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Codice ATECO e Turismo Esperienziale: Una Guida Dettagliata

Il turismo esperienziale è in forte espansione. Ma che cos’è esattamente un’esperienza turistica? Facciamo una piccola premessa: experience, esperienza (e aggiungerei, autenticità) sono termini purtroppo abusati e talvolta “appiccicati” a caso, inseguendo una tendenza senza averne chiare le caratteristiche.

La vera esperienza di viaggio ha l’obiettivo di far immergere il turista nella realtà del luogo visitato, facendolo interagire con la comunità locale. Si tratta di un fenomeno turistico approfondito in tempi abbastanza recenti, almeno in Italia.

Tuttavia, il termine “esperienze” è molto utilizzato (a volte a sproposito, come abbiamo detto) sia nel marketing che nella comunicazione; la tecnologia agevola la possibile distribuzione, ma spesso sorvola sui meccanismi a monte, quelli della vera e propria progettazione e produzione di esperienze.

Ad esempio, AirBnB permette a chiunque di vendere esperienze attraverso il suo portale, ma declina ogni responsabilità sulle indicazioni fornite per farlo, rimandando alla normativa vigente, a carico del proponente.

Come Iniziare nel Turismo Esperienziale

Da dove iniziare allora, per chi desidera giustamente esplorare le possibilità offerte da un mercato in forte crescita, operando correttamente? Alla luce di quanto detto finora, una “semplice attività” può essere proposta da chi la realizza direttamente: la guida someggiata proporrà l’escursione a cavallo; la guida naturalistica/turistica/ambientale venderà escursioni di sua competenza; la cantina può organizzare degustazioni, un NCC effettua servizi di trasporto, ecc… Si tratta in questo caso di un servizio singolo.

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Un’esperienza che combina più servizi e più operatori, potrebbe costituire un pacchetto. Anche per il diritto italiano, il viaggiatore è un consumatore speciale: il prodotto turistico infatti, a differenza di un qualunque altro prodotto acquistabile (regolato dal codice del consumo), diventa “tangibile” nel momento stesso della fruizione.

Inoltre, è direttamente collegato al tempo libero o di vacanza, così importante da essere obbligatorio anche nella disciplina del lavoro. Stringendo accordi per la distribuzione (ne parliamo in dettaglio nei corsi dedicati, in particolare nel modulo tecnico amministrativo).

Inoltre, avere rispetto per la forma, è un elemento di tutela in più verso i destinatari finali, che fa “ben pensare” anche sulla sostanza.

Codice ATECO e Attività Turistiche

La normativa di riferimento per il turismo è complessa, poco conosciuta e differenziata a livello regionale. Il 1° aprile 2025 entrerà ufficialmente in vigore la nuova classificazione Ateco 2025, che sostituirà la versione aggiornata del 2022. Un aggiornamento atteso, frutto di un lungo processo di revisione che ha coinvolto istituzioni, enti amministrativi e imprenditoriali, con l’obiettivo di armonizzare il sistema italiano con la classificazione europea NACE Rev. 2.1.

Ecco alcuni esempi di attività e relativi codici ATECO:

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  • servizi di prenotazione su base contrattuale per il trasporto di passeggeri
  • servizi di scambi di multiproprietà (timeshare exchange)
  • marketing territoriale e turistico
  • attività di agenzie di viaggio
  • attività di tour operator
  • organizzazione e gestione di eventi, ad esempio meeting, convegni e conferenze, inclusi trasporto, alloggio e servizi di biglietteria se gestiti dall’organizzatore stesso
  • attività di servizi di intermediazione per biglietti di spettacoli teatrali, sportivi e di altri spettacoli di intrattenimento e divertimento
  • attività di guida alpina
  • attività di guida di pesca
  • attività di guide per escursioni subacquee

La Figura del Manager di Destinazione e l'Assenza nel Codice ATECO

Con il decreto-legge 27 dicembre 2023, n. 206, il governo italiano ha finalmente riconosciuto l'importanza del Manager di Destinazione, una figura professionale cruciale per accrescere l’attrattività turistica del nostro Paese. Il Manager di Destinazione, pensato per promuovere in modo coordinato l’Italia e i suoi territori come mete turistiche competitive, è stato celebrato come un passo avanti per il settore turistico nazionale.

Eppure, nonostante l'importanza riconosciuta dal legislatore, questa figura non trova spazio nei nuovi codici Ateco. Queste categorie, per quanto utili, non rappresentano adeguatamente le competenze e le responsabilità del Manager di Destinazione. Questa figura, infatti, va ben oltre i servizi di prenotazione e assistenza, occupandosi di pianificazione strategica, promozione integrata, valorizzazione dei territori minori e coordinamento tra attori pubblici e privati.

L’assenza di un codice Ateco specifico non è una questione puramente burocratica. Questa omissione evidenzia una preoccupante contraddizione nel processo decisionale. Da un lato, il Ministero del Turismo ha lavorato per istituire il Manager di Destinazione come elemento cardine delle politiche di valorizzazione del Made in Italy.

La mancanza di coordinamento tra le istituzioni è evidente. L'assenza del Manager di Destinazione nei nuovi codici Ateco rappresenta un'occasione persa per il turismo italiano. È necessario che il Ministero del Turismo e il Comitato Ateco collaborino per aggiornare la classificazione, riconoscendo finalmente l'importanza strategica del Manager di Destinazione.

Regimi Fiscali per le Attività Turistiche

Quando si avvia un’attività nel settore turistico, è fondamentale comprendere i diversi regimi fiscali disponibili:

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  • Ordinario: Si paga l’IRPEF con il sistema degli scaglioni progressivi di reddito e percentuali che vanno dal 23% al 43%. Le percentuali si applicano al tuo imponibile fiscale che si calcola sottraendo al totale dei tuoi ricavi i costi che hai dovuto sostenere per la tua attività e i contributi che hai versato l’anno precedente.
  • Forfettario: Si paga un’imposta sostitutiva del 15% o del 5% per i primi 5 anni di attività e non devi applicare l’IVA ai tuoi prezzi. Con questo regime fiscale non potrai scaricare le spese effettivamente sostenute per la tua attività ma solo una quota determinata forfettariamente secondo un valore detto coefficiente di redditività che l’attività di consulente turistico è del 67%. Ad esempio, Sergio è un consulente turistico in regime forfettario che ha aperto la Partita IVA da due anni, e gode della tassazione al 5%.

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