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I Complessi Stranieri Più Famosi degli Anni '70: Un'Era di Innovazione Musicale

Gli anni '70 sono stati un'epoca d'oro per il rock, un decennio di vera consacrazione per questo genere, in cui ha preso le sembianze e le caratteristiche che lo identificano ancora oggi.

In questo decennio, il rock ha modificato le sue forme, crescendo e sviluppandosi in modo impressionante. Molte band hanno raggiunto il successo cambiando il volto della musica, dai Pink Floyd ai Led Zeppelin, ai Rolling Stones e i Doors. Sono stati pubblicati album che sono diventati pietre miliari e canzoni che si sono trasformate in veri e propri inni generazionali.

A differenza del decennio precedente, caratterizzato da una forma più divertente e scanzonata, il rock degli anni '70 è sperimentazione, è complessità, diventa strumento per esprimere messaggi importanti e si fa specchio della società. Non per niente sono gli anni della nascita del punk e del successo di cantautori "scomodi" e senza peli sulla lingua come Bob Dylan o Neil Young.

Qual è il nucleo del suono del rock? La batteria che pesta? Il basso che pompa? Anche, ma anzitutto c’è lo strumento principe: la chitarra elettrica. Chitarra, distorsore e amplificatore a palla: ecco la ricetta perfetta del rock, con l’immagine dello strumento che sin dall’inizio va oltre il suo mero uso.

Quel manico è sia fallo che mitra, il chitarrista lo impugna sparando sesso e note. È il simbolo, il mezzo del cambiamento. “This Machine Kills Fascists” aveva fatto scrivere sul legno della cassa armonica della sua chitarra Woody Guthrie, e lui suonava un’acustica, figuriamoci cosa si poteva fare con un’elettrica.

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È possibile pensare a un rock che faccia a meno della chitarra? C’è chi ci ha provato.

L'Ascesa delle Tastiere: Un'Alternativa alla Chitarra

Verso la fine dei ’60, arriva il poco più che ventenne Keith Emerson a far piazza pulita di tutte le corde che eccedessero le quattro. Il basso era infatti l’unico strumento ammesso nella sua band, i Nice. Per il resto c’era un batterista che spaziava tra jazz e psichedelia e poi Emerson, impegnato a uno strumento che mai si sarebbe detto adatto alla furia di quello stile: le tastiere.

Fino all’avvento di Emerson, le testiere erano usate in quello che oggi chiamiamo classic rock come discreto tappeto e molti le detestavano per il potere di abbassare la temperatura della musica, smorzarne la passione. Emerson non suonava l’organo Hammond, lo violentava. Lo scuoteva, ci saltava sopra, lo rovesciava, arrivava addirittura a pugnalarlo. E l’organo gemeva, si contorceva in rantoli lancinanti prima di ricominciare a ruggire sotto le mani del suo padrone.

In poco tempo Emerson è diventato il Jimi Hendrix delle tastiere e molti hanno dovuto ammettere che poteva esistere una forma di rock che facesse a meno della chitarra.

Visto il successo dei Nice, nel corso del decennio successivo le formazioni che hanno fatto a meno della sei corde sono proliferate, il tutto mentre Led Zeppelin, Black Sabbath e altri dragoni dell’hard rock sembravano ribadire che no, non può esistere il rock senza chitarre. Ma nel momento d’oro del prog, quando tutti gli sconvolgimenti sonori sembravano possibili, in molti ci hanno provato con risultati eccellenti da tutti i punti di vista.

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Ascoltando i dieci campioni del no guitar sound elencati sotto (in ordine di apparizione sulle scene) nessuno potrà lamentarsi della mancanza delle chitarre.

