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In Viaggio con Philippe Daverio: Alla Scoperta dei Pulpiti e del Rinascimento Culturale Italiano

L'arte religiosa caratterizza il Vecchio Continente e l'Italia almeno fino al Seicento, e sin dal Medioevo la città di Pistoia è nota per la bellezza delle sue chiese. I pulpiti sono strumenti complessi di comunicazione sociale e politica, che veicolano un doppio messaggio: vocale, attraverso prediche e omelie, e visivo, per tramite delle decorazioni che li impreziosiscono, ragion per cui, in particolare i pulpiti medievali, sono anche opere d’arte di altissimo livello. E l’arte, in quell’Europa medievale dove l’influenza della Chiesa era molto forte, finiva per essere quasi totalmente un suo strumento.

Il Pulpito come Simbolo di Progresso Civile

Intervenendo alla presentazione del volume, Philippe Daverio ha notato come l’introduzione del pulpito, a partire dall’XI Secolo, abbia rappresentato il punto di arrivo di una rivoluzione culturale di grande portata: a partire dal Mille, riprende in Europa la vita civile, e la vita urbana torna a fiorire; si impiantano le prime attività commerciali su larga scala, e in Italia l’età comunale permette lo sviluppo di vere e proprie “città-Stato”. Al potere delle armi, sin qui l’unico mezzo per mantenere il dominio, si affianca il potere della parola, anche grazie all’intuizione della dinastia dei Plantageneti che in Francia inventa letteralmente il sistema della cancelleria, ovvero della diplomazia.

Alle armi si affianca, per la prima volta dall’epoca romana, il potere della parola, e risorge l’arte della comunicazione. In questo nuovo clima, un secolo più tardi, Francesco d’Assisi intuisce quanto la comunicazione orale sia fondamentale anche per la Chiesa, e i suoi seguaci saranno costantemente impegnati a diretto contatto con il popolo, con lo strumento della predica, tenuta sia nelle piazze sia nelle chiese. Da qui, la necessità di avere a disposizione una struttura che agevoli il compito dell’oratore. E parlando a misura di popolo, nasce giorno dopo giorno il volgare italiano, quello che Dante eleverà a lingua di splendida, immortale poesia.

Questa breve sintesi per chiarire come il pulpito non sia una semplice struttura decorativa all’interno di una chiesa, ma sia parte di un processo di progresso civile che ha richiesto secoli per giungere a compimento, e lo ha fatto attraverso episodi e concetti apparentemente lontani fra loro, ma che si sono invece saldati per gettare le basi di quella rivoluzione civile che segnò il Basso Medioevo.

La Chiesa come Fulcro della Vita Comunale

La chiesa era il fulcro della vita, anche civile, nelle città comunali italiani fra XII e XIV Secolo; centro di comunicazione, di aggregazione, di discussione (nella chiesa di San Pier Scheraggio, a Firenze, si riunivano i Priori, fra cui Dante). Il guelfismo italiano si spiega perché, all’indomani della caduta dell’Impero Romano, l’unica autorità rimasta in quei decadenti centri urbani, era quella del Vescovo, e a lui fu naturale fare riferimento, in materia spirituale, ma anche civile. Una circostanza che, nel bene e nel male, creò un costume e una mentalità, che la chiesa seppe poi sfruttare a suo vantaggio.

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Pistoia: Città dei Pulpiti

Lo racconta il bel volume Pistoia città dei pulpiti, curato dal FAI Pistoia, incentrato sulle chiese di Sant’Andrea, San Bartolomeo, San Giovanni San Michele e San Zeno: quest’ultima, cattedrale cittadina. I saggi (in italiano e inglese), approfondiscono le vicende delle singole strutture, con un’ampia scheda dedicata al loro pulpito. Si apprendono così le vicende artistiche che hanno avuto come protagonisti Giovanni Pisano, Fra’ Guglielmo, Giorgio Vasari. Artisti prestigiosi, la cui presenza a Pistoia conferma la grandezza del patrimonio artistico cittadino, in particolare a livello di scultura lapidea: sul marmo sono state infatti consegnate all’eternità figure di straordinaria bellezza che raccontano episodi biblici o della vita di Cristo, a edificazione dei fedeli.

Molto spesso, sottolinea Daverio, si rimane sorpresi dalla modernità di queste sculture antiche di quasi mille anni, eppure efficaci nel rendere la figura umana, la sua grazia classica, la tenerezza di alcune espressioni, o la drammaticità di certe emozioni.

Altre Serie TV di Philippe Daverio

  • Emporio Daverio: Una proposta di viaggio attraverso le città d'Italia e le unità minori del Belpaese, quelle che costituiscono il suo preziosissimo paesaggio geografico e culturale. L'analisi dell'arte, dell'architettura, della gastronomia, della cultura diventa chiave di riflessione sul passato e sul presente della città.
  • Passepartout: Una scelta antologica di puntate della trasmissione d'arte "Passepartout" di Philippe Daverio, uno dei programmi di divulgazione artistica più longevi e di maggiore successo di pubblico della storia della Rai. In queste puntate Daverio racconta grandi artisti (da Tiziano a Mantegna, da Rubens a Rembrandt) e importanti movimenti artistici con rigore e ironia, con competenza e leggerezza. Ma, soprattutto, con uno stile originale e unico, tanto da diventare iconico e memorabile anche per i non addetti ai lavori.

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