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Il Caso Avetrana: Un Giallo Infinito

Era il 26 agosto dell'anno scorso che scomparve Sarah Scazzi, la ragazzina di 15 anni di Avetrana, in provincia di Taranto. Solo 42 giorni dopo si seppe che era stata uccisa.

Le cronache del delitto (e i commenti) hanno imperversato per mesi su giornali, tv, Internet e di consenguenza anche tra la gente comune ma la vicenda, non del tutto chiarita, promette di continuare a monopolizzare l'attenzione dei media anche nei prossimi mesi.

Intanto lunedì 29 agosto parte l'udienza preliminare del processo davanti al gup del Tribunale di Taranto Pompeo Carriere. Il gup ha dichiarato urgente il processo poiché il 14 ottobre scadono i termini di custodia cautelare per Sabrina Misseri. Anche per questo l'udienza preliminare e' stata fissata in periodo feriale e quelle successive saranno programmate in tempi ravvicinati, anche a cadenza quotidiana, se necessario.

Due le persone in carcere: sono la cugina della vittima, Sabrina Misseri, e la zia Cosima Serrano, madre di quest'ultima, che devono rispondere dell'omicidio della giovane studentessa che frequentava l'Istituto Alberghiero di Maruggio.

Il pm della Procura di Taranto Mariano Buccoliero e il procuratore aggiunto Pietro Argentino hanno presentato richiesta in tutto di 13 rinvii a giudizio. Gli altri personaggi di questo giallo infinito per i quali è stato chiesto il giudizio dalla Procura sono di contorno, compresi quattro avvocati. Una circostanza insolita ma e' anche vero che si e' trattato di un caso dove non sono mancati i colpi bassi su nessun versante.

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Sono accusati, a vario titolo, di favoreggiamento, intralcio alla giustizia, soppressione di atti veri, infedele patrocinio. In tutto gli indagati, ai quali il 1° luglio è stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini, sono 15.

Dopo essere stati detenuti in periodi diversi, sono ora liberi lo zio Michele Misseri (rispettivamente padre e marito delle due donne in carcere), il fratello di questi, Carmine Misseri e il nipote Cosimo Cosma, detto Mimino, tutti accusati di essersi occupati di nascondere il cadavere nel pozzo dove venne ritrovato nella notte tra il 6 e il 7 ottobre grazie alla confessione dello stesso contadino di Avetrana, il perno intorno a cui e' ruotato tutto il giallo.

Le posizioni di due persone, il famoso fioraio Giovanni Buccolieri, presunto testimone oculare del sequestro di Sarah, e un suo amico, accusati di false dichiarazioni ai pm, sono state stralciate in attesa della sentenza di primo grado.

La Scomparsa di Sarah Scazzi

Tutto è cominciato in un pomeriggio di un anno fa. Sarah Scazzi esce di casa prestissimo. Indossa pantaloncini e una maglietta, infradito ai piedi e zaino in spalle contenente un asciugamano e le chiavi di casa. In mano un telefonino, alle orecchie un auricolare.

Deve raggiungere la casa della cugina (e migliore amica) Sabrina, più grande di lei di alcuni anni (ne ha 22), a poche centinaia di metri da casa sua, per andare al mare sulla costa jonico-salentina insieme a un'altra ragazza, Mariangela Spagnoletti che sarebbe passata a prenderle in auto. Ma della 15enne si perdono presto le tracce. Da quel momento inizia il giallo.

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Per giorni si cerca in una vasta zona tra spiagge, casolari, pozzi e cave di cui è ricco il territorio. Nella notte tra il 6 e il 7 ottobre durante un drammatico interrogatorio crolla e confessa che Sarah in realtà era arrivata a casa sua in via Deledda ma che lui l'aveva uccisa strangolandola in garage in seguito a un'avance sessuale rifiutata e poi racconta di averla seppellita in un pozzo in contrada 'Mosca' sulla strada per Nardo' dove il cadavere viene recuperato poche ore dopo. L'uomo viene arrestato.

Nella prima versione Misseri aggiunge un particolare macabro poi smentito: prima di gettare Sarah nel pozzo avrebbe abusato sessualmente del cadavere. Il 9 ottobre si svolgono i funerali nello stadio di Avetrana, strapieno.

