Il Viaggio di Natale di Braccio di Ferro: Trama e Curiosità
Nel panorama dell’animazione americana, non ci sono stati solo i celebri personaggi Disney di Topolinia e Paperopoli, ma anche numerosi studi cinematografici che hanno contribuito alla nascita di iconiche serie di cortometraggi animati.
Tra questi spicca la Famous Studios, la prima divisione cinematografica della Paramount Pictures, fondata da Sam Buchwald, Seymour Kneitel e Isadore Sparber. Nel 1956, questa divisione fu rinominata Paramount Cartoon Studios, rimanendo attiva fino al 1967.
Sotto il marchio Famous Studios e successivamente Paramount Cartoon Studios, furono prodotte diverse serie d’animazione di successo, tra cui Casper the Friendly Ghost (1945), Superman (1940), Braccio di Ferro (1933) e la celebre serie Noveltoons.
Quest’ultima si ispirava al modello narrativo delle serie Warner Bros., Looney Tunes e Merrie Melodies, caratterizzandosi per la presenza di personaggi ricorrenti che apparivano sporadicamente nei vari episodi.
La serie Noveltoons debuttò negli Stati Uniti il 26 novembre 1943 con il cortometraggio No Mutton fer Nuttin’, diretto da Dan Gordon e segnò la prima apparizione di Blackie the Lamb e Wolfie Wolf. La serie terminò nel giugno del 1967 con il 167° episodio intitolato Robin Hood-winked.
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Tra i cortometraggi di questa serie spiccano alcuni episodi natalizi, come Santa’s Surprise, diretto da Seymour Kneitel e distribuito per la prima volta il 7 dicembre 1947. Questo episodio segnò l’esordio della figura di Babbo Natale nei cartoni Paramount, personaggio che sarebbe stato riutilizzato nel 1962 in Yule Laff.
Ma soprattutto, Santa’s Surprise rappresentò la prima apparizione di Little Audrey, un personaggio iconico creato da Seymour Kneitel e disegnato da Bill Tytla, ispirandosi alla figlia di Kneitel, Tammy.
Little Audrey nacque quando la Paramount decise di non rinnovare la licenza per produrre i cortometraggi di Little Lulu, una serie animata andata in onda dal 1943 al 1948.
Nonostante le differenze stilistiche - con Little Lulu ancorata a un’estetica tipica degli anni ’30 e Little Audrey più rappresentativa degli anni ’60 - i due personaggi condividono un carattere simile, vivace e determinato.
Per la versione originale di Little Audrey fu scelta l’iconica Mae Questel, celebre per aver dato voce a personaggi leggendari come Betty Boop e Olivia Oyl nei cartoni di Braccio di Ferro.
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La scelta di Questel contribuì a consolidare l’identità unica e riconoscibile di Little Audrey, che sarebbe diventata uno dei personaggi più rappresentativi della Paramount Cartoon Studios.
Little Audrey che debuttò per la prima volta nella serie Santa’s Surprise è presente in diciassette cortometraggi, concludendo la sua storia il 12 dicembre 1958 con l’episodio Dawg Gawn.
Trama di "Santa's Surprise"
Durante la notte della consegna dei regali di Natale, Babbo Natale visita Audrey, una bambina di Manhattan, e altri bambini provenienti da diverse parti del mondo: un ragazzo olandese, un ragazzo cinese, un ragazzo africano, un ragazzo russo, una ragazza hawaiana e una ragazza spagnola.
Colpiti dalla sua generosità, i bambini decidono di sorprendere Babbo Natale. In modo segreto, si intrufolano nella sua slitta con l’intento di fargli una sorpresa speciale.
Arrivati a casa sua, però, i bambini scoprono che Babbo Natale vive da solo in una casa semplice e modesta, senza la compagnia di una moglie o di elfi che lo aiutano.
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In un gesto di affetto e riconoscenza, i bambini si mettono al lavoro per pulire e riordinare la sua casa.
