Accordi di Schengen: Cosa Prevedono e Quali Sono le Sfide Attuali
Lo spazio Schengen, nato nel 1985, rappresenta una delle conquiste principali del progetto europeo. Permette oggi a 400 milioni di cittadini europei di circolare liberamente all’interno delle frontiere comuni, abolendo i controlli sistematici e istituendo un sistema di coordinamento nella lotta alla criminalità. Un'area che oggi si estende su oltre 4 milioni di chilometri quadrati, abbracciando una popolazione di quasi 420 milioni di persone in 29 paesi: 25 stati membri dell'Ue (restano fuori Irlanda e Cipro) e i quattro membri dell'Associazione europea di libero scambio (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera).
La Storia degli Accordi di Schengen
Il 14 giugno 1985 Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo e Olanda firmano gli Accordi di Schengen, dal nome della città lussemburghese nella quale si riuniscono, relativo alla soppressione graduale (l’accordo entrerà in vigore per i primi Paesi firmatari nel 1995) delle frontiere comuni, instaurando uno spazio - l’«area Schengen» - di libera circolazione delle persone, indipendentemente dalla loro nazionalità. Nel 1990 gli stessi Stati firmano la Convenzione di applicazione degli Accordi di Schengen, che prevede - successivamente all’abolizione dei controlli alle frontiere interne - un’area unica di sicurezza e di giustizia.
In seguito alla firma della Convenzione, l’area si amplia con l’adesione di altri Stati Ue: Italia (1990, in vigore dal 1997), Spagna e Portogallo (1991), Grecia (1992), Austria (1995), Danimarca, Finlandia e Svezia (1996), Republica ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Malta, Polonia, Slovenia e Slovacchia (2007). Dal primo gennaio 2023, inoltre, anche la Croazia ha aderito pienamente all’acquis di Schengen, eliminando i controlli sulle persone alle frontiere interne sia terrestri che marittime a partire dal 26 marzo 2023. Dal marzo 2024, infatti, Romania e Bulgaria sono entrate a far parte dell'accordo per quanto riguarda le frontiere aeree e marittime.
I Vantaggi dello Spazio Schengen
Lo spazio Schengen non apporta vantaggi solo in termini di libera circolazione, permettendo a più di 400 milioni di persone di circolare senza impedimenti tra i Paesi membri evitando di sottoporsi ai controlli di frontiera, ma esso costituisce una risorsa economica fondamentale per tutte le imprese degli Stati partecipanti. Ogni giorno, nell'area Schengen, circa 3,5 milioni di persone attraversano le frontiere interne per andare al lavoro, studiare o far visita ai propri cari. Quasi 1,7 milioni di cittadini risiedono in un paese diverso da quello in cui lavorano, spostandosi liberamente grazie all'assenza di controlli ai confini. Questa fitta rete di spostamenti genera oltre 1,25 miliardi di viaggi all'anno, una cifra che dimostra quanto sia importante per milioni di europei poter vivere, lavorare e viaggiare liberamente in questo spazio comune.
Questo sistema ha migliorato anche la sicurezza all’interno dell’UE, essendo il suo fine ultimo quello di proteggere i cittadini attraverso una maggiore cooperazione fra le forze di polizia, le autorità doganali e le autorità preposte ai controlli delle frontiere esterne di tutti gli Stati membri.
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Per gestire in modo efficace e sicuro questo enorme flusso di persone, i paesi membri si affidano al Sistema d'informazione Schengen (Sis), un grande archivio digitale condiviso dalle forze di polizia. Questo database contiene ben 86,5 milioni di segnalazioni su persone ricercate, oggetti rubati o scomparsi e altre informazioni rilevanti per la sicurezza. Le autorità lo consultano ben 35 milioni di volte al giorno, un numero impressionante che dimostra quanto sia fondamentale per garantire la protezione dei cittadini e combattere la criminalità oltre i confini nazionali.
Condizioni per Aderire allo Spazio Schengen
Per i Paesi che intendono entrare a far parte del sistema Schengen, vi sono alcune regole da rispettare. I Paesi devono poi essere sottoposti ad una serie di valutazioni per stabilire se soddisfano le condizioni necessarie per applicare le norme Schengen.
Sospensione degli Accordi e Clausole di Tutela
L’accordo prevede anche una clausola di tutela che consiste nell’eventuale ripristino, da parte di uno o più Stati membri, dei controlli alle frontiere per un periodo limitato, in caso di minacce all’ordine pubblico o alla sicurezza nazionale. È possibile che vi siano casi in cui un Paese possa ripristinare i controlli di frontiera nello Spazio Schengen. Il Consiglio, su proposta della Commissione europea, può raccomandare a uno o più Stati membri di ripristinare i controlli alle frontiere solo e soltanto in tali circostanze.