La Svolta nelle Indagini

Ma sette giorni dopo il ritrovamento del cadavere arriva la svolta clamorosa: Misseri chiama in causa la figlia Sabrina dicendo che insieme hanno concordato di dare una 'lezione' a Sarah per le voci messe in giro sulle presunte molestie dello zio, poi sfociata nell'omicidio. La cugina l'avrebbe condotta in garage e tenuta per le spalle mentre il padre la strangolava.

Anche la giovane Misseri, che nei giorni precedenti unitamente alla sorella Valentina, aveva condannato aspramente in tv il gesto del padre, assolutamente inatteso, nonostante la proclamazione di innocenza, viene prima fermata e poi arrestata il 15 ottobre. La svolta decisiva avviene il 4 novembre durante un interrogatorio chiesto da Michele Misseri, alla presenza del suo difensore d'ufficio Daniele Galoppa e della consulente Roberta Bruzzone, riferisce agli inquirenti che è stata la figlia, da sola, a uccidere la cugina probabilmente a causa di una lite dovuta alla gelosia per l'amico Ivano Russo di cui Sabrina è innamorata ma che riservava attenzioni affettuose anche a Sarah.

Michele, secondo questa versione, sarebbe intervenuto quando Sabrina l'avrebbe chiamato mentre riposava in cucina e si sarebbe occupato di seppellire la nipote nel pozzo. Insomma per 42 giorni lui, comunque sempre defilato fino al falso ritrovamento del telefonino, ma soprattutto Sabrina, presente continuamente davanti alle telecamere, avrebbero simulato la scomparsa inspiegabile di Sarah.

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Il caso sin da quando era 'rubricato' come scomparsa, allontanamento volontario o sequestro di persona aveva suscitato una certa attenzione dei media. Ma dopo il coinvolgimento della figlia Sabrina il giallo assume i toni della curiosità morbosa.

Dopo il gip Martino Rosati, anche il Tribunale del Riesame di Taranto il 13 novembre conferma la detenzione in carcere di Sabrina, respingendo l'istanza dei suoi avvocati. Michele Misseri ribadisce la versione fornita durante l'ultimo interrogatorio in carcere, anche nell'interminabile incidente probatorio del 19 novembre, nonostante il suo racconto non sia sempre lineare.

Parla del probabile movente (la gelosia per Ivano che comunque gli investigatori avevano già intuito) e di un omicidio scaturito da un ''gioco'' finito male secondo quanto gli avrebbe riferito la figlia. Esclude però il coinvolgimento di altre persone (la moglie Cosima Serrano o altre persone che gli inquirenti della Procura di Taranto e dei carabinieri del Reparto Operativo della città jonica sospettano come suoi complici durante la fase dell'occultamento del cadavere).

L'inchiesta del pm Buccoliero e del procuratore aggiunto Argentino, intanto si avvale anche di altri dati, oltre alle dichiarazioni di Michele: il movente, appunto la gelosia e una frustrazione di Sabrina sfociata in un rancore determinato da questo rapporto incipiente di confidenza di Sarah con Ivano Russo ma anche la diffusione da parte di Sarah nel gruppo di amici di alcuni particolari riservati circa un approccio sessuale tra la giovane e il bel tenebroso di Avetrana; la perizia medico-legale; le numerose testimonianze a scapito di Sabrina, alcune delle quali insieme alle pagine del diario della vittima descrivono la tensione crescente con Sarah; le intercettazioni telefoniche e ambientali; le contraddizioni nelle deposizioni; i presunti tentativi di depistaggio.

Non si trova però l'arma del delitto: Misseri ha parlato prima di una corda, poi di una cintura ma infine tornera' a tirare in ballo la corda. Per il medico legale, il professor Luigi Strada, si tratta con più probabilità di una cintura unisex.

A questa fase seguono una serie di altri pronunciamenti negativi per Sabrina sia da parte del gip (il 22 dicembre) che del Riesame (18 gennaio) ma a Natale Michele Misseri, con due lettere dal carcere (a Sabrina e a Valentina) modifica per l'ennesima volta la sua versione: scagiona Sabrina, dice di essere stato costretto (ma non specifica da chi) a fare falsa testimonianza per non inguaiare la moglie e il fratello e non spiega chi ha ucciso Sarah.

