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Incidenti sull'Etna: Rischi per Escursionisti e Misure di Sicurezza

L'Etna, con il suo fascino e la sua attività vulcanica, attrae ogni anno centinaia di escursionisti e curiosi. Tuttavia, la sua natura imprevedibile e le condizioni ambientali particolari possono rappresentare un rischio significativo per chi si avventura sulle sue pendici. Negli ultimi tempi, si sono verificati diversi incidenti che hanno coinvolto escursionisti, mettendo in luce l'importanza della sicurezza e della preparazione adeguata.

Eruzione e Afflusso di Turisti: Un Mix Pericoloso

Dall'8 febbraio, la colata lavica dell'Etna continua a eruttare, creando uno spettacolo naturale suggestivo ma anche fonte di pericoli e disagi. L'allarme è stato lanciato dalla protezione civile regionale a causa della presenza di escursionisti e curiosi che hanno bloccato la circolazione, ostacolando il passaggio dei mezzi di soccorso. Sono centinaia le persone che tentano di avvicinarsi alla colata, partita da 3000 metri e arrivata a 1900 metri, superando la pista Altomontana. Questa situazione rischiosa ha portato la Protezione civile regionale ad attivare quattro associazioni di volontariato da Belpasso, Ragalna, Nicolosi e Adrano per assistere la popolazione e dissuadere gli automobilisti dal percorrere le strade congestionate.

L'Allerta della Protezione Civile

Il capo dipartimento della Protezione civile regionale, Salvo Cocina, ha comunicato la situazione di rischio al prefetto per attivare le Forze dell'ordine e la polstrada. La Protezione civile regionale ha inoltre richiesto ai sindaci la presenza di vigili urbani e di dipendenti comunali, e al sindaco metropolitano la polizia provinciale e il Gatto delle nevi per i soccorsi nella circolazione bloccata.

Incidenti Mortali e Feriti

Nella serata di ieri il corpo forestale regionale ha dovuto soccorrere quattro persone infortunate, anche se fortunatamente nessuno in modo grave. È stato prestato aiuto a una donna che ha avuto un attacco di panico dopo che, con altre persone con equipaggiamento inadeguato, ha perso il sentiero.

Una domenica drammatica ha visto due escursionisti perdere la vita nella Valle del Bove. Un uomo di 60 anni è deceduto dopo essere scivolato su un pendio ghiacciato battendo la testa, mentre un giovane di 17 anni è precipitato per cento metri in un burrone durante un’escursione. Gli incidenti, di cui ancora non è chiara la dinamica, sarebbero avvenuti durante delle escursioni in diverse zone della Valle del Bove, tra Schiena dell'asino e tra il Rifugio Citelli e l'osservatorio Pizzi Deneri. I soccorsi sono stati eseguiti dall'elicottero Drago VF165 del reparto Volo di Catania.

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Il primo intervento di soccorso è stato eseguito alla Schiena dell'Asino, dove almeno tre persone sono rimaste ferite, tra loro il 17enne poi deceduto. A portarlo al pronto soccorso del Cannizzaro è stato un elicottero dei vigili del fuoco che ha fatto rifornimento ed è nuovamente decollato per il secondo intervento, recuperando il 60enne tra il Rifugio Citelli e l'Osservatorio Pizzi Deneri e un'altra persona, utilizzando il verricello per portarle a borso.

Sempre oggi una ragazzina di 16 anni è arrivata all'ospedale di Catania in codice rosso dopo una violentissima caduta mentre scivolava sulla neve con lo slittino.

Reazioni e Misure di Sicurezza

Il sindaco di Biancavilla (Catania), Antonio Bonanno, ha sottolineato che "la sicurezza viene prima di tutto, anche della fruizione turistica". Ha aggiunto: "Quanto accaduto ieri sull’Etna, con decine di escursionisti nella parte sommitale nonostante l’allerta, non può e non deve ripetersi. Solo per fortuna non si sono verificati incidenti, ma l’indecoroso fuggi-fuggi rimane un campanello d’allarme".

Secondo il sindaco di Belpasso (Catania), Carlo Caputo, "si è corso un grave pericolo e mi spiace se ne parli poco". Ha poi aggiunto: "Perché si è consentito di portare turisti in quota?".

Il Sistema Etnas e la Gestione delle Allerte

Bonanno sottolinea l'importanza di interdire le aree del vulcano a rischio e far rispettare il divieto in caso di allerta. Il sistema Etnas, voluto dal direttore generale del dipartimento di Protezione civile della Regione siciliana, Salvatore Cocina, c’è già e funziona bene. Occorre una forte presa di coscienza sui rischi e occorre interdire il perimetro individuato dalla Protezione civile quando necessita.

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Secondo Viccaro, "Durante un allarme rosso lì non ci dovevano essere persone. I segnali di monitoraggio parlavano in maniera piuttosto chiara già alle 5:30 del mattino, quando è stata diramata l'allerta rossa e, secondo la regolamentazione, era chiaro che oltre una certa quota non si doveva andare".

Viccaro ha ribadito che "la fruizione turistica dipende ovviamente dai livelli di allerta". Ha inoltre spiegato che "quando viene abbassato il livello di allerta dalla protezione civile le attività sulle quote medio-alte riprendono, non essendoci pericoli particolari".

Infatti, l'entrata in una fase eruttiva è stata vista ore prima della fase effettivamente parossistica grazie al sistema di monitoraggio. In questo momento, invece, sono interdette le aree propriamente sommitali, cioè tutta l'area a 3.350 metri. La parte media del vulcano, intorno alle quote 2.000, l'area sud dei crateri Barbagallo, sono zone che possono essere frequentate nei periodi in cui il livello di allerta ritorna su livelli di verde.

Situazione Attuale

Intanto l'Ingv di Catania fa sapere che dopo l'eruzione di ieri, oggi "la fase eruttiva dell'Etna" per l'Ingv è ritenuta "conclusa", anche se i parametri di controllo dell'Etna "sono in risalita".

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