Dati Statistici sul Turismo Lento in Italia
I primi mesi dell’anno offrono l'opportunità di valutare l'anno precedente e di identificare le tendenze future. Il 4 febbraio 2024, Touring Club Italiano ha presentato presso la Borsa Internazionale del Turismo (BIT) i dati del rilevamento statistico effettuato in collaborazione con IPSOS per conto di ENIT-Agenzia Nazionale per il Turismo lo scorso novembre.
Visit Italy ha lanciato il nuovo report “Il Turismo del Futuro 2025”, evidenziando che l’Italia si conferma una delle mete più ambite, con un incremento dell'1,4% di turisti stranieri.
Secondo i dati dell’Osservatorio Turismo di Visit Italy, le presenze turistiche nel 2024 sono stimate a 448,7 milioni. L’Italia si posiziona al terzo posto tra i Paesi europei con il 15,2% delle presenze totali in Europa. Crescono i flussi internazionali (+1,4%), guidati da Germania, Stati Uniti, Francia e Regno Unito, mentre si registra una lieve contrazione del turismo domestico (-2,5%).
L’offerta turistica italiana si distingue per una varietà di elementi che arricchiscono l’esperienza dei visitatori. Il crescente peso del settore dell’ospitalità (38%), con una preferenza per soluzioni flessibili e personalizzate, sottolinea la popolarità sempre maggiore degli affitti brevi, scelti per rispondere alle esigenze di comodità e adattabilità dei viaggiatori moderni. Il 16% è dedicato al mondo delle attrazioni. La stragrande maggioranza, pari al 61.8%, sceglie l’Italia come meta di vacanza.
L’analisi delle destinazioni più ricercate su VisitItaly.eu, rivela come nel 2024, le preferenze dei viaggiatori si siano orientate alla scoperta di esperienze più autentiche. Tra le mete, al primo posto si conferma Roma, apprezzata per la sua storia millenaria e i monumenti iconici. Milano segue come capitale della moda, del design e dell’innovazione, attirando un pubblico internazionale. Firenze, con il suo patrimonio artistico e culturale, si posiziona al terzo posto. Chiara è la predilezione dei visitatori per tre tra le più iconiche attrazioni culturali italiane. Al primo posto si colloca il Parco Archeologico del Colosseo, simbolo per eccellenza dell’antica Roma e meta imprescindibile per chi desidera rivivere la grandezza dell’Impero Romano. Seguono le Gallerie degli Uffizi a Firenze, custodi di capolavori rinascimentali senza pari e richiamo per gli amanti dell’arte di tutto il mondo.
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Tuttavia, “l’Italia vive un paradosso: mentre città come Roma, Venezia, Milano e Firenze affrontano l’overtourism, circa 2.500 borghi rischiano lo spopolamento, con il 47% dei piccoli centri interessato da una riduzione della popolazione.
Ne “Il Turismo del Futuro”, Visit Italy ha individuato le sua attesissima lista delle dieci destinazioni da visitare assolutamente nel 2025, insieme ai dieci eventi da non perdere. Dai borghi autentici ai festival culturali, queste proposte rappresentano un’alternativa al turismo di massa.
Il Turismo Lento e i Cammini Italiani
Molti dati rilevanti per il turismo con un particolare focus sullo Slow Tourism: il turismo lento pone una forte enfasi sulla sostenibilità, sull’impegno con la cultura locale e sul pieno apprezzamento delle esperienze di viaggio. Il budget medio per le vacanze è aumentato del 15% rispetto allo scorso anno, arrivando a 2.041 euro.
Agli allarmi sull’overtourism gli italiani rispondono con la ricerca dello slow tourism, con il 78% dei nostri connazionali che mostra interesse per questa forma di viaggio sostenibile. Il 74% è disposto a esplorare destinazioni meno convenzionali per evitare il sovraffollamento.
Sebbene lo Slow Tourism sia un fenomeno di recente trattazione, le sue origini non sono così recenti. La sua nascita è riconducibile al 1986, anno in cui lo scrittore e sociologo Carlo Petrini fonda il movimento culturale e gastronomici Slow Food, nato per combattere la diffusione del fast food.
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Secondo l’indagine “l’Italia è un Paese da assaporare anche a passo lento per non perdersi peculiarità e sfaccettature che pervadono ogni meandro del territorio. Un altro criterio ricorrente è l’autenticità, con un focus sul locale. La ricerca del contatto con la gente del posto, alla scoperta delle tradizioni e dei costumi, viene sempre di più incorporata in tutte le tipologie di viaggio.
