Albergo Atene Riccione

 

Il Piccione Viaggiatore: Storia e Addestramento

Siamo abituati a vederli svolazzare nelle nostre città, appollaiati su ogni finestra, balcone o monumento, ma spesso non consideriamo mai quanto, in realtà, questi piccoli animali ci abbiano aiutato nella storia.

Le loro capacità sono sorprendenti e, in moltissime occasioni, hanno giocato ruoli fondamentali nel salvare la vita di molti uomini, come nel caso dei piccioni viaggiatori.

Storia del Piccione Viaggiatore

La storia di questi pennuti antenati degli sms comincia nell’antichità. Il loro impiego come messaggeri alati, soprattutto in ambiti militari, era noto agli antichi Egizi, ai Greci, ai Romani.

Persino Cinesi, Persiani e Arabi ne hanno fatto largo uso. E’ dimostrata storicamente l’esistenza di uno scambio di messaggi tramite piccioni viaggiatori fino dal 2.800 a.C e risale agli egizi e ai persiani, e rimase un efficiente mezzo di comunicazione fino all'avvento del telegrafo, del telefono e, infine, della radio.

Dalla mitologia e dalla letteratura vengono tratte tante storie in cui viene apprezzato il loro compito: per esempio, ne “Le mille e una notte” si fa riferimento alla grande importanza di possedere questi animali.

Leggi anche: Allevamento Piccioni Viaggiatori: Costi

Come già precedentemente detto nel passato hanno rappresentato un simbolo significativo nel recapitare dei messaggi nella Bibbia ad esempio, una colomba che consegna a Noè un ramoscello di ulivo, segno che la terra era vicina ed era finito il Diluvio Universale. Pensate che presso gli antichi Greci i vincitori delle Olimpiadi erano soliti appendere alle gambe del colombo il messaggio della vittoria e le truppe romane disponevano di piccionaie portatili che trasportavano in diverse campagne militari.

La storia dei piccioni viaggiatori è molto lunga e arriva fino ai nostri giorni, quando cioè furono impiegati dagli eserciti in guerra durante i due conflitti mondiali. Alcuni di loro sono stati anche decorati con medaglia al valor militare!

Tuttavia, il loro utilizzo non è esclusivo della storia classica. Durante la Prima Guerra mondiale fu un vero privilegio avere a disposizione questi amici pennuti, e anche durante la Seconda Guerra Mondiale, sono stati usati per evitare che le conversazioni venissero intercettate. In entrambe le guerre, l’addestramento di diversi animali, come cani e gatti fu molto importante e si giunse persino a pensare alla possibilità di addestrare i pipistrelli.

L'uso dei piccioni viaggiatori in guerra

Le doti dei piccioni viaggiatori non sono solo utili a sfide di velocità nei cieli: sono state spesso apprezzate in innumerevoli battaglie. Quando le telecomunicazioni non potevano affidarsi a potenti mezzi non essendo sviluppate come lo sono oggi, questi piccoli volatili erano il mezzo più efficiente per poter inviare messaggi a distanze elevate: un piccione può infatti arrivare a percorrere in volo fino a 1000 km con velocità che oscillano tra i 90 e i 100 km/h.

Sul campo di battaglia, le comunicazioni sono fondamentali e tra i tanti casi, ricordiamo le vicenda di due piccoli soldati alati, Cher Amie e Paddy, che con il loro valore hanno salvato decine e decine di uomini. Vediamo brevemente la loro storia.

Leggi anche: Il piccione viaggiatore: un eroe alato

Cher Amie

Cher Amie, ossia “Cara amica”, era il nome della piccola eroina dei cieli che, il 3 ottobre 1918, riuscì a consegnare il suo messaggio alle truppe a supporto del battaglione della 77° Divisione di Fanteria Americana. Il Maggiore Charles Whittlesey, durante l’offensiva della Mosa-Argonne, rimase bloccato nelle retrovie con i gli uomini del suo Battaglione.

