Avverbi Italiani: Una Spiegazione Semplice
In questo articolo parleremo di una delle nove parti del discorso della lingua italiana: gli avverbi. Il termine avverbio deriva dal latino ad verbum e significa “vicino al verbo”.
Definizione e Funzione degli Avverbi
Parte invariabile del discorso, l’avverbio è un modificatore semantico e ha la funzione di accompagnare un verbo, un nome, un aggettivo, un altro avverbio o un’intera frase per precisarne o modificarne il significato. L'avverbio ha come scopo principale quello di modificare il significato di un aggettivo (ad esempio: "poco male"), un altro avverbio (come in "troppo velocemente") o un verbo (ad esempio: "si muove lentamente").
All’interno della frase, questa parte del discorso occupa una diversa posizione a seconda dell’elemento al quale si riferisce. L’avverbio si colloca dopo il verbo nel caso di tempi semplici e tra il participio e l’ausiliare nel caso dei composti.
Tipologie di Avverbi
Esistono diverse tipologie di avverbi, ciascuna con caratteristiche specifiche. Gli avverbi possono essere di diverso tipo.
Avverbi di Modo o Qualificativi
Gli avverbi di modo (o qualificativi) esprimono il modo in cui si svolge l’azione espressa dal verbo oppure precisano un aggettivo o un altro avverbio, qualificandoli. Esempi: onestamente, ansiosamente, gattoni, carponi, tastoni, chiaro, forte, piano, giusto, bene, male, così, come, volentieri...
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Avverbi di Tempo
Gli avverbi di tempo esprimono il momento o la circostanza in cui si svolge un’azione o un fatto. Appartengono a questa categoria di avverbi le seguenti parole: ieri, domani, oggi, mai, dopo, presto, tardi, adesso, stanotte, ecc.
Avverbi di Luogo
Indicano il luogo in cui si svolge un’azione o dove si trova qualcuno o qualcosa: lì, là, qui, qua, laggiù, lassù, vicino, lontano...
Avverbi di Quantità
Gli avverbi di quantità esprimono una quantità, non precisata, che riguarda un verbo, un aggettivo o un altro avverbio. Sono avverbi di quantità: poco, parecchio, tanto, abbastanza, meno, troppo, grandemente, minimamente, affatto.
Avverbi di Affermazione, Negazione e Dubbio
Gli avverbi di affermazione, negazione, dubbio hanno la funzione di affermare, negare o mettere in dubbio qualcosa. Prendono anche il nome di avverbi valutativi, perché esprimono sempre un giudizio o una valutazione.
- Gli avverbi di affermazione sono: sì, certamente, proprio, davvero, esattamente, indubbiamente, ecc.
- Gli avverbi di negazione sono no, non, nemmeno, neppure, neanche, ecc.
Avverbi Interrogativi ed Esclamativi
Appartengono alla categoria degli avverbi interrogativi tutti quegli avverbi che hanno la funzione di introdurre una domanda diretta. Tra questi troviamo infatti quando?, perché?, quanto?, come?
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Gli avverbi esclamativi hanno il compito di introdurre un’esclamazione. Rientrano in questa categoria di avverbi come!, quanto!
Avverbio Presentativo
A differenza delle altre tipologie sopra elencate, quella degli avverbi presentativi comprende un solo avverbio. Si tratta dell’avverbio ecco, che ha la funzione di indicare, mostrare o annunciare qualcuno, qualcosa, un fatto e un evento.
Locuzioni Avverbiali
Esistono poi le locuzioni avverbiali, cioè gruppi di due o più parole che svolgono la funzione di avverbi. Le locuzioni avverbiali sono gruppi di parole che vengono usati come frasi fatte e che svolgono la funzione di avverbi.
- Locuzioni avverbiali di modo: pian piano, alla buona, di corsa, in particolare, a tu per tu...
- Locuzioni avverbiali di tempo: poco fa, di recente, un tempo, d’ora in poi, la prossima volta...
- Locuzioni avverbiali di luogo: di qui, di qua, di là, di su, all’indietro, a destra, nei dintorni...
- Locuzioni avverbiali di quantità: più o meno, all’incirca, fin troppo, del tutto, a bizzeffe...
- Locuzioni avverbiali di affermazione, negazione, dubbio: di certo, senza dubbio...; neanche per idea, per niente...; quasi quasi, caso mai...
- Locuzioni avverbiali interrogative: come mai? da quando? per quando?...
Formazione degli Avverbi
Gli avverbi possono essere:
- primitivi: non derivano da nessun’altra parola, hanno una forma propria.
- derivati: derivano da un’altra parola e si formano con l’aggiunta di un suffisso. Questa tipologia di avverbi può derivare da aggettivi (femminili che terminano in -a), da nomi o da verbi e alcuni esempi sono: beatamente, coraggiosamente oppure cavalcioni, ruzzoloni, ecc.
Uso Particolare di "Mai" e "Già"
L’avverbio mai è a volte usato con il significato di "qualche volta": "hai mai fatto questa torta?"; "se mai ti capitasse di trovare questo libro, compralo". Nelle frasi negative, mai serve a rafforzare la negazione: "non ha mai fatto quello che le chiedevo". A volte può essere usato senza negazione, in frasi ellittiche (frasi cioè in cui mancano il soggetto o il predicato o entrambi, ma questi elementi si possono ricavare dal contesto) "conosci questa canzone?" "Mai sentita". Può essere usato anche da solo, in risposte negative, e in questo caso ha un significato più forte del semplice no: "cambieresti lavoro?" "Mai".
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L’avverbio già può talvolta equivalere a ormai: "è già tardi, bisogna tornare a casa". In frasi esclamative o interrogative esprime sorpresa, gioia o rammarico: "sei già tornato?", "sono già finite le vacanze!", "volete già andare via?".
Avverbi Neanche, Nemmeno, Neppure
Gli avverbi neanche, nemmeno, neppure sono accompagnati dalla negazione non quando seguono il verbo: "non mi ascolta nemmeno"; mentre si usano da soli quando lo precedono: "che maleducato!
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