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La Grammatica Italiana: Un Approfondimento su Verbi e Tempi Verbali

La lingua italiana, con la sua ricchezza e complessità, presenta diverse sfide per chi la studia. Questo articolo si propone di esplorare alcune peculiarità grammaticali, con particolare attenzione alla coniugazione dei verbi e all'uso dei tempi verbali.

I Tempi Verbali: Usi e Sfaccettature

Il tempo presente può essere usato, a volte, al posto del passato per dare alle azioni passate un senso di immediatezza, per farle percepire come se stessero accadendo nel presente. Ad esempio, si può dire "Laura Pausini è nata a Solarolo (Ravenna) nel 1974" oppure "Pavarotti nacque a Modena nel 1936".

Il Passato Prossimo si compone con il Presente Indicativo del verbo essere o avere + Participio Passato del verbo. Ad esempio: Lucia ha mangiato la pizza, Marco e Lucia hanno studiato inglese tutto il giorno, oppure ho chiamato Davide ieri sera.

Al presente, per dire gentilmente che si desidera qualcosa, si usano principalmente i verbi volere, desiderare, preferire. Ad esempio, "Vorrei un caffè, per favore".

Il Congiuntivo: Il Modo del Dubbio

In italiano, soprattutto nella forma parlata, il modo congiuntivo è spesso dimenticato o usato impropriamente. Il congiuntivo è il modo che indica la parte individuale del compimento di un'azione, esprimendone l'irrealtà, il desiderio di portarla a termine o il dubbio che essa possa realizzarsi. Diversamente dal modo indicativo, che ci mostra qualcosa che accade con certezza, il modo congiuntivo è il modo del "dubbio". Proprio per questa dimensione di incertezza, il congiuntivo va sempre agganciato a un verbo principale che lo regga (sia per numero e persona, che per tempo) e ne completi il significato.

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Verbi Particolari e le Loro Forme

Alcuni verbi presentano delle particolarità nella coniugazione che possono generare dubbi. Ecco alcuni esempi:

  • Accedere: Il passato prossimo è "io ho acceduto". Il passato remoto prevede doppie forme: io accedei/accedetti, tu accedesti, egli accedé/accedette.
  • Aprire: Oggi è molto più comune la forma io aprii, egli aprì, essi aprirono.
  • Benedire: Tutti i composti del verbo dire (benedire, maledire, contraddire, disdire, predire, ridire) seguono la coniugazione del verbo base dire. Fa eccezione la seconda persona dell'imperativo, che nel verbo dire è di', mentre nei composti è -dici.
  • Convenire e Intervenire: I composti del verbo venire si coniugano tutti come il verbo base. Molto meglio convenne e intervenne.
  • Convergere: Il passato remoto di convergere è convèrsi, convergesti, convèrse, convergemmo, convergeste, convèrsero.
  • Cuocere: Il passato remoto di cuocere è cossi, cuocesti, cosse, cuocemmo, coceste, cossero. Per il participio passato un tempo si usava anche la forma cociuto: oggi sopravvive solo cotto.
  • Dirimere: La coniugazione del passato remoto del verbo dirimere prevede, per alcune persone, doppie forme: io dirimei/dirimetti, tu dirimesti, egli dirimé/dirimette, noi dirimemmo, voi dirimeste, essi dirimerono/dirimettero; il participio passato non è in uso.
  • Divergere: Il passato remoto di divergere − divergéi, divergésti, ecc. − è segnalato dai dizionari come raro o non usato.
  • Dovere: Le forme verbali devo o debbo, devono o debbono, deva o debba, devano o debbano sono intercambiabili.
  • Esatto: Con questo valore verbale, esatto si usa solo nel linguaggio burocratico, col significato di 'riscosso'.
  • Iniziare: Originariamente, iniziare era solo transitivo o intransitivo pronominale. Per influenza del verbo cominciare, è stato usato anche come intransitivo, senza la particella pronominale, e con l'ausiliare essere.
  • Prudere: Il verbo prùdere appartiene ai cosiddetti verbi difettivi, ovvero quei verbi che mancano di alcuni modi, tempi o persone verbali.
  • Riflettere: Il suo passato remoto può essere riflettei o riflessi. Quando è riflettei significa 'considerare', quando è riflessi significa 'mandare riflessi'.
  • Rimuovere: Si tratta di un composto del verbo muovere, di cui ricalca la coniugazione.
  • Seppellire: Sono corrette entrambe le forme: la più comune è sepolto, che continua l'originale latino sepultus. Seppellito è usato di meno, ma in alcune frasi i due participi si alternano.
  • Fare: I composti del verbo fare (assuefare, contraffare, liquefare, rifare, sopraffare, stupefare) seguono la coniugazione del verbo semplice: quindi assuefaccio, assuefacevo, assuefeci, assuefarò; contraffaccio, contraffacevo, contraffeci, contraffarò, e così via.
  • Sposare: Sposare è un verbo transitivo: dobbiamo dire: «Marco ha sposato Giulia», «Giulia ha sposato Marco»; non possiamo dire: «Marco ha sposato», «Giulia ha sposato».

L'Uso di "Stare" al Posto di "Essere"

L'abitudine di sostituire stare a essere è di origine meridionale; per questo carattere di accentuata regionalità va evitata negli usi ufficiali e formali.

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