggio si concluderà venerdì 13 settembre con la visita a un gruppo di anziani e malati, l'incontro interreligioso con i giovani e la partenza da Singapore per Roma, con arrivo previsto a Fiumicino alle 18.25.
Il Contesto Indonesiano
L’Indonesia è il paese con più persone musulmane al mondo: circa otto milioni, meno del 3 per cento della popolazione, sono cattoliche, mentre circa l’87 per cento, ovvero 242 milioni di persone, è musulmano.
Giovedì mattina Francesco percorrerà il tunnel che collega la cattedrale di Santa Maria Assunta, a Giacarta, alla moschea Istiqlal, la più grande del Sud Est asiatico. Il tunnel dell’amicizia - così viene chiamato - è lungo poche decine di metri e passa sotto la piazza Merdeka: è stato voluto dalla Nahdlatul Ulama, la più importante organizzazione islamica locale, e dall’attuale presidente indonesiano Joko Widodo.
Il dialogo tra le religioni e in particolare con l’islam è il tema più importante di questo viaggio, anche se non l’unico: Francesco parlerà anche di cambiamenti climatici e di innalzamento degli oceani, del progresso economico, della necessità di aiutare le popolazioni più povere, dell’accoglienza dei migranti e dei casi di pedofilia nella Chiesa.
La via intrapresa nei decenni successivi all’indipendenza dai Paesi Bassi, nel 1949, ha come fondamento la cosiddetta Pancasila, cioè un sistema politico e sociale basato su “Unità e pace nella diversità”. Si tratta di un modello vivo di convivenza e di pace per un grande e complesso Paese, con più di 270 milioni di abitanti, composto da migliaia di isole. Tali principi fondamentali non sono rimasti lettera morta.
Dal punto di vista della convivenza tra diversi l’Indonesia costituisce uno degli esempi più significativi nella storia degli Stati nazionali dalla seconda metà del XX secolo a oggi.
Se il Papa ha deciso di visitare questo Paese è anche perché è cosciente che questo sistema vada salvaguardato dai venti del nazionalismo e dagli estremismi politici e religiosi.
La presenza del Papa in Indonesia apre una riflessione sul tema della convivenza possibile a partire dal ruolo delle religioni, secondo un approccio che potrebbe apparire paradossale a quanti leggono la realtà in maniera semplificata valutando le religioni solo come un fattore di violenza o di separazione piuttosto che di costruzione di una società del vivere insieme.
Lo ha detto lo stesso Francesco a Giacarta: «La vostra identità è uniti nella diversità. Le differenze contribuiscono a formare un magnifico mosaico». Perché «sono l’estremismo e l’intolleranza a distorcere la religione con l’inganno e la violenza».
Altre Tappe del Viaggio
Dopo i primi giorni in Indonesia, il Pontefice fa tappa a Papua Nuova Guinea, accolto presso il Santuario di Maria Ausiliatrice di Boroko, dove si tiene l’incontro con i Vescovi di Papua Nuova Guinea e delle Isole Salomone, i sacerdoti, i diaconi, le persone consacrate, i seminaristi e i catechisti.
Nella giornata del 9 settembre, un volo di circa tre ore e mezza ha portato Papa Francesco a Timor Est, isola del Sudest asiatico a maggioranza cattolica.
Temi Specifici per Ogni Paese
Nei quattro Paesi visitati, inoltre, si possono individuare gli aspetti peculiari, i temi e le questioni su sui si prevede che il papa si concentri maggiormente nei suoi discorsi e nei messaggi da rivolgere al clero e ai fedeli.
In Indonesia, ad esempio, il Paese musulmano più popoloso al mondo, ma dove l’approccio religioso non è improntato alla contrapposizione, al radicalismo e all’esclusione delle minoranze, Papa Francesco dovrebbe premere sul pedale dell’incontro tra fedi diversi, in un’ottica ecumenica.
In Papua Nuova Guinea, un territorio fragile, messo a repentaglio dal cambiamento climatico, dall’innalzamento del livello degli oceani, da eruzioni vulcaniche e terremoti (si trova in una regione particolarmente sismica), le previsioni dicono che la sua attenzione alla cura del Creato, ribadita nella Laudato sì, tornerà a farsi sentire.
