Cittadine Turistiche Messinesi: Un Elenco di Tesori da Scoprire
Messina, incastonata sulla punta nord-orientale della Sicilia, offre paesaggi splendidi e una ricca storia. È circondata dallo Stretto omonimo e incorniciata dai monti Peloritani. La sua provincia è un vero paradiso per gli amanti della natura e del mare. Venire in vacanza qui significa immergersi in un ambiente dove la cultura e le bellezze naturali si fondono armoniosamente.
A pochi chilometri da Messina, vi sono diversi siti interessanti che potrete visitare in giornata o decidere di inserire nel vostro itinerario durante le vostre vacanze. E intorno, borghi medievali immersi nei boschi e villaggi di pescatori, strade panoramiche e delizie gastronomiche. Un itinerario nel triangolo nord-orientale dell’isola che tocca due mari, Tirreno e Ionio, e attraversa i Monti Nebrodi dove, tra boschi verdi e antichi borghi, si ritrovano antiche tradizioni di norcineria. Un’occasione per conoscere una parte di Sicilia autentica, lontana dai soliti itinerari turistici.
Messina: Arte, Cultura e Sapori
Prima di mettersi al volante, vale la pena concedersi qualche ora nella città dello Stretto. Partendo proprio dal Belvedere del Cristo Re, la parte più alta della città, punto di osservazione privilegiato dove ammirare Scilla e Cariddi, punto di incontro e scontro tra Mar Ionio e il Tirreno. Poco più in basso si può ammirare lo spettacolo dell’orologio di Piazza Duomo, uno dei segnatempo astronomici più grandi del mondo, quando a mezzogiorno le figure di bronzo brillante si muovono al suono dell’Ave Maria di Schubert. L’antica Chiesa dei Catalani è un gioiello dell’arte Arabo-Normanna, giunta quasi intatta fino a noi: è l’unica costruzione ad essere rimasta in piedi dopo il terremoto del 1908 che distrusse interamente la città.
Il museo regionale di Messina custodisce molte opere salvate dai crolli delle antiche chiese, tra cui due tele di Caravaggio e un polittico di Antonello da Messina. Oltre alla città dell’arte, c’è anche quella del buon cibo. Messina è considerata la patria della focaccia e dei pidoni, espressioni tipiche dello street food locale. Si tratta di rustici farciti con scarola, pomodoro, acciuga e formaggio e si acquistano nei bar e nei panifici della città. Ottimi da gustare accompagnati da una birra autoctona di grandi tradizioni in città: la Birra dello Stretto, prodotta in loco da Birrificio Messina, la cooperativa fondata da 15 ex-operai, diventati imprenditori, il simbolo di una Sicilia che sa rimboccarsi le maniche e reagire di fronte alle difficoltà.
Il Duomo di Messina
Icona di Messina, il Duomo rivendica orgoglioso il suo ruolo di monumento che ha attraversato i secoli, pur portando con sé le cicatrici del tempo e delle calamità, colpito per la prima volta dal devastante terremoto del 1783, poi da quello del 1908 e, come se non bastasse, oltraggiato nel 1943 da un incendio provocato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Noto anche come Cattedrale di S. Anche l’interno preserva notevoli evidenze della lunga storia del Duomo. Nella navata destra, miracolosamente scampata all’incendio del 1943, con lo sguardo rivolto al Divino, si trova la statua di san Giovanni Battista, opera del XVI secolo attribuita ad Antonello Gagini: è l’unica sopravvissuta dell’originario allestimento detto “Apostolato” di Giovanni Montorsoli, perché le altre statue sono ricostruzioni moderne. Tardo quattrocentesco è il portale che introduce al Tesoro del Duomo, scrigno di preziosi tesori d’arte e storia sacra. Sotto la scenografica struttura dell’altare maggiore, protagonista è la Madonna della Lettera, raffigurata in un pannello dorato del ‘600 mentre consegna la missiva all’ambasceria messinese, assicurando con il suo gesto la protezione della città. Sul finire del XVI secolo, fu Jacopo del Duca, allievo di Michelangelo, a progettare la Cappella del Sacramento, spazio fortunosamente risparmiato dalle calamità, che conserva le formelle raffiguranti la Cena in Emmaus e l’Ultima Cena e un prezioso mosaico trecentesco con la Madonna in trono. Su tutto, accanto al Duomo, veglia il campanile, ricostruito dopo il 1908 e dotato nel 1933 del più grande orologio astronomico al mondo che alle 12 in punto regala uno strepitoso spettacolo: il leone ruggisce, il gallo canta, la Madonna della Lettera riceve da un angelo la missiva che la designa protettrice della città, un altro angelo indica con la punta della freccia i giorni del calendario perpetuo.
