Il Viaggio di Elisabet: Un'Avventura Filosofica nel Calendario dell'Avvento
Il viaggio di Elisabet (Elisabeths Reise) è un romanzo scritto da Jostein Gaarder, pubblicato nel 1994. Jostein Gaarder è noto per Il mondo di Sofia, la storia di una ragazzina che scopre il magico mondo della filosofia.
Il fascino dei libri di Gaarder, professore di filosofia, sta dunque nel proporre concetti “difficili” in modo molto semplice e comprensibile da tutti, bambine divoralibri comprese. Anche in Il viaggio di Elisabet Jostein Gaarder inserisce in un oggetto ludico, il calendario dell’avvento, qualcosa di didascalico: la storia.
La Trama: Un Viaggio Spazio-Temporale
Il viaggio di Elisabet è un racconto strano, perfetto per il mese di dicembre poiché strutturato esattamente come un calendario dell’avvento. I capitoli sono 25, uno per ogni giorno del mese sino, ovviamente, alla nascita di Gesù. Verrebbe quasi da suggerire agli amanti della tradizione natalizia, di leggere un capitolo al giorno, proprio come fanno i personaggi di questa avventura.
Si tratta di un viaggio spazio-temporale, a dire il vero anche ben strutturato, che ripercorre i secoli a ritroso sino all’anno zero. Dalla Norvegia sino in Terra Santa a piedi.
La storia segue le avventure di Elisabet, una giovane ragazza che intraprende un viaggio straordinario e simbolico. Durante il suo viaggio, Elisabet esplora una serie di mondi e situazioni che sfidano la sua comprensione della realtà e della propria identità.
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Per tutta la durata dell’avvento, fino a Natale, Joakim seguirà le avventure di Elisabet e il suo agnellino in giro per l’Europa e indietro nel tempo diretta, inutile dirlo, alla grotta di Betlemme. Ora, non mi sembra necessario specificare che la storia che fa da sfondo all’avventura di Elisabet e Joakim è quella che tutti conosciamo e che, nel bene e nel male, credenti o non credenti, tutti quanti ci hanno raccontato, ovvero quella della nascita di un bimbo chiamato Gesù.
Il Calendario dell'Avvento come Porta d'Accesso
Come ogni anno Joakim entra in libreria per acquistare il calendario dell’avvento e viene colpito da uno molto vecchio e bello; sembra non contenere né cioccolatini né pupazzetti di plastica e forse non è neppure in vendita. Il fascino delle cose antiche non svanisce mai e Joakim porta a casa questo oggetto così desueto.
La mattina del primo dicembre Joakim apre la casella numero 1 e ne esce un foglietto; sul foglietto è narrata la storia di Elisabet Hansen che insegue un agnellino di peluche il quale ha preso magicamente vita.
Sono ventiquattro le finestrelle del calendario che Joakim ha acquistato da un simpatico libraio: una per ogni giorno, dal primo dicembre alla vigilia di Natale. Subito Joakim intuisce che quel calendario ha qualcosa di misterioso: la prima finestrella che si apre, infatti, lo trasporta lontano nel tempo e nello spazio e gli fa conoscere una singolare comitiva formata da angeli, pecore, imperatori e personaggi biblici. Ma soprattutto comincia a raccontargli l'incredibile storia di Elisabet e del suo viaggio verso la Terrasanta.
I Personaggi Principali
- Elisabet: La protagonista, una ragazza di dodici anni, curiosa e intelligente.
- Joakim: Il bambino che scopre il calendario dell'avvento e segue le avventure di Elisabet.
- Il Vecchio: Un personaggio misterioso che guida Elisabet nel suo viaggio.
- Siri: Un’amica di Elisabet, che la aiuta e la sostiene durante il suo viaggio.
Temi Chiave del Romanzo
Uno dei temi principali del romanzo è la ricerca del significato della vita e la riflessione filosofica sul nostro posto nel mondo. Il libro esplora anche il concetto di crescita personale e maturità. Il viaggio di Elisabet non è solo un’avventura fisica, ma anche un percorso di auto-scoperta e di formazione.
