Val Venosta: Un Tesoro da Scoprire tra Attrazioni e Panorami
La Val Venosta è un territorio ricco di storia, trekking suggestivi, piccole cittadine e scorci naturali dalla rara bellezza. È un prato verde in bilico tra leggende sommerse e vette spirituali eccelse, un foglio bianco dato in mano ai bambini insieme alle tempere, la Terra di Mezzo che prende forma all’ombra di vette innevate e boschi fittissimi. A seconda del tempo che avete a disposizione potete organizzare viaggi più o meno lunghi, troverete sempre qualcosa da fare. Diciamo che 4 giorni sono un buon compromesso per conoscere tutte le anime di questo territorio.
Dove si trova la Val Venosta?
La Val Venosta si trova nella parte nord occidentale del Trentino Alto Adige. Si tratta di una zona di confine, è infatti collegata direttamente con l’Austria a nord, attraverso il Passo di Resia, con la Svizzera ad Ovest, e con la Lombardia a sud ovest, attraverso il suggestivo Passo dello Stelvio. La Val Venosta si sviluppa quindi dal Passo di Resia, a poca distanza dalla sorgente del fiume Adige, fino alla porte di Merano, lungo circa 80 chilometri. Tutto il suo territorio fa parte dell’immensa provincia di Bolzano, di cui rappresenta la parte più occidentale.
La forma della Val Venosta è insolita: nella parte più alta si sviluppa da nord verso sud, mentre all’altezza di Sluderno prende una direzione da ovest ad est, verso Merano. Sul suo territorio si affacciano diversi gruppi montuosi celebri: dalle Alpi Venoste al gruppo dell’Ortles con il monte Ortels che raggiunge i 3096 metri sul livello del mare.
Cosa vedere in Val Venosta: Un Itinerario di 4 Giorni
Celebre per le sue mele che maturano lentamente grazie al particolare microclima in cui si trovano, particolarmente arido e soleggiato, la Val Venosta accoglie i suoi visitatori tra campi, cittadine e natura. In 4 giorni in Val Venosta si può unire cultura, sport, e relax in un connubio perfetto. Non mancano laghi, tra cui il suggestivo lago di Resia con il suo campanile che spunta dall’acqua, trekking sorprendenti, piste ciclabili, ma anche cittadine ricche di storia. Se siete amanti delle due ruote potete decidere di sostituire una giornata o aggiungerne una ulteriore per percorrere la ciclabile che dal lago di Resia scende per tutta la vallata. Non è necessario essere degli sportivi allenati per percorrerla, il tragitto ha infatti una leggera e continua pendenza che saprà esservi d’aiuto.
Che la visitiate d’estate o d’inverno la Val Venosta saprà sempre lasciarvi a bocca aperta. Questo itinerario di quattro giorni è stato svolto in estate, ma può essere facilmente adeguato anche a una vacanza invernale.
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Giorno 1: Cascata di Parcines, Abbazia di Monte Maria e Malles Venosta
Il primo giorno è quello di arrivo in Val Venosta e se come me provenite da sud è molto probabile che passiate per Merano. Anche questa è una destinazione bellissima, vale quindi la pena aggiungere qualche giorno per vedere anch’essa. Ma concentriamoci sulla Val Venosta che inizia qualche chilometro dopo questa città. La prima tappa che facciamo, con ancora i bagagli in automobile, è la suggestiva cascata di Parcines, per poi raggiungere l’abbazia di Monte Maria, nel cuore della Val Venosta e a pochi passi dalla Svizzera, per poi concludere la giornata nella cittadina di Malles. Questo primo giorno è una giornata intensa, ma che vale la pena sfruttare a pieno per poi crollare in albergo. La giornata deve iniziare molto presto se avete intenzione di fare tutte le tappe elecante, altrimenti se volete risparmiare un po’ di tempo potete omettere la fermata a Castelbello o riprogrammarla in uno dei giorni a seguire.