A Timor Est - unico Stato a maggioranza cattolica in Asia, insieme alle Filippine - la diplomazia e un linguaggio più sottile e sfumato serviranno a toccare questioni scomode e spinose, come gli abusi sui minori da parte del clero e il ruolo, anche politico, avuto dalla Chiesa nella lotta per l’indipendenza di un Paese culturalmente, linguisticamente e storicamente legato all’Occidente (la seconda lingua più diffusa, parlata quasi per metà dalla popolazione, è il portoghese, essendo stata Timor Est un’ex colonia del Portogallo).
Infine, Singapore: il Paese con la più alta concentrazione di ricchi al mondo rispetto alla popolazione, quarta piazza finanziaria del Pianeta, città-Stato affacciata sulla Cina (un quarto dei suoi quasi sei milioni di abitanti è cinese). Qui Papa Francesco porrà l’accento sulle disparità economiche, sulle diseguaglianze sociali e sul suo interesse per “il caro popolo cinese”, come disse in occasione del viaggio in Mongolia di un anno fa.
In particolare, si trattava di rifugiati accolti dal Jesuit Refugee Service, di bambini orfani cresciuti dalle suore domenicane, e di anziani, rifugiati e senza dimora accompagnati dalla Comunità di Sant'Egidio indonesiana. Il Papa, in questo suo primo giorno in Indonesia, non ha in programma altri impegni, anche per smaltire la lunghezza del viaggio da Roma (oltre 13 di volo) e le cinque ore di fuso orario.
Come scrive il vaticanista del Corriere della Sera Gian Guido Vecchi, il viaggio nel Sud Est asiatico ha anche uno scopo collaterale ma non meno importante: «in un viaggio che si conclude a Singapore, dove tre quarti della popolazione è di etnia cinese, al fondo di tutto c’è il grande sogno di Bergoglio [Francesco], visitare la Cina».
Durante il volo ha ricevuto in dono dai giornalisti anche la maglietta di un ragazzo di 11 anni ucciso recentemente in Spagna, vicino a Toledo, e del cui omicidio era stato inizialmente accusato un immigrato, con tutte le polemiche del caso, successivamente scagionato.
Loghi e Motti del Viaggio Apostolico
Diffusi dalla Sala stampa vaticana loghi e motti del viaggio apostolico, in programma dal 2 al 13 settembre.
- Indonesia: Il logo del viaggio in Indonesia presenta come elemento principale l’immagine di Papa Francesco benedicente davanti all’emblema della “Garuda” dorata, aquila sacra, riprodotta in maniera da richiamare il tessuto tradizionale “batik”, con all’interno la mappa dell’Indonesia, arcipelago caratterizzato da una grande varietà di gruppi etnici e sociali, lingue, culture e credenze religiose.
- Timor-Leste: Il logo di Timor -Leste presenta al centro l’immagine di Francesco benedicente, a simboleggiare la protezione che il popolo timorese riceve da Dio nel corso del viaggio apostolico del Santo Padre. Alle sue spalle il globo terrestre, dal quale emerge in primo piano la mappa fisica di Timor-Leste.
- Singapore: Nel logo di Singapore infine è rappresentata una Croce stilizzata, che si ispira alla stella che guidò i Magi, all’Eucaristia e alle 5 stelle della bandiera di Singapore. A sinistra e a destra della Croce, il motto della visita papale: “Unity Hope”. “Unity” esprime la comunione e l’armonia tra i credenti, sia all’interno della Chiesa che nel contesto della società e delle relazioni familiari. “Hope” suggerisce che il viaggio apostolico sarà un faro di speranza per i cristiani della regione, specialmente per quanti sono discriminati e perseguitati. I colori utilizzati richiamano la bandiera dello Stato Città del Vaticano.
"La prima speranza che Papa Francesco porta nel cuore è quella dell'incontro - ha spiegato in un'intervista il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin -: incontrare personalmente le popolazioni dei Paesi che visiterà.
Sull'aereo papale che l’ha portato a Giacarta, Francesco ha ricevuto in dono da un giornalista una torcia usata dai migranti per segnalarsi in mare in caso di naufragio. Il Pontefice, commosso, ha ringraziato molto e ha commentato: "Grazie per quello che voi fate per raccontare le storie dei migranti. Mi stanno nel cuore".