Associazioni Stranieri in Italia: Ruolo e AttivitĂ
Dietro acronimi e numeri di richiedenti asilo, rifugiati e migranti si nascondono le storie di migliaia di persone. Negli anni la normativa che disciplina l’accoglienza di richiedenti asilo, rifugiati e migranti in Italia è cambiata più volte.
Normativa sull'Accoglienza in Italia
Se pur con alcuni importanti rimandi a norme diverse, le modalità di accoglienza sono sostanzialmente definite dal decreto legislativo 142/2015. Il primo è il cosiddetto decreto sicurezza, approvato dal primo governo Conte. Tra le molte modifiche che ha introdotto una ha avuto un impatto particolarmente significativo sul sistema di accoglienza: ovvero l’esclusione dal Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) dei richiedenti asilo.
Questa e altre norme sono state poi modificate dal secondo governo Conte attraverso il Dl 130/2020 (riforma Lamorgese). Tuttavia quello che è stato recentemente chiamato “decreto Cutro” (Dl 20/2023), varato dal governo Meloni, ripristina questa e altre previsioni già contenute nel decreto sicurezza, aggiungendone anche di nuove. Nel tornare ad escludere i richiedenti asilo dal circuito Sai ad esempio, il governo ha deciso di eliminare del tutto le diciture di prima e seconda accoglienza.
Strutture di Accoglienza
Il sistema di accoglienza in Italia prevede diverse tipologie di strutture, ognuna con specifiche funzioni e servizi:
- Strutture di primo soccorso e accoglienza (Hotspot): definiti punti di crisi dall’art. 10 ter del D. Lgs. n. 286/98.
- Centri di Prima Accoglienza (CPA): ex art.9 D. Lgs. n.
- Centri Accoglienza Straordinaria (CAS): strutture reperite dai Prefetti a seguito di appositi bandi di gara (ex art. 11 D. Lgs. n.
- Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR): gli stranieri giunti in modo irregolare in Italia che non fanno richiesta di protezione internazionale o non ne hanno i requisiti sono trattenuti nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR), ex art.14 D. Lgs.
Soccorso, Prima Assistenza e Identificazione
I cittadini stranieri soccorsi in mare vengono condotti in centri localizzati nei pressi delle aree di sbarco per la prima assistenza sanitaria, il fotosegnalamento e la pre-identificazione. Questo tipo di centri sono interessati dall’approccio hotspot, nato nel 2015 in ragione degli impegni assunti dal governo italiano con la commissione europea. Nei centri c’è anche il primo scambio di informazioni sulle procedure per l’asilo: è qui che si differenziano i richiedenti asilo dai cosiddetti migranti economici, che saranno avviati ai centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) o lasciati sul territorio in condizione di soggiorno irregolare (D.lgs 286/1998, art.
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Centri Governativi
Chi manifesta la volontĂ di richiedere asilo in Italia viene trasferito presso i centri governativi dove viene avviata la procedura di esame della richiesta di asilo (d.lgs. 142/2015, articoli 9 e 10). In questi centri devono anche essere accertate le condizioni di salute degli ospiti, con il fine di verificare eventuali situazioni di vulnerabilitĂ . In queste strutture trovano quindi accoglienza i richiedenti asilo anche se con servizi ridotti al minimo.
Il decreto 20/2023 infatti ha eliminato dai centri governativi i servizi di assistenza psicologica, i corsi di lingua italiana e i servizi di orientamento legale e al territorio.
Centri di Accoglienza Straordinaria (Cas)
Qualora si esaurissero i posti disponibili nei centri governativi, le prefetture possono prevedere l’istituzione di Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e affidarli a soggetti privati mediante le procedure di affidamento dei contratti pubblici (d.lgs. 142/2015, articolo 11).
Strutture di Accoglienza Provvisoria
Il cosiddetto “decreto Cutro” ha inoltre creato una nuovo tipo di Cas che possono essere attivati dalle prefetture in caso di indisponibilità nei centri governativi. Tali strutture sono attivate con le stesse modalità dei Cas e si differenziano da questi e dagli altri centri governativi solo rispetto ai servizi erogati che, in questi casi, sono ridotti ulteriormente. Infatti se, oltre all’accoglienza materiale, nei primi sono previsti l’assistenza sanitaria, l’assistenza sociale e la mediazione linguistico-culturale in queste nuove strutture l’assistenza sociale è esclusa.
Il Sistema di Accoglienza e Integrazione (Sai)
Come anticipato, con le nuove regole il Sistema di accoglienza e integrazione (già Siproimi e prima ancora Sprar) torna ad essere un sistema dedicato esclusivamente ai titolari di protezione, o quasi. Solo ad alcune categorie di richiedenti asilo infatti sarà ancora permesso di accedere al Sai. Tra questi i minori stranieri non accompagnati (Msna), le persone che si trovano in particolari condizioni di vulnerabilità o chi sia entrato in Italia tramite “corridoi umanitari” o sistemi analoghi. Infine, in considerazione di norme specifiche, l’accesso al Sai è consentito anche ai richiedenti ucraini e afghani.