Cascata e Borgo di Parcines
Parcines è la prima delle tappe in Val Venosta e si trova a pochissimi chilometri di distanza da Merano. Dal piccolo centro storico, nel quale troneggia la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, si può prendere la strada che conduce fino alla cascata di Parcines. Se invece volete iniziare in maniera più soft, potete avvicinarvi alla cascata in automobile.
Tip: l’APT di Parcines organizza uscite notturne altamente suggestive durante la stagione estiva, per vivere in maniera ancora più intensa la cascata.
Castelbello
Questo sorge su di uno sperone di roccia a strapiombo sulla strada che stiamo percorrendo ed è quindi inevitabile vederlo. Le sue origini sono degli inizi del XIII secolo, quando già allora occupava la posizione attuale, sulla sponda sinistra del fiume Adige. La sua forma insolita è scandita da un insieme di torri angolari inframezzate a merletti. Inizialmente di proprietà della famiglia Montalban, passò poi ai conti del Tirolo e, nella prima metà del cinquecento, alla famiglia dei Conti Hendl che dopo gli incendi divampati nel 1813 e nel 1824 ne ricostruì solo una piccola parte che gli permetteva di abitarlo. Nel 1956 Castelbello venne acquistato dallo Stato Italiano e, dopo diverse vicissitudini, dato in affidamento al comune che lo valorizza attraverso una cooperativa.
All’interno del castello di Castelbello vengono oggi ospitati alcuni eventi o, diversamente, durante il periodo estivo è possibile vistarne le sale attraverso visite guidate. La visita guidata passa per la ricostruzione dei diversi ambienti. Partendo dal portone di origine romaniche si giunge alla corte lunga 25 metri e caratterizzata da scalinate esterne e arcate di diverse altezze che creano un gioco di prospettive suggestive. La corte è anche sormontata da un’arcata su sui si trova un passaggio in legno che collega l’ala sud del castello alla cappella del XIV secolo, dotata di una piccola torretta utilizzata come campanile. Interessanti, all’interno della cappella, sono gli affreschi romanici e quelli del XVI secolo sulla volta. Visitabile è anche la cucina, che fa parte della parte più antica del castello, scampata agli incendi e caratterizzata da diverse finestre, disposte quasi casualmente lungo le sue mura. Particolare è la forma della stanza che crea quasi una cappa e la presenza di uno scarico in pietra che fa defluire l’acqua nelle rocce sottostanti al castello.
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Nel lato meridionale di Castelbello è presente la stanza dell’Erker, completamente restaurata negli anni sessanta, perché trovata in condizioni disastrose. La visita poi continua con i bastioni circolari, che danno un aspetto solenne a tutto il complesso, e vennero eretti meramente a scopo decorativo, mentre il palazzo, inizialmente a due piani e a cui ne venne aggiunto uno ulteriore in seguito, era il corpo abitativo centrale. Al suo interno trovava posto un camino rinascimentale in marmo, di cui sono presenti ancora alcuni resti, ed era riccamente decorato attraverso conpitture.
Marienberg - l’Abbazia di Monte Maria
Lasciato Castelbello è necessario prendere nuovamente l’automobile per addentrarsi nel cuore della Val Venosta. Raggiungiamo Marienberg, ovvero l’abbazia di Monta Maria, che detiene il primato di abbazia benedettina più alta d’Europa. Costruita a1350 metri di altitudine ha una storia antica che risale al XII secolo. Poco è rimasto di quella prima costruzione, ma tra le cose da non perdere durante la visita c’è anche la cripta originale, con tanto di affreschi unici al mondo. La visita di Marienberg si completa con il museo Ora et Labora con una collezione permanente di reperti antichi e la storia del museo, accompagnata a mostre temporanee.
Lungo la strada che da Burgusio conduce a Slingia, a un certo punto resterai affascinato dal candore dell’abbazia di Monte Maria, il più alto monastero benedettino in Europa con i suoi 1335 metri d’altitudine.