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Altre Chiese di Messina
Passeggiando per le vie moderne di Messina, non ci si aspetterebbe di trovare un gioiello medievale nascosto tra i palazzi contemporanei. È la chiesa di S. Maria degli Alemanni, situata nel cuore della città, uno dei rari esempi di architettura gotica in un contesto, come quello siciliano, fortemente caratterizzato dalle influenze arabo-normanne e romaniche. In parte sopravvissuta alle devastazioni e ai numerosi terremoti e che hanno colpito Messina, incluso quello del 1908 dal quale uscì indenne, fu costruita nel XIII secolo (intorno al 1220-1230) dai Cavalieri Teutonici, un ordine militare e religioso nato durante le Crociate in Terra Santa: il termine “Alemanni” si riferisce appunto alla provenienza tedesca (alemanna) di questi cavalieri, chiamati anche “Teutonici”. Prevalentemente in pietra calcarea locale, un materiale che conferisce all’edificio un aspetto solido e severo, in linea con l’austerità tipica delle costruzioni militari religiose, preserva un interno a tre navate coperte da archi ogivali, sorretti da slanciate colonne con capitelli decorati da motivi vegetali e geometrie semplici, unici ornamenti sopravvissuti.
Una decina di minuti a piedi separano S. Maria degli Alemanni dalla chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani, gioiello architettonico testimonianza delle molteplici dominazioni che hanno segnato questa terra, miracolosamente sopravvissuta, seppur danneggiata, al devastante sisma del 1908 mantenendo intatta la sua foggia. La sua origine risale al periodo arabo-normanno, intorno al XII secolo, quando Messina era crocevia di culture mediterranee, e pare sia stata eretta sul sito di un antico tempio pagano. Inizialmente dedicata alla santissima Annunziata, nel XV secolo si arricchì dell’intestazione “dei Catalani”, in segno di riconoscimento alla comunità catalana giunta a Messina durante il dominio aragonese, alla quale fu consentito l’uso della chiesa come proprio luogo di culto. A carpire l’attenzione sono subito la bella cupola, che poggia su un tamburo d’influenza bizantina, all’incrocio della navata e del transetto, e le decorazioni arabo-normanne sui tre portali della facciata; ma non lascia indifferente neppure la sacralità dell’interno, relativamente sobrio rispetto alla ricchezza decorativa delle pareti esterne, che presenta colonne con capitelli scolpiti con motivi vegetali e geometrici, tipici del Romanico, e una policromia affidata all’alternanza di pietra lavica, calcarea, mattoni e marmo. A colpire infine è anche la sua posizione un po’ più in basso rispetto al livello della strada, sulla quota di pavimento della città antica: dopo il terremoto del 1908 la Ss.
Santuario della Madonna di Montalto
La storia Santuario della Madonna di Montalto, adagiato come una corona luminosa sulla sommità di una collina che domina Messina, affonda le radici in un evento miracoloso che, secondo la tradizione, ha scolpito nel cuore della città la presenza di una Madonna protettrice, pronta a vegliare sui suoi abitanti nei momenti più bui e tempestosi. Era il 1295, un'epoca segnata da turbolenze politiche e militari nella Sicilia aragonese. Proprio in quegli anni tumultuosi, quelli dei Vespri Siciliani, mentre Messina si risollevava dalle aspre guerre tra Angioini e Aragonesi, un’apparizione cambiò il destino della città. Era una colomba candida, simbolo di purezza e pace, che inviata dalla Vergine si librò in volo sopra il colle della Caperrina, segnando con precisione il luogo dove sarebbe sorto il santuario dedicato alla Madonna delle Vittorie, colei che avrebbe garantito la pace alla città dilaniata dai conflitti. Fu così che nacque il santuario, inizialmente costruito in forme gotiche, poi costretto a rimodellarsi, di volta in volta, sulle cicatrici lasciate da guerre e terremoti, compreso quello del 1908, che insieme a gran parte della città non risparmiò neppure Montalto. Fu il primo luogo di culto a essere ricostruito dopo il sisma, nel 1930, in stile eclettico romanico-gotico, con la facciata rivolta verso il mare affiancata da due campanili a cuspide, restituendo così alla città quello che per secoli era stato il suo faro spirituale, uno spazio di silenzio e contemplazione dove fedeli e pellegrini, oggi come ieri, salgono per cercare rifugio nei momenti di difficoltà. Lo si raggiunge in una quindicina di minuti a piedi da piazza Duomo, seguendo sulla sinistra le vie Dina e Clarenza.
