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Barcellona e il Turismo di Massa: Problemi e Proteste

Da mesi, in Spagna, si organizzano manifestazioni contro il turismo di massa, un fenomeno che sta portando alla nascita di iniziative come il progetto partecipativo Canarias Palante, volto a cambiare il modello turistico dell'arcipelago. Il culmine si è raggiunto il 6 luglio a Barcellona, dove migliaia di persone sono scese in piazza, organizzate dall'Assemblea de Barris pel Decreixement Turístic. In questa occasione, i manifestanti hanno utilizzato anche pistole ad acqua contro i turisti, al grido di “Tourists Go Home”, segnando un precedente importante, poiché per la prima volta i turisti stessi sono diventati bersaglio della protesta.

Le Proteste Contro l'Overtourism

Domenica si sono tenute proteste contro il turismo di massa in una quindicina di città europee, in particolare in Spagna. Le proteste sono state a Granada, in Andalusia, e a San Sebastián (Donostia), nei Paesi Baschi, ma anche a Palma di Maiorca, nell’arcipelago delle Baleari, e soprattutto a Barcellona, una delle città dove le conseguenze del sovraffollamento turistico sono più evidenti da più tempo. Anche quest’anno la protesta a Barcellona è stata guidata dall’Assemblea de Barris pel Decreixement Turístic (Assemblea dei quartieri per la decrescita turistica), che nel luglio dell’anno scorso aveva organizzato la prima, grande manifestazione sul tema, con 3mila partecipanti secondo la polizia, e 20mila secondo gli organizzatori.

Durante il corteo di domenica i partecipanti hanno gridato cori come “tourists go home” (turisti, andate a casa) e hanno spruzzato acqua contro alcuni visitatori con delle pistole d’acqua, diventate un po’ il simbolo delle proteste contro il turismo di massa in città. A Granada secondo gli organizzatori i partecipanti erano circa 350, mentre a Palma di Maiorca un centinaio: oltre agli attivisti di movimenti ecologisti come Fridays for Future, hanno partecipato associazioni locali come Palma XXI e Banc de Temps de Sencelles, che avevano organizzato la prima grande protesta contro il turismo di massa a Palma, nel maggio del 2024. I manifestanti a San Sebastián invece sono stati circa 500. Il corteo è stato organizzato da una cinquantina fra sindacati e associazioni locali che lamentavano di come il problema non fosse nuovo, ma semplicemente non gestito.

Barcellona: Una Città Alle Prese Con il Turismo di Massa

Barcellona ha circa 1,7 milioni di abitanti e l’anno scorso, per dare l’idea, è stata visitata da 15,5 milioni di turisti. Una marcia colorata e pacifica, ma decisa, attraversa la città catalana: affitti inaccessibili e identità a rischio.

Stiamo parlando del fenomeno dell’overtourism, il turismo di massa non sostenibile che consuma le città, con conseguenze di ampio peso sulla qualità della vita. A Barcellona l’insostenibilità del fenomeno risiede principalmente nell’aumento del caro-vita e nell’impatto negativo sul diritto alla casa. Gran parte dei residenti è sostanzialmente forzata all’espulsione dalla città, a causa dei prezzi spropositati del mercato immobiliare, con crescita dei costi degli affitti del 68% e degli acquisti del 38% solo negli ultimi 10 anni, e conseguente spersonalizzazione dei quartieri, che gradualmente sono diventati quartieri-cartolina.

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Il centro storico, in particolar modo la zona del Barri Gòtic, ha perso la sua autenticità, trasformandosi in un parco giochi per turisti. La città, inoltre, non è in grado di fornire servizi per un quantitativo di persone così elevato, da cui i mezzi di trasporto che strabordano, le linee di comunicazione congestionate, la gestione dei rifiuti non idonea e i continui disservizi, nemici della sostenibilità ambientale, oltre che abitativa.

La questione è emersa recentemente a causa del raggiungimento di una soglia insostenibile, ma ha radici più lontane. Il sovraffollamento turistico di Barcellona è iniziato con le Olimpiadi 1992, quando con i lavori di rinnovamento urbanistico e la presenza di un evento catalizzatore di tale portata sono aumentate sia la promozione turistica che, conseguentemente, le persone desiderose di scoprire la città. Dopo il Covid-19, la situazione è sfuggita di mano. Da un lato, durante le misure di contenimento della pandemia, la popolazione si era ritrovata a sperimentare una città svuotata, senza turisti, che funzionava meglio e in cui i servizi erano adeguati per il numero di persone.

Quello dell’overtourism, ossia il turismo di massa, è un fenomeno irrefrenabile che, se da una parte produce ricchezza e benessere, dall’altra esaspera i cittadini che vedono le proprie vite modificarsi, nella maggior parte dei casi in peggio. Da qualche tempo, soprattutto dopo i due anni di pandemia, il turismo è diventato più veloce e invasivo. E in diverse località famose monta la polemica.