Al mattino, quando Babbo Natale si sveglia, trova la sua casa splendida e in perfetto ordine, accompagnata da un biglietto che recita: “Non dimenticarti di noi il prossimo anno!”
Il suo cuore si riempie di gratitudine e affetto, mentre si rende conto che anche lui, nonostante il suo ruolo di portatore di doni, ha ricevuto un regalo speciale: l’amore e la cura dei bambini che aveva fatto felici.
Recensione di "Santa's Surprise"
I cortometraggi della serie Noveltoons si avvicinano, come stile, ai corti della Warner Bros, soprattutto per quanto riguarda l’animazione.
Rispetto alla Walt Disney, che prestava attenzione a un tratto più dettagliato e a una rappresentazione accurata e particolareggiata delle ambientazioni e dei personaggi, i corti Noveltoons prediligono una narrazione più semplice e lineare, destinata principalmente a un pubblico di bambini.
Questo approccio si riflette in uno stile grafico meno ricercato, dove i dettagli visivi sono raramente enfatizzati, e gli ambienti non possiedono mai la stessa iconicità tipica dei mondi Disney, dove ogni luogo è curato nei minimi dettagli per arricchire l’esperienza visiva.
Nonostante la differenza di stile, ci sono alcune similitudini tra i corti Noveltoons e quelli di Mickey Mouse (escluse le Sinfonie Allegre). Entrambe le serie mirano a intrattenere un pubblico giovane con storie semplici e con un sottotesto morale chiaro, ma senza complicazioni narrative.
Se le Sinfonie Allegre erano più orientate verso un pubblico adulto, con trame più complesse e riflessive, i Noveltoons sono pensati principalmente per i bambini, ma risultano comunque piacevoli anche per un pubblico adulto.
In particolare, Santa’s Surprise è un corto che segue gli stilemi classici della Famous Studios e, pur presentando una trama semplice e immediata, si distingue per la sua illustrazione poco dettagliata sia nei fondali che nei personaggi.
Qui vediamo per la prima volta la figura iconica di Little Audrey, in una scena che la ritrae nel suo letto, con un occhio aperto (facendo finta di dormire) mentre osserva Babbo Natale.
Tutti i personaggi all’interno del corto sono caratterizzati visivamente in modo funzionale, per far comprendere immediatamente la loro provenienza multiculturale.
Dai bambini di origini africana e hawaiana, a quelli di altre culture, ognuno è rappresentato con abiti tipici del proprio paese.
Sebbene tale rappresentazione possa apparire stereotipata, risulta comunque funzionale al racconto, sebbene per un pubblico contemporaneo possa sembrare datata o talvolta razzista.
Inoltre, come in molti corti Noveltoons, troviamo anche un elemento comico: qui, è il bambino russo che rischia ripetutamente di svegliare Babbo Natale mentre tenta di pulire la sua casa, dopo aver lavorato tutta la notte del 24 dicembre, creando situazioni di suspense e comicità.
La storia di Santa’s Surprise è piuttosto originale, poiché risponde a una domanda intrigante: chi si occupa di Babbo Natale? Chi gli augura buon Natale?
La risposta che il corto ci fornisce è che, pur essendo una figura tanto amata, Babbo Natale vive in solitudine, tanto da dover essere lui stesso a farsi gli auguri, guardando il proprio riflesso nello specchio.
Ma quel Natale sarà diverso, perché un gruppo di bambini curiosi, provenienti da diverse nazioni del mondo, si è nascosto nella sua slitta e lo ha seguito fino alla sua casa.
Qui, in segno di gratitudine per i regali ricevuti, i bambini decidono di pulire e mettere in ordine la casa di Babbo Natale.
In questo senso, Santa’s Surprise si sviluppa come una storia di generosità e solidarietà, raccontata con un tono giocoso e privo di eccessiva complessità emotiva, una scelta tipica dei cortometraggi Noveltoons.
Nonostante la leggerezza della narrazione, il corto veicola un messaggio natalizio forte, insegnando ai bambini l’importanza di aiutare il prossimo, anche con piccoli gesti di gentilezza e altruismo.