Il 23 marzo viene poi resa nota una lettera del 9 febbraio al suo avvocato (nel frattempo il contadino di Avetrana era passato da quello di ufficio Galoppa a quello di fiducia Francesco de Cristofaro dopo l'opera di persuasione da parte di Valentina) in cui torna ad accusarsi del delitto attribuendolo al nervosismo di quel pomeriggio caldo e afoso quando mentre non riusciva a mettere in moto il trattore in garage, Sarah sarebbe entrata, forse dopo averlo sentito urlare, e lo avrebbe disturbato e importunato. Per questo l'avrebbe strangolata e la vittima cadendo avrebbe anche urtato la testa contro un compressore.

Movente quest'ultimo che non ha mai convinto gli inquirenti che d'altra parte cominciano a sganciare le loro indagini dalle dichiarazioni di Michele e a basarsi su altri elementi. Scrivera' il gip del Tribunale, Martino Rosati, che il suo ruolo e' ormai ''di secondo piano'' e soprattutto le sue dichiarazioni ''decisamente marginali''.

Sono tre le versioni fondamentali di Misseri (omicidio compiuto da solo; con la complicita' della figlia; Sabrina unica responsabile) che diventano otto-nove se si scende nei particolari. Comunque il gip e i pm si dichiarano più volte contrari a un confronto tra padre e figlia e a un incidente probatorio incentrato proprio sul contenuto delle lettere.

Gli inquirenti da tempo hanno cominciato a sospettare (anche in base a incroci di testimonianze, telefonate, messaggi sms, squilli) che l'omicidio non sia avvenuto in garage ma in casa. Forse per trasportare il corpo nella rimessa sotterranea per poi caricarlo in auto e per nascondere la scena agli occhi indiscreti dell'amica Mariangela, e' stato utilizzato un passaggio interno. Di conseguenza si fanno sempre più la convinzione che sia coinvolta anche Cosima, la madre di Sabrina e zia di Sarah che era in casa e ha sempre detto di non aver sentito nulla e in quel momento dormiva.

La circostanza suscita ancora più inquietudine perché Sarah era considerata come una figlia in casa Misseri e proprio da quella seconda famiglia sarebbe stata tradita. Ovviamente questa e' la tesi dell'accusa perche' invece Cosima e Valentina continuano a difendere Sabrina e a ritenere Michele il responsabile.

Gli Arresti di Carmine Misseri e Cosimo Cosma

Il 23 febbraio arriva un altra novità: vengono arrestati Carmine Misseri, fratello di Michele, e Cosimo Cosma, il nipote. Sono accusati di aver aiutato l'agricoltore di Avetrana a seppellire la vittima. Gli inquirenti si basano soprattutto su tabulati telefonici e intercettazioni telefoniche ovviamente successive ai fatti.

Dopo una decina di giorni, il 10 marzo, vengono entrambi scarcerati perché sono venute meno le esigenze cautelari ma rimangono indagati, anzi per il gip la loro posizione rimane invariata.

L'unico organo giurisdizionale nel quale i difensori di Sabrina hanno ottenuto un parziale successo è stata la 1° sezone penale della Corte di Cassazione che il 17 maggio, mentre dichiara inammissibile il ricorso della difesa sulla prima ordinanza, annulla invece con rinvio la seconda ordinanza del Tribunale del Riesame. Per i giudici della capitale Misseri è inattendibile e il movente della gelosia di Sabrina per Sarah non è credibile.

In qualche modo questo pronunciamento, una parziale vittoria, viene superato dagli avvenimenti successivi. Il 26 maggio arriva lo sviluppo atteso: su ordinanza del gip Rosati i carabinieri arrestano Cosima Serrano, moglie di Michele e madre di Sabrina, per concorso in omicidio oltre che in soppressione di cadavere insieme alla figlia Sabrina, alla quale viene notificata in carcere un'altra ordinanza di custodia cautelare. Per il gip, che non accetta per le due donne l'accusa di sequestro di persona configuarata dai pm, l'omicidio e' avvenuto in casa.

A dimostrarlo soprattutto l'analisi dei carabinieri dei Ros sulle celle telefoniche e l'anticipo dell'orario dell'arrivo di Sarah in casa degli zii. Ma poi ci sono le intercettazioni dei colloqui in carcere tra Cosima e Michele e una, di quest'ultimo mentre parla da solo in auto nei giorni precedenti al ritrovamento del telefonino. E cosi' la zia di Cosima va in carcere e per qualche giorno il penitenziario di Taranto si trova nella insolita situazione di ospitare quasi una intera famiglia in diverse celle.