Tempio votivo di Cristo Re
Spettacolare la vista dai 60 metri della collina dove il Tempio votivo di Cristo Re si erge maestoso, un luogo dove il sacro si intreccia con la vastità del panorama sullo Stretto che abbraccia il fulgido mare e la città sottostante. Fu costruito negli Anni ’30 del ‘900 in linee di gusto neobarocche, ispirato al desiderio di creare un luogo di culto monumentale in onore del Cristo Re e dedicato alla memoria dei caduti della prima guerra mondiale. La sua storia, però, affonda le radici in un passato assai più lontano, poiché sorge sulle rovine di un’antica fortezza normanna, il Castello di Matagrifone del XII secolo. Superstite dell’antica fortezza la torre ottagonale, sulla quale nell’agosto 1935 venne collocata una campana di 130 quintali ottenuta dalla fusione del bronzo dei cannoni sottratti ai nemici nella prima guerra mondiale. Vi si giunge, dopo la visita del Santuario della Madonna di Montalto, procedendo per le vie Dina e Clarenza fino al viale Principe Umberto, una decina minuti di camminata lungo la quale la prima cosa che si scorge è la cupola, una sentinella silenziosa che veglia sulla città e che al crepuscolo, quando il sole scende sul mare, si tinge di rosa e arancio mentre si librano nell’aria i rintocchi quotidiani della campana che ricordano i caduti. Austero e carico di pathos l’interno, ripartito in tempio inferiore e tempio superiore, attraversato dai fasci di luce che filtrano dalle vetrate decorate a mosaico.
MuMe - Museo Regionale Interdisciplinare di Messina
Dopo la visita della città, quella del MuMe - Museo Regionale Interdisciplinare di Messina è una tappa imprescindibile per comprendere a fondo la storia e l’arte di Messina. Le sue collezioni, frutto di secoli di fermento culturale, sono una testimonianza viva della grandezza artistica che ha segnato la Sicilia e, più in generale, il Mediterraneo. Istituito nel 1806 come Civico Museo Peloritano nell’ex monastero di S. Gregorio, come tutta la città non fu risparmiato dal sisma del 1908, e solo nel 1914 tutto il patrimonio sopravvissuto e recuperato dalle macerie viene riallestito nell’ex filanda Barbera-Mellinghoff dove rimase fino al 2017, quando tutto il complesso museale viene trasferito nel nuovo grande edificio costruito nella vicina spianata di San Salvatore dei Greci, al n. 465 di viale della Libertà. Per raggiungerlo dal Tempio del Cristo Re ci vuole una bella passeggiata di una quarantina di minuti, portandosi su via Garibaldi e poi, superata piazza dell’Unità d’Italia, svoltando in viale della Libertà. Una volta giunti a destinazione c’è davvero tanto da vedere: collezioni che illustrano la civiltà figurativa messinese dal XII al XVIII secolo, dipinti, sculture, raccolte archeologiche, numismatiche, di arti decorative e arredi sacri, oltre a reperti architettonici medievali e rinascimentali, distribuiti su due piani, per 4700 metri quadrati complessivi di superficie. Una delle sezioni più preziose è quella dedicata alle opere di Antonello da Messina e dei pittori ispirati all’arte del Maestro messinese. Tra i suoi capolavori spicca il celebre Polittico di San Gregorio, straordinario esempio della maestria di Antonello nel rappresentare la spiritualità con incredibile realismo.