Malles Venosta
Nonostante il territorio comunale sia il più vasto di tutta la Val Venosta, il centro storico di questa cittadina è estremamente raccolto. Celebre per le sue torri romaniche, per lo più vecchi campanili, Malles Venosta nasconde un autentico segreto: la chiesetta di San Benedetto. Questa ci accoglie appena fatto il nostrio ingresso in città: tra un recinto di pietra e circondata da un piccolo prato, la chiesa di San Benedetto custodisce al suo interno alcuni antichi affreschi carolingi, unici in tutto il circondario. Per visitarla internamente è però necessario organizzarsi con anticipo, perché gli orari di apertura sono ridotti. In ogni caso non è possibile fare fotografie all’interno.
Il resto della visita a Malles Venosta si alterna tra chiese, vicoletti e la torre circolare del Castel Frohlichsburg, una suggestiva torre circolare del 1247, ultima testimonianza del castello ormai diroccato.
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Giorno 2: Glorenza e Passo dello Stelvio
Dopo un sonno ristoratore siamo pronti per il secondo dei 4 giorni in Val Venosta. Le tappe principali della giornata sono due: la cittadina di Glorenza e il celebre passo dello Stelvio. Ne approfittiamo però per aggiungere altre due piccole tappe che si trovano lungo la strada…
Chiesa di San Giacomo
La mattina inizia con una veloce tappa alla chiesa di San Giacomo, a una manciata di chilometri da Glorenza. Nonostante il navigatore segnali la strada per arrivarci direttamente in automobile, consiglio di lasciarla prima e fare l’ultimo tratto (5 minuti) a piedi, onde evitare di trovarsi le fiancate dell’auto graffiate dagli arbusti. La chiesa di San Giacomo si trova infatti quasi nascosta tra campi e case private e, inoltre, la sua apertura è di appena una volta al mese nel periodo estivo, a meno che non ci siano particolari eventi.
Questa chiesetta si trova in località Söles ed è famosa per la sua storicità: venne infatti costruita una prima volta agli inizi del XIII secolo e ricostruita successivamente tra il 1570 e il 1580 in stile tardogotico in seguito ad un incendio della fine del quattrocento appiccato dopo la battaglia di Calven. La particolarità della chiesa di San Giacomo è emersa durante studi archeologici che hanno dimostrato che in questo luogo era precedentemente presente una chiesa del VI secolo e alcuni frammenti degli affreschi interni sono risalenti proprio a questa prima costruzione. A parte durante le aperture della chiesa, che eventualmente si possono prenotare, è possibile sbirciare al suo interno attraverso le piccole finestre dal lato della porta di ingresso. Per arrivarci ci si dovrà addentrare all’interno di un campo privato, aprendo un cancello socchiuso.
Volendo la chiesa di San Giacomo è collegata direttamente a Glorenza grazie a un sentiero percorribile in circa mezz’ora a piedi. Il sentiero è il numero 1 e parte da Glorenza da dietro la chiesa di San Pancrazio.
Glorenza - la città più piccola dell’Alto Adige
Ripartiti dalla chiesa di San Giacomo a Soles, in appena cinque minuti d’automobile raggiungiamo la città di Glorenza. Se Malles Venosta vantava il territorio comunale più grande di tutta la Val Venosta, Glorenza ha invece quello più piccolo. Il suo centro storico è bello e totalmente raccolto all’interno delle mura medioevali della città, che vennero erette per proteggerla da eventuali attacchi nemici in quello che era di fatto un territorio di confine.
La visita di Glorenza si concluderà in una manciata di ore, nonostante per girare tutti i suoi vicoli sia sufficiente al massimo un’oretta. Oltre le porte storiche della città, dotate di torrete nelle quali oggi vengono ospitate mostre permanenti, vale la pena vedere la storica via dei Portici, piazza della Città, il cuore pulsante di Glorenza e le due chiese: una all’interno delle mura e, quella più grande di San Pancrazio al di fuori del centro cittadino.