La grande diffusione di questo nuovo modo di concepire le vacanze è giustificata soprattutto dai tanti vantaggi che comporta. Viaggiare in modo lento, infatti, significa scoprire i posti meno noti, apprezzandone le qualità e i piccoli dettagli che una vacanza frenetica non permetterebbe di apprezzare. C’è poi un altro vantaggio che giustifica la crescente popolarità di questo fenomeno e riguarda la sostenibilità. Slow Tourism, infatti, significa anche apprezzare le particolarità di ogni posto, compreso l’ambiente e la cultura culinaria. In generale questa filosofia si basa su un grande rispetto del patrimonio naturale dei luoghi visitati.
L’autenticità di questa forma di turismo è da rinvenire nel vissuto e nella pratica dei territori. Slow Tourism vuol dire, anche, elaborare un nuovo rapporto più sano con l’ambiente, le attività produttive umane e i sapori, concentrandosi sulle nuove istanze del diritto al benessere, della tutela della salute e della salvaguardia dei territori. Slow Tourism vuol dire anche attivare un processo di turismo relazionale, dove i rapporti umani si consolidano o si stringono per la vicinanza e lo stupore della scoperta.
Uno studio Enit e Touring Club mette ordine ai cammini italiani e all’offerta turistica relativa: 100 i percorsi individuati per circa 30mila km complessivi, analizzando tra questi i più visibili agli occhi dei potenziali fruitori, ovvero quelli con siti web turistici dedicati, in tutto 63.
Per tutti questi mercati, il Paese preferito per una vacanza lenta è sempre l’Italia. In particolare, il Regno Unito indica Italia (65%) e Spagna (33%), la Francia segnala Italia (51%) e Francia (39%) e la Germania infine Italia (49%) e Austria (32%).
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Un’indagine Enit realizzata da Touring Club e Ipsos indaga il mondo del turismo escursionistico per definirne la nomenclatura, i percorsi e gli obiettivi. Quello escursionistico è un turismo che predilige l’andamento slow e i cammini in percorsi naturalistici.
Per la prima volta uno studio indaga e definisce il concetto di viaggio escursionistico andando a mappare i percorsi dei cammini a piedi italiani. Comprende viaggi totalmente autorganizzati, acquistati attraverso tour operator /adv specializzati o associazioni e agenzie territoriali. Sono compresi anche i viaggi che prevedono una serie di servizi dedicati all’escursionista (trasporto a destinazione dei bagagli, transfer ai luoghi di partenza dell’itinerario…). Il viaggio è organizzato per tappe che portano i turisti a cambiare struttura e località di pernottamento sia in forma lineare sia circolare.
Sono stati mappati 100 cammini, per una lunghezza complessiva di circa 30mila km: 79 hanno un sito web ufficiale ma 16 sono stati esclusi dall’analisi sui contenuti perché non turistici (siti di progetti europei) o ancora in costruzione.
L’indagine demoscopica è stata condotta tra il 15 agosto e il 15 settembre 2023 su campioni rappresentativi della popolazione italiana (1.000 casi), francese, inglese e tedesca (500 casi per Paese) con metodo Cawi. Il 25% degli inglesi, il 20% dei francesi, il 19% dei tedeschi e il 17% degli italiani ha già avuto esperienze di turismo lento (ovvero a piedi o in bicicletta). Il 45% degli inglesi, il 42% di francesi e tedeschi e il 37% degli italiani ha intenzione di farlo nel futuro. Tra chi afferma di non essere interessato, la quota più alta è tra gli italiani (23%) rispetto al 21% dei tedeschi, al 18% dei francesi e al 15% degli inglesi.
Tra le destinazioni preferite per sviluppare il turismo lento gli italiani segnalano Italia (60%), Spagna (39%), Portogallo e Croazia (29%) e Francia (27%). Considerando le regioni italiane, le più citate sono Trentino-Alto Adige (33%), Toscana (32%), Umbria (30%) e Sicilia (26%).
“L’analisi è il primo passo per mettere ordine e di sviluppare sinergie adeguate a target e località. Dalla conoscenza del fenomeno turistico nasce anche la declinazione di un’offerta dedicata sempre più performante. Enit è attenta da sempre al mondo dei cammini, lo abbiamo dimostrato già con progetti legati alla Francigena e ai percorsi dei Cappuccini ma è opera il momento di far conoscere in un sistema di rete e percorsi integrati ogni evoluzione territoriale italiana legata a questo segmento” commenta Ivana Jelinic Presidente e Ceo Enit.