Bersagliati dai tedeschi, anche le truppe amiche, ignorandone la posizione, fecero del Comandante e dei suoi uomini, oggetto di tiro. Purtroppo però, tutti i piccioni che librarono in volo, furono abbattuti uno dopo l’altro, dall’artiglieria tedesca.

Cher Amie era l’ultima dei quattro messaggeri. Liberata in volo, cominciò a farsi strada tra la furia della battaglia e venne persino colpita. Con un occhio ferito, schegge nel petto e una zampina malconcia, Cher Amie riuscì comunque a portare a termine la sua memorabile missione, salvando così i suoi commilitoni da morte certa. Tra l'altro quello stesso piccione era stato decisivo per risolvere altre 12 situazioni di pericolo!

Curata e rimessa in salute, malgrado le brutte ferite, Cher Amie si riprese e finalmente andò in “congedo” da eroe di guerra. Oggi è esposta allo Smithsonian Museum, decorata con la Croce di Guerra.

Paddy

Anche durante la Seconda guerra mondiale, i piccioni viaggiatori non hanno mancato di mostrare il loro valore.

Leggi anche: L'Affascinante Storia del Piccione Viaggiatore

Il 6 giugno 1944 alle 8:15 circa, il messaggero Paddy partì dalle spiagge della Normandia per portare le prime notizie dell’avvenuto sbarco degli alleati. Schivando proiettili e i famigerati falchi tedeschi, che i nazisti avevano addestrato proprio per intercettare i messaggeri dell’aria, Paddy arrivò a destinazione in poco meno di 5 ore.

Riuscì a sorvolare circa 230 miglia, percorrendo la distanza a una velocità prossima ai 90 km/h: un record nella storia dei messaggeri alati. A dispetto delle loro piccole dimensioni, quindi, questi animaletti hanno mostrato sempre tanto coraggio e capacità che non ci aspetteremmo.

Le loro storie sottolineano ancora di più quel legame indissolubile tra animali, natura e uomo che si perde negli anni e nella storia.

Come fanno i piccioni viaggiatori a orientarsi?

Questi piccoli smartphone volanti, possiedono alcune grandi caratteristiche: un senso dell’orientamento particolarmente sviluppato unitamente a una discreta vista e un olfatto eccezionale. Tutto questo permette loro di ritrovare la strada di casa e fare rientro al nido.

Come accade per molti uccelli, anche i piccioni sono sensibili al campo magnetico terrestre. Inoltre, la loro natura di uccelli monogami, li rende particolarmente attaccati sia al nido che al proprio compagno o compagna: una volta scelti li mantengono per tutta la vita. Tutte queste loro caratteristiche, fanno sì che, in qualche modo, nella loro memoria siano ben impresse le “coordinate” del loro nido (o della colombaia, il loro nido artificiale).

Si ritiene che i piccioni, per trovare la via di casa, sfruttino varie strategie: una sorta di bussola interna che percepisce il campo magnetico terrestre, un sistema di orientamento basato sulla posizione del sole, un meccanismo olfattivo per riconoscere gli odori del proprio nido d'origine e la capacità di individuare alcune caratteristiche del paesaggio.

Finora abbiamo parlato di una dote, di una speciale capacità di orientarsi nello spazio anche se si trovano lontano centinaia di miglia, me proviamo ad osservare meglio come fanno questi uccelli a capire che direzione prendere. Questa magia della natura si spiega scientificamente con il fenomeno chiamato magnetoricezione. Ci sono altri meccanismi che lo aiutano a trovare la strada però, certamente un sistema di orientamento basato sulla posizione del Sole ma anche una forte capacità olfattiva che li rende in gradi di riconoscere gli odori del proprio nido d’origine, e una memorizzazione di alcune caratteristiche del paesaggio.

Dal momento che il piccione viaggiatore usa le sue capacità per rientrare sempre al nido, può essere usato solo in un senso. I puristi delle telecomunicazioni definirebbero questo meccanismo “simplex”, ossia un flusso di comunicazione che avviene in una sola direzione: da un’emittente A ad un destinatario B (ciò che avviene nelle trasmissioni radio o tv).