Visitare la medievale Glorenza, uno dei Borghi più belli d'Italia.
L’insolito museo di Lorenzo Kuntner
Lungo la strada statale 38, che percorre chi da Glorenza vuole raggiungere il passo dello Stelvio, scorgiamo quasi per sbaglio il museo di Lorenzo Kuntner. Questo dista nemmeno 10 minuti di auto dalla città più piccola dell’Alto Adige e non potrete fare a meno di notarlo, perché si trova proprio al fianco della strada ed è un museo all’aperto. Nel museo all’aperto di Lorenzo Kuntner, conosciuto come lo sciamano della Val Venosta, si possono vedere totem, sassi dipinti e soprattutto composizioni con scheletri animali. Dalla parte opposta della strada è presente anche la casa laboratorio dell’artista, e anche qui sono numerosissime le ossa e le opere d’arte appese all’aperto. All’interno sono disponibili anche diverse pubblicazioni dell’artista, purtroppo tutte in lingua tedesca.
La filosofia di Lorenzo Kuntner è legata a quella degli antichi indiani d’America, dove gli oggetti sono collegati agli spiriti e possiedono un’energia vitale. L’artista è talmente legato al mondo indiano tanto da aver scelto un nome il cui significato è “l’uomo che parla con il vento”. Le ossa utilizzate nelle sue installazioni sono state recuperate da Lorenzo Kuntner direttamente nelle montagne circostanti e, anche quando trova in giro delle carcasse di animali li porta a casa, ne fa bollire gli scheletri e li utilizza come fossero dei monumenti sepolcrali indiani, esponendoli al “vento sacro”. Il museo all’aperto di Lorenzo Kuntner è visitabile a qualsiasi ora del giorno e richiede solo un’offerta libera di almeno 1 euro.
Salita al Passo dello Stelvio
Concludiamo la seconda giornata in Val Venosta al Passo dello Stelvio. Saliamo in auto tramite la strada dello Stelvio, che ci conduce fino ai 2758 metri sul livello del mare, che rendono questo passo il più alto d’Italia e il secondo più alto d’Europa tra quelli carrabili. Attraverso il passo dello Stelvio si unisce la località altoatesina di Prato allo Stelvio con quella lombarda di Bormio ed, eventualmente, è possibile prendere anche una deviazione che conduce fin dritti in Svizzera. Il Passo dello Stelvio è celebre perché ha ospitato più volte il giro d’Italia e la sua strada con 48 tornanti sul lato altoatesino è divenuta ormai iconica e richiama annualmente migliaia di ciclisti che vogliono sfidare questa suggestiva salita.
Giunti al culmine del Passo dello Stelvio è possibile percorrere diversi trekking o praticare anche lo sci estivo, nell’unico luogo italiano che lo mette a disposizione. Non a caso in cima ci sono diversi alberghi e alcuni locali turistici, con locande e piccoli bar. Attenzione però, perché il passo dello Stelvio è aperto sol durante i mesi più caldi e, più in particolare, tra il mese di giugno e quello di ottobre.
Giorno 3: Sluderno, Castel Coira e il Sentiero delle Rogge
Il terzo dei 4 giorni in Val Venosta è interamente dedicato alla località di Sluderno. Certo, il centro storico ha dimensioni tutto sommato contenute, ma sono i suoi dintorni a regalare ai turisti tante cose da fare. Dopo aver visitato il centro di Sluderno saliamo fino al Castel Coira e, infine, percorriamo il più bello tra i sentieri delle rogge della Val Venosta.
