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Colombi Viaggiatori e Storia Italiana: Un Legame Profondo

I piccioni viaggiatori, spesso chiamati "postini del cielo", hanno giocato un ruolo cruciale nel mondo delle comunicazioni fin dall'antichità.

La loro abilità di coprire oltre 900 chilometri in un solo giorno, una distanza paragonabile a quella tra Roma e Praga, li rendeva insostituibili per qualsiasi altro servizio di spedizione via terra.

L'uso dei colombi viaggiatori risale all'antico Egitto, intorno al 2900 a.C.

Giulio Cesare li utilizzò per comunicare con le legioni durante la campagna in Gallia nel I secolo a.C.

La diffusione dei colombi viaggiatori iniziò quando si comprese che si poteva sfruttare il loro istinto di ritornare al luogo di nascita.

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I primi allevatori si dedicarono quindi ad affinare le tecniche di allevamento attraverso la selezione e l'incrocio di razze.

Oltre all'Egitto, centri di allevamento sorsero in Cina, India e Persia, e i piccioni viaggiatori si affermarono presto nel mondo greco.

Eroi di Guerra

L'epoca d'oro di questi volatili in ambito bellico fu durante l’assedio di Parigi del 1870-1871 (guerra franco-prussiana), quando i francesi poterono comunicare con l’esterno della città solo grazie ai fidi volatili.

A partire da allora i colombi vennero arruolati da quasi tutti gli eserciti del mondo.

Diedero il loro meglio nelle due guerre mondiali, quando molti di loro divennero vere celebrità.

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I colombi del D-Day contribuirono all’organizzazione dello sbarco in Normandia (6 giugno 1944).

L’evento fu annunciato in Inghilterra da un colombo che riuscì a beffare le misure anti-piccioni tedesche.

Questo e altri suoi compagni di specie furono insigniti della Dickin Medal, una medaglia speciale legata a un premio nato nel 1943 (su idea della veterinaria Maria Dickin) per onorare la categoria degli “animali soldato”.

Durante la Prima Guerra Mondiale i colombi erano impiegati per trasportare messaggi in codice senza che il nemico potesse intercettarli.

Dopo la battaglia di Verdun, nel 1917, la femmina di piccione Cher Ami divenne un’eroina della Grande Guerra, insignita della Croix de guerre per aver salvato la vita di moltissimi uomini.

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Un Mezzo di Comunicazione Sicuro

Simili a droni, i pennuti venivano dotati di una minuscola macchina fotografica, fissata al petto con un sistema di cinghie e programmata con un timer per scattare foto in sequenza lungo la rotta.

Il vantaggio rispetto ad altre tecnologie (come gli aquiloni o i palloni aerostatici) era di poter volare a quote relativamente basse e ottenere scatti dettagliati senza essere intercettati.

Nonostante la grande affidabilità però i colombi sono dotati di microchip collegato al Gps che consente di localizzarli in qualunque momento e registra i tempi di volo ai fini delle competizioni.

E in effetti il legame tra il colombo viaggiatore e la storia è profondo.

Un tempo i colombi rappresentavano il sistema più rapido e sicuro per comunicare.

La straordinaria capacità di questi animali di ritrovare la strada di casa li rendeva più affidabili delle persone e soprattutto molto più veloci.

Allevamento e Addestramento in Sardegna

Mario Albertazzi è uno dei primi allevatori e addestratori di colombi viaggiatori in Sardegna.

«Per abituarli più facilmente quando gli do da mangiare - spiega Mario- li richiamo con un fischietto, in modo che associno il cibo al richiamo, sarà più facile farli tornare».

Il modo migliore per insegnare ai colombi a tornare a casa è prenderli quando hanno circa quaranta giorni e tenerli in grandi voliere dalle quali gli uccelli possano osservare bene l’ambiente circostante, possano familiarizzare con lo spazio, i suoni, gli odori.

Dopo due settimane trascorse nelle voliere sapranno riconoscere la zona.

Quando i giovani colombi hanno memorizzato la zona, gli addestratori li portano in spazi progressivamente più distanti in modo che sappiano memorizzare ulteriori tratti di percorso.

In vista della gara di settembre sono previste alcune competizioni di preparazione in Sardegna: «La prima si svolgerà a Tharros - annuncia il colombofilo- la seconda a Castelsardo e la terza a Caprera.

A settembre anche in Sardegna ci sarà una gara che vedrà impegnati 52 colombi che partiranno da Ajaccio in Corsica e arriveranno a Flumini di Quartu.

Gli animalisti potrebbero storcere il naso, in realtà questi colombi sono curati e trattati benissimo: «Per noi sono come dei cavalli da corsa - prosegue Albertazzi- una piccola scuderia di cui ci prendiamo cura con passione.

Volano ogni giorno per almeno due ore, mangiano un cibo di altissima qualità, gli diamo integratori e preveniamo le malattie.

In tutto il mondo si tengono competizioni di velocità.

I Colombi nel Mondo

I piccioni volano sui tetti de Il Cairo, nello Yemen e persino sui campi profughi siriani: vengono allevati e curati per le corse.

Nel mondo arabo le gare dei piccioni hanno una tradizione antichissima.

E oggi?

Ai nostri giorni vi è persino chi, nell’era della comunicazione digitale e delle fughe di notizie sul Web, sostiene che in certi casi i colombi potrebbero tornare a essere usati.

La Marchesa Colombi e la Letteratura Verista

La Marchesa Colombi (Novara 1840 - Milano 1920) è lo pseudonimo letterario di Maria Antonietta Torriani.

Sposò Eugenio Torelli Violler, fondatore e primo direttore del “Corriere della Sera”.

Fu lei stessa giornalista e assidua frequentatrice degli ambienti letterari.

Prediligendo tematiche care al verismo affrontate talvolta con la vena ironica tipica della linea lombarda, nella sua opera si sofferma su problematiche sollevate dalla nascente questione femminile.

Tra i romanzi più noti si citano In risaia (Treves, 1878) e Un matrimonio in provincia (Galli, 1885), quest’ultimo riscoperto da Natalia Ginzburg e pubblicato per Einaudi nella collana “Centopagine” diretta da Italo Calvino.

Autrice anche di numerose raccolte di novelle, tra cui Racconti di Natale (1878) o Cara speranza (1896), la marchesa Colombi scrive, inoltre, un piccolo galateo, La gente per bene (1877) e il saggio Della letteratura nell’educazione femminile (1871).

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