Qualora ve lo foste chiesti, il nostro amico pennuto non potrà essere addestrato per andare verso un qualsiasi punto: è “programmato” dalla natura per far sempre ritorno a casa. La comunicazione "via piccione" può funzionare in un senso solamente: il piccione, trasportato lontano dalla sua piccionaia, quando è liberato ritorna al luogo d'origine. Non è insomma possibile istruire il messaggero alato per indirizzarlo a una destinazione differente.

Addestramento del Piccione Viaggiatore

Attualmente questi animali più che messaggeri sono perlopiù destinati a partecipare a vere e proprie competizioni sportive, ossia corse tra piccioni che si sfidano nel tornare alla propria colombaia nel minor tempo possibile: una sorta di formula 1 dei cieli, disciplina che diverte persino l’ex campione di boxe Mike Tyson.

Il colombofilo deve realizzare un vero e proprio piano di allenamento. I piccioni devono allenarsi due volte al giorno. Quando sono pronti si comincia con l’abituarli ad allontanarsi, lasciarli liberi e farli tornare a casa da soli.

Il periodo migliore per dedicarsi all’allenamento del piccione viaggiatore è la primavera, scegliamo delle giornate di bel tempo e diamoci da fare. La tecnica del lancio misto è reputata da molti una delle più efficaci ed educative.

Si prendono degli esemplari di diverse colombaie e li su unisce per fare un lancio che sarà molto competitivo e potranno emergere i più talentuosi. Questo lancio collettivo ha un impatto positivo sul carattere del piccione viaggiatore, più del lancio singolo in cui anche dei volatori di media qualità possono fare una bella figura perché si accodano al leader del gruppo senza sbagliare.

Quando si addestrano dei piccioni perché diventino abili viaggiatori è molto importante prendere alcune precauzioni in modo che i risultati siano soddisfacenti. Prima di tutto non effettuiamo lanci di allevamento nelle vicinanze di fiumi, gole o dirupi di montagna, per ovvie ragioni come ovvie sono le ragioni per cui è meglio stare lontano da pericoli “umani” come le centrali elettriche, gli aeroporti e le postazioni militari che aggiungono dei gradi di complessità al volo di un piccione che sta invece ancora conquistando la sua sicurezza, possono fargli perdere l’orientamento e farlo sentire in pericolo.

È importante prestare sempre attenzione durante la stagione, poiché un piccione non vola solo con le ali, se le sue vie nasali e/o i suoi polmoni sono ostruiti gli costa correre.

Per distinguere il viaggiatore dal piccione “normale” è necessario prestare molta attenzione all’aspetto fisico, lievemente diverso da quello del piccione tradizionale. Il modo più semplice ed evidente per riconoscerlo è quello di osservare il piumaggio che deve essere particolarmente morbido e folto, luminoso e ricco di sfumature colorate che un classico piccione non può vantare.

Oggi, con i nostri sofisticati sistemi di comunicazione, che ci permettono di inviare istantaneamente messaggi in qualunque parte del mondo, è molto difficile pensare che, in passato, l’uso del piccione viaggiatore era uno dei metodi più veloci per comunicare. Tuttavia, dobbiamo molto all’abilità di questi uccelli che, per secoli, hanno viaggiato su lunghe distanze per trasportare messaggi che davano speranza.

Nonostante la colombofilia (che è il nome con cui viene denominato l’allevamento e l’addestramento di piccioni viaggiatori) continui ad aumentare, i piccioni vengono utilizzati principalmente per modalità sportive, un’attività profondamente consolidata in Spagna. Esiste un numero importante di allevatori locali, al fine di mantenere la tradizione di addestrare i piccioni viaggiatori, così come di promuovere lo sport e la sana competizione.

Tabella riassuntiva

Caratteristica Dettagli
Velocità Oltre 100 km/h
Distanza massima percorsa Fino a 1000 km in un giorno
Orientamento Senso sviluppato, vista, olfatto, campo magnetico terrestre
Impiego storico Messaggeri militari, competizioni sportive

TAG: #Viaggi #Viaggiatore

Più utile per te: