La Legge sugli Agenti Stranieri in Georgia: Definizione e Contesto
Le proteste in Georgia sono tra le più grandi mai viste dal 1991, anno dell'indipendenza post-sovietica, con oltre l'80% della popolazione a favore dell'ingresso nell'UE. Ma per cosa si protesta, concretamente, in Georgia? Le manifestazioni sono contro la cosiddetta "foreign agents law", secondo cui le ONG finanziate dall'estero per almeno il 20% diventerebbero a tutti gli effetti agenti stranieri.
Cosa Prevede la Legge
Martedì il parlamento della Georgia ha approvato definitivamente la legge sui cosiddetti “agenti stranieri”, che prevede che i media e le ong che ricevono almeno il 20 per cento dei propri fondi dall’estero debbano registrarsi come entità che «perseguono gli interessi di una potenza straniera».
Il parlamento georgiano ha approvato in terza lettura tale proposta di legge, che prende il nome da una molto simile varata dalla Duma di Mosca nel 2012. Richiedendo a qualsiasi tipo di organizzazione di dare conto dei finanziamenti ricevuti dall’estero, questa normativa viene interpretata come un mezzo di repressione interna, oltre che un simbolo della vicinanza alla Russia.
Perché la Legge è Controversa
I georgiani sono scesi in massa per difendere i propri diritti potenzialmente danneggiati, ma anche e soprattutto per tutelare il loro futuro europeo. Infatti, questa legge liberticida potrebbe bloccare le possibilità della Georgia di entrare in Ue, dopo che dal dicembre 2023 ha acquisito lo status di candidato e avviato una serie di riforme per garantire diritti civili e sociali a questo fine.
Infatti, questa legge liberticida potrebbe bloccare le possibilità della Georgia di entrare in Ue, dopo che dal dicembre 2023 ha acquisito lo status di candidato e avviato una serie di riforme per garantire diritti civili e sociali a questo fine. Nel novembre del 2024 la Commissione valuterà il grado di realizzazione delle stesse, per decidere se aprire o meno i negoziati di adesione, così come già fatto con Ucraina e Moldavia nello scorso dicembre.
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Quindi la protesta è certamente per la sostanza di questa legge, ma in particolare è per l'orizzonte del popolo georgiano: l’integrazione europea in Europa. “Georgian Dream”, il partito di governo, è sempre stato legato a Mosca, ma i vari esponenti hanno nascosto e insabbiato tali rapporti.
Il popolo georgiano, più volte dichiaratosi in grandissima parte a favore dell’integrazione euroatlantica, non sosterrebbe mai un partito filorusso. Per questo, in maniera del tutto strumentale, Sogno Georgiano non si è mai schierato apertamente con il Cremlino. Più facile è stato capirlo ora, quando la Russia ha di fatto richiesto un allineamento politico più esplicito.
Un aspetto interessante è poi che la Georgia ha il progetto di perseguire l'integrazione ed entrare nell'Unione Europea scritto nella sua Costituzione, all'articolo 78. La promozione della norma viola di fatto perciò la stessa Costituzione.
Paralleli con la Russia
I manifestanti contrari alla legge la definiscono “legge russa”, perché è ispirata a un simile provvedimento fatto approvare in Russia nel 2012, che negli anni il regime di Vladimir Putin ha più volte rafforzato e che è stato utilizzato per multare, attaccare e infine far chiudere decine di media, ong, centri studi e organizzazioni, accusati spesso falsamente di operare sotto l’influenza di paesi stranieri.
Questa legge (che in realtà non è un testo unico, ma una serie di emendamenti fatti a varie leggi preesistenti) fu approvata nel 2012 in reazione alle grandi proteste popolari di quell’anno contro la rielezione di Vladimir Putin a presidente, e fu uno dei primi segnali che mostravano come la Russia si stesse via via trasformando in uno stato sempre più autoritario.
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Le società e gli individui definiti “agenti stranieri” dalle autorità russe devono sopportare enormi livelli di controllo da parte dello stato, che arrivano alla persecuzione. Possono subire perquisizioni, sono costretti a cedere grandi quantità di documenti e ogni violazione può implicare multe estremamente alte.
Repressione e Violenza
Il Difensore civico dello Stato, Levan Ioseliani, ha accusato la polizia di tortura. Picchiato e arrestato nelle ultime ore anche il leader dell’opposizione Nika Gvaramia, dopo un blitz nella sede del suo partito. Le persone detenute sono, mentre scriviamo, oltre 300.
Gli energumeni che indossano caschi e indumenti “tecnici”, rigorosamente neri, somigliano parecchio - almeno nei modi - ai "titushky", i mercenari al servizio del presidente filo-russo Viktor Yanukovych durante Euromaidan. Dieci anni fa. “Utilizzano gli stessi metodi, vogliono intimidire la gente. Ma generano solo rabbia, e sempre più persone scendono in strada”, racconta a Fanpage.it Natalie Sabanadze, analista del think tank Chatam House con un passato da ambasciatore della Georgia a Bruxelles e presso l’Unione Europea.
Il Fattore Russo
Nei talk show della tivù di Stato russa, l'entusiasmo è evidente. Gli eventi di Tbilisi vengono paragonati a Euromaidan, che nella narrativa del regime passa per un golpe orchestrato dalla Cia. “Ma stavolta vinciamo noi”, dicono i pundit del Cremlino. Infatti il capo del governo georgiano ha parlato di “una Maidan fallita”.
“Si tratta di un'azione organizzata e coordinata che la Russia sta attuando in Georgia, tramite Ivanishvili e il suo clan", sostiene Gigiadze. Boris Ivanishvili, noto come Bidzina, è il miliardario che, dopo aver fatto fortuna nel "Far West" della Russia anni ‘90, ha fondato il partito Sogno georgiano.