Esempi di Complessi Famosi Senza Chitarra degli Anni '70

  • Soft Machine: L’uomo chiave dei Soft Machine è Mike Ratledge, il primo a usare il fuzz nell’organo per creare una delle principali caratteristiche del Canterbury sound, senza dimenticare l’apporto di Hugh Hopper al basso distorto.
  • Egg: Dave Stewart degli Egg (poi in Hatfield & The North, National Health, ecc) per certi versi è l’anti-Emerson: tanto è esagerato il primo, quanto è calibrato il secondo.
  • Emerson, Lake & Palmer (ELP): Negli ELP Keith Emerson ci dà dentro con un uso della tecnologia all’avanguardia in fatto di tastiere & correlati (anche Carl Palmer si farà contagiare collegando la batteria al Moog).
  • Quatermass: I Quatermass sono riusciti a iscriversi tra i gruppi fondamentali dell’hard rock senza avere mai usato la chitarra. Potenza del basso di John Gustafson e soprattutto del devastante Hammond di Pete Robinson.
  • Dr. Z: Band tra le più misteriose mai apparse, i Dr. Z sono un trio capitanato dal tastierista/cantante Keith Keyes. Nel loro unico album, Three Parts to My Soul (1971) Keyes si da un sacco da fare all’organo, al piano e, soprattutto, al clavicembalo. È il suono arcano di questo strumento che troneggia in un disco ammantato di colori spettrali.
  • Mad Curry: Provengono dal Belgio e schierano tastiere, batteria, basso, sax e voce. La cantante Viona Westra è una potenza di espressività, sorta di Janis Joplin prog, e il suono scattante e nervoso schizza tra jazz scomposto e rock torrido.
  • Le Orme: Nelle Orme il mago delle tastiere è Tony Pagliuca che non possiede le doti tecniche di un Emerson, ma sa dire la sua con gusto melodico, non disdegnando parti più impetuose all’Hammond: Cemento armato su Collage (1971) ne è una prova.
  • The Trip: Partiti come formazione italo-inglese con tanto di chitarrista (il primo è stato nientemeno che Ritchie Blackmore), i Trip nel 1972 rimangono in tre e danno alla luce uno dei must del prog italiano: Atlantide. Qui le tastiere di Joe Vescovi sono protagoniste assolute e si muovono tra spunti emersoniani, sprazzi psichedelici e un gusto classicheggiante di scuola italiana.
  • Greenslade: Prendono il nome da Dave Greenslade, tastierista già in forza nei Colosseum, che si unisce a un altro tastierista, Dave Lawson, proveniente dai Web e dai Samurai, al batterista Andy McCulloch (nei King Crimson di Island) e al bassista Tony Reeves, anche lui ex Colosseum.
  • Island: Dalla Svizzera tedesca gli Island registrano il loro unico album, Pictures, in Italia nel 1977, con la produzione di Claudio Fabi.

Altri Album Iconici degli Anni '70

Oltre ai complessi senza chitarra, gli anni '70 hanno visto la pubblicazione di numerosi album iconici che hanno definito il decennio:

  • What’s Going On di Marvin Gaye (1971): Un album emozionante e commovente sulla situazione della società a stelle e strisce.
  • Rumours dei Fleetwood Mac (1977): Un grande album nato da un caos personale, con cori pieni di armonia.
  • Low di David Bowie (1977): Il primo album della Berlin Trilogy, che mette insieme tappeti musicali elettronici pionieristici con canzoni pop avvincenti.
  • Expensive Shit di Fela Kuti (1975): Due brani potentissimi guidati da riff di chitarra da brivido e una sezione fiati potente.
  • Pink Moon di Nick Drake (1972): 28 minuti di solo pianoforte, voce e chitarra acustica.
  • Led Zeppelin IV dei Led Zeppelin (1971): Un album strano e poco ortodosso con citazioni dal blues americano, dal folk inglese e dal Signore degli Anelli.
  • Blue di Joni Mitchell (1971): La risposta più commovente al mal d'amore mai incisa su disco.
  • Songs in the Key of Life di Stevie Wonder (1976): Un'opera in cui ogni strumento e nota portano tutti i brani verso vette altissime.
  • Ege Bamyasi dei Can (1972): Pieno di jam psichedeliche lanciatissime.
  • After the Gold Rush di Neil Young (1970): Un album che sancisce l'apice di Neil Young.
  • The Man-Machine dei Kraftwerk (1978): Dimostra quanto la loro musica sia brillante, mettendo insieme ritmi meccanici e melodie coinvolgenti.
  • Wish You Were Here dei Pink Floyd (1975): Contiene alcuni dei migliori pezzi mai incisi dalla band.
  • Unknown Pleasures dei Joy Division (1979): Oscuro, pieno di echi e magnetico, uno specchio del mondo tetro e post-industriale del nord dell'Inghilterra.