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Durante il viaggio, Elisabet esplora vari luoghi e incontrerà diversi personaggi che la aiutano a riflettere su questioni fondamentali della vita, della crescita personale e del senso dell’esistenza. Attraverso le sue esperienze, la protagonista riflette su temi esistenziali come il senso della vita, la ricerca della verità e la propria identità.
Il viaggio di Elisabet è anche un percorso di crescita personale. Il viaggio di Elisabet è tanto un’avventura esterna quanto un viaggio interiore, e la sua storia offre una prospettiva unica sul significato dell’esistenza e sulla ricerca della felicità.
La Filosofia Nascosta
Giorno dopo giorno Joakim scoprirà qualcosa sulla storia di piccole e grandi città europee tramite il resoconto delle avventure di Elisabet; l’ipotetico piccolo lettore viene in qualche modo invogliato ad andare oltre la pagina del romanzo. Più comprendiamo, più scopriamo le cose che ci circondano. E più scopriamo le cose intorno a noi, più comprendiamo.
Dopo tutto, non dobbiamo dimenticare che a scrivere è un filosofo, abituato ad insegnare e a fare filosofia, non solo a parlarne. Ed ecco perché, seguendo una trama da giallo storico, in cui la realtà si fonde con il mito e la fantasia diventa leggenda, ci ritroviamo catapultati all’interno di un vecchio Calendario dell’Avvento, abitato da angeli, capretti, Re Magi, anziani fiorai e cammelli, le cui figure ricordano molto quelle dei tarocchi del Castello di Calvino.
Finestrella dopo finestrella, intorno alla figura della piccola Elisabet si raduna un vero e proprio corteo di figure simboliche e archetipiche che, raccontando un pezzo della propria storia, aggiungono un tassello in più alla costruzione di questo giallo storico un po’ fuori dagli schemi.
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Lo Stile di Gaarder
Il linguaggio di Gaarder è ricco di metafore e immagini evocative, riflettendo la natura filosofica del romanzo. La prosa è elegante e riflessiva, con una narrazione che riesce a bilanciare la semplicità e la complessità. Il romanzo è scritto in uno stile evocativo e riflessivo, tipico di Jostein Gaarder.
Il romanzo è caratterizzato dallo stile inconfondibile di Gaarder, che mescola elementi di narrativa e filosofia in modo accessibile e coinvolgente. Il romanzo è scritto con uno stile che invita alla meditazione e alla riflessione, ma è anche caratterizzato da una qualità narrativa che mantiene alta l’attenzione del lettore.
Con quel suo stile fluido, semplice ma mai scontato ed un’ordito cesellato e intarsiato passo dopo passo. Il Viaggio di Elisabet conferma quanto pensavo su questo scrittore e filosofo straordinario.
Un Messaggio di Pace e Scoperta
“Anche se in cielo di fosse soltanto una stella, essa desterebbe la stessa meraviglia di tutte le altre messe insieme. Nessuno va in giro a piagnucolare perché c’è una luna sola. Al contrario: seppure ce ne fossero cento, si darebbero fastidio a vicenda. Ma forse una verità assoluta, in questo testo, c’è. Ed è il messaggio di pace che Gaarder affida alla piccola Elisabet, ai suoi foglietti chiusi nel calendario dell’Avvento, a Joakim ed al misterioso libraio che cambierà per sempre la vita del ragazzo e della sua famiglia.
Questo di Gaarder penso sia un bel “Canto di Natale”, in grado andare oltre al “fatto religioso” pur parlandone apertamente.
Il padre annuì. “Non basta chiedersi dove avvengano le cose e neppure quando. Solo comminando al fianco di Elisabet in questo suo cammino lungo 24 giorni, scopriamo che questa bambina è la metafora di quello sguardo curioso, di quella fame di conoscenza che vive, più o meno, in tutti noi, di quella stessa vita che spinge gli esseri viventi semplicemente ad “essere” al mondo. E Joakim? Joakim siamo noi, ovvero tutti coloro che tanto innocenti non sono più e che non sempre riescono a guardare con occhio “pulito” il mondo e i suoi accadimenti.