Le Misure Adottate e Proposte

Dall’altra parte ci sono gli amministratori spagnoli. A seguito della manifestazione, il sindaco di Barcellona, Jaume Collboni ha ricordato che gli oltre 10.000 appartamenti turistici saranno restituiti ad uso residenziale entro il 2028, che verrà aumentata la tassa di soggiorno a 4 € per notte, e che verrà limitato il numero di crocieristi che non pernottano in città. La sensazione però è che, governi e amministrazioni, stiano rincorrendo il problema invece di affrontarlo.

Negli anni Barcellona ha tuttavia dato mostra di volersi muovere con più determinazione rispetto ad altre città. L’amministrazione comunale di Barcellona ha annunciato un piano per eliminare gradualmente gli affitti a breve termine entro il 2028. Anche a livello promozionale Barcellona ha cambiato strategia.

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L'amministrazione cittadina ha già individuato alcune misure da applicare per cercare di invertire il trend e convertire l’overtourism in turismo responsabile e sostenibile. Tra questi, l’aumento della tassa di soggiorno negli alloggi turistici, dagli hotel alle crociere, che con soggiorni di 12 ore sono la principale fonte di overtourism; all’approvazione manca solo il nulla osta del governo della Generalitat, ma si prevede l’attuazione a partire da settembre/ottobre 2024. La misura che potrebbe avere maggiori riscontri, però, è quella relativa alle licenze. Il sindaco Collboni ha annunciato che entro il 2028 ritireranno oltre 10 mila licenze per abitazioni adibite ad affitti turistici a breve termine.

Il Comune di Barcellona ha promesso di eliminare entro il 2028 oltre 10.000 licenze turistiche. L’obiettivo è ridurre la pressione sugli alloggi e restituire spazi abitativi ai cittadini. Secondo gli attivisti, però, queste misure arrivano tardi e non sono ancora sufficienti.

L'Impatto Economico e Sociale

Secondo i dati del Ministero del turismo, nell’estate 2024 in Spagna si attendono 41 milioni di turisti, +13% rispetto allo scorso anno, con un aumento della spesa del 22%, oltre i 59 miliardi di euro (dati Turespaña). Alle Canarie ad esempio, secondo El Pais, gli stipendi sono i secondi più bassi del Paese (1.630 euro al mese in media), c’è il terzo tasso di disoccupazione più alto (16,2%, secondo dati INE), la seconda inflazione più alta (3,5%, rispetto al 3,2% nazionale) e il secondo tasso di rischio di povertà (26,1%).

Pochi giorni fa Il Ministro del Turismo e dell’Occupazione delle Isole Canarie, Jessica de León, ha invitato il Ministero dell’Industria e del Turismo spagnolo a promuovere “un patto in difesa del turismo“, proprio a seguito delle manifestazioni contro il turismo di massa. Il timore è che le proteste possano avere effetti negativi sui turisti, scoraggiandoli a visitare il paese e l’arcipelago.

Quello che emerge chiaramente è la preoccupazione, crescente e diffusa in tutto il paese. In Spagna infatti non è la prima volta che si scende in piazza in città mete vacanziere per difendere i propri diritti di cittadini. A fine aprile erano stati gli abitanti delle isole Canarie, in 50mila, a mobilitarsi per dire no agli oltre 14 milioni di turisti che in un solo anno hanno invaso casa loro. Oggi, i barcellonesi denunciano di fatto la loro espulsione dalla città dovuta principalmente all’aumento dei prezzi delle case e la spersonalizzazione dei quartieri causati dall’overtourism.

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D’altra parte, lo stesso sindaco Jaume Collboni e la sua giunta non possono anche ricordare che il comparto turistico contribuisce al 14 per cento del Pil della città e garantisce oltre 150mila posti di lavoro.

Turismo Responsabile: Un Approccio Alternativo

Avete mai pensato a come viaggiare in modo più sostenibile e meno impattante per le comunità locali?

  • 📅 Viaggiate in bassa stagione: Visitate Barcellona in periodi differenti dell’anno, per evitare soprattutto il sovraffollamento dei mesi estivi.
  • 👩🏼‍💻 Informatevi prima di partire: Cercate il maggior numero di informazioni sul luogo che state per visitare.
  • ♻️ Limitate il vostro impatto ambientale: Riducete l’uso di plastica monouso e camminate più che potete. Evitate gli sprechi; come evitiamo di sprecare risorse a casa, è saggio farlo anche in vacanza. Chiudete l’acqua quando non vi serve, la Catalogna sta passando per un lungo periodo di siccità.
  • 🤝 Immergetevi nella cultura locale: Il viaggio è anche un momento di confronto con una cultura diversa, cercate di avere un approccio di rispetto e curiosità nei confronti di usi e costumi differenti dai nostri.

Tabella Riassuntiva delle Problematiche e Soluzioni a Barcellona

ProblematicaConseguenzeSoluzioni Proposte/Adottate
Aumento dei prezzi degli affitti e degli immobiliEspulsione dei residenti, spersonalizzazione dei quartieriEliminazione graduale degli affitti a breve termine, aumento della tassa di soggiorno
Svuotamento dei centri storiciPerdita di identità e comunitàLimitazione delle licenze turistiche, promozione del turismo responsabile
Aumento del consumo di acquaEmergenza siccitàSensibilizzazione dei turisti, gestione sostenibile delle risorse idriche

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