Il 30 maggio Michele viene scarcerato e puo' tornare a casa. Ha solo l'obbligo di firma presso la caserma dei carabinieri. In seguito dovra' rispondere solo di soppressione di cadavere. La Procura, infatti, ha acquisito nuove testimonianze grazie alle quali ritiene di poter prescindere dalle dichiarazioni di Michele e dalle sue mille versioni.

La più importante è quella del fioraio di Avetrana Giovanni Buccolieri, che in primavera ha riferito agli inquirenti di aver visto il pomeriggio del 26 agosto la scena del rapimento che sarebbe avvenuto ad opera di Cosima e forse di Sabrina, nel tragitto di Sarah da casa sua verso via Deledda. Due giorni dopo ha negato tutto dicendo che si sarebbe trattato di un sogno ma la sua ex commessa, Vanessa Cerra, nel frattempo emigrata in Germania, il 27 giugno conferma agli inquirenti quanto detto dal suo ex titolare in un primo tempo ai pm. Molti degli indagati rinviati a giudizio sono parenti e conoscenti del fioraio che rispondono di favoreggiamento personale.

Sono i due cognati, la suocera e un imprenditore turistico. Avrebbero cercato di accreditare a ogni costo la versione del sogno. Anche per questi nuovi contributi alle indagini il Tribunale del riesame il 20 giugno respinge le nuove richieste di scarcerazione presentate dalle difese delle due donne, Cosima e Sabrina che agli inizi di agosto decidono di stare insieme in carcere: forse a riflettere sugli errori commessi oppure a solidarizzare per una ingiusta detenzione.

Anche nei mesi di luglio e agosto l'inchiesta e i pronunciamenti giudiziari non si sono fermati. Tra i provvedimenti piu' importanti, oltre alla fissazione dell'udienza preliminare per lunedi' 29 agosto, la conferma della carcerazione di Sabrina da parte del Tribunale dell'appello, che si pronuncia sull'annullamento con rinvio del primo provvedimento cautelare nei confronti di Sabrina deciso dalla Cassazione il 17 maggio.

E poi l'accoglimento da parte del Tribunale di Taranto dell'appello della Procura circa l'accusa a Cosima e Sabrina anche del reato di sequestro di persona, che invece non era stata accolta dal gip Rosati nell'ordinanza di custodia cautelare del 26 maggio. L'applicazione della decisione del Tribunale è sospesa in attesa di un eventuale ricorso dei difensori in Cassazione. Nell'udienza preliminare le due donne si devono difendere anche da questa accusa.

Mentre proseguono gli esami dei Ris a Roma sul telefonino, la linguetta di metallo cui l'apparecchio era legato e i compressori del garage, e' degli ultimi giorni la notizia di un probabile 16° indagato, un anziano di Avetrana, anche lui accusato d...

Avetrana nella cultura di massa

Recita così il sottotitolo che accompagna Avetrana, la serie tv targata Disney Plus che ripercorrerà la terribile vicenda dell’omicidio della giovane Sarah Scazzi, un caso di cronaca che i media hanno seguito con grande attenzione, facendolo diventare uno dei più famosi casi degli ultimi anni. Qui non è Hollywood.

La serie sarà presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma in partenza il prossimo 26 ottobre ma la locandina che è stata diffusa ha creato non pochi malumori.

Il Comune di Avetrana protesta

“Nessuno ha chiesto all’amministrazione comunale di poter utilizzare il nome di Avetrana. In passato abbiamo avuto documentari e speciali sulla morte di Sarah, ma questa locandina, a corredo della didascalia, è del tutto denigratoria. Non vorrei esprimermi, in questo momento, ma insieme con i miei avvocati nei prossimi giorni decideremo se procedere per vie legali”.

Sono queste le parole del sindaco di Avetrana, Antonio Iazzi, rilasciate all’edizione barese di Repubblica riguardo alla nuova serie distribuita da Disney Plus. Il nome del Comune in provincia di Taranto è stato usato come titolo dell’adattamento televisivo del caso di cronaca nera in cui è stata uccisa la quindicenne.

