Come Impostare una Lezione di Italiano per Stranieri Principianti
Insegnare l’italiano come lingua straniera ai principianti richiede un approccio metodico, coinvolgente e adattato alle esigenze specifiche degli studenti. La sfida principale è quella di far comprendere e usare la lingua fin dalle prime lezioni, creando un ambiente che favorisca l’apprendimento attivo e la motivazione.
Preparazione della Lezione
Una volta stabilito l’argomento della lezione si deve decidere come si comincia. Ecco le strade possibili:
- Un’attività introduttiva che può essere un’attività lessicale.
- Uno spidergram alla lavagna che raccolga informazioni su quello che gli studenti già sanno dell’argomento.
- Uno scambio di idee in plenum.
- Un gioco.
Il tempo dedicato a questa parte, essendo un’introduzione, sarà una minima parte della lezione generale. Valutiamo 10 minuti su una lezione di un’ora/un’ora e mezza? Ecco, scriviamolo nel nostro Piano della Lezione: Introduzione (con la specifica dell’attività) - 10 minuti.
Una lettura o un ascolto, insomma un testo di partenza, anche breve, scritto o orale che definisca “dove” siamo. Alla lettura o all’ascolto dedichiamo del tempo: facendo leggere a mente gli studenti o facendo ascoltare senza mai interrompere l’audio, chiediamo agli studenti di immergersi nell’argomento, nella questione della lezione. Per questo saranno necessarie più letture o più ascolti completi. Valutiamo dai 20 ai 30 minuti per questa parte di lezione?
Una volta svelato il senso generale del testo del punto 3, si prosegue con un’analisi: lessicale (“Individua dieci parole che non conosci”), morfosintattica (“Trova tutte le preposizioni articolate”) e con un confronto sugli elementi trovati. Valutiamo dai 20 ai 30 minuti anche per questa parte di lezione?
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A questo punto si può “giocare” con l’ambiente creato, con il lessico della lezione, con l’elemento morfosintattico ricercato, con l’argomento proposto. Si può procedere con un esercizio scritto, un esercizio orale, un gioco lessicale, qualcosa che faccia, insomma, manipolare con cura e con lentezza la parte di lingua in cui siamo immersi. Dedichiamo a questo momento 15 minuti?
Elementi Chiave per le Prime Lezioni
Alfabeto e Pronuncia
Insegnare l’alfabeto e la pronuncia: il punto di partenza ideale è l’alfabeto italiano e la corretta pronuncia delle lettere. Questo aiuta gli studenti a familiarizzare con i suoni della lingua, che potrebbero essere nuovi o diversi rispetto alla loro lingua madre.
Attività pratica: utilizzare schede con l’alfabeto, abbinando ogni lettera a parole semplici e comuni.
Saluti e Frasi di Base
Dopo aver introdotto l’alfabeto, è utile passare ai saluti e alle frasi quotidiane, come “Ciao”, “Come stai?”, “Mi chiamo…”, “Grazie”, “Per favore”. Queste espressioni comuni aiutano gli studenti a sentirsi subito capaci di interagire in situazioni semplici.
Vocabolario Essenziale
Un’altra componente chiave delle prime lezioni è l’insegnamento del vocabolario di base, come i numeri, i colori, i giorni della settimana, e le parti del corpo. Questi termini sono fondamentali per costruire frasi semplici e capire istruzioni elementari.
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Grammatica di Base
Introdurre le regole grammaticali in modo graduale è essenziale. Iniziare con la struttura della frase italiana (soggetto-verbo-complemento) e i tempi verbali più semplici, come il presente indicativo, è un buon punto di partenza.
Per rendere la grammatica più accessibile, è importante utilizzare esempi contestualizzati e pertinenti alla vita quotidiana degli studenti. Questo aiuta a collegare le regole grammaticali a situazioni reali.
Comprensione e Produzione Orale
Un obiettivo fondamentale è quello di sviluppare sia la comprensione che la produzione orale. Ciò significa che gli studenti devono essere esposti a una grande quantità di input in italiano e devono avere opportunità frequenti di parlare la lingua.
Attività pratica: Ascoltare brevi dialoghi o canzoni italiane e chiedere agli studenti di rispondere a domande su di essi.
Materiali Autentici
Integrare materiali autentici, come giornali, video, e canzoni italiane, aiuta a rendere l’apprendimento più interessante e rilevante. Questi materiali offrono un contesto culturale che arricchisce l’esperienza di apprendimento.
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Giochi e Attività Interattive
I giochi linguistici e le attività interattive non solo rendono l’apprendimento più piacevole, ma aiutano anche a consolidare le conoscenze in modo naturale.
Personalizzazione dell’Apprendimento
Ogni studente ha un modo diverso di apprendere, quindi è importante personalizzare l’approccio didattico. Questo può significare adattare il ritmo delle lezioni, scegliere argomenti di interesse specifico per lo studente, o offrire esercizi extra per chi ha bisogno di più pratica.
Esercizi di Revisione e Feedback
Regolari esercizi di revisione aiutano a rafforzare quanto appreso e a identificare eventuali aree di difficoltà.
Il feedback deve essere sempre costruttivo, sottolineando i progressi e offrendo suggerimenti specifici su come migliorare.
Ascolto Autentico: Un Approccio Innovativo
L’attività di Ascolto autentico è finita. La frequenza ottimale, a mio parere, dell’attività di Ascolto autentico sarebbe di una volta ogni 3 ore di studio, o nel caso specifico dei corso di un’ora e mezzo a settimana, una volta ogni due settimane. Consiglierei di seguire il metodo descritto sopra le prime 4 o 5 volte (2 mesi).
Vediamo in concreto la prima attività di Ascolto autentico con una classe di principianti assoluti. Come procedere? Mettiamo che questo sia la prima attività della prima lezione e vogliamo farla durare una quarantina di minuti.
La nostra prima preoccupazione è che lo studio di questa nuova lingua sia un piacere per gli studenti. Logicamente loro saranno apprensivi: è naturale.
L’insegnante mette un registratore in mezzo agli studenti. In pratica questo significa mettere il registratore su uno sgabello o su una sedia in mezzo a quella parte dell’aula occupata dagli studenti.
In tutte le aule c’è una “zona insegnante”, dove c’è la lavagna, forse c’è una cattedra (meglio di no!), dove l’insegnante abitualmente si mette. E c’è una “zona studenti” che si individua per opposizione alla zona insegnante. Il registratore va messo nella seconda di queste due zone. Se gli studenti non sono più numerosi di 15 possono sistemare le loro sedie in cerchio intorno al registratore. Se esistono banchi dovrebbero essere messi lungo le pareti.
L’insegnante spiega alla classe che cosa c’è inserito nel registratore, e cioè una lunga conversazione fra due italiani (se la lingua insegnata è l’italiano) i quali parlano in modo spontaneo, naturale, reale, autentico. Dura ben 4-5 minuti ed è assolutamente impossibile capire. (Queste informazioni vengono date nella L1 se la classe è monolingue, altrimenti con l’uso della gestualità, disegni alla lavagna, e qualche parola “internazionale”.)
La cura della “messa in scena” e “l’assurdità” della situazione disorientano e insieme incuriosiscono gli studenti. “Se l’insegnante stesso dice che è impossibile capire come posso fare brutta figura?” è in sostanza ciò che pensa ognuno degli studenti.
L’insegnante dà il “compito” alla classe: “Dovete rilassarvi, e sentire la musica di questa lingua, la sua intonazione, la sua cadenza, la sua melodia. Solo questo”. La competitività e l’apprensione diminuiscono ancora un altro po’. (Non completamente: l’esperienza passata dimostra che l’insegnante chiede sempre di “rendere conto” dopo un compito. Non c’è da supporre che quest’insegnante sarà diverso dagli altri.)
“Siete seduti comodamente? Finita la conversazione l’insegnante spegne il registratore. (“Questo è il momento più pericoloso” pensa qualcuno degli studenti. “Chiederà che cosa abbiamo capito e io devo dire ‘niente'”.) L’insegnante non chiede assolutamente niente, tranne forse se hanno dormito bene.
L’insegnante riavvolge il nastro e dicendo “riascoltate” avvia di nuovo la registrazione. Questa volta si nota che qualche studente, che prima si allontanava con il corpo dal registratore, ora piega il tronco in avanti, si mette i gomiti sulle ginocchia aperte e guarda intensamente il pavimento davanti a lui. Sta ascoltando. Ora ha fiducia: “Qui non ci sono trappole; l’insegnante mantiene la parola; veramente non intende mettere in difficoltà nessuno. Tanto vale ascoltare. Dopo tutto, questa, si sente, è vera lingua.
Alla fine l’insegnante riavvolge il nastro e invita la classe a prendere carta e penna. Quando tutti sono pronti dice: “Ascoltiamo di nuovo e scrivete una sola parola che pensate di individuare. Non preoccupatevi dell’ortografia”. Alla fine molti hanno scritto una parola, qualcuno ne ha scritte due o tre, e qualcuno non ha scritto niente.
L’insegnante, riavvolgendo il nastro, dice “Riascoltate e se avete scritto una parola cercate di aggiungerne un’altra”. Gli studenti che non hanno scritto niente si accorgono che l’insegnante non vuole vedere che cosa è stato scritto sui fogli. “Scrivere significa espormi, significa poter essere controllato, - pensano - quindi meglio non scrivere se non sono sicuro dell’esistenza di una certa parola o se non sono sicuro dell’ortografia di una certa parola. Però l’insegnante sembra non interessarsi a quello che scrivo; quindi dov’è il rischio?”. Ormai hanno ascoltato 4 volte.
Poi l’insegnante fa riascoltare la registrazione (5° volta). L’insegnante numera gli studenti, fa alzare in piedi i numeri dispari, li fa spostare di un posto a sinistra e li fa sedere. Così ognuno ha un compagno diverso dalla prima volta. Poi l’insegnante fa riascoltare la registrazione (6° volta).
Lettura Autentica: Un Esempio Pratico
Vediamo ora un’altra attività didattica: la Lettura autentica. In realtà io non parlo una parola di turco ma questo non è stato un inconveniente, come si vedrà dal metodo che ho adoperato. C’era fra gli altri una sola persona che conosceva la lingua turca (un’insegnante di turco) e non l’ho fatta partecipare alla lezione.
Ho detto “Una persona di ogni coppia deve prendere un foglio e tornare al posto”. Il tono della mia voce stimolava il ritmo vivace e la propensione al gioco. Dopo i tre minuti ho chiesto se avessero scelto un articolo. Una volta pronti tutti, ho detto “Avete 5 minuti di tempo per leggere l’articolo scelto. I cinque minuti cominciano ora!”.
Dopo 5 minuti ho visto che erano tutti profondamente impegnati nel cercare di imporre un qualche senso al proprio articolo. Alternavano discussioni a bassa voce con momenti di “lettura” in silenzio. Gli ho chiesto di girare sottosopra l’articolo in modo che non potessero più leggerlo. Ho numerato gli studenti da sinistra a destra e poi ho fatto alzare i numeri dispari. Gli ho detto di raccontare al nuovo compagno quello che credevano di aver capito.
Dopo circa un minuto e mezzo una coppia non parlava più e ho quindi fermato tutti quanti. Ho detto “Avete 5 minuti per rileggere!” e di nuovo è scattato il cronometro. Dopo 5 minuti ho fermato il lavoro e gli ho detto che potevano selezionare 3 e solo 3 parole di cui avrebbero voluto sapere il significato.
Dopo i 2 minuti li ho interrotti e ho detto “Ora avete 3 minuti per consultare i vostri dizionari bilingui”. Mi hanno guardato rattristati: “Ma non ce l’abbiamo”. “Ah già”, ho detto.
Lezioni di Gruppo: Attività Rompighiaccio
La lezione di gruppo può cominciare con un’attività rompighiaccio, che permetta agli studenti di conoscersi e che lasci spazio alle loro curiosità verso i compagni. Soprattutto in una classe online, ognuno è curioso di sapere dove vive il proprio compagno, che vita fa, perché studia italiano.
E la relazione che c’è tra compagni di classe è diversa da quella studente/insegnante: gli studenti si percepiscono allo stesso livello, la classe di gruppo è anche un’occasione per fare nuove amicizie quindi lo studente è più disponibile ad aprirsi con un compagno.
Funzionano bene le attività rompighiaccio a coppie (anche sfruttando le stanze virtuali) in cui gli studenti a coppie, appunto, si fanno domande, scoprono notizie del compagno che poi riporteranno alla classe in plenum.
Solo una precisazione: è importante dire prima dell’inizio dell’attività che tutto quello che verrà detto tra le coppie potrà poi essere riportato in classe.
Creare un Ambiente Positivo
In qualsiasi momento storico della glottodidattica, e cioè qualunque siano gli obiettivi dichiarati dell’insegnante nell’impartire una lezione, ci sono lezioni giudicate “belle” dagli studenti ed altre giudicate “brutte”. Non credo sia tanto l’approccio teorico che determina il parere degli studenti quanto il modo in cui l’approccio viene applicato in pratica.
Se per lo studente ogni passo della lezione è una sfida raggiungibile ed è anche un’occasione per fare amicizia con i compagni di classe, la lezione è percepita come bella.
Consigli Aggiuntivi
- Sii paziente: L'apprendimento di una nuova lingua richiede tempo e pratica.
- Sii creativo: Utilizza una varietà di materiali e attività per mantenere gli studenti impegnati.
- Sii incoraggiante: Offri feedback positivo e incoraggia gli studenti a parlare, anche se commettono errori.
- Sii flessibile: Adatta le tue lezioni alle esigenze e agli interessi degli studenti.
Insegnare l’italiano come lingua straniera ai principianti è un compito che richiede pazienza, creatività e una solida comprensione delle tecniche didattiche.
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