Albergo Atene Riccione

 

Attrazioni di Palermo e dintorni: cosa vedere

Palermo è una città straordinaria, che porta evidenti i segni di un mix culturale risultante dalle diverse popolazioni che l’hanno dominata nel corso dei secoli. Pur essendo una delle più grandi città italiane, Palermo per lungo tempo non è stata inserita negli itinerari italiani classici, e a torto.

Oggi Palermo ha giustamente rivendicato il suo ruolo di primo piano nel turismo nazionale e internazionale ed è diventata una meta imperdibile per una vacanza che combina mare, cultura, enogastronomia e divertimento.

Cosa vedere a Palermo

La visita della città non può che iniziare dalla sua Cattedrale, costruita in risposta all’edificazione del Duomo di Monreale, per sfidarne la magnificenza. Il risultato è un colpo d’occhio mozzafiato!

Il biglietto cumulativo per l’intera area monumentale comprende la visita della Cattedrale, la Cripta, i Sotterranei e il Tesoro, le Tombe Reali, il Palazzo e museo arcivescovile con le stanze dei Vescovi. Ma soprattutto, avrete accesso ai tetti della Cattedrale!

Da non perdere poi il Palazzo dei Normanni con la Cappella Palatina, capolavoro assoluto in stile arabo-normanno-bizantino: i suoi mosaici dorati, i marmi e i soffitti intagliati la rendono uno dei luoghi più affascinanti della città. Parliamo certamente di uno dei luoghi di Palermo maggiormente visitati, perfetta rappresentazione del mix culturale che caratterizza la città.

Leggi anche: Consigli per un investimento di successo nel settore delle attrazioni.

La centrale Piazza PretoriaTra le meraviglie architettoniche della città non si possono non ricordare la magnifica Cattedrale, l’elegantissimo Teatro Massimo, I Quattro Canti e stupende chiese che nascondono al loro interno un tesoro bizantino come la Chiesa della Martorana o la Cappella Palatina del Palazzo Normanno.

Un’originalissima chiesa da visitare è il Santuario di Santa Rosalia, costruita a ridosso di una grotta, mentre per un macabro spettacolo non perdetevi le Catacombe dei Cappuccini.

I mercati di Palermo sono infatti il posto migliore dove assaggiare il leggendario cibo di strada palermitano, considerato il più buono d’Italia: potete esplorarli in libertà oppure partecipare a uno dei numerosi street food tour condotti da divertentissime guide locali.

Vicinissimo al porto di Palermo, è conosciuto per la grande ricchezza di pesce, frutta e verdura. Si estende in via Carini, via Beati Paoli, via di S. Francesco Saverio, piazzetta del Carmine e piazza Ballarò.

Partendo da Porta Nuova, troverete il Palazzo dei Normanni e subito dopo la piazza della Cattedrale, per poi arrivare alla Piazza dei 4 Canti (così chiamata per le 4 fontane simmetriche agli angoli) e alla Piazza Pretoria, che ospita l’omonima famosissima Fontana. Passate nella piazza su cui si affaccia la Chiesa della Martorana e infine puntate fino all’irrinunciabile Mercato di Ballarò.

Leggi anche: Guida a Europa-Park

Eccola la vera Palermo! È in questi vicoli e in ogni angolo di questa parte di Palermo che si respira la vita autentica, frenetica e concitata dei suoi abitanti.

Chiese di Palermo

La Cattedrale di Palermo costituisce quasi un compendio perfetto della millenaria storia della città. Prima basilica paleocristiana; poi moschea, nell’ambito della lunga dominazione araba; infine nuovamente chiesa con i Normanni.

Quanto allo stile, Ferdinando Fuga, architetto alla corte di Carlo di Borbone nella seconda metà del ‘700, impose all’edificio una decisa virata neo-classica ridimensionando di molto le precedenti impronte arabo-normanne, gotiche e barocche. Non tutto però è andato perduto. Tracce dei precedenti stili sono evidenti nell’abside maggiore (arabo-normanno), nel portale principale d’ingresso (gotico) e, ancora, nella cupola (barocco).