L'Influenza Britannica: Un'Invasione Musicale

A partire dagli anni ’60 c’è stato un punto di svolta nella storia della musica rock. Questi gruppi rock britannici spazzarono via le frontiere musicali, guadagnando una popolarità senza precedenti in tutto il mondo.

La British Invasion non si limitò solo alla musica, ma ebbe un impatto significativo anche sulla moda e sulla cultura giovanile dell’epoca. L’invasione delle band britanniche nel panorama musicale mondiale ebbe inizio intorno al 1964, con i Beatles. Queste band hanno aperto la strada a una nuova generazione di artisti che ancora oggi si ispirano al loro sound innovativo.

La musica di questi grandi e famosi gruppi rock britannici è un tesoro senza tempo, un’eredità che continua a influenzare e a plasmare la scena musicale mondiale.

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Esempi di Gruppi Rock Britannici Influenti

  • The Beatles: Il loro suono unico era una combinazione di pop tradizionale e influenze musicali varie, che spaziavano dalla musica classica ai ritmi più moderni.
  • Queen: Le loro canzoni, come “Bohemian Rhapsody“, “We Will Rock You” e “We Are the Champions“, hanno resistito al passare del tempo, diventando autentici inni.
  • Led Zeppelin: Si sono affermati come una delle prime band hard rock con influenze che avrebbero poi definito il genere heavy metal.
  • Pink Floyd: Pionieri del movimento rock progressivo. Due dei loro album più iconici, The Dark Side of the Moon e The Wall, contengono alcuni dei loro singoli più famosi.
  • The Rolling Stones: Le loro canzoni di successo come “Paint It Black”, “(I Can’t Get No) Satisfaction” e “Sympathy for the Devil” hanno conquistato le classifiche musicali di tutto il mondo.
  • Oasis: Il loro secondo album, (What’s the Story) Morning Glory?, è diventato un vero e proprio fenomeno di vendite.
  • Radiohead: Hanno ricevuto ampi elogi per la loro capacità di infondere emozioni profonde e toccanti nella loro musica. Il loro suono si colloca nell’ambito del rock alternativo, con sfumature grunge e una leggera componente elettronica.
  • The Police: Tra i più grandi esponenti della musica rock new wave.

Canzoni Iconiche degli Anni '70

La musica, come poche altre cose (ad esempio il cinema e la moda), è capace di restituire un affresco dai "colori" vividi di un'epoca: quella di cui parliamo oggi, attraverso le maggiori hit del periodo, sono gli anni '70. A livello globale, vengono considerati la decade più libertina di sempre, con i movimenti hippie e i grandi raduni peace&love da una parte, ma, al contempo, anche tra i maggiormente complessi, a causa dell'escalation di violenza che caratterizza soprattutto la loro seconda metà.

Esempi di Canzoni Iconiche degli Anni Settanta

  • Get up (I feel like being a) sex machine - James Brown (1970): Il riff incalzante di James Brown rappresenta il periodo sfrenato della storia.
  • Imagine - John Lennon (1971): Un inno pacifista che auspica una società laica.
  • Me and Bobby McGee - Janis Joplin (1971): Un inno hippie alla libertà.
  • Let's get it on - Marvin Gaye (1973): Un brano sexy che riflette la libertà sessuale dell'epoca.
  • Heart of glass - Blondie (1978): Un pezzo rock con un'impronta "discotecara" che diventa una hit mondiale.
  • Boogie Wonderland - Earth Wind and Fire feat. The Emotions (1979): Un classico dance che scala tutte le classifiche.
  • Hot stuff - Donna Summer (1979): Rivela anche una vena dance rock, grazie al riff di chitarra presente.
  • Y.M.C.A. - Village People (1978): Un successo internazionale e un pilastro della discomusic.
  • My Sharona - The Knack (1979): Uno dei tormentoni più martellanti nella storia della musica.

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