Come già sottolineato, Santa’s Surprise si distingue per uno stile visivo colorato e caricaturale, con linee morbide e meno dettagliate rispetto agli standard Disney.
La fluidità dell’animazione è soddisfacente, ma non raggiunge l’eleganza tecnica dei lavori Disney, dove l’attenzione ai dettagli - come l’uso della Multiplane Camera per creare profondità - era fondamentale.
In Santa’s Surprise, gli sfondi e i movimenti dei personaggi sono essenzialmente funzionali alla narrazione, senza ambizioni di spettacolarità visiva.
Un altro elemento distintivo è l’approccio musicale. Nei corti Disney, la musica era spesso il fulcro della narrazione, strettamente integrata con le azioni e le emozioni dei personaggi.
Al contrario, in Santa’s Surprise, la colonna sonora accompagna gli eventi con leggerezza, ma senza raggiungere la stessa sincronia emotiva o narrativa, risultando meno memorabile.
Braccio di Ferro: 92 Anni di un Mito
Il 17 gennaio si festeggiano i 92 anni dalla prima apparizione di Popeye. Dagli esordi sulla serie di fumetti a strisce "The Thimble Theatre" sino ai cartoni animati e film realizzati: tutti gli aneddoti più curiosi sul personaggio ideato da Elzie Crisler Segar.
Un occhio guercio, la parlata sgrammaticata e un fisico asciutto, ma con avambracci enormi. Sono questi alcune delle caratteristiche che hanno reso famoso in tutto il mondo il personaggio di Popeye (Braccio di Ferro nella versione italiana). Gli altri elementi distintivi erano l'immancabile pipa e la predilezione per gli spinaci, capaci di donargli una forza sovrumana.
La sua prima apparizione risale al 17 gennaio 1929. "Whiffle Hen", La gallina fischiona africana, è il nome dell'episodio che segna il suo debutto. Originariamente assunto da Castor Oyl come traghettatore, Braccio di Ferro conquista rapidamente tutti.
La prima caratterizzazione del personaggio è ben diversa da quella che diverrà famosa con i cortometraggi più recenti. Inizialmente, Popeye viene assunto da Castor Oyl per condurre la nave che lo porterà in Africa. Tra i personaggi secondari si affermerà presto Poldo, che si autodefinisce il miglior amico di Braccio di Ferro.
Come ogni "eroe" che si rispetti, anche Popeye ha il suo "amato" rivale: si chiama Brutus (Bluto o Timoteo nella versione italiana). È il capo di una banda di pirati. La sua affermazione avverrà in realtà molti anni dopo la nascita di Braccio di Ferro.
Nei fumetti la trama è lunga e complessa. Oltre alle vicende raccontate nelle strisce quotidiane si affiancheranno anche le tavole domenicali.
A ereditare il compito fu Tom Sims, che disegnò le storie di Popeye dal 1938 al 1954, seguito da Ralph Stein fino al 1959. In seguito, il compito passò a Bill Zaboly che disegnerà il famoso marinaio fino al 1959. In questi anni, i fumetti perderanno molta della verve originaria per trasformarsi in strisce umoristiche.
La fama di Braccio di Ferro è cresciuta negli anni, il suo debutto in Italia risale al 1935 ma la pubblicazione nel nostro paese non è stata organica. Nonostante le traversie, la sua fama sopravvive per decenni.
Il marinaio ha parlato anche italiano. Negli anni 60 l'editore Bianconi pubblicò delle storie realizzate nel nostro paese, su licenza di King Features Syndicate. La collana è stata pubblicata dal 1963 al 1994 dall'Editoriale Metro, fondato da Renato Bianconi. Il successo dell'edizione italiana fu tale che le sue storie vennero acquistate anche all'estero.
Non solo fumetti, Popeye ha affascinato anche Cinema e televisione. Non molti anni dopo la sua prima comparsa, venne ideata una serie animata. La produzione continuò fino al 1957 e realizzò oltre duecento cartoni animati.