I Fatti Reali

Il delitto di Avetrana è un caso di omicidio avvenuto il 26 agosto 2010 ad Avetrana in provincia di Taranto a danno della quindicenne Sarah Scazzi. La vicenda ha avuto un grande rilievo mediatico in Italia, culminato nell'annuncio del ritrovamento del cadavere della vittima in diretta sul programma Rai Chi l'ha visto? dove era ospite, in collegamento, la madre di Sarah, Concetta Serrano Spagnolo.

Il 21 febbraio 2017 la Corte suprema di cassazione ha definitivamente riconosciuto colpevoli e condannato all'ergastolo per concorso in omicidio volontario aggravato dalla premeditazione Sabrina Misseri e Cosima Serrano (figlia e madre), rispettivamente cugina e zia della vittima, confermando la condanna già inflitta in primo grado e in appello dalla Corte d'assise di Taranto; Michele Misseri, padre di Sabrina e marito di Cosima, è stato condannato alla pena di 8 anni di reclusione per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove (il furto del cellulare di Sarah); Carmine Misseri, fratello di Michele, è stato condannato in via definitiva a 4 anni e 11 mesi di reclusione per concorso in occultamento di cadavere.

«Si poteva evitare di farlo», «penso sia di cattivo gusto», «magari a Eurodisney ci saranno questi personaggi accanto a Topolino ad accogliere i bambini, che razza di scelta è per questa piattaforma ideata prevalentemente per bambini». La serie è diretta da Pippo Mezzapesa e sarà disponibile dal prossimo 25 ottobre.

La giornalista nella serie su Sarah Scazzi

Chi ha visto la serie tv Qui non è Hollywood, il discusso progetto del regista Pippo Mezzapesa sul delitto di Sarah Scazzi avvenuto ad Avetrana il 26 agosto 2010, non ha potuto non notare la presenza di un personaggio che compare sin dai primi minuti del primo episodio. L’attrice Anna Ferzetti interpreta una giornalista che per puro caso si ritrova nel piccolo paese in provincia di Taranto e nota uno dei manifesti appesi con l’appello per cercare la 15enne scomparsa.

Da quel momento Daniela - questo il nome del personaggio - entra nella vicenda, con il suo microfono e il suo cameraman, a caccia di interviste ed esclusive.

Ma chi è, nella realtà, l’inviata Daniela?

Daniela è in spiaggia e litiga al telefono con un uomo che avrebbe dovuto incontrare, ma il misterioso interlocutore le fa capire che il loro appuntamento è saltato. Chiusa la conversazione, Daniela chiede un bicchiere d’acqua al chioschetto dello stabilimento, ma accanto a lei c’è una donna che sta affiggendo un manifesto con la foto di Sarah Scazzi. La 15enne è appena scomparsa e ancora non è noto il suo tragico destino.

Daniela le chiede informazioni e si ritrova, in pochi secondi, catapultata nella vicenda. Nella narrazione di Mezzapesa la giornalista è la prima inviata ad affacciarsi al caso, e da subito intuisce che tutte le persone coinvolte possono valere la notizia dal momento che “bucano” lo schermo, specialmente Sabrina Misseri (Giulia Perulli). Daniela fa di tutto affinché la famiglia, gli zii e la cugina di Sarah raccontino il dramma ed espongano la loro angoscia a favore di telecamera.

In poche parole, l’inviata accende il motore dell’attenzione mediatica senza precedenti che portò il caso di Avetrana all’attenzione nazionale. Quest’ultima, ricordiamo, degenerò in un turismo macabro con tanti curiosi che sfilavano in via Deledda per scattare una foto. Come raccontato dalla stessa Anna Ferzetti in un’intervista a TvSerial.it, il suo personaggio è “una donna ambiziosa, arrivista (…) che fa di tutto per cercare la notizia”.

Scoppiato il caos mediatico, infine, l’inviata Daniela cambierà rotta ritrovandosi coinvolta nel caso specialmente sul lato umano. Nella sostanza, Daniela è un personaggio fittizio che rappresenta i media che in quell’anno tennero accesi i riflettori su quel cancello, su quei volti e sull’intera storia, dai servizi mandati in onda in maniera ossessiva alle interviste fugaci ai protagonisti. Fu proprio in quell’anno che Michele Misseri divenne “zio Michele”, un appellativo che l’inviata Daniela userà per prima dall’inizio della serie tv.

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