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Dintorni di Messina: Borghi e Bellezze Naturali
Ganzirri
Lasciata alle spalle Messina, si fa tappa a Ganzirri, un villaggio marinaro con scenari da cartolina. Qui si possono scoprire i vecchi mestieri del mare, si può salire a bordo di una feluca (imbarcazione locale tradizionale) e partecipare ad una battuta di caccia al pesce spada. Pranzare a casa dei pescatori dopo aver trascorso una giornata su un peschereccio e “calato le reti” insieme all’equipaggio, è un’esperienza da non perdere. Piatto-culto: il pesce stocco a ghiotta, ovvero stoccafisso secco fatto rinvenire in acqua e condito con pomodoro, patate, olive, capperi, sedano e cipolle. Da provare anche i tipici involtini di pesce spada dello Stretto, dal ripieno morbido fatto con mollica, olio e prezzemolo. Uno scorcio di Ganzirri al crepuscolo.
Milazzo
Una sosta è d’obbligo a Milazzo, sottile lingua di terra protesa verso le Isole Eolie: si ha quasi l’impressione di poterle toccare affacciandosi dalla terrazza del castello, una cittadella fortificata di oltre 12 mila metri quadri che si erge sul paesaggio alla sommità dell’antico borgo. Milazzo è un’affascinante cittadina da cui è possibile raggiungere facilmente Lipari, Vulcano o Stromboli.
Tindari
Vale la pena poi dirigersi verso il santuario che conserva la statua della Madonna Nera: arrivata probabilmente dall’Egitto in epoca bizantina per sfuggire alla furia iconoclasta, è realizzata in legno di cedro del Libano, ha tratti orientaleggianti e un armonioso volto allungato. Famosa per il Santuario della Madonna Nera e per la Riserva naturale orientata Laghetti di Marineo, area lagunare posta proprio sotto il promontorio del luogo di culto.
Montalbano Elicona e Novara di Sicilia
Durante il tour Messina on the road, spingendosi verso l’interno, si scoprono ancora luoghi di grande fascino come Montalbano Elicona, dal 2015 tra i “Borghi più belli d’Italia”, grazie anche alla maestosità del suo castello: una fortezza sveva su cui due secoli dopo gli Aragonesi costruirono una sontuosa dimora ancor oggi visitabile. Il piccolo comune è vicino dell’Altopiano dell’Argimusco, uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi di Sicilia. Non distante da lì Novara di Sicilia, anch’essa inserita nel circuito dei “Borghi più belli d’Italia” per la bellezza del suo centro storico medievale con le piccole case, la trama di vicoli, le viuzze sormontate da archi e l’eleganza dei palazzi. Soffermandosi ad ascoltare i discorsi di qualche vecchietto si può scoprire un antico dialetto gallo-italico, molto diverso dal più conosciuto siciliano. Per chi preferisce viaggiare lontano dal turismo di massa, si consigliano le località montane di Novara di Sicilia e Montalbano Elicona. Da qui si possono fare escursioni al parco naturale dell'Argimusco con i suoi megaliti, la Stonehenge siciliana.
Forza D'Agrò e Savoca
Dopo la sosta alle Gole dell’Alcantara, spettacolari canyon che si possono percorrere per un buon tratto, superata Taormina, si raggiunge Forza D’Agrò. Meno di mille anime, arroccato su un cucuzzolo roccioso, dove si erge ancora il castello normanno al quale si arriva dopo aver percorso una lunga e ripida scalinata. Lo sforzo viene subito ripagato dalla vista che si gode dall’antico balcone, un avamposto privilegiato sul mar Ionio. Basta allungare lo sguardo per vedere a colpo d’occhio la Calabria, l’Etna, Taormina e Messina. Le strade e i vicoli di antica pietra chiara incantarono Francis Ford Coppola che qui girò alcune scene de Il padrino. Anche il piccolo paesino di Savoca, che conserva un centro storico molto affascinante con i resti di un’antica sinagoga e una cripta in cui sono custodite le salme imbalsamate di alcuni notabili dell’epoca, affascinò Coppola che qui decise di girare alcune scene all’interno dell’iconico Bar Vitelli. Il bar del Padrino esiste ancora, e anche se di recente è stato ristrutturato, non ha perso il suo fascino.
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Larderia
A Larderia, si trova questo particolare santuario dove è custodita l’immagine in marmo di Maria, in trono tra due delfini.