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L'Economia e l'Influenza Russa
La Georgia, dal canto suo, dai rapporti con la Russia qualcosa guadagna. Ma l’interdipendenza aumenta la sua vulnerabilità all’influenza del vecchio padrone. Nel 2023, le relazioni economiche tra Tbilisi e Mosca hanno generato entrate per 3,1 miliardi di dollari, pari al 10,3% del Più georgiano, secondo Transparency International.
Il turismo russo è cresciuto del 30%, mentre le rimesse dalla Russia hanno raggiunto 1,5 miliardi di dollari. Spettacolare l’aumento delle attività commerciali russe in Georgia, con quasi 26.000 aziende registrate dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Anche gli investimenti diretti sono aumentati, così come la dipendenza energetica: più 15% per le importazioni di gas naturale.
La Reazione Internazionale
L’Ue, che ha concesso alla Georgia lo status di candidato, “ha condannato fermamente” le violenze e ha invitato il governo a rispettare il diritto di riunione pacifica. “L’uso della forza per reprimerlo è inaccettabile”, ha scritto su X il capo della politica estera dell’Unione Josep Borrell.
Mentre gli eventi si susseguono in Georgia, da parte occidentale sono arrivate reazioni di veemente critica contro i promotori della legislazione, il partito di governo Sogno Georgiano. Le istituzioni dell’Unione Europea, incluso il Parlamento, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e i capi di governo di Germania e Francia in una dichiarazione congiunta hanno definito la legge come non in linea con i “valori e gli standard europei”, sottolineando che la sua entrata in vigore potrebbe far arrestare il processo di integrazione nell'UE della Georgia. Simili affermazioni, e sanzioni per i promotori, sono arrivate anche dagli Stati Uniti.
Confronto con Altre Leggi Simili
Leggi sugli “agenti stranieri” esistono in vari paesi del mondo, anche democratici: è tutto sommato comprensibile che uno stato voglia sapere se sul suo territorio operano persone che perseguono gli interessi di altri stati. Una delle più celebri è il Foreign Agents Registration Act degli Stati Uniti, una legge che esiste dagli anni Trenta e che obbliga le persone e le organizzazioni che fanno attività di lobbying per conto di altri paesi a registrarsi presso il dipartimento di Giustizia.
La legge americana non vieta di fare lobbying per conto di un altro paese, cosa legittima, ma impone degli obblighi di trasparenza e rendicontazione per le persone e le organizzazioni che lo fanno. La legge appena approvata in Georgia, invece, è molto più indiscriminata: qualunque organizzazione riceva almeno il 20 per cento dei propri fondi dall’estero, si tratti di finanziamenti, donazioni o altro, è “agente straniero”. Soprattutto, gli esponenti del governo in varie dichiarazioni hanno reso piuttosto chiaro che lo scopo della legge non è quello di aumentare la trasparenza, ma di colpire le organizzazioni ritenute ostili a Sogno Georgiano.
La legge georgiana sulla “trasparenza delle influenze straniere” prevede l’iscrizione a un apposito registro di una serie di entità giuridiche. Queste includono tutte le organizzazioni non statali senza scopo di lucro che ricevono almeno il 20% delle loro entrate annuali da un “potere straniero”. Con “potere straniero” si intendono agenzie di governi stranieri, individui che non siano cittadini georgiani, entità legali che non siano basate sulla giurisdizione georgiana e organizzazioni, incluse fondazioni, associazioni, società, sindacati, o altre associazioni di uno stato estero. Le organizzazioni iscritte al registro, all’inizio di ogni anno, sarebbero tenute a procurare informazioni sulla natura dei propri finanziamenti e su come venga speso il loro bilancio. La legge darebbe al ministero della Giustizia il diritto di accedere a informazioni personali sui membri delle organizzazioni e su chi viene coinvolto nelle loro attività.
La Situazione Politica Interna
La crisi politica, tra una parte della popolazione favorevole all’integrazione europea e un governo populista sempre più autoritario, si snoda sullo sfondo delle elezioni legislative previste in autunno, in vista delle quali Sogno georgiano starebbe cercando di garantirsi una riconferma. Il tutto mentre la ‘questione russa’ - aggravata dalla guerra in Ucraina - resta uno dei nodi di fondo dell’arrancante democratizzazione del paese
A meno di sviluppi rivoluzionari, l’unica persona che può tentare di frenare l’involuzione Illiberale e anti-Bruxelles è la presidente della Repubblica. La 72enne Salome Zurabishvili rappresenta “l’ultimo potere statale indipendente”, nota Sabanadze. Ha un ruolo poco più che simbolico. Ma è rispettata dalla maggior parte della popolazione. Potrebbe diventare il perno dell’opposizione.
Natalie Sabanadze ha una teoria: “Il governo ha deciso di agire per liberarsi della pressione dell'Ue legata al processo di adesione”, spiega. ‘Non vogliono dover giustificare ogni decisione non allineata agli standard europei, né vincoli esterni”. Via gli intralci sulla strada dell’autoritarismo, insomma.
Un’alleanza tra la Georgia di Ivanishvili e un’America a deriva autoritaria farebbe anche il gioco di Putin. “La strategia è avventata, probabilmente sbagliata”, avverte Sabanadze. “Ma intanto il mio Paese si sarà trasformato in un vero autoritarismo. Il governo non farà sconti, nella repressione. Potrebbe finire come per le proteste in Bielorussia nel 2020-2021”.
Potrebbe finire con tanti prigionieri politici, un governo autocratico e un vassallaggio di fatto nei confronti di Mosca. A meno che non vinca la rivolta.
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