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Escursione al Rifugio Pisciadù: Un'Avventura nel Cuore delle Dolomiti

Tra le più belle escursioni in Alta Badia, ce n’è una che ci porta a scoprire una dimensione mitica nelle Dolomiti: l’escursione che sale al Rifugio Cavazza al Pisciadù nelle Dolomiti del Sella. Escursione Rifugio Pisciadù Alta Badia, in partenza da Corvara. Escursione al Rifugio Pisciadù Alta Badia - in Val Setus. Vi aspettiamo per farvi conoscere le Dolomiti più belle!

Informazioni Utili

  • Partenza: Parcheggio sotto il Passo Gardena in direzione Colfosco (1959 m)
  • Arrivo: Rifugio F. Cavazza al Pisciadù (2587 m) / Cima Pisciadù (2985 m)
  • Ristorazione: Rifugio F. Cavazza al Pisciadù (2587 m)
  • Data dell’escursione: 5 settembre 2020

Percorso Dettagliato

Dal parcheggio (1959 m) si prende il sentiero 666A e poi il 666 che salgono all’interno della Val Setus. Raggiunto il Rifugio F. Cavazza al Pisciadù (2587 m) si continua sul 666 fino ad arrivare alla Cima Pisciadù (2985 m). Si ritorna al punto di partenza per la stessa strada.

Prima Parte: Dal Parcheggio al Rifugio Cavazza al Pisciadù

  • Quota di partenza: 1960 m (parcheggio)
  • Quota di arrivo: 2580 m (Rifugio Cavazza al Pisciadù)
  • Dislivello: 620 m
  • Difficoltà: E/EE
  • Tempo di percorrenza: 2 ore circa
  • Punto di appoggio: Rifugio Cavazza al Pisciadù (071-836292; Gestore: Renato Costa, 0471-847341)

Lasciata l´auto, proprio di fronte a noi si dipana la stretta e scoscesa Val Setus. Dovremo risalirne gli aspri pendii sino a confluire nella bocchetta terminale, uscendo sul Valun di Pisciadù. L´ascesa non è impegnativa da un punto di vista tecnico, ma è faticosa sotto un profilo di impegno atletico. Nell´ultima porzione invece, quando la valle sempre più stretta annuncia il suo termine, è necessario prestare più attenzione. Eventualmente aiutati dalle catene poste sul percorso si guadagna rapidamente quota, sboccando infine nel Valun di Pisciadù (1 ora e 45´). Ancora 15´ minuti di facile camminata conducono, attraverso balze rocciose e rocce montonate, al rifugio Cavazza al Pisciadù ed all´omonimo lago.

Seconda Parte: Dal Rifugio alla Vetta della Cima Pisciadù

  • Quota di partenza: 2580 m (rifugio)
  • Quota di arrivo: 2985 m (vetta)
  • Dislivello: 405 m
  • Difficoltà: EE
  • Tempo di percorrenza: 1 ora e 30´ circa

Dal rifugio si scende verso il lago e si costeggia il versante destro orografico del Valun di Pisciadù (cioè spostandosi a sinistra, faccia a monte), transitando proprio sotto la strapiombante parete occidentale di Cima Pisciadù. Proseguiamo in un passaggio un poco più impegnativo (corde fisse), risalendo per spalloni rocciosi alla Val de Tita (2816 m.).

Il Percorso e i Sentieri

Consigliamo di partire dal Jeuf de Frea (passo Gardena) sino alla cabinovia Frara. Imbocchiamo un sentiero dal numero emblematico: il n° 666. Il sentiero 666 non è uno dei tanti sentieri alpini, ma ci piace considerarlo come la “porta di accesso” alle dimensioni più misteriose delle Dolomiti, dove la realtà incontra il mito. Quassù infatti, ci troviamo nel luogo che ospitava il mare di Teti e la vita primordiale oltre 180 milioni di anni fa, proprio tra due barriere coralline.

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Continuiamo sul meraviglioso sentiero 666 della Val Setus verso il Rifugio Pisciadù, per ca. 30 minuti, fino al primo tratto attrezzato con cavi. Da qui la salita diviene più ripida, fino al punto in cui si giunge all’inizio della via attrezzata, la cui attrezzatura è a discrezione di chi la percorre. Ci siamo quasi! Presto il sentiero comincia a scendere verso il Rifugio Franco Cavazza al Pisciadù (mt. 2587). Prima della (meritata!) sosta, suggeriamo una deviazione d’obbligo di ca. 100 mt. Ci troviamo al laghetto del Pisciadù, una piscina naturale infinity view con visione spettacolare selle vette Sassongher e Sas dla Crusc. I più temerari e preparati possono continuare il sentiero 666 verso la vetta della Cima Pisciadù (mt. 2985). Si tratta di un percorso molto impegnativo a causa della pendenza molto ripida.

Via Ferrata Brigata Tridentina

In prossimità del Passo Gardena, al cospetto del maestoso gruppo del Sella, la salita al Rifugio Cavazza attraverso l’assai conosciuta e frequentata via ferrata Brigata Tridentina, al Pisciadù. Il percorso attrezzato, complessivamente di media difficoltà, presenta alcuni tratti abbastanza impegnativi, soprattutto nella parte finale che, comunque, può essere tranquillamente evitata raggiungendo direttamente il rifugio. Dal parcheggio imbocchiamo il sentiero 666 (29A) che in breve tempo ci conduce all’attacco della ferrata.

La ferrata, di media lunghezza e difficoltà, presenta un bivio dove, a seconda delle proprie condizioni fisiche, decideremo se restare o uscire dalla via attrezzata e raggiungere direttamente il Rifugio F. Cavazza. Iniziamo con un breve tratto attrezzato, molto spesso umido e quindi scivoloso, abbastanza verticale, alternato da diversi appoggi rocciosi e pioli/cambre metallici. La prima parte della via attrezzata, ossia quella più lunga, è caratterizzata dalla presenza di parecchi appoggi prevalentemente rocciosi, in alcuni punti “aiutati” dall’installazione di qualche piolo e cambra, permettendo così di utilizzare la fune metallica solo per assicurarsi.

Quando arriviamo al bivio, a seconda delle proprie condizioni fisiche, possiamo decidere se concludere la ferrata proseguendo sul sentiero di sinistra che porta direttamente al Rifugio Pisciadù, oppure proseguire per la via attrezzata facendo le opportune valutazioni. Infatti, quest’ultima parte, caratterizzata sempre dall’alternarsi di cambre metalliche, scalette e appoggi rocciosi, nonostante sia molto più breve rispetto a quella precedente, presenta alcuni tratti maggiormente impegnativi, verticali e atletici rispetto a quelli affrontati sin d’ora (dovremo eseguire anche qualche spaccata per salire).

Da qui, inoltre, cominciamo a chiudere il giro proseguendo per il sentiero 666, scendendo lungo il canalone della Val Setus, parecchio attrezzato nella prima parte, soprattutto nei punti più impegnativi, per agevolarne la discesa. Infine, affrontati una serie di numerosi tornanti, all’incontro del bivio che conduce al Passo Gardena, continuiamo la discesa lungo il sentiero 666A, percorso che ci porta nuovamente al parcheggio “Pisciadù” di partenza.

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Dettagli Tecnici della Ferrata Tridentina

  • Difficoltà tecniche: Medio basse
  • Affollamento: Alto nei periodi di alta stagione

Descrizione della Salita (Via Ferrata)

La prima parte della salita si svolge per circa 2 ore / 2 ore e mezza con la Via ferrata, sempre ben attrezzata in Ogni sua parte. La ferrata non presenta particolari difficoltà, se si esclude l´ultimo tratto che può anche essere evitato uscendo prima per un sentiero che porta direttamente all'Altopiano del Pisciadù. Arrivati sull´Altopiano, costeggiamo passiamo vicino all'omonimo rifugio e prendiamo un sentiero che costeggia il lato sinistro del laghetto.

Il sentiero è in parte su facili roccette, attrezzate con delle corde metalliche, fino ad un piccolo Bivio con un segnale per la cima del Pisciadù. Da questo Bivio si risalgono velocemente in c.a.

Avvicinamento

Lasciato l'auto vediamo dritti a noi in direzione sud le imponenti pareti del Gruppo Sella. Ignoriamo i segnavia 650 che collegano il Passo Gardena con Colfosco e seguiamo le chiare indicazioni che verso sinistra in direzione est ci conducono lungo un sentiero in falso piano alle prime attrezzature metalliche (15' dal parcheggio).

Ferrata: Descrizione Dettagliata

I primi metri di cavo si sviluppano su un traverso ben appigliato verso sinistra a cui seguono una serie di staffe che ci aiutano a risalire una parete abbastanza appoggiata. Procediamo nuovamente verso sinistra su un esposto ma ben appigliato traverso a cui seguono alcuni metri su una parete verticale che ci conduce nei pressi di un umido diedro attrezzato nella parte superiore con alcune staffe metalliche. Usciti da questo passaggio siamo al termine della prima sezione della ferrata in cui incrociamo il sentiero che scende a mezzacosta dal Passo Gardena che potrebbe fungere anche da via di fuga in caso di peggioramento del meteo.

Dopo aver ammirato il paesaggio sul versante opposto della valle, procediamo ora sempre in direzione est lungo un sentiero che tra sali e scendi e un particolare passaggio in una fenditura ci conduce alle nuove attrezzature metalliche un paio di metri sopra la targa che indica l'attacco della Ferrata Tridentina (2070 m - 40' dal parcheggio). Percorriamo alcuni metri in diagonale iniziando una lunga salita sotto un'imponente parete che tuttavia rimane ben appigliata e mai troppo esposta. Salito il primo tratto diagonale incontriamo una prima serie di semplici infissi metallici oltre i quali iniziamo a salire più verticali. La roccia è molto ben gradonata in questo tratto e sono presenti anche alcune staffe e infissi per aiutarci nella progressione quando la roccia è meno frastagliata.