Il codice frontiere Schengen stabilisce anche che gli Stati membri possono ripristinare temporaneamente i controlli di frontiera per rispondere ad una minaccia grave alla sicurezza interna. In questo caso lo Stato deve notificare la sua intenzione alla Commissione e agli altri Paesi dell’UE almeno quattro settimane prima del ripristino dei controlli o in tempi più brevi se le circostanze lo richiedono.
Dopo l'annuncio dei Paesi Bassi di voler sospendere Schengen per contrastare i flussi migratori irregolari, sale a otto il numero di paesi che hanno reintrodotto i controlli alle frontiere interne dell'Unione europea. I Passi Bassi si uniscono così ad Austria, Germania, Francia, Svezia, Slovenia, Danimarca e alla Norvegia, paese extra-Ue ma parte dell'area Schengen, in quella che appare come la più grave crisi dell'area di libera circolazione dalla sua nascita.
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Le motivazioni oscillano tra sicurezza e immigrazione: l'Olanda punta il dito contro l'eccessivo flusso di migranti irregolari, mentre la Norvegia ha appena prolungato i controlli fino a dicembre 2024 citando il rischio di attentati terroristici, con particolare attenzione alla protezione degli obiettivi ebraici e israeliani.I controlli olandesi scatteranno ai confini con Germania e Belgio. "La polizia di frontiera inizierà a effettuare controlli aggiuntivi", ha dichiarato, come riporta Il Corriere della Sera, la ministra per le Migrazioni e l'asilo Marjolein Faber in una nota alla Commissione europea, promettendo di ridurre al minimo l'impatto su merci e pendolari transfrontalieri.
Da Bruxelles è arrivata immediata la replica: secondo quanto riporta Today, la portavoce della Commissione europea Anitta Hipper ha ricordato che la reintroduzione dei controlli alle frontiere interne nella zona Schengen deve essere adottata in maniera "eccezionale" ed essere "strettamente limitata nel tempo".
Per far fronte a queste situazioni, nel maggio 2024 il Consiglio dell'Unione europea ha approvato una riforma del codice frontiere di Schengen. Le nuove regole prevedono che i controlli alle frontiere interne possano essere reintrodotti solo come misura di ultima istanza e in situazioni veramente eccezionali, nel rispetto del principio di proporzionalità.
Critiche e Prospettive Future
Su proposta della Commissione Europea è stato avviato un processo di revisione del funzionamento del sistema Schengen. Queste riforme che si vogliono attuare hanno, però, ottenuto delle critiche in quanto potrebbero causare conseguenze negative ai diritti fondamentali dei migranti alle frontiere, i quali potrebbero essere respinti giustificando tali azioni con il discorso della tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico.
Nonostante queste chiusure temporanee, lo spazio Schengen sta paradossalmente vivendo una fase di espansione. È possibile che presto possano aderire completamente, se l'Austria deciderà di ritirare il suo veto. Un incontro decisivo è previsto per il 22 novembre in Ungheria.
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Tabella Riepilogativa: Allargamento e Sospensioni di Schengen
Paese | Anno di Adesione (iniziale) | Note |
---|---|---|
Belgio | 1995 | Membro fondatore |
Germania | 1995 | Membro fondatore, ha reintrodotto i controlli |
Francia | 1995 | Membro fondatore, ha reintrodotto i controlli |
Lussemburgo | 1995 | Membro fondatore |
Paesi Bassi | 1995 | Membro fondatore, ha reintrodotto i controlli |
Italia | 1997 | |
Spagna | 1995 | |
Portogallo | 1995 | |
Grecia | N/A | |
Austria | N/A | Ha reintrodotto i controlli |
Danimarca | N/A | Ha reintrodotto i controlli |
Svezia | N/A | Ha reintrodotto i controlli |
Slovenia | N/A | Ha reintrodotto i controlli |
Norvegia | N/A | Non UE, ma parte di Schengen, ha reintrodotto i controlli |
Repubblica Ceca | N/A | |
Estonia | N/A | |
Lettonia | N/A | |
Lituania | N/A | |
Ungheria | N/A | |
Malta | N/A | |
Polonia | N/A | |
Slovacchia | N/A | |
Croazia | 2023 | |
Romania | N/A | Adesione parziale (aerea e marittima) |
Bulgaria | N/A | Adesione parziale (aerea e marittima) |
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