Centro storico di Sluderno
La visita al centro storico di Sluderno merita soprattuto se si intende utilizzarlo come punto di partenza per la visita del suo castello o per il sentiero delle rogge. Sluderno è una cittadina di montagna dalle dimensioni raccolte, in cui spicca la chiesa centrale. La sua particolarità è che all’interno della recinzione ospita anche la chiesa di San Michele al Cimitero, ricca di opere d’arte e affreschi antichi.
Insieme al lago di Resia e all’Ortles, il Castel Coira è sicuramente l’attrazione più fotografata dai turisti in visita nella Val Venosta.
Castel Coira
Sopra Sluderno in Val Venosta sorge Castel Coira, uno dei castelli meglio conservati dell’Alto Adige. L‘edificio fu eretto nel 1259 e, dal 1504, è proprietà privata dei Conti Trapp. Oggi, chi visita il castello s‘imbatte in una residenza rinascimentale, con uno splendido loggiato. La cappella in stile romanico, la sala degli antenati, la stanza di Giacomo ed altri vani sfarzosi sono tesori di particolare rilievo.
Sentieri delle Rogge
La top 15 si chiude con gli spettacolari Waalwege, i sentieri delle rogge, una meta stra-sconsigliata se ami le escursioni semplici, adatte a tutta la famiglia. Tip: i Waalwege sono percorribili durante tutto l’anno, anche se regalano il meglio di sé durante le fresche giornate estive.
Altre Attrazioni in Val Venosta
- Lago di Resia: Semplicemente il simbolo della Val Venosta. Sapevi che la fonte del fiume Adige si trova non lontana dal lago di Resia? Più precisamente all’interno del bunker n.20 nei pressi del Passo Resia, al confine con l’Austria.
- Abbazia di Monte Maria: Lungo la strada che da Burgusio conduce a Slingia, a un certo punto resterai affascinato dal candore dell’abbazia di Monte Maria, il più alto monastero benedettino in Europa con i suoi 1335 metri d’altitudine.
- Marmo di Lasa: E se si parla di eccellenze del territorio, il marmo di Lasa rientra nella lista a pieno diritto.
- Parco nazionale dello Stelvio: L’elenco dei posti da non perdere durante una vacanza nel territorio venostano si arricchisce con il Parco nazionale dello Stelvio, già citato prima in occasione dell’Alta Via dell’Ortles.
- Alta Via dell’Ortles: Hai un amico appassionato di escursionismo? Se sì, chiedigli pure se ha mai sentito parlare dell’Alta Via dell’Ortles.
- Slingia: Sì, lo ammetto, mi sono innamorato di Slingia.
- Via Claudia Augusta: Ti stai per caso domandando cosa fare in Val Venosta con i bambini? Ti invito allora a percorrere anche solo un breve tratto della Via Claudia Augusta, conosciuta come la pista ciclabile dell’Adige.
Consigli Utili per la Tua Vacanza in Val Venosta
- In Bici: Tip: ami andare in bici e puoi vantare una discreta esperienza con i percorsi di alta montagna?
- In Inverno: Arrivati a questo punto, è facile che tu ti stia domandando cosa fare in Val Venosta in inverno. Ho indovinato?
Val Venosta: Un Territorio di Confine
La Val Venosta è anche una terra di confine e come tale condivide leggende e culture diverse che, negli anni, hanno dato vita a un territorio unico.
La Via Romanica delle Alpi
Sulle tracce del Medioevo, la Via romanica delle Alpi conduce dall'abbazia benedettina di epoca carolingia di San Giovanni in Val Monastero, nella confinante Svizzera, fino a Malles, con i suoi cinque campanili. Dall'abbazia situata a maggior altitudine d'Europa, Monte Maria, si prosegue sulla Via Claudia Augusta, costeggiando prestigiosi castelli e manieri dai pregevoli affreschi. Tra questi massicci edifici spiccano il possente Castel Coira a Sluderno, Castel Coldrano e la fortezza di Castelbello.
Se, come me, amate la montagna, la natura e l’Alto Adige, la Val Venosta saprà accogliervi e conquistarvi!
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