Stando alle regioni italiane più ricercate nel sondaggio, c’è una convergenza su Sicilia e Toscana: francesi (Sicilia 44%, Toscana 39%), inglesi (Sicilia 44%, Toscana 27%) e tedeschi (Toscana 48%, Sicilia 32%).
“Il turismo escursionistico è un pilastro essenziale nel panorama turistico, e l’indagine condotta riveste un ruolo cruciale per il comparto. Queste ricerche ci consentono di comprendere meglio le preferenze e le aspettative dei viaggiatori, contribuendo così a progettare esperienze di viaggio più soddisfacenti. Inoltre, ci aiutano a preservare l’ambiente naturale, promuovere le destinazioni escursionistiche e sostenere le economie locali.
L’interesse per il turismo lento, e in particolare per i cammini, è in costante crescita - con la Via Francigena in testa tra i percorsi più gettonati su tutti i portali web.
“Questi risultati ci spingono a perseguire con rinnovata determinazione l’obiettivo di rendere questo splendido percorso famoso e attrattivo come il Cammino di Santiago. Non a caso il turismo lento trova ampio spazio nel nostro piano strategico cui diamo seguito anche con azioni concrete, come il contributo - attraverso il Funt- di oltre 1.800.000,00 alla Regione Campania per il rifacimento di un tratto della Francigena o oltre 1.500.000,00 alla Regione Puglia per interventi riguardanti i cammini.
“Ciò che ci induce a un’attenta riflessione - prosegue il ministro - è, invece, il dato sulla presenza media che risulta in lieve flessione rispetto al luglio 2022. Gli italiani non vogliono rinunciare a viaggiare. E’ questo il dato che emerge dalla 23ma edizione dell’Holiday Barometer di Ipsos-Europ Assistance.
“Il turismo lento rappresenta un segmento in forte ascesa che favorisce anche la sostenibilità soprattutto in termini di destagionalizzazione, decongestione dei flussi e creazione di nuove opportunità di lavoro. In più, è un modo di viaggiare che ben si sposa con l’enogastronomia, fattore identitario noto in tutto il mondo e dal fortissimo potere di attrazione per i turisti italiani e stranieri - afferma afferma Daniela Santanchè, ministro del Turismo -.
Mettere a sistema i cammini come prodotto turistico, con loro specifiche identità e omogeneità, è una delle sfide che il governo si pone in ambito turistico. I cammini religiosi - su cui nell’ultima legge di bilancio abbiamo stanziato ulteriori 15 milioni, per un ammontare complessivo di oltre 19 -, poi, costituiscono un’occasione preziosa in vista del Giubileo 2025, che vedrà arrivare oltre 30 milioni di turisti nella sola Capitale. Un appuntamento, questo, che non deve farci trovare impreparati.
Ivana Jelinic, presidente e ceo Enit, sottolinea che “l’importanza di sviluppare il turismo legato ai cammini risiede nel fatto che questa forma di turismo offre un’esperienza unica, arricchente e sostenibile sia per i viaggiatori che per le comunità locali. I cammini sono un patrimonio culturale e spirituale di inestimabile valore e permette di promuovere la conservazione e la valorizzazione di percorsi storici e culturali. I cammini rappresentano antiche vie di comunicazione che hanno giocato un ruolo fondamentale nella storia delle popolazioni locali. Attraverso un turismo ben gestito, è possibile preservare e tutelare questi percorsi, garantendo la conservazione del patrimonio culturale e storico delle regioni interessate.
Jelinic aggiunge anche che “i visitatori che percorrono i cammini hanno bisogno di servizi come alloggi, ristoranti, guide turistiche e trasporti. Questa domanda crea una serie di opportunità di lavoro per gli abitanti del luogo, contribuendo così al miglioramento delle condizioni economiche delle comunità interessate.
“Questa ricerca sul turismo escursionistico, che Touring Club Italiano auspica di poter aggiornare nei prossimi anni ampliando il numero di cammini analizzati - afferma Giulio Lattanzi, direttore generale del Touring Club Italiano - permette di prendere sempre più consapevolezza dell’importanza di questo tipo di turismo, relativamente giovane per il nostro Paese, ma che ha avuto un forte impulso a partire dalla pandemia quando, a un nucleo consolidato di praticanti, si sono aggiunte tante altre persone, spinte dal bisogno di contatto con la natura e dal desiderio di conoscere l’Italia sotto un diverso punto di vista.
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