Claudio Baglioni: "Viaggiatore sulla Coda del Tempo" – Un Viaggio nel Futuro
La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare ancora.
Oggi torniamo al 1999, più precisamente all’uscita di “Viaggiatore sulla coda del tempo”, l’album di Claudio Baglioni che conclude la trilogia del tempo inaugurata da “Oltre” (che rappresenta il passato) e proseguita con “Io sono qui” (che rappresenta il presente). Il tema di questo capitolo è dunque il futuro e “Stai su” è il primo tentativo di stabilire un contatto con il domani.
Il Significato dell'Album
Il viaggiatore protagonista dell’album è Baglioni stesso, con una continua identificazione tra io-narrante e autore, che si esplicita in una narrazione tutta in prima persona (come in Oltre, strategia abbandonata in Io sono qui). Le chiavi di lettura dell’album sono ancora una volta due, una letterale ed autobiografica (il racconto di un viaggio, reale e interiore), ed una simbolico/allegorica, universale (chiunque “deve” trasformarsi in viaggiatore, e compiere un viaggio alla ricerca di un sistema per “battere il tempo”).
Baglioni per la prima volta nella sua carriera sentì il bisogno di spiegare qualcosa in più sul significato dell’album, e lo fece tramite gli Appunti del viaggiatore, che si potevano scovare tramite piccoli giochini contenuti nel cd (che è anche un cd-room). Il viaggiatore è come parcheggiato nel grande garage, in attesa di decidersi a partire verso la ricerca.
Il Baglioni di Viaggiatore è cantore dell’impasse umana, di un «loop che porta dritto allo stallo» (dagli appunti del 21 giugno): l’unico modo per poter fuggire e porre rimedio a questo tempo, cercando di dargli un senso d’eterno, è tornare allo sguardo di bambini, a quella semplicità che si esemplifica nel palloncino in fuga, causa scatenante del viaggio.
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Tematiche e Stile
Viaggiatore è perfettamente coerente con la produzione di Baglioni sia degli anni ’80 che degli anni ’90: l’album in realtà è incentrato sulla ricerca del “tempo verticale”, fortunata formula coniata da Roberto Vecchioni (nel 2016), ed ispirata a Borges. Già La vita è adesso parlava di come sfuggire dal ripetesi ossessivo della vita quotidiana e “orizzontale”, cercando una prospettiva “verticale”.
Da un punto di vista più strettamente linguistico, troviamo ancora una volta una spiccata commistione linguistica, caratteristica di tutti gli anni ’90, che qui si realizza in particolare con l’inglese della tecnologia (hangar, display, stand-by, play, facsimile, caravan) alternato a tecnicismi specifici di ambito genericamente scientifico (curaro, loto, apogeo, cammeo), ma anche arcaismi (Iddio, dì, appiccherò), con cadute fino a colloquialismi volgari (pisciatoio) e travalicamenti in campi semantici più disparati come quello esoterico (totem, indio, malia) o quello cristiano (opere e omissioni, samaritano, Dio, Gesù).
Diversi altri tratti arcaici (come la d eufonica di od, presente in tantissimi brani, l’abuso di passati remoti o di inversioni) sono qui utilizzati con intento piuttosto fuorviante, dando ai testi dell’album una patina di a-temporalità che li dipinge quasi come finti e irreali, o meglio, fuori dalla realtà; sembrano quasi essere ambientati «nell’irrealtà» di Cuore d’aliante,o «sospesi nel tempo senza spasimo» di Mal d’universo.
Il brano “Stai su” è un pensiero leggero, come una carezza, per compensare un’assenza che pesa, anche se la distanza potrebbe non essere così grande come sembra (“Se anche tu vedi la stessa luna, non siamo poi così lontani”). Il cuore del pezzo è proprio questo: un filo invisibile che tiene unite due persone anche a distanza. Nel finale, la ripetizione del “Stai su” assume il valore di un invito affettuoso: tieni duro, resta in piedi. È una spinta a non arrendersi, a credere nel domani, anche se fragile, anche se incerto. Insomma, un piccolo inno alla resistenza dolce dei sentimenti, alla fede silenziosa che ci tiene uniti anche quando tutto intorno sembra spegnersi. Claudio Baglioni ci regala un brano che non cerca risposte, ma offre una gentile e calorosa presenza.