Costruita nel 1143 dall’ammiraglio Giorgio d’Antiochia, fedele servitore del re normanno Ruggero II, la chiesa della Martorana è una delle più affascinanti chiese bizantine in Italia. C’è chi sostiene la più bella in assoluto, anche per via del contrasto tra lo stile arabo-normanno, motivo per cui è inserita nei beni tutelati dall’Unesco, e le successive aggiunte barocche del ‘600.

Nel 1433 Alfonso d’Aragona cedette la chiesa al vicino monastero benedettino fondato dalla nobildonna Eloisa Martorana. Da qui il nome della chiesa, riferimento spirituale della numerosa colonia italo-albanese riparata in Sicilia tra XIII e XIV secolo per sfuggire alla pirateria turca. La chiesa fa parte dei beni dell’Eparchia di Piana degli Albanesi e pur essendo soggetta alla Santa Sede segue il calendario liturgico ortodosso.

Leggi anche: Attrazioni di Principina a Mare

Le decorazioni musive all’interno sono il punto forte dell’edificio. Su tutte, il “Cristo pantocratore” sulla sommità della cupola. Una raffigurazione tipica dell’arte bizantina, con il Cristo benedicente circondato da quattro angeli prostrati in adorazione ai suoi piedi.

La Chiesa della Martorana è visitabile tutti i giorni, al di fuori delle funzioni sacre.

Catacombe dei Cappuccini

“Il luogo dove i vivi incontrano i morti”. C’è scritto così sul sito dedicato al cimitero del Convento dei Frati Cappuccini di Palermo, e non è un modo di dire. Al contrario, la frase chiarisce a pieno il motivo per cui i frati cominciarono a mummificare i cadaveri: dare ai parenti la possibilità di continuare a incontrare i propri cari, proprio come se quest’ultimi fossero vivi.

Tutto comincia dalla consuetudine dei frati cappuccini della chiesa di Santa Maria della Pace di seppellire i propri confratelli in una fossa comune sotto l’altare dedicato a Sant’Anna. Un’abitudine che però li obbligò in seguito a scavare altri cunicoli stante l’impossibilità di continuare a raggruppare i corpi senza vita in uno spazio divenuto ormai troppo angusto.

Furono dunque esigenze logistiche a far scoprire ai frati che i corpi alloggiati in precedenza nella fossa si erano mantenuti in uno stato quasi perfetto. Da qui l’idea di migliorare i processi di mummificazione naturale e di estendere tale pratica alla borghesia palermitana. Ecco spiegato perchè dal Seicento all’Ottocento furono migliaia le persone, perlopiù notabili, che decisero di affidare ai Cappuccini i corpi dei loro defunti in cambio di ricche donazioni.

Tale pratica è terminata agli inizi del ‘900, con la significativa eccezione di Rosalia Lombardo, bambina di due anni mummificata (però artificialmente) per volere del padre e tuttora ospitata nelle catacombe. Per la precisione, nella cappella di Santa Rosalia, in mezzo ad altre due bambine.

Le Catacombe dei Cappuccini sono aperte tutti i giorni dell’anno (festivi compresi).

Palazzo dei Normanni

Palazzo dei Normanni è tante cose. È la più antica residenza reale d’Europa; è la sede dell’Assemblea Regionale Siciliana; è uno dei monumenti più visitati dell’isola; è, infine, il palazzo dove si trova la meravigliosa Cappella Palatina.

Quest’ultima, intitolata a San Pietro apostolo, fu costruita nel 1130 per volere di Ruggero II di Sicilia. Si tratta di una basilica a tre navate celebre per i mosaici bizantini che la affrescano. Il più grande e famoso di tutti è il “Cristo pantocratore”, motivo decorativo presente anche nella chiesa della Martorana. Molto bello pure il soffitto in legno recante incisioni e intagli che rimandano alla lunga dominazione araba della città.

Non a caso, la Cappella Palatina, insieme alle cattedrale cittadina, e alle altre due di Cefalù e Monreale, da luglio 2015 è sotto tutela dell’Unesco.

Due gli ingressi per il Palazzo dei Normanni.

Kalsa

Visitare la Kalsa (dall’arabo al-Khalisa) significa visitare quello che per secoli è stato il luogo privilegiato della politica, della finanza e della cultura di Palermo. Naturalmente riuscire a vedere tutto è difficile, a meno che un Cicerone locale non vi porti alla scoperta di questo rione storico (uno dei quattro in cui è suddiviso il centro cittadino).

Da vedere, infatti, c’è veramente tanto, comprese le contraddizioni di cui abbiamo parlato all’inizio, spia, almeno da un punto di vista urbanistico, di un conflitto tra il presente e la memoria del passato. Palazzo Mirto, Palazzo Abatellis e l’Oratorio dei Bianchi sono i luoghi dove il passato glorioso della Kalsa - e di Palermo - viene custodito gelosamente.

Il primo (Palazzo Mirto) è stato per quattro secoli la dimora della famiglia normanna più antica di Sicilia, i Filangieri Conti di San Marco, poi Principi di Mirto. Palazzo Abatellis, invece, è uno spazio museale con numerose collezioni medievali, moderne e archeologiche accumulate perlopiù durante il XIX secolo grazie a lasciti privati e alla soppressione delle corporazioni religiose.

Al centro dell’omonima piazza, di fronte il palazzo comunale, c’è la “Fontana Pretoria” o, come la chiamano i palermitani, la “Fontana della Vergogna” per via della nudità delle statue tutte attorno (altri sostengono che il riferimento sia invece alla corruzione delle classi dirigenti locali del XVIII e XIX secolo).

Samo sempre nella Kalsa, da un punto di vista storico-culturale, probabilmente il più importante dei 4 rioni in cui è suddiviso il centro storico cittadino. La storia della Fontana Pretoria è piuttosto singolare, dal momento che era destinata ad abbellire un giardino di Firenze, per la precisione il giardino di Don Luigi di Toledo che aveva commissionato all’architetto Francesco Camillani la realizzazione dell’opera.

Opera terminata nel 1554 e però, nel 1573 venduta al Senato di Palermo - si dice - per far fronte ai debiti accumulati dalla nobile famiglia spagnola. Il trasporto da Firenze a Palermo fu abbastanza complicato. Alcuni pezzi rimasero a Firenze; altri si danneggiarono lungo il tragitto. A occuparsi della reinstallazione della fontana (per farvi spazio fu decretato l’abbattimento di alcune abitazioni) Camillo Camillani, figlio dell’artista fiorentino che l’aveva progettata per primo.

Per quanto riguarda la struttura, la fontana poggia su un base ovale, circondata da una balaustra che contiene le altre vasche: tre posizionate in modo concentrico una sull’altra, seguite da un’altra serie di dimensioni più piccole. Quanto alle statue, rappresentano divinità e figure mitologiche (Ercole, Venere, Apollo, Bacco, Diana, Adone ecc.).

Spiagge di Palermo

Non si può venire in vacanza a Palermo senza concedersi un rinfrescante tuffo in mare! Mondello, la spiaggia cittadina di Palermo, è facilmente raggiungibile dal centro città con un autobus urbano: pur essendo una spiaggia urbana, attrezzata e dotata di tutti i servizi, è immersa in uno scenario naturale incantevole.

Dopo aver nuotato nelle trasparenti acque di Mondello, vi verrà senz’altro voglia di fare il bis! Noleggiate un’auto e partite all’esplorazione delle più belle spiagge e calette della Sicilia occidentale.

Basta uscire dalla città per trovare spiagge incantevoli, bagnate da un mare trasparente e inseriti in contesti naturali di straordinaria bellezza: sono mete perfette per dimenticare lo stress e vivere ore di relax totale.

Per gli amanti del mare e del paesaggio, sarà imprescindibile prendere in considerazione mete come San Vito lo Capo, la spiaggia di Mondello, la riserva naturale di Capo Gallo, Ustica e i lidi di Balestrate.

Dintorni di Palermo: cosa vedere

Palermo è una città straordinaria con una quantità di attrazioni famose che da sole potrebbero riempire diversi giorni di vacanza, ma sarebbe un peccato non dedicare un po’ di tempo a un paio di indimenticabili escursioni nei dintorni.

Senza spostarsi troppo da Palermo potete trovare spiagge che vengono definite “caraibiche” (visitare per credere), isole poco frequentate e riserve naturali. Serve qualche suggerimento? Scopello, San Vito lo Capo, Cefalù, Favignana, Riserva dello Zingaro…

Se amate la storia e la cultura con una gita in giornata da Palermo potete visitare Erice, uno dei borghi medievali più belli d’Italia nonché uno dei pochi che può godere di una magnifica vista sul mare, o siti archeologici importantissimi come Segesta e Selinunte; se avete meno tempo a disposizione potete visitare Monreale, cittadina famosa in tutto il mondo per il suo magnifico Duomo.