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Saliamo su belle pareti verticali che gradualmente ci fanno guadagnare quota. Raggiungiamo una serie di passaggi con attrezzature che gradualmente ci portano verso la cascata del Rio Pisciadù. Aggiriamo uno spigolo in un passaggio aereo oltre il quale saliamo su più comode roccette. Raggiungiamo un traverso che passiamo camminando su pioli in un tratto decisamente esposto sebbene non difficile per la presenza di attrezzature metalliche fino a raggiungere una via di fuga.

Torre Exner: Il Tratto Più Impegnativo

Noi proseguiamo sul tratto di ferrata che risale la Torre Exner ed è il tratto più impegnativo della via ferrata. Questo primo passaggio è già impegnativo facendoci risalire una parete verticale meno appigliata delle precedenti fino a raggiungere una serie di staffe metalliche a cui segue un diedro appoggiato col cavo a destra e alcune staffe a sinistra con cui risalire questo passaggio. Questo passaggio può essere arrampicato se si ha la pazienza di cercare alcuni appigli sul versante destro della parete. Appigli che a primo impatto non sono visibili ma che aiutano molto a progredire senza trazionare eccessivamente sul cavo metallico.

Usciti da questo diedro procediamo a destra su facile traverso fino a salire una scala metallica. Saliamo verso sinistra su alcune roccette fino ad aggirare uno spallone roccioso e infine incontrare l'iconica passerella sospesa tra la Torre Exner e l'ultimo tratto della via ferrata. La passerella è molto stabile sebbene esposta su un abisso di alcune centinaia di metri.

Tratto Conclusivo e Arrivo al Rifugio

Attraversata la passerella siamo al tratto conclusivo della ferrata. Saliamo un'ultima parete verticale e ci troviamo su un sentiero che ci conduce al Rifugio Cavazza al Pisciadù (2587 m - 3h totali) dove termina la Ferrata Tridentina.

Discesa

Dopo aver visitato il Lago Pisciadù il rientro avviene seguendo l'Alta Via 2 che scende col sentiero CAI 66 in Val de Setus. La discesa è ripida per un vallone detritico con alcuni tratti attrezzati in cui prestare attenzione. Di scende ripidi nel vallone detritico fino a incontrare un bivio dove a sinistra si sale al Passo Gardena. Noi proseguiamo in discesa fino al parcheggio seguendo il sentiero (1h 15’ dal termine della ferrata - 4h 30’ totali).

Consigli per la Sicurezza

La percorribilità dell’itinerario proposto, come tutta la morfologia montana, è soggetta a cambiamenti ambientali dovuti a eventi naturali e alle condizioni meteo. Quindi, prima di partire, consultate gli uffici turistici competenti e/o i rifugi di riferimento. Le nostre tracce GPX sono solo indicative, cioè il percorso è stato effettuato al meglio con le condizioni dei sentieri e meteo di quella giornata. Quindi valutate sempre in loco il da farsi. Inoltre ricordatevi di valutare il percorso in base alle vostre capacità fisiche, all’allenamento e all’attrezzatura di cui disponete.

Percorso adatto a persone che non soffrono di vertigini, allenate e con passo fermo.

Storia della Ferrata Tridentina

La Ferrata Tridentina prende vita il 10 luglio 1960 dall’intuizione della guida alpina Germano Kostner che con l'aiuto degli Alpini della Tridentina - a cui è poi dedicato il nome della via - progettò una via ferrata sulla Torre Exner, permettendo un accesso diretto al Rifugio Pisciadú. 7 anni più tardi venne poi installato il secondo tratto di ferrata, con l’ardito ponte sospeso, simbolo della ferrata. Il 31 Luglio di ogni, le Guide Alpine della Val Badia illuminano la sera la via ferrata rendendo visibile il tragitto dal centro di Corvara.

Opportunità

La Ferrata Tridentina si sviluppa in uno dei gruppi dolomitici più interessanti dal punto di vista delle ferrata offrendo opzioni per tutti i gusti e abilità. Scendendo verso la Val Badia si possono percorrere la Ferrata del Vallon e la Ferrata Piz de Lech oppure andando in direzione della Val di Fassa si incontrano al Passo Sella la Ferrata delle Mesules e al Passo Pordoi la Ferrata Piazzetta.

Tabella Riepilogativa

Sezione Quota Partenza Quota Arrivo Dislivello Difficoltà Tempo Percorrenza
Parcheggio - Rifugio 1960 m 2580 m 620 m E/EE 2 ore
Rifugio - Vetta 2580 m 2985 m 405 m EE 1.5 ore

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