Scaletta Zanclea
Rocca di epoca medievale, situata nel comune di Scaletta Zanclea.
Taormina
Su un altura affacciata sul mare, Taormina offre una splendida vista sull’Etna e sullo Ionio. Se sei in vacanza in Sicilia, non puoi perderti la città di Taormina. Sai tu la terra ove i cedri fioriscono? Splendon tra le brune foglie arance d’oro, pel cielo azzurro spira un dolce zeffiro ... (J. W.
Le Spiagge più Belle di Messina e Dintorni
Ecco le 10 spiagge più belle di Messina, che ogni anno affascinano e portano qui moltissimi turisti:
- Spiaggia di Isola Bella: Situata a breve distanza da Catania, è una delle gemme più preziose della costa messinese.
- Spiaggia di Letojanni: Considerata una tra le migliori delle Sicilia, nota per la sua estesa fascia di sabbia fine e dorata.
- Spiaggia di Tusa: Rinomata per la sua combinazione unica di bellezze naturali e arte contemporanea.
- Spiaggia di Mazzeo: A pochi chilometri da Taormina, nota per i suoi tramonti suggestivi.
- Spiaggia di Brolo: Famosa per il suo lungomare vivace e il castello normanno.
- Spiaggia Piscina di Venere: Situata nel comune di Milazzo, con acque limpide che ricordano una piscina naturale.
- Spiaggia Capo Alì: Offre una vista mozzafiato sulle coste calabresi.
- Spiaggia Santa Teresa di Riva: Si estende per diversi chilometri lungo la costa.
- Spiaggia Testa di Monaco: Offre un panorama spettacolare sulle Isole Eolie.
- Spiaggia Capo Calavà: Vista mozzafiato sulle Isole Eolie e sullo stretto di Messina.
La provincia di Messina è ricca di bellezze come l'esclusiva Taormina a est o le splendide cittadine di Milazzo, Capo d'Orlando e Oliveri sulla costa nord-orientale. Qui vi aspettano località balneari uniche con spiagge chilometriche come quella dei Laghetti di Marinello, tanta natura con un incredibile patrimonio arboreo nella Riserva Naturale dei Nebrodi e testimonianze archeologiche di diverse epoche.Nella parte più settentrionale della provincia di Messina si trovano le Isole Eolie. Particolarmente degne di nota sono le isole di Vulcano, Lipari e Stromboli. Si consiglia anche una visita alle Gole dell'Alcantara.
Come Raggiungere le Spiagge di Messina con i Mezzi Pubblici
Viaggiare verso le spiagge di Messina usando i mezzi pubblici è un'opzione conveniente e ecologica. Molte destinazioni sono infatti accessibili non solo in auto, ma anche in autobus o in treno.
- Spiaggia di Mazzeo: Raggiungibile con gli autobus interurbani linea 39 che partono frequentemente da Taormina.
- Spiaggia di Isola Bella: Raggiungibile tramite la funivia di Taormina, oltre che attraverso gli autobus locali linea 3.
- Spiaggia di Letojanni: Facilmente accessibile tramite treno dalla stazione di Messina linea ferroviaria regionale.
- Spiaggia Piscina di Venere: Situata a Milazzo, è raggiungibile tramite autobus linea 3 da Messina con una frequenza oraria.
Tabella Riassuntiva delle Principali Attrazioni Turistiche Messinesi
Località | Attrazioni Principali | Tipo di Turismo |
---|---|---|
Messina | Duomo, Chiesa dei Catalani, Museo Regionale, Cristo Re | Culturale, Storico, Religioso |
Taormina | Teatro Greco, Isola Bella, Centro Storico | Balneare, Culturale, Panoramico |
Milazzo | Castello, Piscina di Venere, Isole Eolie | Balneare, Storico, Naturalistico |
Montalbano Elicona | Castello, Argimusco | Storico, Naturalistico, Enogastronomico |
Novara di Sicilia | Centro Storico Medievale | Storico, Culturale, Enogastronomico |
Forza D'Agrò | Castello Normanno, Panorami | Storico, Panoramico |
Savoca | Bar Vitelli, Cripta dei Notabili | Storico, Culturale |
Ganzirri | Villaggio Marinaro, Pesca del Pesce Spada | Naturalistico, Gastronomico |