Agli amanti del gusto consigliamo Marsala, tappa fondamentale del turismo enogastronomico dove si può assaggiare il celebre vino da dessert e visitare storiche cantine. Ma l’elenco delle affascinanti località da visitare nella Sicilia occidentale non si esaurisce certo qui. Per fortuna i collegamenti autostradali sono buoni e con un’auto a noleggio vi sarà facile arrivare ovunque.

Monreale

Le tre mete da non perdere nei dintorni di Palermo sono senza dubbio Mondello, Monreale e Cefalù. Monreale rientra nell’Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale, dichiarato patrimonio UNESCO dal 2015, in quanto monumento attestante le grandi tradizioni artistico-architettoniche arabe, normanne e bizantine.

La Cattedrale di Santa Maria Nuova, meglio nota come Duomo di Monreale, è un’altra tappa dell’itinerario arabo-normanno nel 2015 entrato a far parte del Patrimonio Unesco (ne fa parte anche la Cattedrale di Cefalù). Si trova a soli 5 chilometri da Palermo, nella centralissima Piazza Vittorio Emanuele, e da un punto di vista architettonico è un compendio perfetto della storia civile, politica e religiosa della Sicilia.

All’impronta normanna, infatti, ben visibile nei ricchi mosaici bizantini che decorano l’interno della chiesa, fa da contraltare il gusto barocco del porticato che precede l’ingresso, mentre l’altare maggiore e l’organo sono rispettivamente del ‘700 e del ‘900. Insomma, più di ottocento anni di storia racchiusi in un unico edificio a tre navate e a croce latina fatto erigere nel XII secolo da Re Guglielmo II.

Certamente la città è famosa soprattutto per il Duomo con i mosaici bizantini dorati che illuminano lo spazio di una luce quasi mistica, fino al Cristo Pantocratore che domina l’intero ambiente. La leggenda racconta che l’idea della costruzione del Duomo sia venuta a Guglielmo II in sogno: beh, vi assicuro che questa monumentale chiesa è davvero un sogno!

Cefalù

La mia visita di Cefalù è iniziata “col botto”, come si suol dire. La salita alla rocca è stata il mio “Benvenuta in città” e ne sono rimasta folgorata. Usciti dalla stazione dei treni e seguendo le indicazioni per il centro città, è facile trovare i cartelli che vi condurranno al Parco della Rocca.

Il biglietto costa 5 euro (si può pagare solo in contanti perché la biglietteria è automatica) e la salita è faticosa ed esposta al sole ma le cose belle costano sempre fatica e vi assicuro che la vista dall’alto è da mozzare il fiato!

Imperdibile è poi la visita al Duomo, con il mosaico del Cristo Pantocratore che da solo vale la visita. Passeggiate poi lungo via Vittorio Emanuele (la parallela del principale Corso Ruggero) in direzione Lungomare Giardina e sbirciate dentro ad ogni bottega: ne rimarrete stupefatti!

Quasi ogni locale/negozio ha una stupenda finestra attraverso cui potrete ammirare il meraviglioso mare di Cefalù!

Bagheria

Bagheria è una destinazione affascinante che ti porterà indietro nel tempo grazie alle sue famose ville barocche settecentesche, che testimoniano il passato sontuoso della nobiltà siciliana.

Il primo sito da visitare è il suggestivo Palazzo Butera-Branciforti, costruito per volontà di Giuseppe Branciforti nel 1658. L’edificio, in stile neoclassico, richiama l’aspetto di un castello medievale con la sua struttura imponente, circondata da mura e torri di guardia. La torre rivolta verso Termini Imerese è stata demolita nel XIX secolo, mentre quella che guarda Palermo è ancora in piedi ed era parte dell’ingresso al palazzo. Il castello presenta due ampie scalinate, cortili interni e piccole abitazioni per servitori o scuderie. All’interno si possono ammirare affreschi, una sala dell’orologio e una collezione d’armi.

TAG: #Attrazioni

Più utile per te: