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Come si Chiamano i Gruppi di Turisti: Un'Analisi del Termine e delle Implicazioni

Secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per il Turismo (UNWTO), nel 2019 i paesi del mondo nel loro insieme registrarono 1,5 miliardi di ingressi di turisti stranieri. Il numero era in rapido e costante aumento da anni, trainato da vari fattori.

La gran parte dei flussi turistici tende a concentrarsi massicciamente in alcune località particolarmente famose, sia per la loro rilevanza storica che per la loro rinomata bellezza. E l’arrivo di milioni di persone in un singolo territorio, spesso in una specifica stagione, porta notoriamente assieme alla ricchezza una serie di grossi problemi per le persone che ci vivono, come quelli al centro delle proteste in Spagna e di vari provvedimenti in Giappone rivolti a contenere l’impatto del turismo.

La responsabilità della gestione dei flussi turistici e della minimizzazione delle conseguenze negative per la cittadinanza locale ricade in larga parte sulle amministrazioni locali, sui governi e sull’industria del turismo.

Il Concetto di Turismo Responsabile

«Il turista responsabile è quello che è consapevole delle conseguenze delle proprie azioni ed è disposto a modificarle se si rende conto che sono negative», spiega Corrado Del Bò, professore di filosofia del diritto all’Università di Bergamo e autore di Etica del turismo. Responsabilità, sostenibilità, equità (2017). «Ovviamente pensare che sia il comportamento dei turisti a rendere il turismo responsabile o sostenibile è una narrazione di comodo, fondamentalmente utopistica, dato che c’è bisogno di interventi radicali», dice.

«L’impatto di ogni singola persona o famiglia che viaggia è piuttosto ridotto. Così come i comportamenti individuali possono contribuire ad aiutare l’ambiente, però, è anche vero che i singoli possono essere turisti responsabili. Tra i turisti europei una delle tendenze più diffuse, e quindi con un impatto maggiore, è quella di prendere un volo low cost per passare il weekend in una grande città che dista una o due ore di volo da dove ci si trova, evitando di rivolgersi a un’agenzia di viaggio e trovando le cose da fare e gli alloggi dove stare con qualche ricerca su internet. È un approccio che permette di risparmiare tempo, denaro ed energie, e quindi è privilegiato soprattutto dalle persone più giovani, che vogliono vedere un po’ di mondo ma non possono permettersi grosse spese.

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Consigli per un Turismo più Sostenibile

  • Un primo consiglio ovvio è quello di viaggiare fuori stagione, non solo perché normalmente è meno costoso ma anche per evitare di contribuire al sovraffollamento e per avere un impatto economico positivo in periodi dell’anno in cui le persone che lavorano con il turismo guadagnano molto meno.
  • Anche il tema del mezzo di trasporto scelto è centrale: il trasporto aereo e quello in nave da crociera emettono moltissima anidride carbonica e altre sostanze inquinanti. È consigliabile, quando possibile, evitare destinazioni che richiedano di usare questi mezzi e viaggiare invece in treno, magari diminuendo il numero di tappe che si fanno e passando più giorni in ogni località, seguendo la cosiddetta filosofia dello “slow tourism”.

L'Impatto degli Alloggi sul Turismo

Un altro fattore che ha un impatto notevole sulle località turistiche è il tipo di alloggio che si sceglie. Uno dei più grandi e accesi dibattiti che riguardano l’eccesso di turismo negli ultimi anni è dovuto alla diffusione di Airbnb. La piattaforma inizialmente permetteva a individui e famiglie con una camera libera in casa propria di metterla in affitto per qualche giorno all’anno, arrotondando.

Alternative Responsabili per l'Alloggio

  • Ci sono alternative valide, più “responsabili”, a seconda del tipo di viaggio che si ha in mente. Le persone più avventurose hanno sempre l’opzione del “couchsurfing”, ovvero di dormire sul divano di qualcuno del posto, che l’ha messo a disposizione su appositi siti o gruppi sui social network.
  • Per chi vuole stare più comodo è una buona idea dormire in hotel, alberghi e b&b tradizionali: spesso nelle grandi città non costano molto di più degli Airbnb, e soprattutto se sono a conduzione familiare o slegati da grandi multinazionali del turismo contribuiscono all’economia locale.
  • Se si viaggia fuori dalle città, poi, le opzioni aumentano ulteriormente. Ci sono i campeggi, compresi quelli che mettono a disposizione sistemazioni più confortevoli delle tende, come i bungalow, ma anche agriturismi a conduzione familiare. Sono entrambe opzioni ottime per chi vuole passare del tempo rilassandosi in montagna, al mare o in campagna.

Certificazioni di Sostenibilità nel Turismo

Esistono ormai decine di etichette che certificano l’impegno a favore della sostenibilità di hotel, ristoranti, tour operator, intere città. Con “sostenibilità”, in questo caso, non si intende solo l’impatto ambientale, le pratiche per la riduzione dell’uso di energia o di acqua, ma anche le condizioni di lavoro dei lavoratori e l’origine dei prodotti impiegati in un ristorante. Alcune di queste certificazioni sono riconosciute dal Global Sustainable Tourism Council, l’ente certificatore dell’UNWTO e del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente. Molte altre servono soprattutto a fare bella figura e attirare i clienti, ma non danno vere rassicurazioni sulle pratiche di sostenibilità adottate.

Esplorare Destinazioni Meno Conosciute

Un altro consiglio ovvio è quello di esplorare destinazioni meno conosciute e turistiche, soprattutto se si ha più di un weekend. «Nella mia esperienza non esiste tutta questa libertà individuale: nel momento in cui ti sposti vieni facilmente inserito in percorsi già tracciati che hanno un impatto difficile da controllare», racconta la content creator Eleonora Sacco, anche nota con il nome del suo blog, Pain de Route. «Quello che si può fare è scegliere zone meno gettonate, anche solo per evitare di ingolfare meccanismi già sufficientemente sovraccarichi. Il mondo è grande, e non ci sono solo quei dieci posti dove tutti vanno ogni santa estate.

Un ulteriore consiglio è quello di capire cosa si apprezza particolarmente a livello artistico, storico o architettonico, e seguire un percorso dedicato a quell’interesse piuttosto che quelli più comuni, incentrati su pochi monumenti e musei popolarissimi. «Io per esempio sono appassionata di architettura modernista, quegli edifici che molti considerano brutti, e trovo sempre molto divertente andare a scovare posti remoti in quartieri periferici», dice.

Il Ruolo dei Tour Operator nel Turismo Responsabile

Un’altra idea è quella di affidarsi a tour operator che si occupino specificatamente di organizzare esperienze di turismo responsabile. La sezione italiana del WWF, la grande organizzazione mondiale dedicata alla conservazione della natura, organizza per esempio viaggi e campi estivi «alla scoperta dei territori più ricchi di biodiversità». Gianluca Mancini, responsabile di WWF Travel, spiega che «quello che cerchiamo di fare, con grande difficoltà, è trovare mete e destinazioni dove il turismo porti veramente un contributo economico che permetta di finanziare la conservazione della natura dove altrimenti mancherebbe».

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«L’obiettivo dei nostri progetti turistici è cercare di creare consapevolezza e fare divulgazione su temi ambientali, ma anche di aiutare concretamente la conservazione», dice Mancini. «Cerchiamo destinazioni interessanti dal punto di vista faunistico e naturalistico e portiamo turismo dove ce n’è poco, finanziando l’ingresso nei parchi in modo da sostenere economicamente attività di salvaguardia della fauna che ci vive, oltre a dare un contributo economico a tutte le attività parallele all’ingresso ai parchi». Mancini riconosce comunque che «non esiste un viaggio che non abbia qualche tipo di impatto negativo, anche solo per il fatto di prendere un aereo o, sul posto, con mezzi che in certi paesi hanno principalmente motori a combustione».

Turismo a Piedi e Volontariato

Se quel che preoccupa di più è l’impatto ambientale del proprio viaggio, sono molto consigliati i viaggi in bicicletta o i lunghi cammini a piedi: da anni, per esempio, sono in grande aumento le persone che percorrono il Cammino di Santiago, tra Francia e Spagna, e la Via Francigena, che parte da Canterbury in Inghilterra e arriva a Roma. Anche gli appassionati di escursioni, però, devono preoccuparsi di cosa fanno durante i propri percorsi.

Per chi vuole fare un’esperienza in paesi lontani c’è l’opzione del turismo educativo o del cosiddetto “volontourism”, ovvero di quei programmi che permettono di vivere all’estero per periodi che vanno dalle poche settimane a qualche mese contribuendo a progetti di conservazione ambientale o iniziative a beneficio delle comunità locali. Esistono tante associazioni, agenzie e aziende che offrono esperienze di questo tipo, e non tutte sono effettivamente sostenibili o utili per le persone del luogo: il CREST ha messo insieme una guida (in inglese) per imparare a riconoscere le organizzazioni affidabili.

Consigli Pratici per Turisti Responsabili

Anche per chi preferisce organizzare i propri viaggi da sé rimangono varie indicazioni che si possono seguire per essere turisti più responsabili. Dal punto di vista ambientale, il CREST consiglia di informarsi sul sistema di riciclo dell’immondizia della destinazione e seguirlo quando ci si trova in un’altra città. Se si sceglie una meta naturalistica, cercate di ridurre al minimo i rifiuti, portateli via con voi alla fine della visita e rimanete nei percorsi tracciati, evitando di interagire con la fauna. Per chi visita soprattutto città, il CREST ricorda di scegliere i ristoranti in cui si mangia e i negozi in cui si comprano souvenir in modo da lasciare quanti più soldi possibili nell’economia locale.

Un ultimo consiglio condiviso da vari esperti è quello di essere consapevoli del fatto che fenomeni come l’overtourism non sono dati soltanto dal numero eccessivo di persone in un dato luogo, ma anche dalle politiche urbanistiche, infrastrutturali e abitative di una destinazione: è, insomma, un problema politico a cui non tutte le amministrazioni prestano attenzione.

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