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Data l’esistenza di queste eccezioni la struttura a due livelli già prevista per il Sai è stata mantenuta. Il primo livello è riservato ai richiedenti asilo, ed è basato sull’assistenza materiale, legale, sanitaria e linguistica. I servizi di secondo livello sono riservati ai titolari di protezione e hanno anche funzioni di integrazione e orientamento lavorativo. A differenza dei centri governativi, gestiti esclusivamente dal ministero dell’interno, il Sai è coordinato dal Servizio centrale, la cui gestione è assegnata all’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci) con il supporto operativo della fondazione Cittalia. La titolarità dei progetti è assegnata agli enti locali che, su base volontaria, attivano e realizzano progetti di accoglienza e integrazione (d.lgs. 142/2015, articolo 9 e Dl 416/1989, art.
Supporto e Integrazione
Con la crescita delle presenze nel sistema di accoglienza è andata aumentando la quota di persone accolte nei Cas, a scapito dei centri appartenenti al sistema ordinario a titolarità pubblica, chiamato negli anni Sprar, Siproimi e oggi Sai. Nel periodo considerato, infatti, il sistema ordinario è sempre stato minoritario, a vantaggio dei Cas, divenuti negli anni di gran lunga il maggioritari. L’anno in cui la percentuale di presenze nel sistema ordinario è stata maggiore è il 2021 (31,6% del totale delle presenze).
Con il calo delle presenze nei centri nel 2020 e nel 2021 la quota di posti del Sai è tornata a crescere (31,6% nel 2021). In ogni caso questo aumento si è dimostrato del tutto insufficiente. Come abbiamo visto infatti, oltre a non permettere più ai richiedenti asilo (o almeno a quasi tutti) di accedere ai servizi del Sai, il nuovo sistema prevede una riduzione dei servizi di assistenza e integrazione nei centri governativi e nei Cas. In aggiunta viene creato un ulteriore livello di accoglienza straordinaria, ovvero le strutture di accoglienza provvisoria, con ancora meno servizi.
Non è chiaro però quando un prefetto dovrebbe decidere di attivare questi centri invece dei normali Cas. In entrambi i casi infatti la legge specifica che queste strutture dovrebbero essere attivate quando non ci sono più posti negli altri tipi di centro. Ma in caso di mancanza di posti nelle strutture Cas il prefetto può sempre attivarne di nuovi. Non si capisce quindi sulla base di quale valutazione dovrebbe decidere di attivare strutture meno efficaci in termini di integrazione e accoglienza. (d.lgs.
Associazioni e Organizzazioni
Molte associazioni e organizzazioni svolgono un ruolo cruciale nel supportare i migranti in Italia. Tra queste:
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- Naga: un’organizzazione di volontariato laica, indipendente e apartitica nata a Milano nel 1987, che fornisce assistenza sanitaria, sociale e legale ai cittadini stranieri.
- Prima gli ultimi: un’organizzazione di volontariato che si occupa esclusivamente di migranti, offrendo pacchi spesa, vestiti, cena per chi vive per strada e tanto altro.
- Progetto 92: una cooperativa sociale impegnata a favore di bambini, ragazzi, giovani e famiglie con lo scopo di promuovere l’integrazione sociale delle persone.
- La Comunità Murialdo: promuove nel territorio la cultura dell’accoglienza, della solidarietà e del volontariato, con un’ispirazione cristiana e una scelta preferenziale di servizio ai bambini e giovani in difficoltà .
- Croce Rossa Italiana (CRI): una associazione di promozione sociale che ha per scopo l’assistenza sanitaria e sociale sia in tempo di pace che in tempo di conflitto.
Il Registro delle Associazioni
La Direzione Generale dell'Immigrazione e delle politiche di integrazione cura la tenuta del Registro delle associazioni e degli enti che svolgono attivitĂ a favore degli immigrati. Il Registro rappresenta uno strumento di attestazione del grado di soliditĂ organizzativa e patrimoniale degli enti che operano nel campo dell'integrazione sociale degli stranieri.
Ai sensi dell'art.42 del testo Unico sull'Immigrazione, "lo Stato, le regioni, le province e i comuni, nell'ambito delle proprie competenze, anche in collaborazione con le associazioni di stranieri e con le organizzazioni stabilmente operanti in loro favore, nonché in collaborazione con le autorità o con enti pubblici e privati dei Paesi di origine, favoriscono:
- le attivitĂ intraprese in favore degli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, anche al fine di effettuare corsi della lingua e della cultura di origine.
- la diffusione di ogni informazione utile al positivo inserimento degli stranieri nella societĂ italiana.
- la conoscenza e la valorizzazione delle espressioni culturali, ricreative, sociali, economiche e religiose degli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia.
- la realizzazione di convenzioni con associazioni regolarmente iscritte nel registro per l'impiego di stranieri titolari di carta di soggiorno o di permesso di soggiorno di durata non inferiore a due anni in qualitĂ di mediatori interculturali.
- l'organizzazione di corsi di formazione, ispirati a criteri di convivenza in una societĂ multiculturale e di prevenzione di comportamenti discriminatori, xenofobi o razzisti.
Mappatura delle Associazioni Migranti
Le associazioni costituite da cittadini migranti sono una realtà vivace e un importante mezzo di partecipazione e dialogo interculturale che offre al territorio energie e capacità e produce capitale sociale. La mappatura delle associazioni migranti è presente sul Portale Integrazione Migranti dal 2014 e nasce nell'ambito dell'iniziativa IN.CO.NT.RO promossa dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Le associazioni attualmente censite sono 1.135.