Accoglienza Critica
Tutta la critica è concorde nell’attribuire ad Oltre un profondo valore di novità: il disco è diverso, rivoluzionario, e segnerà in maniera irreversibile la successiva produzione baglioniana. Gran parte della critica del settore non ha apprezzato questa svolta, sia linguistica che musicale, anche se nessuno può negare che al suo interno vi siano interessantissime sperimentazioni, di carattere sia linguistico che musicale. È un disco di rottura soprattutto nello stile, mutato alla radice, e nella netta prevalenza (in alcuni punti) del significante (il suono e la forma delle parole) sul significato (quello che le parole vogliono dire), scelta per altro privilegiata, a partire dagli anni ’80, da parecchi autori di canzoni che cercano una reazione contro il colloquiale e il consunto, accostando parole simili per forma, ignorandone spesso il significato.
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Un ottimo esempio è Bolero: la danza, composta da ripetizione di ritmi tutti uguali, è metafora della vita, e si rispecchia in una costruzione formale sempre uguale, ripetitiva ed ossessiva. Ogni strofa è costituita infatti da stanze di tre versi che seguono sempre la stessa struttura: soggetto nominale con complemento di specificazione e apposizione facoltativa + nome del predicato, con verbo essere sottointeso; il rapporto semantico tra il soggetto e il nome del predicato è sempre di forte contrapposizione a distanza (scenografia VS buia sacrestia, contrasto rafforzato dall’ossimoro realizzato dal complemento di specificazione della teatralità; diplomazia VS amnesia).
Anche in L’ultimo omino la tematica di fondo dell’album si esplicita in una diversa immagine, ancora una volta tesa a rimarcare l’impossibilità di percezione del reale (il videogioco ci sembra reale, anche se reale non è, e lo cogliamo attraverso un dispositivo di visione, esattamente come la realtà che è percepibile tramite i nostri occhi); tutto questo si rispecchia sia nella componente strutturale e semantica, che in quella fonetica e linguistica.
Eventi Promozionali
L'inizio del 1999 vede l'attribuzione a Baglioni del terzo posto (dietro Vasco Rossi e Ligabue) nel premio per il miglior tour dell'anno, ma è anche caratterizzato da un silenzio di notizie cui i seguaci di Claudio non erano più abituati da tempo. È solo nel successivo giugno che egli si ripresenta in pubblico: lo fa il 7 dello stesso mese per promuovere una serata al Teatro dell'Opera di Roma, dal titolo emblematico di Loro sono là; i proventi del concerto saranno devoluti ai bambini dei Balcani, vittime di guerre reiterate e fratricide.
Di lì a pochi giorni, per l'esattezza il 12, Claudio dà quindi appuntamento ai suoi "clabber" per il 5° raduno, tenutosi al Cinecittà Village. Quello che presenta agli associati, convenuti a Roma in un pomeriggio di calura estiva soffocante, è uno spettacolo ancora una volta denso di sorprese e imperniato, visto anche il luogo nel quale si svolge, su un meccanismo simile a quello della consegna degli Oscar cinematografici; infatti egli presenta tre canzoni candidate per ogni categoria, accennandone il ritornello: da esse trae la vincitrice, in un evidente gioco di assimilazioni al mondo cinematografico.
Poi, un improvviso silenzio che lascia presagire l'elaborazione e la definizione del nuovo disco ormai alle porte; in effetti, all'inizio del successivo ottobre, tutti i principali giornali annunciano la presentazione di tale lavoro che verrà fatta direttamente dall'autore durante la giornata di sabato 30, negli hangar di quattro aeroporti italiani: Firenze, Milano, Napoli e Catania.
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Ad attenderlo, nei capannoni allestiti per l'occasione, cinquecento privilegiati che possono ascoltare da vicinissimo, in anteprima e in versione integrale, la registrazione dell'album. Tuttavia il cantautore non si limita al puro ascolto dei pezzi ma li spiega uno per uno e, alla fine, si esibisce anche in alcuni brevi frammenti "live" di successi precedenti.
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